Il Diario di Daniele Bottelli, un ragazzo che dopo il lockdown, partendo da casa sua è rimasto un mese in cammino a zonzo tra i percorsi più importanti del nord Italia. Scopriamo la sua storia! 

Ciao, mi chiamo Daniele e oggi vi racconto il mio mese in cammino dal 3 agosto al 3 settembre. È stata una vera e propria liberazione, dopo i mesi di lockdown! Volendo unire l’utile al dilettevole ho fatto questo cammino come foundraiser per la ONLUS Comitato Maria Letizia Verga che si occupa della cura della leucemia infantile.

Ma partiamo dall’inizio: la scelta del percorso. Ho cercato dei cammini esistenti che si collegassero l’uno con l’altro e ne è venuto fuori un itinerario molto vario dal punto di vista ambientale e.. gastronomico! Sono partito da casa, in provincia di Varese e mi sono collegato alla Via Francisca del Lucomagno fino a Pavia. Ho proseguito verso Genova lungo il gambo genovese del Cammino di Sant’Agostino e continuato lungo il sentiero Liguria fino a Luni. A questo punto ho raggiunto Pontremoli percorrendo contromano la Via Francigena e da lì ho raggiunto Lucca tramite la Via del Volto Santo. Le avventure non sono mancate!

un mese in cammino
un mese in cammino

Nel pomeriggio del primo giorno ho trovato il diluvio universale per 3 ore filate: mi son bagnato dalla testa ai piedi nonostante fossi attrezzato! Per allontanarmi dal temporale ho sforzato troppo la caviglia sinistra che nei giorni successivi, complice uno zaino troppo pesante (era la prima volta che portavo pure la tenda), mi ha fatto male. Me la sono cavata in extremis togliendo circa 1,5kg di robe dallo zaino e spostandomi un giorno con il treno. Sono stato accompagnato per 1km da un cane coccolone e mi sono dovuto fermare dalla polizia per farlo riportare a casa.

A San Nazzaro de Burgondi una proloco mi ha ospitato a dormire nel camerino di un teatro!

Le tracce GPS della tappa per Genova probabilmente non erano aggiornate: ad un certo punto non potevo seguirle perché il cancelletto dove dovevo entrare era inchiodato! Per ricollegarmi al percorso mi sono trovato in un punto dove era pericoloso sia andare avanti sia tornare indietro così ho preferito chiamare soccorso! Ne è seguito un passaggio fino a Genova!

Nella tratta da Riva Trigoso a Moneglia non ne potevo più di arrivare a destinazione! Il sentiero era da trekking duro e puro con tanti tratti esposti e nessuna anima viva. Per me è stato così impegnativo dal punto di vista mentale che iniziavo a scoraggiarmi. Ma non avevo altra possibilità che continuare! Mettere i piedi sull’asfalto è stata una liberazione!

A Sarzana un’accoglienza pellegrina non ha voluto ospitarmi perché non ero “un pellegrino della Francigena” ma un “vagabondo” (sì, questa me la sono legata il dito).

un mese in cammino
un mese in cammino

Ad Aulla mi sono trovato nella camerata una ragazza che conoscevo: “Scusa, quei letti sono liberi? Ma.. noi ci conosciamo!!! Cosa ci fai qui?”. La scena è stata incredibile!

Poco dopo Pontebosio un ragazzo, vedendomi sul sentiero, mi ha fermato per offrirmi pane e pomodori! Un episodio tanto inaspettato quanto gradito!

Presso Barga ho dormito nei pressi della casa di villeggiatura di un tale Giovanni Pascoli!

Per me questo cammino è stato molto impegnativo sotto vari punti di vista. Ho camminato quasi tutto il tempo da solo in sentieri generalmente poco battuti, quindi non potevo permettermi stupidate. Dovevo poi gestire le prenotazioni man mano: era impensabile prenotare tutto in anticipo! Portare la tenda è stato utilissimo (nella zona delle Cinque Terre non avevo altre soluzioni, data l’alta stagione) ma allo stesso tempo sono stati 2kg in più nello zaino. Ha voluto dire risparmiare molto sui vestiti. Insomma la distanza e i dislivelli sono stati gli ultimi dei miei problemi!

Mi è spiaciuto un sacco dover terminare questo mese in cammino! Ne è assolutamente valsa la pena sia per l’esperienza in sé sia per lo scopo per cui l’ho fatto.

Daniele