Che la transumanza sia una pratica del passato, ormai superata dall’impiego dei moderni mezzi di trasporto non è del tutto vero. Sono molti i pastori che, avendo pochi capi – oltre al lusso del tempo – scelgono di spostare gli armenti secondo tradizione, a piedi, con un viaggio epico tra la pianura e la montagna.
Tra gli accompagnamenti più originali che mi è capitato di fare nella mia carriera di guida escursionistica, quello di un pastore, Nino, il suo branco di trenta capre, due cavalle (Vittoria e Annabel), il cane Broccolo e un gruppo di amici volontari per aiutare nella complessa logistica del trasferimento di animali e attrezzature dalla Liguria all’Alta Langa.
Quattro giorni di cammino attraverso le prime Alpi Liguri, non troppo impervie a dire il vero, per raggiungere un’azienda agricola nella campagna di Murazzano, la Cascina del Finocchio Verde, attrezzata con ampi recinti e un ben organizzato caseificio. Il trasferimento dalla costa di Vado Ligure, in provincia di Savona, si deve alla carenza di erba sul versante meridionale delle Alpi in estate, dal clima marcatamente mediterraneo.

Un bagaglio ingombrante
Nel trasferimento di un gregge bisogna tenere conto soprattutto delle esigenze degli animali, che viaggiano con un bagaglio non indifferente, come peso e volume. Reti per le recinzioni, secchi e contenitori per l’acqua e alimenti (crusca o fioccato indispensabili per mungere, cibo per i cani), attrezzatura per la lavorazione del latte. Le capre, infatti, vanno munte mattina e sera e con quel latte bisogna anche fare il formaggio, cosa non facile se si è in cammino. Per rendere le cose più semplici, questa volta Nino ha potuto contare sull’aiuto di Nicola, che seguiva o precedeva il gruppo con il suo camper, dove erano stivati bagaglio e attrezzatura. Il camper serviva anche come cucina da campo, perché alla sera, una volta sistemati gli animali, anche la squadra umana di pastori e aiutanti aveva diritto a un momento di convivialità e riposo.
Fughe e altri imprevisti
Le due bellissime cavalle questa volta viaggiavano leggere, senza i basti carichi di masserizie che in genere gli equini portano durante le transumanze. Tra i miei personali ricordi d’infanzia, il passaggio dei pastori biellesi diretti agli alpeggi, con i loro muli: ce n’era sempre uno con un basto tutto speciale, munito di ampie tasche laterali, ognuna delle quali ospitava un agnello appena nato.
Il primo imprevisto riguarda proprio le cavalle, che, viaggiando leggere, hanno energie di riserva da impiegare la notte. Al secondo campo, dalle parti di Castelnuovo di Ceva, decidono di darsi alla fuga. Non è una novità: era già successo l’anno prima. I recinti servono a poco se nei dintorni pascola uno stallone. L’istinto e la forza della natura hanno sempre la meglio su qualsiasi barriera.
Intanto, mentre si cercano le cavalle (ritrovate subito grazie al passaparola su WhatsApp degli abitanti del paese, evviva la tecnologia), scappano anche le capre, e per ritrovarle si perde tempo prezioso e si accumula ritardo.
Le fughe sono in questo caso dovute all’irresistibile profumo dell’erba medica in qualche campo, e qui l’intervento del pastore deve essere tempestivo: gli animali in transumanza non devono pascolare sui terreni privati. Ecco perché i tratturi tra Abruzzo e Molise erano larghi oltre 100 metri. Dovevano assicurare la possibilità di pascolo per le greggi transumanti, senza danni agli agricoltori lungo il percorso.

Convivialità serale
Tra i momenti imperdibili del cammino transumante, le serate in cui si cena tutti insieme, stanchi dopo la giornata in movimento, dopo aver sistemato gli animali, che agli ultimi chilometri mostrano tutti i segni della fatica: a ogni minima sosta le capre si siedono e attaccano a ruminare, segno che sono comunque riuscite a mangiare, ma che anche per loro è venuto il momento di fermarsi. In genere è bene non far camminare gli animali più di 15, massimo 20 chilometri.
Il luogo della sosta può essere un’area attrezzata per il picnic, lontana da strade trafficate, con qualche prato su cui organizzare un recinto, e dove sia disponibile l’acqua.
Bisogna poi mungere, e solo dopo aver completato tutte le operazioni necessarie al benessere degli animali, anche i pastori possono riposarsi e cenare: abbondante pasta per tutti, e non mancano mai il vino e il formaggio fresco, fatto da Nicola in camper, che durante il giorno ha tutto il tempo. La cena va sempre per le lunghe, prima del meritato riposo in tenda. Tanta è la stanchezza, che non è difficile prendere sonno.
Il penultimo giorno pastori e animali sono miei ospiti a Cascina Zan, così tutti o quasi possono dormire in un letto, e le capre hanno una stalla tutta per loro e a prova di fuga. Le cavalle hanno occasione di socializzare con i quattro asini di Cascina Zan in un grande recinto, e dopo qualche iniziale baruffa, sembra filare tutto liscio anche lì.
Pastorizia 2.0
Com’è che un pastore decide di affidarsi a una guida ambientale escursionistica? Memore di una faticosa transumanza di qualche anno fa, sotto la pioggia battente e nel fango, Nino ha chiesto aiuto a chi quelle contrade le conosce bene. Le Langhe sono un territorio dove i sentieri sono poco segnati, ma dove è indispensabile evitare per quanto possibile l’impatto con la viabilità stradale (nelle Langhe funestata dal traffico di motociclisti che si credono a Monza). Ecco che, forte di una certa esperienza nel settore (ho allevato capre per sette anni, qualche tempo fa) ho studiato il percorso più lineare possibile, e al tempo stesso tutto su viabilità minore o su comode carrarecce. Un dispositivo GPS e la cartografia aggiornata della zona sono stati gli strumenti indispensabili per una transumanza sicura.

ROBERTA FERRARIS
Nata in vista del Monte Rosa, ha mosso i primi passi saltando di sasso in sasso lungo le sponde del fiume Sesia.
I suoi studi sono stati intensi ma irregolari, tra Italia e Stati Uniti. Ha fatto lunghi viaggi a piedi soprattutto in Italia.
Grazie alla conoscenza capillare del territorio collabora dal 1994 per vari editori e con Touring Editore dal 1999. È autrice di numerose guide turistiche ed escursionistiche e di racconti di viaggio.
Ha scritto anche di cucina e di stili di vita sostenibili. Contribuisce ai suoi lavori editoriali anche con foto e illustrazioni botaniche. Dal 2014 è guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte e accompagna gruppi in prevalenza stranieri, a conoscere luoghi e cultura del nostro paese. Vive in Alta Langa, in una cascina isolata in collina.
Rispondi