Due ragazze un unico amore, quello per la propria terra. 133 chilometri alla scoperta del Salento, quello più vero e autentico.

Il Cammino del Salento è donna, amore e tradizione. 133 chilometri, 6 tappe suddivise in due parti: tre perlopiù artistico-culturali, le restanti del tutto naturalistiche.
La bellezza del Cammino del Salento risiede nella genuinità della regione, nei paesaggi unici e nel profumo che è tipico salentino. Arricchito dal Passaporto del Pellegrino, in cui ogni camminatore potrà collezionare i timbri di ogni paese raggiunto: 18 in totale.
Abbiamo deciso di intervistare Federica e Mariarita per entrare ancora di più tra i meandri del Cammino.
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Come è nato il progetto? Cosa vi ha spinto a creare questo percorso?
Nel 2018 mi trovavo (Federica) a Londra per frequentare un Master nell’ambito dell’ospitalità e della promozione culturale e territoriale. Molte lezioni erano dedicate allo studio del turismo lento, sostenibile ed esperienziale. Quello nel Salento è un turismo quantitativo, concentrato per il 75% in 40 giorni (luglio e agosto), principalmente nelle zone costiere. Il Salento ha tanto da offrire, tutto l’anno e anche nell’aree interne: da qui l’idea del Cammino del Salento, per valorizzare piccoli borghi e meraviglie ancora sconosciute del nostro territorio.
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A chi non è mai stato, come spieghereste cos’è il Cammino del Salento?
E’ un percorso di scoperta che si snoda tra i borghi delle aree interne e la costa più a oriente dell’Italia, abbracciando gente ricca di valori, colori, sapori e identità diverse.

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Un’organizzazione interamente femminile, è stato un caso o voluto?
Io e Mariarita ci conosciamo da una vita, non potevo che iniziare questa impresa con lei, che con me condivide l’amore per questa terra a cui non abbiamo saputo rinunciare. Insieme abbiamo scritto il progetto del Cammino del Salento e abbiamo partecipato al bando Pugliesi Innovativi della Regione Puglia, che ci ha permesso di avviare la nostra impresa tutta al femminile proprio l’8 marzo del 2019.
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Come vi siete organizzate internamente? Avete incontrato degli ostacoli organizzativi e/o burocratici?
Insieme abbiamo deciso il tracciato, camminando più di 1000 km durante le fasi iniziali. Mariarita si è occupata dell’organizzazione degli eventi sul cammino e realizzazione della segnaletica, c’è lei dietro ogni freccia arancio e cartello di legno!
Siamo sempre insieme quando percorriamo il cammino per raccontare il territorio oppure per i sopralluoghi. Io mi sono occupata della creazione del sito e delle grafiche, gestione e creazione dei contenuti per i nostri profili social (siamo su Facebook, Instagram, Youtube e Tiktok). Insieme ci occupiamo dell’organizzazione dei viaggi a piedi in piccolo gruppo.
Non abbiamo incontrato grandi ostacoli, gli unici burocratici riguardano la lentezza nell’avere risposte dalle istituzioni/enti sul territorio, ad esempio per partenariati o patrocini.
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Pensate che il movimento lento sia poco valorizzato dal mondo femminile? Se si, in che modo dovrebbe essere maggiormente valorizzato?
Grazie alla Rete Nazionale Donne in Cammino, che da sempre ci sostiene e incoraggia, al gruppo correlato Ragazze in Gamba, abbiamo contezza che le donne che camminano sono tantissime, anche in maggior numero rispetto agli uomini. Questo lo vediamo anche dai nostri social, siamo infatti più seguiti da donne (circa il 70%). Ogni giorno tantissime donne pubblicano nei vari gruppi della rete la loro esperienza in cammino, spesso accompagnata da foto e descrizione del percorso, incoraggiando e invogliando tante altre donne a immergersi nella natura e camminare.
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Il movimento lento sta, permettetemi di dirlo, finalmente assumendo l’importanza che merita. La natura è il palcoscenico di un’esperienza totalmente rigenerativa. Quali sono i valori che cercate di trasmettere?
Vogliamo promuovere la qualità e l’esperienza in contrapposizione al turismo di massa, veloce e di consumo. Lentezza significa anche saper valorizzare i territori, anche quelli meno conosciuti, in chiave sostenibile. La nostra sfida è far capire a tutti che bisogna ritrovare sé stessi guardando alle proprie radici più profonde e riscoprendo il valore delle piccole cose, ma con uno sguardo sempre globale e interconnesso. Solo pensando e camminando per piccoli passi si può raggiungere una meta che non conoscevamo nemmeno noi.

