Cammino e agricoltura nelle Cinque Terre

Sono tante le motivazioni che ci portano a camminare, dal semplice desiderio di evadere, al ritrovare se stessi, dalla ricerca della forma fisica alla scoperta del nostro patrimonio artistico e culturale. Non si cammina semplicemente per camminare, insomma, ma per conoscere. 

Ogni volta che partiamo con lo zaino in spalla, nuove scoperte ci attendono, anche su un sentiero percorso più volte, perché i territori cambiano, si evolvono e a ogni passo possiamo registrare il mutamento, che ci auguriamo sempre essere positivo.
Ripercorrere gli stessi sentieri anno dopo anno serve anche a monitorare lo stato del paesaggio.

Monte Tre Croci

Salita a Volastra da Manarola, tra le vigne del monte delle Tre Croci

Il sentiero dell’infinito

Sono tornata negli ultimi giorni di marzo alle Cinque Terre, luoghi amati e frequentati da lungo tempo, almeno dalla metà degli anni ‘80. Uno dei ricordi indelebili di quelle prime escursioni era il paesaggio desolato dell’incendio: tronchi spogli e carbonizzati fiancheggiavano da entrambi i lati il sentiero da Portovenere a Riomaggiore, uno dei percorsi più belli in assoluto sulle coste del Mediterraneo, segnato ora come Sentiero Liguria, itinerario regionale a tappe da Luni a Ventimiglia. Oggi quella tratta, tra Portovenere e Riomaggiore, è noto anche come “sentiero dell’infinito”, forse perché la dorsale che termina con il promontorio di Portovenere si affaccia a strapiombo sul mare, di fronte a un orizzonte a perdita d’occhio.

Nuovi muri a secco pronti per le viti a Lemmen

L’incendio torna a colpire

Tornata in quel luogo molti anni dopo, nel 2012, ecco che ritrovo lo stesso scempio. Il bosco, nel frattempo ricresciuto, era di nuovo bruciato, e tra il Colle del Telegrafo e la borgata di Lemmen, non rimaneva altro che pini carbonizzati e abbattuti, muri a secco franati e i piani terrazzati, i “cian” – come si chiamano in zona – infestati dai rovi o arati dai cinghiali.

Una situazione apparentemente senza speranza, di progressivo abbandono del territorio a un destino di rinaturalizzazione tutto in salita: il bosco sarebbe sicuramente tornato a colonizzare quel versante, ma difficile stabilire in quanto tempo, e dopo quanti incendi e frane.

Un nuovo impianto di agrumi a Monterosso

Riscatto dall’abbandono per borgata Lemmen

Invece, qualche anno fa, intorno al 2015, di nuovo in cammino su quei sentieri, ecco la sorpresa: qualcuno aveva rimosso i tronchi carbonizzati e stava, con infinita pazienza, ricostruendo i muri a secco. L’impresa sembrava davvero titanica, impossibile senza un investimento molto importante. Tornata a camminare nella zona in questi giorni, constato con piacere che la pandemia non ha fermato i lavori: nuove terrazze sono state ripristinate, la vigna ha preso vigore, galline razzolano tra i filari, e le case della borgata di Lemmen, già abbandonate, sono state restaurate e sono ora circondate da giardini di erbe aromatiche. Il ripristino di questo angolo incantato di Cinque Terre è frutto del lavoro di una cooperativa agricola, Stella di Lemmen. Se è utile leggere il loro blog, per capire la qualità dell’intervento è meglio camminare su quel sentiero.

Cinque Terre

Verso Corniglia da Volastra, tra orti e vigne

Rinascita per il Podere Case Lovara

All’altro capo delle Cinque Terre, tra Monterosso e Levanto, qualche anno fa avevo notato alcuni ruderi, non distanti da Punta Mesco, il promontorio selvaggio, ammantato da una fitta lecceta, che separa i due paesi. Le case in rovina erano coperte dai rovi, ma al successivo passaggio qualcuno aveva bonificato la vegetazione infestante e ripulito anche un vetusto uliveto. Davvero una sorpresa, perché il luogo si raggiunge solo con almeno un’ora e mezza di sentiero in salita. Non ci sono strade vicine, né approdi via mare. Quei ruderi, Case Lovara, donate al FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, anno dopo anno stanno tornando a vivere, così come i terrazzamenti, le vigne e gli orti. Anche in questo caso è utile leggere la storia sul sito del FAI, ma ancora di più incamminarsi sul sentiero di Punta Mesco, tra Monterosso e Levanto.

Le Cinque Terre, insomma, pur se talvolta sovraffollate, e anche se il recupero integrale delle fasce terrazzate appare come un’utopia irrealizzabile, riservano anno dopo anno anche episodi positivi. Basta notare un nuovo impianto di vigna, un filare di agrumi ben curato per alimentare la speranza. E per saperne di più sui suoi meravigliosi sentieri, ecco un altro articolo dal nostro blog.

Roberta Ferraris

ROBERTA FERRARIS

Nata in vista del Monte Rosa, ha mosso i primi passi saltando di sasso in sasso lungo le sponde del fiume Sesia.
I suoi studi sono stati intensi ma irregolari, tra Italia e Stati Uniti. Ha fatto lunghi viaggi a piedi soprattutto in Italia.
Grazie alla conoscenza capillare del territorio collabora dal 1994 per vari editori e con Touring Editore dal 1999. È autrice di numerose guide turistiche ed escursionistiche e di racconti di viaggio.
Ha scritto anche di cucina e di stili di vita sostenibili. Contribuisce ai suoi lavori editoriali anche con foto e illustrazioni botaniche. Dal 2014 è guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte e accompagna gruppi in prevalenza stranieri, a conoscere luoghi e cultura del nostro paese. Vive in Alta Langa, in una cascina isolata in collina.

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