Il trekking in tenda è una delle esperienze più entusiasmanti, forse il punto di arrivo di ogni viaggiatore. Solo durante il viaggio in autosufficienza si riesce ad avere un rapporto davvero intimo con l’ambiente, e sentirsi davvero parte della natura. Per affrontare questa esperienza occorrono alcune nozioni di base.

Per questo, oggi vi vogliamo dare alcune nozioni di base per vivere al meglio il vostro cammino in tenda.

Ma perché Madre Natura non sia troppo invadente (sa essere davvero brutale a volte) occorre qualcosa che metta al riparo, noi fragili esseri umani, dai rigori della notte e delle intemperie. Se stiamo programmando un viaggio in autosufficienza dovremo dotarci di una buona tenda, un peso non indifferente da aggiungere allo zaino.

Ci sono moltissimi modelli disponibili in commercio, e la prima cosa da fare è documentarsi sulle caratteristiche tecniche, sul costo, sul peso (elemento fondamentale), ma soprattutto decidere che tipo di viaggio faremo. Un conto è affrontare un percorso in alta montagna, altra faccenda bivaccare in ambiente mediterraneo, magari con vista mare (attenzione, però, ai divieti di campeggio libero che troveremo quasi ovunque nei comuni costieri).

Cammino in tenda

Barì Sardo, foto di Riccardo Carnovalini

Cammino in tenda

Sola di S.Pietro, bivacco alla punta dei Cannoni con lo sfondo del promontorio di Capo Sandalo, foto di Riccardo Carnovalini.

I tipi di tenda da escursionismo possono dividersi a spanne in tre categorie:

  • Tende quattro stagioni: garantiscono protezione anche in inverno, ma hanno un peso non indifferente. Sono quelle usate per l’alpinismo.
  • Tende tre stagioni: offrono una buona protezione dalle intemperie in ogni periodo, a esclusione dei mesi invernali. Dovremo considerare circa 2 chili in più nello zaino.
  • Tende ultraleggere: alcuni modelli pesano anche meno di un chilogrammo, ma, ovviamente, offrono una protezione molto più limitata.

Il consiglio è, prima di tutto, cercare di organizzare il nostro cammino in tenda in autosufficienza non da soli, ma almeno in due: in questo modo il peso della tenda – che sarà una due posti che garantisca una buona protezione – sarà diviso tra due persone, così come si potrà spartire il peso dell’attrezzatura da cucina, indispensabile per un viaggio in tenda.

Una tenda tre stagioni sarà la scelta migliore, e non bisognerà badare troppo al risparmio, perché la qualità del riposo notturno è fondamentale per la buona riuscita di un viaggio di questo tipo.

Quali caratteristiche deve avere una tenda cha faccia al nostro caso?

Cammino in tenda

Foto di Riccardo Carnovalini.

Cammino in tenda

Capo Altano, bivacco in una postazione antinave, foto di Riccardo Carnovalini.

  • Struttura resistente al vento: in genere le tende da escursionismo hanno forma geodetica, a igloo o a tunnel. La paleria, in duralluminio leggero o in fibra di vetro, è strutturata in modo da offrire un alto numero di superfici ad angoli diversi, sui quali il vento non possa mai fare l’effetto vela.
  • Il doppio telo: quello interno traspirante e dotato di zanzariere, in genere di cotone, e quello esterno di poliestere, antistrappo e con cuciture nastrate e termosaldate. L’isolamento offerto dal doppio telo è fondamentale per respingere non solo dalla pioggia, ma anche l’umidità della notte e poi per smaltire la condensa che si forma all’interno.
  • Spazio per  zaino e attrezzature: a seconda della forma della tenda, lo spazio per lo stivaggio delle nostre cose si trova nell’abside, ai due lati nei modelli a igloo, e nella verandina frontale, fondamentale per non fare entrare pioggia all’interno. 
  • La base: il catino deve essere molto robusto, di poliestere con cuciture nastrate e termosaldate. Dovremo poi dotarci di un buon materassino e soprattutto di un sacco a pelo adeguato alle condizioni climatiche che affronteremo.

Certo, facendo una cammino in tenda gli spazi saranno sempre molto angusti, in ogni caso, con il maltempo qualche disagio lo dovremo mettere in conto, ma saremo ripagati dal rapporto intimo con la natura, da albe e tramonti indimenticabili, dal canto degli uccelli notturni sopra la nostra testa.

Roberta Ferraris

ROBERTA FERRARIS

Nata in vista del Monte Rosa, ha mosso i primi passi saltando di sasso in sasso lungo le sponde del fiume Sesia.
I suoi studi sono stati intensi ma irregolari, tra Italia e Stati Uniti. Ha fatto lunghi viaggi a piedi soprattutto in Italia.
Grazie alla conoscenza capillare del territorio collabora dal 1994 per vari editori e con Touring Editore dal 1999. È autrice di numerose guide turistiche ed escursionistiche e di racconti di viaggio.
Ha scritto anche di cucina e di stili di vita sostenibili. Contribuisce ai suoi lavori editoriali anche con foto e illustrazioni botaniche. Dal 2014 è guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte e accompagna gruppi in prevalenza stranieri, a conoscere luoghi e cultura del nostro paese. Vive in Alta Langa, in una cascina isolata in collina.

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