Cammino di San Giacomo

Il Cammino siciliano si snoda tra la città di Caltagirone ed il paese montano di Capizzi, le due comunità isolane di piú antica e viva tradizione jacopea, custodi di importanti reliquie di San Giacomo il Maggiore.

Il Cammino siciliano si snoda tra la città di Caltagirone ed il paese montano di Capizzi, le due comunità isolane di piú antica e viva tradizione jacopea, custodi di importanti reliquie di San Giacomo il Maggiore.

Partendo dall'antica Basilica di San Giacomo a Caltagirone si raggiunge il duecentesco Santuario di Capizzi, il più antico luogo di culto jacopeo nell'Isola, costruito già dai Normanni ed intriso di storia e di atmosfere medioevali. Attraverso un percorso di circa 130 km, che tocca altri otto Comuni intermedi su tappe sempre abbastanza brevi, il pellegrino si trova immerso in una straordinaria varietà di paesaggi che mutano completamente a seconda delle stagioni.
Infinite suggestioni naturalistiche e storiche, mistiche ed antropologiche, sorprendono il pellegrino ad ogni svolta dentro i paesaggi sempre mutevoli di questo Cammino, nella bellezza della Sicilia più interna.

Un viaggio dentro sè stessi, una ricerca contemplativa, una purificazione dello spirito nell'illuminazione della fede in San Giacomo apostolo, attraverso una terra di antica tradizione di ospitalità come la Sicilia...sarà per ogni pellegrino innanzitutto un percorso di ascesi della propria anima. 

Scheda Tecnica

  • Lunghezza:

    130 km
  • Tappe:

    6
  • Durata:

    6 o 7 giorni
  • Partenza:

    Caltagirone
  • Arrivo:

    Capizzi
  • Accessibilità:

    No
  • Cani:

    No
  • Periodo ideale:

    Tutto l'anno

STORIA

Nella tarda antichità e nel medioevo il viaggio in Sicilia si collocava in un preciso orizzonte sociale e religioso, che, attraverso la espiazione delle colpe, poteva garantire la conquista del paradiso. Uno dei percorsi fondamentali era quello che conduceva a Gerusalemme, e la Sicilia era proprio al centro di un itinerario, per mare, che dal Nord dell’Europa portava in Terra Santa.

Ma la Sicilia fu anche araba: i viaggi di Ibn Hawqal, di al-Muqaddasi, di al-Idrisi e diversi altri di cui ci rimane traccia furono viaggi da Sud e non da Nord, non cristiani ma intimamente musulmani. Questo permette allora all’autore di fare delle riflessioni, mettendo a confronto due punti di vista e due “logiche” rappresentative.

Nella modernità il viaggio lungo il Mare Nostrum e nell’isola, rielaborato anche negli orizzonti del Gran Tour, assumeva poi altre declinazioni, aprendosi a inconsueti risvolti letterari e artistici, sull’onda degli interessi umanistico-rinascimentali, neoclassici, romantici e positivistici.

L’immagine dell’isola, in sostanza, si presenta mutevole, a seconda delle prospettive, ma a seconda anche delle stagioni. Si vengono a consolidare, in definitiva, diversi tipi di elaborazione, quindi diverse tradizioni, di cui il mito della Sicilia e il pregiudizio definiscono per certi versi le polarità. Obiettivo tra i principali di questa opera, di storia appunto, è allora quello di entrare nel profondo di queste elaborazioni, che giungono di fatto fino alla nostra contemporaneità, e di cercare di comprenderne le radici e i processi causali.

SEGNALETICA

Segnaletica presente lungo tutto il Cammino.

FONTI D’ACQUA LUNGO IL CAMMINO

1° Tappa: 2 Fonti d’acqua + diverse aziende agricole che aiutano i pellegrini.

2° Tappa: 2 Fonti d’acqua + diverse aziende agricole che aiutano i pellegrini.

3° Tappa: 3 Fonti d’acqua + Area Attrezzata “Parco della Ronza” R.O.R.G.B.

4° Tappa: 2 Fonti d’acqua + diverse aziende agricole che aiutano i pellegrini. 

5° Tappa: 2 Fonti d’acqua + diverse aziende agricole che aiutano i pellegrini.

6° Tappa: diverse aziende agricole che aiutano i pellegrini.

SERVIZI PRESENTI TAPPA PER TAPPA

Ci sono supermercati? Sì, sono presenti

Ci sono farmacie? Tutte le 10 città lungo il Cammino di San Giacomo in Sicilia sono presenti Farmacie e Parafarmacie. Caltagirone, Piazza Armerina e Nicosia hanno l’ospedale mentre le restanti città hanno un servizio di ambulanza gestito dalla Regione Siciliana al numero unico 118. 

