Un cammino che passa da Milano? Un cammino di 650 km?? Un cammino che ha una fine tappa nella via in cui abito??? Sulle prime ho pensato a uno scherzo ma davanti alla credenziale del Cammino di Sant’Agostino ho dovuto arrendermi, era tutto vero. Che follia era mai questa, cosa aveva spinto l’ideatore a individuare ex novo un percorso di tale lunghezza, ricercando minuziosamente il modo di collegare idealmente cinquanta santuari mariani e dando al percorso la forma di una rosa?

Soprattutto, volevo veramente immischiarmi in questa faccenda? Proprio quando stavo per farcela ad uscire dal tunnel, a disintossicarmi dai 1000 km percorsi sulla Via Francigena? Non volevo, ma una sfida è una sfida, sicché ricevute le credenziali dalle mani tentatrici di chi mi aveva parlato del cammino mi accinsi a coinvolgere un’altra anima persa in quella che poi si sarebbe rivelata una magnifica avventura.

“In due si cammina più volentieri”, “vedrai, faremo solo qualche tappa”, “…no,in Brianza non ci sono più lupi dal Pleistocene” “va bene, una birra a tappa” queste le valide argomentazioni addotte per convincere la mia perplessa compagna.

Il piano diabolico prevedeva di camminare il sabato e rimodulare le tappe in modo da iniziare e finire sempre in prossimità di una stazione ferroviaria, per non dover cercare alloggio.

La forma del tracciato e il fatto di avere appoggi in Brianza e a Milano facilitava di certo le cose; stando a quel che riportava il sito ufficiale del Cammino ci sarebbe anche stata l’opportunità di accoglienza pellegrina o quasi in più di metà delle tappe ma francamente trovavamo ridicola l’idea di dormire fuori casa a poche decine di minuti di distanza dal proprio letto.

Tanto più che eravamo ben consci di uno dei maggiori limiti di questo cammino, ovvero la carenza cronica di altri pellegrini con cui fraternizzare e scambiare esperienze la sera, magari durante una bella cena comunitaria.

Spazziamo ogni dubbio: sul cammino di Sant’Agostino probabilmente gli unici pellegrini che incontrerete saranno quelli che vi porterete..da casa!

Prima tappa e subito accade qualcosa di surreale: al santuario della Madonna delle Grazie di Monza citofoniamo al convento per chiedere il primo timbro e il frate che ci accoglie mi sembra sospettosamente familiare, quando poi ci saluta è la voce a farmi tornare di colpo la memoria: Frate Giuseppe ha solo qualche anno più di me e abbiamo frequentato insieme l’oratorio (in un’altra città) trenta anni fa.

Camminiamo nel parco di Monza, scherziamo sul fatto che questo sia l’unico cammino che ti porta a costeggiare l’autodromo e intanto maciniamo chilometri.

Prendiamo il secondo timbro in una chiesetta molto bella -più all’interno che all’esterno, come spesso accade a questi gioiellini nascosti- e poco più avanti aspettiamo che finisca la Messa nel terzo santuario per ricevere il timbro direttamente dalle mani del parroco, ancora bardato con i paramenti.

Sembra tutto fin troppo facile e infatti proseguendo il cammino rimpiangeremo vivamente la facilità con cui abbiamo potuto riempire i primi spazi sulla nostra bella credenziale.

Cammina cammina, quel primo giorno percorremmo 37 km, grazie al clima fresco e allo zainetto minimalista, niente a che vedere con lo zaino delle grandi occasioni.

“non è stato poi così brutto, potremmo fare ancora un paio di tappe” proposi io.

“ma si, poi è tutto allenamento per la Via di Francesco che faremo ad Agosto” la sventurata rispose (abbiate pazienza, a Monza questa citazione era praticamente d’obbligo. per la cronaca, la sventurata è la mia compagna)

Sono passati 10 mesi e ci siamo lasciati 650 km alle spalle, il cammino è ormai terminato ed eccoci qui a raccogliere le idee e ad esporle in modo più o meno organico.

Il percorso si divide in 4 parti: il fiore della rosa in Brianza, la foglia orientale, da Monza verso l’Adda, la foglia occidentale da Monza verso Busto Arsizio, il gambo da Monza a Pavia.

Che tipo di percorso aspetta il pellegrino? Innanzi tutto molto meno asfalto di quanto ci si possa aspettare, si cammina spesso e volentieri nei grandi parchi, su sterrate che tagliano i campi coltivati, dentro boschi.

Si sale in montagna, fino ai 1241 metri di altezza del monte Cornizzolo, punto più alto raggiunto; si toccano tutti i laghi della Brianza, anche quelli che neppure sapevate esistessero ;-) e si scende lungo l’Adda, placido e maestoso.

Non manca neppure un assaggio di brughiera lombarda, simile a quella inglese ma senza mastino dei Baskerville a perseguitare il pellegrino che dovesse attardarsi lungo il percorso.

Certo, qualche area industriale l’abbiamo dovuta attraversare, sarebbe stato impossibile evitarle in toto, però alla fine non ha disturbato più di tanto.

La segnaletica è molto completa, tendenzialmente c’è una freccia gialla indicante la direzione ogni centinaio di metri o anche meno.

Si tratta per la maggior parte di indicazioni tracciate a vernice su pali, paracarri, muri e marciapiedi ma non mancano adesivi con l’effige della “rosa che diventa cammino” oltre a qualche cartello metallico dove le amministrazioni hanno ritenuto di investire qualche soldo.

I trasporti sono disponibili in quasi tutto il percorso, tra Ferrovie Nord e Trenitalia c’è quasi sempre una stazione a poca distanza dal tracciato del cammino o addirittura attraversata dal cammino, come la stazione di Airuno, con una bella freccia gialla di Sant’Agostino disegnata al binario 2, da cui inizia la ripida salita per Aizurro.
E’ semplicissimo trovare punti ristoro, bar o ristoranti, anche nelle tappe più impervie e immerse nella natura, dove vengono in nostro soccorso gli agriturismi della foresta regionale lombarda o i ristori degli alpini.
Nota dolente di questo cammino: la maggior parte dei santuari è purtroppo aperta solo la domenica e questo rende a volte problematico reperire il timbro della credenziale.
Consigliato telefonare preventivamente – sul sito del cammino ci sono i recapiti telefonici e gli orari di apertura di ogni santuario- per accordarsi con chi gestisce l’apertura o il timbro.

Il sito ufficiale del cammino riporta tutte le informazioni necessarie, l’elenco dei santuari, le possibilità di accoglienza pellegrina (principalmente presso le varie parrocchie) e quella commerciale convenzionata.
Non manca la sezione delle tracce gps e la rappresentazione grafica di ogni tappa realizzata grazie a google maps.

Rifarei questo cammino? Probabilmente non tutto ma parecchie tappe si sono rivelate inaspettatamente piacevoli, comparabili ad altri cammini più blasonati che abbiamo percorso.
Paradossalmente, la più entusiasta alla fine si è rivelata la mia compagna e se il cammino di Sant’Agostino è piaciuto a lei,che è toscana e ha casa a 100 metri dal tracciato della via Francigena allora non credo di peccare troppo di presunzione nel consigliare questo cammino a chi vuol provare qualcosa di diverso dal solito.

Qui i riferimenti:

il sito ufficiale www.camminodiagostino.it

la playlist con i nostri video di ogni tappa https://www.youtube.com/watch?v=IBT6qCo1eyI&list=PL5wHLOlo0WdSKxLM2Esr6mn3VI-trbyaI