Su Cammini d’Italia, qualche tempo fa, vi abbiamo parlato della storia e della leggenda del Cammino di Carlo Magno, che attraversa la Valle Camonica. Ora invece, vi proponiamo un breve approfondimento sugli elementi naturalistici che possono essere osservati lungo la stessa via, con una buona dose di fortuna e di attenzione.
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Percorrendo chilometri di sentieri, mulattiere e carrarecce ad alta quota e le vie storiche dei “cammini” di basso medio versante, abbiamo la possibilità di “sfiorare” biotopi quasi mediterranei, prossimi al bacino lacustre del Sebino. Giungeremo poi al cospetto delle vette più elevate e dei ghiacciai tra i quali ricordiamo in particolare il grande ghiacciaio dell’Adamello che ancora oggi, malgrado la sua acuta sofferenza, rimane il più grande delle Alpi italiane.

Vada sé che, salendo per il solco principale della valle, con divagazioni escursionistiche, più o meno impegnative, possiamo attraversare le diverse fasce climatiche e una moltitudine di habitat che si vengono a creare attraverso questi passaggi climatici. I collegamenti pedestri si snodano quindi tra borghi, campi coltivati, prativi e foreste di versante. In particolare, alle basse quote, i boschi di latifoglie sono senz’altro esaltati dai castagneti con esemplari plurisecolari che ancora oggi mostrano gli splendoridi un’economia di sussistenza, memoria di un non lontano passato, del quale ha mantenuto un ambiente diversificato, che in particolari zone, ruotava proprio attorno a questi patriarchi verdi. Salendo verso l’alta Valle, si entra successivamente nella fitta canopia delle selve ad abete rosso, svagandosi negli anfratti nascosti delle forre e delle torbiere, ambienti nei quali è custodita una ricca biodiversità.

Le torbiere ospitano animali e vegetali che oggi sono fortunatamente tutelati alivello europeo. Queste particolari zone umide si sono formate nelle depressioni lasciate nella roccia dagli antichi ghiacciai che hanno permesso così il formarsi di bacini lacustri, pian piano riempitisi e che ora ospitano alcuni delicati organismi dalle particolari esigenze, in termini di idratazione e reperimento delle sostanze nutritive. Un esempio sono le piante insettivore e le molte felci che possiamo ammirare. Le praterie primarie e i prati da sfalcio ospitano anch’essi fioriture incredibili di piante poco conosciute e di alcune delle orchidee più rare.

La fauna si manifesta con tutti i rappresentanti delle specie alpine come i grandi rapaci, l’aquila reale, gufo reale e grazie ai progetti di reintroduzione del Parco Nazionale dello Stelvio, anche del gipeto. Non mancano gli ungulati, in espansione soprattutto nellezone protette, come camosci e stambecchi alle alte quote o il cervo, signore indiscusso delle praterie e dei boschi nei versanti della Valle Camonica.
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