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Cosa vi ha spinto a tracciare un percorso del genere? E soprattutto come mai avete deciso di inserire queste 6 tappe escludendone (immagino) altre.
Quello che abbiamo lanciato a giugno 2019 è quello che ora abbiamo chiamato la “via dei borghi” del Cammino del Salento. Il tracciato nelle prime tre tappe attraversa per gran parte la Grecìa Salentina, un’area che ha conservato tradizioni, culture e perfino lingua di derivazione ellenica, il cosiddetto “Griko”. Non potevamo non attraversare centri come Galatina, luogo centrale del tarantismo, Corigliano d’Otranto col suo meraviglioso castello e ancora le cave di Cursi dove si estrae la pietra leccese…e poi l’arrivo a Otranto tra i borghi più belli d’Italia. Nelle ultime tre tappe invece abbiamo valorizzato i sentieri a mezza costa sul mare, passando vicino a torre costiere, piscine naturali, calette e, prima di arrivare al santuario De Finibus Terrae di Leuca, l’erma antica per depositare una pietra come gli antichi pellegrini.
Da maggio sarà fruibile la “via del mare” del Cammino del Salento, su cui stiamo lavorando da mesi: è suddivisa in 5 tappe e si arriva al mare il primo giorno, ideale per chi vuole una full immersion nella natura e ha meno giorni a disposizione. In tanti che lo scorso anno hanno percorso “la via dei borghi” ci hanno detto che torneranno per percorrere “la via del mare” e questo non può che farci piacere e pensare che stiamo lavorando bene.
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Come vedete la figura della donna nella società odierna e più nello specifico nell’ambito del trekking?
Su 101mila nuovi disoccupati a causa della pandemia, 99mila sono donne, il 98%. Basterebbe questo per spiegare la figura della donna in Italia. Per quanto riguarda il nostro mondo, ci è stato detto di essere le prime donne under 30 ad aver creato un cammino. E se questo dato da una parte ci fa sorridere ed essere orgogliose, dall’altra ci fa anche riflettere. Le donne sanno fare impresa, noi lo abbiamo fatto nel nostro piccolo, assumendo anche con un contratto a tempo indeterminato. Questa è una sfida che vogliamo vincere.

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Il Cammino del Salento è suddiviso in 6 tappe, qualche consiglio al riguardo? C’è qualche tappa che consigliate di fare al tramonto perché più suggestivo?
Il consiglio è quello di percorrere le tappe così come sono state pensate, questo perché nei punti tappa individuati si trova tutto quello di cui il camminatore ha bisogno, anche con convenzioni legate al nostro Passaporto del Pellegrino. Noi siamo sempre a disposizione per rispondere alle domande dei camminatori e aggiorniamo costantemente il nostro sito con tante informazioni. Più che al tramonto il nostro consiglio e di camminare all’alba nelle ultime tre tappe, per godere appieno dello spettacolo del sole che sorge dal mare. In particolare, a pochi km da Otranto, a punta Palascìa, si può assistere alla prima alba d’Italia essendo il punto più a oriente della nostra penisola.

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Avete affermato che il Cammino del Salento è bilanciato, 3 tappe artistico-culturali, 3 tappe del tutto naturalistiche, se dovessi sceglierne una?
La nostra tappa preferita è quella da Otranto a Santa Cesarea Terme: si parte dal borgo di Otranto ricco di storia e arte (da non perdere il mosaico con l’albero della vita all’interno della cattedrale), si passa dalla Cava di Bauxite col suo laghetto (vi sembrerà di essere su Marte), si arriva a punta Palascìa col suo faro che guarda l’Albania e poi proseguendo si arriva a Torre Sant’Emiliano a picco sul mare. Dopo 15 km di cammino si arriva a Porto Badisco, con la sua baia naturale tra le più suggestive in Italia e poi infine a Santa Cesarea Terme, con Villa Sticchi (che trovate anche nel timbro di tappa) e il suo fascino orientale.

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A chi vuole immergersi nel Cammino del Salento cosa consigliate?
Il nostro consiglio è di vivere questa esperienza lentamente, alzando lo sguardo e cogliendo ogni dettaglio che questo territorio offre. Sono molto contenta quando vedo ragazzi arrivare a fine tappa nel tardo pomeriggio, poco prima del tramonto! Un altro consiglio è quello di seguire il tracciato, che non sempre è il percorso più breve per raggiungere la meta, ma è quello che vi farà scoprire tesori nascosti, soprattutto nei borghi attraversati.
La gentilezza e disponibilità di queste ragazze è tangibile, la si può toccare con mano non appena ci si entra in contatto. Quello che consigliamo è di vivere un’esperienza slow, come quella del Cammino del Salento e di credere in sé stessi, sempre!
E come dicono nostre ragazze salentine “ni vidimu”!

Giulia Leanza
Le parole sono quelle che non le mancano mai, non datele il via libera, non finirà più. Dalla sua penna, o meglio dire tastiera, sono stati creati articoli importanti che hanno fatto crescere l’autorevolezza di Cammini D’Italia. Copywriter e oratrice del nostro team. Qualcuno riesce a fermala?
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