FONDO STRADALE

60% Terra battuta, strade Bianche, ferrovia dismesse

40% Asfalto

CREDENZIALI

Viene richiesta una donazione libera per la credenziale, con eventuali spese di spedizione per aiutare l’organizzazione del Cammino.

IL CAMMINO DI SAN GIACOMO IN TENDA

Ci si può accampare con la tenda lungo il Cammino di San Giacomo e non servono autorizzazioni.

MAPPA DEL CAMMINO DI SAN GIACOMO

Mappa cammino San Giacomo Cammini d'Italia

CONTATTI ASSOCIAZIONE

Associazione BORGO SAN GIACOMO, Piazza Armerina.

Coordinatore del Cammino: Totò Trumino 

Mail: camminosangiacomosicilia@gmail.com 

Cell.: +39 3283611596

WhatsApp: +39 366 447 6915 

Tappa 01: Caltagirone - Mirabella Imbaccari

Informazioni utili

Da Caltagirone fino a Mirabella Imbaccari si trova un Bar presso una stazione di servizio a circa 3 Km dalla partenza dove potete gustare un’ottima colazione. Lungo il percorso troverete delle sorgenti d’acqua (alcune segnalate altre ben visibili), diverse aziende agricole e campi coltivati.

Il percorso

Dalla Chiesa di San Giacomo di Caltagirone si prosegue sulla Via Duca degli Abruzzi, dove si inizia a familiarizzare con la prima freccia del cammino. Quella freccia che vi condurrà sino a Capizzi. Dopo un chilometro di strade urbane il Cammino prosegue lungo la Statale 124 (attenzione al traffico) percorrendola per circa 3 chilometri. Troverete sul lato destro della strada l’arco di un vecchio ponte ferroviario che gli amici del cammino hanno voluto battezzare “La porta del cammino”; da lì tra gli sterrati piani e dritti ricavati da una vecchia strada ferrata si entra nel vivo del nostro cammino. Dopo 12 chilometri troviamo le indicazioni che ci porteranno a San Michele di Ganzaria, questa variante vi permetterà di riposarvi, ristorarvi e timbrare la vostra credenziale presso la locale chiesa o in municipio. Vi consigliamo una breve visita di questa graziosa città le cui origini risalgono all’anno 1000 e fu dovuta, probabilmente, agli Arabi. Il casale continuò ad essere abitato anche dopo la cacciata degli Arabi e, durante la dominazione angioina, fu eretta la chiesa di San Michele Arcangelo detta anche “Fanum Gallorum”, il Tempio dei Francesi. Finita la nostra pausa visita, riprendiamo il nostro cammino fino a Mirabella Imbaccari seguendo le frecce poste lungo la vecchia strada ferrata.

Tappa 02: Mirabella Imbaccari - Piazza Armerina

Informazioni utili

Da Mirabella Imbaccari fino a Piazza Armerina troverete una fonte d’acqua a circa 10 Km (appositamente segnalata). Un’ottima colazione prima della partenza con una buona scorta d’acqua è consigliatissimo.

Il percorso

Proseguendo per il centro abitato imboccate la Via Lupi percorrendola per circa 500 metri, alla rotonda prendete la seconda uscita a destra vi troverete in Via Vecchia Ferrovia dopo circa 2 chilometri imboccare la S.P. 37/I, dopo circa un 1 km sulla vostra destra troverete l’indicazione, posta in alto, su un sentiero in terra battuta. Godetevi questi 4 chilometri di pace e silenzio. Al Km 5,9 Trovate due piccoli edifici industriali è un’acquedotto pubblico. Girate sulla sinistra una discesa sino al Vallone Quattro Teste dove dovete guadare un piccolo fiumiciattolo. Una breve salita per rimettervi sull’asfalto, voi proseguite sulla sinistra. Dopo 4 chilometri arrivati ad un incrocio continuate direzione Aidone una facile salita su asfalto per 4 km vi condurrà sino ad un incrocio, dove inizierete ad ammirare le frecce “creative” realizzate dall’artista locale Enzo Germanà siete al Km 11.1. Sarà la prima opera di arte in movimento realizzata con materiale di riciclo e donata al cammino. Il passaggio presso l’Eremo di Leano al Km 13,4 è la giusta occasione per un meritato riposo e per apprezzare la pace ed il silenzio di quei luoghi. Lasciamo l’eremo per continuare il nostro cammino: una cappella votiva al Km 15,6 vi segnalerà che siete sulla giusta strada. Lasciamo la strada secondaria per rimetterci sulla Strada Provinciale 16, percorretela per 500 metri; sulla destra della strada troverete le indicazioni con un’altra freccia “creativa”. Un ultimo sforzo su una salita per 800 mt per potere osservare lo skyline della città di Piazza Armerina. Fermatevi per rifiatare ed osservare: Il Castello Aragonese, Il Duomo, Il Collegio dei Gesuiti e tanto altro. La vostra tappa termina presso l’antica Domus Hospitalia presso la Chiesa di San Giacomo dove tanti anni fa i Cavalieri del Tau d’Altopascio ospitavano i cavalieri e pellegrini che si recavano in terra santa.

