Inverno in arrivo: meteoropatici in allarme

Buio alle cinque, il freddo che entra nelle ossa, le nebbie, la pioggia. Siamo in molti a patire i disagi della stagione invernale, soprattutto al Nord, dove la mancanza di luce e di sole abbatte le difese immunitarie. L’umore registra valori negativi, il torpore prende il sopravvento e il rischio è quello di trascorrere mesi di reclusione e di noia, sul divano, davanti alla tv, o al computer.

Costa Tramonti
La Spezia

Il golfo di Spezia, la città, il porto, l’Appennino visti da Campiglia

Diamoci uno scossone, camminare in inverno si può

Non è detto, infatti, che in inverno riporremo zaino e scarponi nell’armadio. Da novembre a marzo le occasioni per stare all’aperto non mancano certo, nemmeno al Nord (figuriamoci al Sud). Luce e sole abbondano, per esempio, su un percorso poco noto e promosso, ma tra i più belli in Italia. Il Sentiero Liguria attraversa tutta la regione a mezzacosta, tra Luni (SP) e Ventimiglia (IM). 

Cos’è il Sentiero Liguria?

È un percorso in 30 tappe lungo 675 chilometri, con vista mare, e soprattutto al sole della Riviera. Perfettamente segnato e tabellato è stato creato grazie alla collaborazione tra Regione Liguria, le quattro Province, la Città metropolitana di Genova e gli Enti Parco del territorio costiero. Ne fanno parte itinerari già noti come il Sentiero Verde Azzurro delle Cinque Terre o il panoramico percorso tra Portofino e Camogli. Il Sentiero Liguria fa sempre tappa nei paesi, dove si trova ricettività quasi in ogni stagione. O, in alternativa, le stazioni ferroviarie sulle linee Genova-Ventimiglia e Genova-Pisa consentono sempre di raggiungere i centri più grandi, che garantiscono l’apertura di alberghi, B&B e ostelli tutto l’anno.

Portovenere

Portovenere

Come, e perché andarci?

Ma chi ce l’ha il tempo di camminare per 675 chilometri, senza soluzione di continuità, e poi, è davvero necessario? Il Sentiero Liguria non è un percorso di pellegrinaggio, con una meta precisa a cui arrivare, ma può essere articolato come meglio si crede: si può percorrere in entrambi i sensi di marcia, per una settimana, ma anche per uno o due giorni. Il filo conduttore e il comune denominatore delle trenta tappe sono l’ambiente mediterraneo, il mare sempre in vista e la cultura materiale degli insediamenti della Liguria: i muri a secco, le borgate di pietra; le “creuze”, il sistema di mulattiere e scalette che unisce i paesi; l’agricoltura eroica delle fasce terrazzate, dell’ulivo e della vite.

Una tappa unica: la costa di Tramonti

Dovendo fare una scelta, e avendo poco tempo a disposizione, il suggerimento cade sulla terza tappa, da Portovenere a Monterosso. Il territorio fa parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre, ma i suoi sentieri hanno tutto il vantaggio di essere meno affollati di quelli che attraversano le notissime borgate marinare. Il tratto di costa è caratterizzato da impressionanti e apparentemente impraticabili falesie calcaree, ben note a chi arrampica sulle palestre del Muzzerone, a monte di Portovenere. Tranquilli, non ci sarà da esibirsi in pericolose scalate a mani nude, né ci sarà bisogno di corda doppia. Il percorso si tiene tutto sulla viabilità tradizionale, di collegamento tra i vari insediamenti rurali di Campiglia Biassa. I due paesi (il primo sullo spartiacque, il secondo sul versante interno, che guarda al golfo di La Spezia) avevano le loro vigne tutte sul versante mare, ripidissimo, ma perfetto per ottenere ottimi vini. 

Costa di Tramonti

Perché è speciale…

Nel corso di un migliaio di anni, come nelle vicine Cinque Terre, su ogni pendio che non fosse impraticabile sono state costruite, pietra su pietra, impressionanti fasce terrazzate (oggi purtroppo in  molti casi abbandonate), talvolta talmente strette da accogliere un unico filare di viti. Lungo le dorsali più stabili, formate da arenarie compatte, sono sorti i minuscoli insediamenti di Schiara e Monesteroli, che i locali chiamano “cantine” perché è nelle casette di pietra con tetto di lamiera che si faceva il vino. Nuclei a picco sul mare, che si raggiungono deviando dal percorso principale, che si tiene a mezzacosta, lungo le ripide gradinate (anche 1000 scalini!) che puntano come trampolini sul blu del mare. Prima di avventurarsi nella discesa, è bene considerare che bisognerà però anche risalire. 

La stagione invernale è quella che offre la maggiore visibilità: con vento di tramontana non è raro vedere la vetta del Monviso innevato che spunta dal mare, a circa 225 km di distanza in linea d’aria. Sì, sembra strano che spunti dal mare, ma bisogna considerare che in mezzo c’è il profondo arco del golfo di Genova. Per non parlare dei tramonti infuocati. Se il tratto di costa si chiama Tramonti, ci sarà una ragione?

Qualche dato tecnico

La tappa (al link le tracce scaricabili e il roadbook) è lunga 13,4 km, per almeno 6 ore di cammino, su sentieri a tratti impervi e mulattiere che richiedono piede fermo e abitudine alla montagna. Non facciamoci ingannare dalla vista mare: la Liguria è decisamente montana. Infatti il dislivello, al netto di eventuali deviazioni, è di poco meno di 700 metri. Portovenere si raggiunge da La Spezia, nel periodo invernale, solo con l’autobus. Da Riomaggiore si riparte con il treno. In una bella giornata di sole si cammina in maniche corte anche a dicembre.

Roberta Ferraris

ROBERTA FERRARIS

Nata in vista del Monte Rosa, ha mosso i primi passi saltando di sasso in sasso lungo le sponde del fiume Sesia.
I suoi studi sono stati intensi ma irregolari, tra Italia e Stati Uniti. Ha fatto lunghi viaggi a piedi soprattutto in Italia.
Grazie alla conoscenza capillare del territorio collabora dal 1994 per vari editori e con Touring Editore dal 1999. È autrice di numerose guide turistiche ed escursionistiche e di racconti di viaggio.
Ha scritto anche di cucina e di stili di vita sostenibili. Contribuisce ai suoi lavori editoriali anche con foto e illustrazioni botaniche. Dal 2014 è guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte e accompagna gruppi in prevalenza stranieri, a conoscere luoghi e cultura del nostro paese. Vive in Alta Langa, in una cascina isolata in collina.

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