L’Italia sempre più in cammino: numeri, motivazioni e sorprese dal dossier 2024 sui Cammini italiani
I dati dell’ultimo dossier «Italia, Paese di Cammini», realizzato da Terre di Mezzo in collaborazione con Appennino Slow, Walk+, la community di Cammini d’Italia e l’Associazione Europea delle Vie Francigene, è arrivato all’ottava edizione e parla di una crescita dei Cammini italiani

L’Italia: un popolo di santi, poeti… e camminatori. Forse non siamo ancora ai livelli della Spagna, ma anche nel nostro Paese si registra una crescita costante: nel 2024, quasi 200.000 persone in Italia avrebbero affrontato un Cammino. Un aumento del 29% rispetto al 2023, quando i camminatori erano circa 148.000 (già un +24,4% sull’anno precedente). È un segnale chiaro dell’interesse per un turismo più lento, consapevole e sostenibile, in cui l’immersione nella natura e il benessere mentale e fisico sono priorità crescenti.
I dati del dossier, in crescita continua
I dati provengono dal dossier “Italia, Paese di Cammini”, realizzato da Terre di Mezzo in collaborazione con Appennino Slow, Walk+, la community di Cammini d’Italia e l’Associazione Europea delle Vie Francigene. Giunto all’ottava edizione, il report si basa su 4.622 risposte raccolte con un questionario online, il monitoraggio di 160 Cammini (erano 138 nel 2023), il feedback della maggioranza dei loro gestori e un’analisi dei dati relativi a Credenziali e Testimonium ritirati.
Nel 2024 sono state distribuite oltre 122.000 Credenziali (+21% rispetto al 2023) e rilasciati circa 73.000 Testimonium (i documenti che attestano il completamento di un cammino). Il trend è in crescita costante dal 2017 – escluso il calo del 2020 legato alla pandemia – e tutto fa pensare che i numeri cresceranno ancora nei prossimi anni, vista anche la crescente narrazione del mondo dei cammini di cui è complice l’anno giubilare.
Basti pensare che nel 2017 erano state consegnate 23.000 Credenziali, più che raddoppiate nel 2021 (quasi 60mila!), per poi arrivare a un ulteriore raddoppio lo scorso anno. E questo nonostante le condizioni meteo lo scorso anno non siano state così favorevoli, tra piogge priMaverili e un’estate particolarmente torrida. Considerano che circa il 26% delle persone si mette in cammino senza ritirare la Credenziale – e che non tutti i Cammini le offrono –, eccoci alla prudente stima di quasi 200.000 persone.

I Cammini e i camminatori d’Italia
Tutte le regioni italiane sono attraversate da Cammini: 75 sono regionali e 40 interregionali, in particolare in Emilia Romagna, Toscana e Lazio, seguiti da Piemonte e Umbria. L’84% dei camminatori ha affrontato un Cammino in Italia contro un 16% all’estero (tra Cammini di Santiago, 11%, e altri Cammini, 5%): in testa, tra i più gettonati, c’è la Via degli Dei che collega Bologna e Firenze, percorsa dal 28% dei camminatori, e la Via Francigena, con l’8%. Il 48% ha percorso un altro Cammino o ciclovia nel nostro Paese.
Ma chi sono i camminatori italiani, e da dove provengono? Secondo i dati raccolti si tratta per il 51% di donne, per il 49% di uomini. La fascia d’età più rappresentata è quella 56-65 anni (30%), seguita da 46-55 anni (22%), over 65 (15%), 26-35 e 36-45 (entrambe 14%), mentre il restante 4% ha meno di 25 anni. Rispetto al Cammino di Santiago de Compostela, dove lo scorso anno sono arrivati alla meta ritirando la Compostela (l’equivalente del nostro Testimonium) quasi 500mila persone, in Italia i camminatori hanno qualche anno in più: in Italia il 32% ha infatti meno di 45 anni, contro il 47,7% della Spagna; il 53 per cento è tra 46 e 65 anni (contro il 40,5% spagnolo) e il 15 per cento è over 65 (contro il 12%).
Una persona su 4 si mette in cammino in solitaria, i restanti preferiscono muoversi in compagnia. La maggior parte di loro proviene dal Nord Italia, tra Lombardia (31%), Emilia Romagna (14%), Veneto (13%) e Piemonte (11%). Nel 2024 quasi un terzo di queste persone aveva già percorso 2 cammini; il 23% ne aveva affrontati 3 o più, mentre il 16% ha fatto lo scorso anno il proprio primo cammino. Molte di queste persone hanno dichiarato che da quando li hanno scoperti non ne possono più fare a meno. Come biasimarli?