Tappa 03: Piazza Armerina - Valguarnera

Informazioni utili

Da Piazza Armerina a Valguarnera troverete una fonte d’acqua segnalata, dopo la “Croce di Ferro”, al 15esimo chilometro. Un’ottima colazione prima della partenza con una buona scorta d’acqua è consigliatissimo.

Il percorso

Lasciata la Domus Hospitalia del Borgo San Giacomo dopo 600 metri vi immergerete dentro la riserva. Quella che vi aspetta oggi è una giornata assoluta: ci sarete solo voi e la strada davanti. La riserva Rossomanno-Grottascura- Bellia vi farà da cornice durante tutta questa tappa. Immersa in un verde lussureggiante in alcuni tratti rivedrete la Galizia. (Regione della Spagna dove sono custodite le spoglie di San Giacomo il Maggiore a Santiago de Compostela). Questa tappa è senza dubbio tra le più belle, si attraversa un fitto bosco di eucalipti, conifere di vario genere. Il bosco durante il periodo estivo sarà il vostro grande alleato, la sua ombra vi farà camminare quasi sempre al fresco, che per un pellegrino è una grande grazia. Lungo questa tappa troverete dei luoghi simbolo del cammino. La riserva è molto frequentata dagli amanti della passeggiata, ne troverete tanti tutto l’anno. Dopo 2 Km troverete la cappella dedicata alla: “Madonna del Cammino” un sostegno spirituale per tutti gli sportivi che frequentano il bosco. Poco distanti dalla cappella iniziano le installazioni dedicate ai: Pellegrini, Bicigrino e Ippogrini opere realizzate sempre dall’artista Enzo Germanà. Altri 6 km per potere ammirare una “creazione” della natura! I Pupi Ballerini, chiamati anche le Pietre Incantate. Queste rocce di origine calcarea modellate dal vento ricordano dei personaggi che danzano in cerchio e per questo sono i protagonisti di storie e leggende nate dalla fantasia popolare. La leggenda racconta che una notte di carnevale alcune persone intente a ballare in quel luogo siano stati trasformati in pietra. Dopo un altro chilometro la “Croce di Ferro” con i pellegrini raffigurati da alcune aste di ferro con una pietra colorata di diverso colore, dove l’artista ha voluto rappresentare il Cammino nella sua interezza. Dopo avere lasciato la vostra pietra ai piedi della croce una lunga discesa vi condurrà sino a Valguarnera.

Tappa 04: Valguarnera - Assoro

Informazioni utili

Lasciata Valguarnera, il pellegrino ha la possibilità di leggere una preghiera affissa lungo il muro perimetrale del campo santo del paese, è un’invocazione a Maria affinché col suo sguardo amorevole assista il cammino dei viandanti. 

Il percorso

Da quel punto in poi è un susseguirsi di campi di cereali e dolci colline, che a seconda delle stagioni possono apparire come delle verdi e fluttuanti onde marine al vento di primavera, delle biondeggianti creste dorate che si illuminano al sole di giugno o delle brune e brulle colline arate in autunno e pronte a ricevere i preziosi semi di grano. Degradando verso valle si raggiunge la Piana di Dittaino, dove lo scorrere dell’omonimo fiume l’ha resa fertile nel corso dei millenni. Questa valle che vide il susseguirsi di popoli e genti nel corso della storia, adesso ospita la zona Industriale più importante dell’ennese e alcune attività agro-alimentari di pregio, dal punto di vista paesaggistico si presenta piuttosto monotona, ma diventa una tappa obbligata in quanto la presenza di un bar e di un B&B presso la Stazione ferroviaria di Dittaino che permette al pellegrino di ristorarsi (N.B.: il bar è chiuso il sabato pomeriggio e la domenica). Dopo la meritata sosta si prosegue per un paio di km attraversando la zona industriale su un tratto asfaltato, dopodiché ci si inizia ad immergere nella zona di coltivazione della famosa pesca settembrina nel sacchetto, frutto dall’odore intenso e dal sapore avvolgente. Terminato il lungo rettilineo dei pescheti, ecco che inizia la scarpata che segna il passaggio dalla zona pianeggiante del fiume Dittaino a quella collinare che porterà ad Assoro. Attraversando i campi, di fronte al pellegrino, si erge come una torre ciclopica il massiccio montuoso di Monte la Stella, il quale con i suoi 901 m s.l.m. riempie l’orizzonte a nord del viandante.

