Il Cammino dei Mille: da Renda a Palermo

Cammino dei Mille

DESCRIZIONE DEL CAMMINO DEI MILLE

Il Cammino dei Mille è un Cammino storico ma realizzato con scelta accurata del percorso per offrire soprattutto un itinerario godibile dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. E’ anche un progetto di turismo lento e sostenibile, nato per promuovere il territorio e la sua bellezza. Attraversa diverse aree boscate tra cui il bosco Ficuzza, che è l’area boscata più estesa della Sicilia occidentale, e diversi borghi che si distinguono per storia e tradizioni. Siamo in Sicilia, e certo non manca la varietà della proposte enogastronomiche!

Variante lunga

Lunghezza: km 154,6
Rubinetto: 10 Partenza: Monreale
Arrivo: Palermo Dislivello: mt 4.742
Tempo di percorrenza: 10 giorni
: NO, almeno non tutta

 

Variante breve

Lunghezza: km 104,56
Rubinetto: 7 Partenza: Monreale
Arrivo: Palermo Dislivello: mt 3.598
Tempo di percorrenza: 7 giorni
: NO, almeno non tutta

FONDO STRADALE:  50 % circa del percorso è su strade sterrate e sentieri. Il restante 50 % è su strade pavimentate a bassissima percorrenza. Fanno eccezione i brevi attraversamenti dei paesini e il tratto finale per arrivare al centro storico di Palermo.

VARIANTE LUNGA:

Tappa 1: da Monreale a San Martino delle Scale – km 9,38 – Dislivello mt 540

Ci si avvia lungo i quartieri storici di Monreale, Pozzillo, San Vito e Bavera, una vera e propria kasba dalla quale si esce presto per affacciarsi sulla Conca d’Oro: davanti al camminatore c’è l’anfiteatro dei monti che circondano Palermo, sullo sfondo c’è il mare e la bellezza del suo golfo.

Al terzo km si arriva a Portella San Martino e ci si immerge in un bosco dal quale si uscirà solo a fine teppa. L’itinerario nella parte boscata è su sterrato e sentieri in buone condizioni che condurranno ai ruderi del monumento a Rosalino Pilo e alla niviera. Durante la tappa non vi sono opportunità di ristoro.

Tappa 2: da San Martino delle Scale a Pioppo – km 13,28 – Dislivello mt 501

In questa tappa si percorrono solo sentieri e strade sterrate che non presentano particolari difficoltà oltre i dislivelli. Anche in questa tappa non si incontrano centri abitati o punti di ristoro.

Si va subito in salita per Via Franzoni e ci si inoltra subito nel bosco di San Martino, poi lungo Valle Corta si scende a Valle Cuba. Si risale quindi al bosco di Casaboli, alle pendici di Monte Gibilmesi. Al km 5.6, indicato nel profilo altimetrico, è possibile fare una deviazione di circa un km per visitare un parco-avventura per il quale troverete specifica segnaletica. Si continua poi nel bosco, con lievi salite e discese, sino ad affacciarsi di nuovo sulla Conca d’Oro: non resta che la discesa per Pioppo con spettacolare vista aerea.

Tappa 3: da Pioppo a Poggio San Francesco – km 13,4 – Dislivello mt 594

Questa tappa è molto varia, il paesaggio è più ampio, si attraversano uliveti, aree a pascolo e boschi. Dopo il brevissimo attraversamento di Pioppo si va su per una scala e poi un sentiero tra uliveti e antichi terrazzamenti che vi porterà in quota e vi condurrà a Piano Renda, dove bivaccarono i Mille e si elaborarono le strategie per la conquista di Palermo. A Piano Renda (km 4.3) incontrerete l’agriturismo Mirto, occasione di ristoro ma anche di pernottamento. Proseguendo, da Piano Renda si sale lungo uno sterrato che nella prima parte è in buone condizioni. Poi vi è un tratto di circa un km che dopo le piogge diventa particolarmente fangoso e scosceso. Superato questo tratto finisce la salita e si entra nella valle boscata del Margio Li Cassari. Si prosegue in discesa per Valle Nespola dove incontrerete un piccolo rifugio non gestito e proseguendo lungo un tracciato che coincide con il Sentiero Italia arriverete a Portella della Paglia. Da qui si prosegue su asfalto in una strada a bassissima percorrenza, sino a Poggio San Francesco.

