Io, mamma e Carlo Magno
Avevo un meraviglioso programma per Giugno 2021: una settimana di vacanza studio pagata in uno dei più bei resort della Sardegna, roba da pregustarsela mesi prima di partire… salvo poi non partire per spostamento virale di tutto il pacchetto ad Agosto (e cambiale le ferie estive a Marzo con altre undici colleghe già segnate a calendario). Non ti perdi d’animo e valuti le alternative, in apparenza scarse considerato che chiedere al tuo marito commercialista di prendersi una settimana a Giugno equivale a chiedergli il rene destro. E allora la soluzione come per tante altre cose non può che essere lei: la mamma. Gliela proponi anche bene, come regalo per il suo compleanno: cinque giorni solo voi due sul Cammino di Carlo Magno. Il percorso si presta: più giorni ma non troppi, tappe degne di essere chiamate tali (da 16 a 24 chilometri l’una) ma senza mettere a rischio i muscoli di una ultrasessantenne che non si è mai portata sulle spalle per più giorni di fila uno zaino. Bari un po’ sul dislivello totale delle tappe e il quadro è fatto: pronte a partire con il migliore entusiasmo, specie tua mamma che a Lovere è tutta un fremito.


Con tanta euforia si parte per la prima tappa!
Zaino in spalla, bacchette e scarpe da trek che finalmente vengono usate per il loro scopo: la sensazione è di quelle belle come solo la partenza della prima tappa sa offrire e Lovere contribuisce in tutto e per tutto; un elegante paesino sul lago con le viuzze tappezzate di triangolini rossi che ti indicano la Via di Carlo Magno. Prima ancora di partire siete già ferme: tappa obbligata al negozietto indicato dalla guida che vi offre un piccolo gadget da zaino del cammino. Fai foto a ripetizione, più che altro paesaggi e selfie schiacciati (maledette braccia corte) ma anche tante foto di schiena a tua mamma che va: saranno la prova che l’ha fatto davvero. La prima tappa si snoda bella e piena con qualche su e giù iniziale, un po’ di asfalto e un po’ di sterrato e poi lei: la salita che vi porta al Lago Moro che con la sua bella visuale cancella i primi dubbi di tua mamma sul fatto che fossero trecento in tutto i metri di dislivello del Cammino. A Boario Terme l’albergo tappa vi accoglie caloroso con un clima di altri tempi, tanto che tua mamma valuta di tornarci presto con tuo papà. Si conclude quindi con cena e nanna.
Secondo giorno, con sprint verso Breno
Si inizia il secondo giorno con una ripartenza che vi conduce tra ponticelli e ciclabili lungo l’Oglio e il suo demanio fluviale. Riappacifichi tua mamma e il mondo con un buon gelato con tanto di gusto dedicato al Cammino di Carlo Magno e quasi senza accorgervene siete ai piedi di un Cristo degno di Rio de Janeiro che sorveglia i vostri passi verso la meta: Breno. A cena una maxi pizza consigliata minimo per quattro persone: convinci il cameriere che ce la farete benissimo a finirla in due e con lo stomaco soddisfatto si va a dormire.


Terza tappa e nuovi amici
Il terzo giorno (ancora un po’ caldo ma gloriosamente senza pioggia) vi porta a Grevo lungo una serie di magnifici paesaggi camuni e altrettanti paesini in cui respiri l’atmosfera di qualcosa di costruito e partecipato. Chi vi incontra o vi vede affacciato dalla finestra di casa con lo zaino in spalle vi manda un saluto e un cenno d’intesa, sa che state percorrendo il Cammino di Carlo Magno, quello che grazie al lavoro appassionato degli organizzatori è diventato il percorso di tutti coloro che qui ci abitano. Le montagne della valle sembrano letteralmente avere un volto: il paesaggio è cambiato rispetto alle prime tappe, più montano ma sempre bellissimo. Tua mamma resta colpita dall’ordine che pervade questi paesini, con un filo di scetticismo le sembra “di non essere neanche in Italia”. Tra un’incisione rupestre e l’altra superate Nadro e arrivate a tappa in un bell’agriturismo dove fai provare a tua mamma il piacere della convivialità sconosciuta, ossia del trascorrere una serata con persone mai viste ma che stanno facendo la tua stessa strada ed è una soddisfazione farle capire che non solo è possibile, ma giusto (anche con un marito, una casa e delle responsabilità) prendersi del tempo per sé e per fare cose mai fatte, fosse anche solo un trekking di cinque giorni.
Zaino pesante e animo leggero
Con in tasca i numeri di tre nuovi amici si parte per Edolo. Il bel sentiero attraverso i paesi e per fortuna molte fontane si snoda panoramico sulla Val Camonica e anche se lo zaino inizia a pesare un po’ sulla schiena il bellissimo paesaggio (e qualche sosta corredata da generi di conforto) vi consolano gli animi. Qualche parolaccia tra i denti quando tua mamma scopre che il fine tappa non è propriamente tale e al B&B manca ancora un bel chilometro e mezzo sulla statale, ma la penultima giornata si chiude in gloria e (per un pelo) anche oggi senza pioggia. Vi godete il diluvio da sotto le coperte e aspettate con un po’ di impazienza la mattina successiva, merito anche della promettente colazione che, come da recensioni, non delude.


L’arrivo a Ponte di Legno: grande soddisfazione e tanta voglia di pensare ad una nuova avventura
Il sole alto vi dà il buongiorno e vi ricorda che ci siamo: l’ultima tappa verso Ponte di Legno. Piena di soddisfazione per la tenacia della tua compagna di viaggio che non sfoggia lamentele neanche quando il percorso in salita nei boschi risulterebbe impervio perfino per un trekker allenato ti godi la vista delle montagne e del sentiero che scorre promettente davanti a voi. Campanili e ruscelli sembrano da fiaba e quasi vi meravigliate che ventiquattro chilometri alla fine passino più veloci del previsto. A Ponte di Legno la gioia è quella di un arrivo a Santiago e un po’ vi stupite che tutta la gente intorno non festeggi con voi la compiuta missione. Foto di rito (questa volta ve la fate scattare per averne almeno una a figura intera) con tanto di maglietta ufficiale del Cammino di Carlo Magno, merenda ed è già ora di tornare a casa, sebbene con un bagaglio di piccole meravigliose esperienze da far invidia allo zaino più pesante. Capisci che hai fatto centro quando ancora prima di aver fatto l’ultimo passo tua mamma ti chiede: “Quando ne facciamo un altro?”
Margherita Brighenti – Wonder in Trek
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