Tutto quello che c’è da sapere per iniziare a programmare il cammino sull’Appalachian Trail, negli USA: i libri, le mappe, l’equipaggiamento – dal contenitore anti orso per i cibi, ai dispositivi per sanificare l’acqua – la complessa logistica, dai bivacchi e rifugi a come ottenere il visto valido per sette mesi o la più semplice ESTA.
Gli ultimi giorni di marzo e i primi di aprile sono i migliori per intraprendere uno dei più lunghi cammini al mondo. L’Appalachian National Scenic Trail si estende dal Sud al Nord degli Stati Uniti, dalla Georgia al Maine, lungo la dorsale dei monti Appalachi, un sistema di catene montuose antichissime, originate oltre 400 milioni di anni fa. L’intero percorso si snoda tra foreste e creste rocciose, in aree disabitate, per circa 3500 chilometri, e si percorre in un arco di tempo che varia dai 5 ai 7 mesi.
Poiché al momento siamo ancora tutti confinati nelle nostre case, non ci resta che sognare un viaggio a piedi grande davvero, il viaggio da fare una volta nella vita. Niente a che vedere con i più domestici cammini nostrani: nella wilderness degli USA non si scherza, bisogna arrivare preparati.

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Cent’anni di sentieri
Un po’ di storia: l’Appalachian Trail nasce cent’anni fa, negli anni ‘20, e viene realizzato nei decenni successivi con il contributo di associazioni locali. Oggi è gestito dall’Appalachian Trail Conservancy, un’organizzazione no-profit, e tutelato dall’agenzia governativa del National Park Service.
L’Appalachian Trail è interamente segnato ed esistono varie guide, da ordinare direttamente dal sito ufficiale. Qui è anche possibile cominciare a farsi un’idea sul percorso consultando la mappa interattiva. Si tratta di un percorso di totale immersione nella natura, con pochissimi centri abitati e strutture ricettive gestite. Bisogna, insomma, essere in grado di affrontare un viaggio in quasi totale autosufficienza, con tenda, sacco a pelo e tutta l’attrezzatura che serve per il bivacco. Lungo l’itinerario si trovano punti sosta attrezzati, minuscoli rifugi in legno chiusi su tre lati, sovente (ma non sempre) nei pressi di una sorgente. Non c’è quasi mai acqua potabile, quindi è indispensabile portarsi l’occorrente (filtri o soluzioni disinfettanti). Poiché lungo tutto il percorso è presente molta fauna selvatica, tra cui l’orso (che comunque rifugge la presenza umana), il cibo va riposto ogni sera in specifici contenitori o appeso agli alberi in modo da essere irraggiungibile.
Preparare il grande viaggio: visto o ESTA?
Conviene cominciare già da oggi, in pieno lockdown, a pianificare la logistica di un viaggio davvero complesso, a cominciare dal visto, o dall’ESTA, autorizzazione obbligatoria per fare un viaggio negli USA senza richiedere un visto: per saperne di più, il sito Visti.it spiega nel dettaglio le differenze tra l’ESTA e il visto, cosa è richiesto, cosa si può fare con ciascuno dei due documenti, il tutto in italiano.
Una permanenza sul suolo statunitense superiore ai 90 giorni prevede un visto vero e proprio, e ne esistono di vari tipi. Se abbiamo in mente la grande avventura del thru-hiker – cioè di chi percorre integralmente l’Appalachian Trail – dovremo richiedere un visto turistico B-2 e avere un passaporto con validità di gran lunga superiore ai sei mesi, vista la lunghezza del viaggio. La richiesta si fa on-line, ma è anche previsto un colloquio al consolato e può essere richiesta documentazione che provi la possibilità economica di sostenersi in territorio USA, e spieghi i motivi di un soggiorno così lungo: potremo anche presentare la credenziale del cammino, un lasciapassare sicuro! Naturalmente bisogna avere un biglietto aereo di ritorno.

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Un onorevole compromesso
Non tutti se la sentono di affrontare un viaggio di mesi: naturalmente, come ogni cammino, anche l’Appalachian Trail può essere suddiviso in tratte e il nostro suggerimento è quello di programmare una vacanza di quindici giorni, per esempio nel bellissimo tratto alpestre del New Hampshire, sulle White Mountains. Qui il percorso segue molto spesso i crinali, su antichissimi graniti levigati dal tempo, con splendidi panorami che spaziano su foreste a perdita d’occhio. In questo tratto il percorso è servito anche da una rete di rifugi gestiti in estate dall’Appalachian Mountain Club, che consentono un viaggio un po’ più confortevole. Il punto di partenza è Hanover, NH, uno dei pochi centri abitati sul cammino, raggiungibile da Boston in circa 2 ore e 30 di corriera. Il punto di arrivo Pinkham’s Grant, NH, nelle Wildcat Mountains, e si torna a Boston con 4 ore e mezza di bus.
Anche le procedure burocratiche sono più semplici. Per un soggiorno negli USA limitato a meno di 90 giorni basta l’ESTA per gli USA: l’acronimo significa Electronic System for Travel Authorization, e di fatto sostituisce il visto. Tutto quello che serve è un passaporto con almeno sei mesi di validità. Si può richiedere on-line, molto velocemente. Qui si possono trovare ulteriori informazioni sull’ESTA USA (in italiano) e il modulo per richiederlo direttamente e ottenerlo nell’arco di una giornata. L’ESTA ha validità di due anni, con possibilità di ingressi illimitati. Questo significa che se le due settimane sulle White Mountains sono state un’esperienza entusiasmante, l’estate successiva – soldi e COVID permettendo – la nostra ESTA sarà ancora valida e potremo fare il bis percorrendo un altro tratto di questo grande itinerario.
Un consiglio di lettura
Finché perdura la pandemia, possiamo solo sognare, ma per cominciare a immaginare il nostro grande viaggio, c’è un libro che dovrà essere presente sul comodino nelle prossime settimane: Una passeggiata nei boschi (A Walk in the Woods: Rediscovering America on the Appalachian Trail) di Bill Bryson. Si tratta di uno dei rari diari di viaggio umoristici, che metterà nella giusta luce gioie e dolori del cammino.
Redazione
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