Tappa 4: da Poggio San Francesco ad Altofonte e Piana degli Albanesi – km 16 – Dislivello mt 773

Si va giù lungo la SP 89 per circa 1 km. Poi si devia per contrada Canalotto e, attraversano aree a pascolo e uliveti, sempre in discesa, si arriva ad Altofonte. Poi si sale lungo il Calvario (via crucis) sino alla chiesetta dell’Addulurata e poi all’Obelisco di Garibaldi, al Cozzo di Crasto dove i Mille bivaccarono. Dopo un breve tratto di strada asfaltata si prosegue nel bosco della Moarda sino a Portella Pozzillo . Da qui si prosegue all’interno della Riserva Naturale Orienta Serre della Pizzuta Resta un tratto finale di tipiche campagne collinari con ciliegi, ulivi e mandorli. Gli unici punti di ristoro sono ad Altofonte, che comunque non offre opportunità di pernottamento.

Tappa 5: da Piana degli Albanesi a Santa Cristina Gela e Ficuzza – km 20,3 – Dislivello mt 449

Buona parte di questa tappa si svolge su strade pavimentate a bassissimo traffico. Fanno eccezione un facile tratto sterrato prima di Santa Cristina Gela e, subito dopo, un tratto di sterrato e sentiero in salita un po’ scosceso, in alcuni tratti fangoso dopo le piogge: siamo sulle pendici di Monte Leardo. Il sentiero comunque arriva presto alla sella e, dopo un tratto in una valle stretta, si affaccia sull’ampia vallata che offre la spettacolare vista del Bosco di Ficuzza sovrastato dalla Rocca Busambra. Iniziando la discesa si incontrano presto gli unici punto di ristoro e pernottamento lungo il percorso: l’agriturismo sant’Agata e, poco oltre, con una piccola deviazione, l’agriturismo Rossella.

Tappa 6: da Ficuzza a Mezzojuso – km 16,96 – Dislivello mt 402

Per l’aspetto naturalistico e paesaggistico, questa è una delle tappe più interessanti, in buona parte su sterrati e sentieri della riserva di Ficuzza. Il percorso è per un primo tratto di sterrato comodo (km 2,7), poi si svolta a destra per un sentiero un po’ più impegnativo sino al Pulpito del Re. Proseguendo sino al Lago del Riccio il sentiero è in buona parte comodo ad eccezione del breve tratto prima di arrivare al laghetto che attraversa una zona umida che può essere un po’ fangosa nei periodi successivi a piogge intense. Dal laghetto si continua a salire per un po’sino a un comodo sterrato. Da li il percorso prosegue su sterrati immersi nel bosco, di tanto in tanto si costeggiano rupi suggestive affacciandosi su verdi valli silenziose. Importante la piccola deviazione per il Rifugio non gestito Capreria se ci si vuole dissetare. Il tratto finale è una discesa asfaltata che conduce a Mezzojuso costeggiando campagne dal sapore antico.

Tappa 7: da Mezzojuso Villafrati, Cefalà Diana e Godrano – km 18,24 – Dislivello mt 748

È tra le tappe più lunghe ed è anche la più difficile se si valuta il dislivello da affrontare. In compenso non vi sono tratti con fondo difficile e si attraversano ben due paesini, dove si possono acquistare cibo e bevande. I bagni arabi, inoltre, meritano una sosta. Il paesaggio è molto diverso dalla tappa precedente: siamo fuori dal bosco, gli uliveti si alternano ai pascoli e la suggestione di siti strategici come il castello di Cefalà Diana interrompe la tranquillità del territorio con il ricordo di altri tempi.

Si abbandona Mezzojuso per stradine e scalinate e si scende lungo una strada asfaltata, sino ad incontrare la superstrada Palermo Agrigento. È l’unico punto in cui occorre un po’ di prudenza, perché manca un attraversamento protetto: superato l’ostacolo si torna alla tranquilla campagna sino a Villafrati, dove ci si può rifocillare. Dopo Villafrati si prosegue per un po’ su strada asfaltata. Si svolta poi a destra su uno sterrato della Riserva Naturale “Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella” che, aggirando Pizzo Chiarastella, porta ai Bagni Arabi. Il luogo è perfetto per una sosta prima di affrontare la salita per il Castello di Cefalà Diana: una salita impegnativa, con un primo tratto sterrato e poi su asfalto, ma il luogo è di grande suggestione. Si scende quindi al paesino, che conserva angoli evocativi di un passato rurale di grande isolamento.

