Tappa 21: Prato – Sesto Fiorentino, km 15 e Firenze (p. Duomo), km 28,5

Il denominatore principale di questa tappa è la storia. Siamo infatti sulla direttrice della via Cassia, una delle più importanti vie Consolari Romane, che riprese addirittura la precedente viabilità etrusca: da oltre 2200 anni quindi si cammina su questi territori, che hanno visto nascere la storia d’Italia! In particolare, per gli appassionati della materia, segnaliamo che alla fine del secolo scorso, nel punto di arrivo del controcrinale appenninico che collega Bologna e il suo fiume Reno con la pianura pratese e il fiume Bisenzio, furono scoperti i resti di una città etrusca estesa per circa 17 ettari che sorgeva nella pianura bonificata già dal VII secolo a.c., compresa tra il fiume Bisenzio e il torrente Marinella, in località Gonfienti, toponimo derivato da “confluenti” in riferimento ai due fiumi sopra menzionati. La città fu abbandonata dopo secoli di vita fiorente, dopo essere stata una delle principali città etrusche dell’epoca arcaica, per un motivo sconosciuto.

Altra curiosità: il rimando alla storia di epoca romana è evidenziato dai toponimi delle località attraversate: Settimello, Sesto, Quinto ecc. corrispondenti al numero di miglia di distanza dal capoluogo Firenze.

Poco dopo Prato, tra comodi sentieri e muretti a secco, superiamo leggeri dislivelli arrivando alla “Cementizia”, una fabbrica del secolo scorso, che si staglia con le sue quattro ciminiere a mezza costa, bell’esempio di archeologia industriale. Sullo sfondo, la pianura che si apre grandiosa su territori oggi densamente antropizzati e ricchi di industrie di primaria importanza, non solo italiana. Si sale poi a Calenzano, magnifico borgo medievale, racchiuso dalle antiche mura che conservano suggestive porte, la bella torre merlata e una dimora dal passato glorioso.

Il tratto successivo è caratterizzato da saliscendi tra i caratteristici uliveti toscani, in prevalenza su sentieri sterrati, facili e in totale sicurezza, sulle colline punteggiate da castelli e campanili, ville rinascimentali e monasteri, necropoli etrusche, fino all’antico borgo di Querceto, con l’antica chiesa di San Jacopo, ove è conservato un “Cristo Miracoloso”.

Dopo aver superato altre ville Medicee, tra cui la Villa Reale, sede oggi dell’Accademia della Crusca, si arriva presto alle porte di Firenze dal colle di Careggi.

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