I camminatori under 35
Questi dati confermano che in Italia il cammino è ancora un fenomeno più maturo rispetto alla Spagna e altri paesi, ma le nuove generazioni iniziano ad affacciarsi. Il report dedica così un focus ai giovani under 35, che si concentrano in particolare lungo la Via degli Dei. Per loro il Cammino deve essere sfidante, condivisibile con amici e soprattutto economico (infatti il 30% degli under 25 sceglie di dormire in tenda per risparmiare) e il 97% dichiara come prima motivazione la volontà di stare in mezzo alla natura.
Dai più giovani i cammini percorsi vengono scoperti tramite soprattutto passaparola, a seguire attraverso i social media e, in misura minore, tramite web e podcast. È proprio la fascia più giovane a rappresentare una sfida strategica per il futuro dei Cammini: se i territori vogliono coinvolgere i giovani, occorrono politiche di ospitalità accessibile, servizi “smart” e una narrazione coerente coi loro valori.
Motivazioni e abitudini dei camminatori italiani
Tra le motivazioni principali di chi intraprende un cammino ci sono, nell’ordine: la possibilità di stare nella natura, di fare un’esperienza interiore in cerca di benessere mentale ed emotivo, la ricerca di benessere fisico, la possibilità di conoscere il territorio e luoghi mai visti, incontrare nuove persone, fare nuove esperienze. L’85% dedica parte della propria giornata alla visita delle località, e una volta arrivata alla meta, oltre metà dei camminatori aggiunge qualche giorno di vacanza, dimostrando la volontà di un turismo più lento. E una persona su 4 si mette in Cammino per motivi religiosi o spirituali.
A camminare per almeno tre giorni e fino a una settimana all’anno è il 23% dei camminatori. Il 40% è in viaggio per 2-4 settimane e un fortunato 22% sta in cammino da 1 o 2 mesi. E poi ci sono i più fortunati, il 15%, che dichiarano di passare in cammino, lungo diversi itinerari, oltre due mesi l’anno. Rispetto al 2023 c’è stata una piccola flessione, scendendo da una media di 9 giorni di cammino a una di 7,5. E il 3% di chi si mette in Cammino, in particolare nei mesi tra aprile e settembre, non fa altre vacanze oltre a Cammini e Ciclovie. Quasi la metà raggiunge la partenza in treno; un quarto in automobile, un quinto in aereo, mentre gli altri si muovono in autobus, bicicletta, nave o a piedi.
L’economia dei Cammini
I Cammini italiani muovono sempre di più l’economia: i camminatori prima della partenza acquistano libri e guide (47%), abbigliamento (40%), attrezzature (39%), scarpe (34%).
Durante un cammino il 16 per cento spende al giorno meno di 30 euro, il 55 per cento tra 30 e 50 euro, il 24 per cento tra 50 e 100 euro (solo il 3% supera i 100 euro). Se a pranzo di solito si mangia qualcosa di veloce, la sera il 77 per cento dei camminatori si ferma a mangiare in un ristorante (chiedendo nel 20% dei casi il menu del Pellegrino) e anche i pernottamenti hanno visto nel 2024 una crescita, arrivando 1 milione e 435 mila (+6% dal 2023). Il 46 per cento dei camminatori dorme in B&B o appartamento, il 26 in ostello, il 16 in albergo o agriturismo, il 6 in ospitalità religiosa (ma il 30 per cento degli under 25 lungo la Via degli Dei sceglie di pernottare in tenda).
L’Italia a piedi
Quello che emerge dal dossier 2024 è che il Cammino non è solo un trend in crescita, ma un fenomeno culturale in costante evoluzione. Cresce l’offerta, crescono racconti e comunicazione, ma soprattutto cresce la consapevolezza, come confermano le motivazioni di chi parte: non si parte per “consumare”, ma per rallentare; non si cammina per fuggire, ma per rigenerarsi e per fare nuovi incontri e scoperte. In un mondo accelerato, i Cammini ci insegnano a tornare a ritmi più umani.