Il percorso prosegue per saliscendi su colline a tratti boscate e su strade in buona parte sterrate, sino a Via Giuseppe Garibaldi che conduce alla piazza principale di Godrano.

Tappa 8: da Godrano a Marineo – km 15,02 – Dislivello mt 313

Anche questa tappa è in buona parte su strade sterrate che non presentano alcuna difficoltà, all’interno della riserva di Ficuzza. Il sentiero s’inerpica subito su un altipiano, ma lo sforzo iniziale è presto ripagato dall’attraversamento di aree di grande interesse naturalistico: prima il Gorgo del Drago e poi, più avanti, il bosco del Cappelliere. La discesa finale che porta a Marineo è su strada asfaltata, dove è più facile incontrare qualche trattore piuttosto che un’auto. Non vi sono punti di ristoro ad esclusione dell’Agriturismo Gorgo del Drago che incontrerete nella prima salita appena fuori Godrano.

Tappa 9: da Marineo a Misilmeri – km 11,88 – Dislivello mt 144

È la tappa più facile, la più breve e con una netta prevalenza di discesa. Da Marineo si scende nella valle dell’Eleuterio sino al Ponte della Fabbrica, costruito nel 1581 lungo l’ex trazzera regia che collegava Palermo con l’entroterra.

Dopo il ponte, ora a quote più basse, oltre alle tipiche coltivazioni di ulivi e mandorli incontrerete i primi estesi  mandarineti prima di affacciarvi e scendere verso Misilmeri. Non ci sono opportunità di ristoro.

Tappa 10: da Misilmeri a Villabate e Palermo – km 21,1 – Dislivello mt 240

Da Misilmeri ci si avvia per una viuzza medievale, Via Trebisonda, che sale su ai ruderi del castello dell’Emiro. Si va poi su un altipiano, Piano Stoppa, dove hanno bivaccato i Mille e dove sono confluite le squadre locali rastrellate dal generale La Masa. Si prosegue attraversando le tipiche campagne collinari, ora cosparse di villette residenziali, salendo sulle pendici di Montagna Grande sino a incontrare quello che è stato il quartier generale di La Masa. Ora siamo a Gibilrossa: è uno spettacolare balcone su Palermo, che commemora l’impresa dei Mille con un grande obelisco.

Da qui si scende qualche km sulla strada provinciale, ora chiusa al traffico, dominando Palermo e affacciandosi su un’ampia distesa di agrumeti. Abbandonata la provinciale si scende per un ripido pendio e si attraversano nespoleti e agrumeti sino alla borgata palermitana di Croce Verde. Si prosegue poi su strade sterrate lungo le estese colture di mandarino sino a Villabate. Inizia ora la caotica periferia di Palermo, con elementi di fascino ma anche con tanto traffico e qualche tratto insicuro per i pedoni. Dopo un paio di chilometri il traffico ci continua ad accompagnare ma lo sguardo va altrove: siamo a mare che costeggeremo per un lungo tratto, attraversando borgate marinare sino a deviare per il Ponte Ammiraglio, dov’è avvenuto lo scontro tra i Borbonici e i Mille. Da li a poco ci inoltriamo nel centro storico seguendo le orme dei Mille sino alla chiesa della Gancia e a Palazzo Steri: qui, dove il 4 aprile 1860 iniziò la rivolta che preparò l’avventura dei Mille, finisce in nostro Cammino. Il vostro viaggio può però continuare a Palermo, la città straordinaria fondata dai Fenici e ricca dei suoi tremila anni di storia.

VARIANTE BREVE

La variante breve condivide con la variante lunga le prime quattro tappe e le ultime due. Il percorso è quindi identico sino a Santa Cristina Gela (lungo la Tappa 5) dove avviene la biforcazione: la variante lunga prosegue per Ficuzza mentre quella breve taglia direttamente per Marineo. Si indica pertanto solo questa tappa di raccordo.

Tappa 5/8: da Piana degli Albanesi a Santa Cristina Gela e Marineo – km 19,34 – Dislivello mt 472

In questa tappa si alternano tratti pavimentati e strade sterrata. Usciti da Piana degli Albanesi si va lungo la pianeggiante provinciale che costeggia il lago, poi uno sterrato conduce a Santa Cristina Gela. Difficile sfuggire all’attrazione della pasticceria locale ed in particolare dei cannoli che nel 2019, per il terzo anno consecutivo, sono stati classificati come i migliori della Sicilia.

Superato il paese si prosegue per i campi sino a costeggiare il bosco di Pianetto, dove hanno bivaccato i Mille. Qui si incontra un bel bevaio e dopo un po’ si arriva al caratteristico agriturismo Parco Vecchio. Da lì il sentiero scende nella valle in località Acqua di Masi tra ulivi, mandorli e residui di vecchio bosco e macchia mediterranea. Dopo un po’ si arriva al ponte sul Fiume Eleuterio e lo sguardo s’insinua tra le gole del fiume che poco più a valle offre uno spettacolo di particolare suggestione: le Cascate delle Sirene. Si arriva alle cascate con una deviazione a sinistra che troverete dopo qualche centinaio di metri dal ponte: la maggior fatica è sicuramente ripagata. E’ un buon momento contemplativo, da apprezzare anche perché permette di raccogliere le forze per affrontare la salita sino al Castello di Marineo.

Poco più avanti della deviazione per le cascate si abbandona infatti l’asfalto e si va su per uno sterrato e poi un sentiero. Un breve tratto di questo sentiero, poco sotto Marineo, è particolarmente pietroso e scivoloso. Se si vuole camminare più comodamente si consiglia di fare il primo tratto di sterrato e poi, allungando un po’, proseguire lungo la strada asfaltata sino a ricongiungersi col sentiero proprio sotto le mura di Marineo.

Da oggi puoi percorrere il Cammino dei Mille con la nuovissima APP di Cammini d’Italia

Link Play Store: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.webmapp.cammini&hl=it&gl=US

Link App store: https://apps.apple.com/it/app/cammini-di-italia/id1643119047

Il cammino dei Mille è stato realizzato da volontari e sinora ha ricevuto gratuiti patrocini ma non finanziamenti. Non si è pertanto potuto realizzare una buona segnaletica completa. La segnaletica è presente soprattutto nei tratti più complicati e isolati ma in atto si consiglia di affrontare il cammino con il supporto dell’App di Cammini d’Italia!

Non vi sono pericoli particolari se non quelli tipici dei percorsi di montagna non particolarmente difficili se non per brevissimi tratti. Rare presenze di cani pastori (in genere inoffensivi) per i quali si sta provvedendo a informare i proprietari per garantirne il controllo.

L’associazione che ha promosso la realizzazione del Cammino è la Pro Loco di Monreale. Si indicano di seguito i riferimenti per tematiche specifiche:

Problematiche generali connesse a nuove iniziative o implementazione della rete di supporto del cammino:

Amelia Crisantino 333 911 5682, Luciano Tusa 320 435 6020 ,Stefano Lo Coco 329 009 3636, Davide Mangano  339 617 8587

Percorso, tracce GPS e sito web: Luciano Tusa 320 435 6020

Social media: Alessia Badagliacca 324 787 0603

E-Mail ilcamminodeimille@prolocomonreale.it

In Sicilia il campeggio libero non è consentito ma è consentito il bivacco (una notte) nei distretti forestali.
Alcuni agriturismi offrono opportunità di campeggio gratuito.

Le fonti d’acqua spesso sono solo nei paesini che si attraversano (spesso inizio e fine tappa) , ma non mancano tappe in cui si incontrano diverse fonti e abbeveratoi che indichiamo nelle tracce GPX.

STORIA DEL CAMMINO

Nel 1910 lo storico Pietro Merenda, in vista della commemorazione del cinquantenario della spedizione dei Mille,  ha ricostruito accuratamente le manovre  della spedizione dei Mille per la conquista di Palermo, mostrando un insolito interesse anche per il paesaggio visto come luogo della memoria e teatro in cui si costruiscono identità. Per questo organizza gite patriottiche e pubblica due guide a cura della sezione del CAI di Palermo.

Il lavoro di Pietro Merenda ha incuriosito e appassionato un gruppo di volontari della Pro Loco di Monreale che hanno ricostruito il tortuoso itinerario che i Mille e le squadre siciliane fecero per conquistare Palermo e, emozionati dal fascino dei luoghi, hanno dato impulso questo progetto affinché gli altri possano assaporarne la bellezza.