Sul fianco ovest di Monte la Stella si trova l’antichissima Assoro, dove l’unico dato di poco conto è quello demografico; infatti, il centro assorino risulta abitato sin dalla preistoria, a testimoniare ciò è una “glittografia” incisa sulla parete rocciosa tra i ruderi dell’antico castello. La fondazione dell’antica Assoro si fa coincidere con l’anno 1450 A.C. dove una confederazione di Sicani, Siculi ed Elimi diedero vita al centro abitato. Sempre dal fianco ovest del massiccio montuoso il pellegrino si inerpica lungo la vecchia strada ferrata, che conduceva gli zolfatari e lo zolfo dal centro abitato sino a Dittaino. La vecchia linea ferroviaria a scartamento ridotto fu voluta dall’allora senatore e ministro Edoardo Pantano, proprio per permettere il trasporto di uomini e merci. Il percorso di un paio di km è un museo a cielo aperto di ingegneria; le gallerie, gli archi, i ponti, i muri in pietra lavorata ed intagliata minuziosamente lasciano senza fiato coloro i quali la attraversano. La tratta è emozionante sia per gli occhi che per l’animo, da qui il panorama e la natura stupiscono chiunque attraversi questi luoghi, il sinuoso e dolce percorso della vecchia ferrovia dismessa accompagna finalmente i viandanti sino all’ingresso della zona abitata di Assoro, una volta giunti qui rimane da percorrere l’ultimo tratto di strada di un paio di km sino al centro storico del paese. Assoro si presenta con due ampie piazze affacciate sul resto del paese a mo’ di belvedere, dove a farla da padrona sono il Palazzo della Signoria che fu dei Principi Valguarnera e l’antica Basilica San Leone del XII sec. La Basilica per la sua bellezza e ricchezza di stili è stata dichiarata monumento nazionale nel 1933. Altri luoghi d’interesse sono l’ex convento di Santa Maria degli Angeli con annessa chiesa, dove è custodito un affresco tardo Barocco dell’Ultima Cena e un’importante area archeologica, i ruderi del castello Svevo-Normanno dove è possibile ammirare il monte Etna in tutta la sua magnificenza. Il pellegrino che sosterà ad Assoro potrà rifocillarsi presso i bar-ristoranti della piazza centrale dove potrà degustare piatti tipici o una buona pizza godendo del bel panorama.

 

Tappa 05: Assoro - Nicosia

Informazioni utili e il percorso

Prima di lasciare Assoro, che con i suoi monumenti e l’antica Basilica San Leone ha incantato i pellegrini, questi potranno assaporare degli ottimi cornetti caldi e dolci tipici della tradizione nei bar della piazza centrale del paese.
Uscendo dal centro storico e dirigendosi verso Nissoria e quindi per Nicosia, il pellegrino camminerà sull’antico tracciato ferroviario, il quale susciterà grande emozione nel viaggiatore, soprattutto nell’attraversamento dei grandi archi in pietra che sovrastano la strada provinciale sottostante. Fine opera ingegneristica di inizi ‘900, l’antico tracciato ferroviario fu costruito per volere dell’illustre senatore assorino, allora ministro dell’agricoltura, industria e commercio, Edoardo Pantano. Lasciata l’ex strada ferrata si costeggia un antico “bevaio” in pietra di forma esagonale, il quale raccoglie le fresche acque della sorgente Sant’Anna poco più a monte.
Continuando all’interno della suggestiva gola, che delinea i due versanti calcarenitici di c.da Serre e Acquanuova, si potrà osservare prima un antichissimo palmento rupestre intagliato nella roccia e poco più avanti una Qubba dove è presente la testa dell’acqua che fornisce i “bevai” a valle e il centro abitato di Assoro.
L’attraversamento del fondo valle è suggestivo in quanto pieno di terrazzamenti e muretti a secco un tempo coltivati a vigneti, merita una sosta lungo il percorso anche la secolare quercia accanto al percorso.
Circa un’ora dopo di cammino si raggiunge l’antico casale di Nysura, ovvero l’odierna Nissoria dove non si può non assaggiare un ottimo caffè e rifocillarsi di ottimo pane locale a prezzi consoni allo spirito di carità e ospitalità pellegrina. Il monumento che merita attenzione è la Chiesa di San Giuseppe la quale custodisce all’interno un affresco del Maestro e pittore Elio Romano. Proseguendo per la volta di Nicosia si incontreranno un paio di “bevai” dove ci si potrà rinfrescare e fare scorte d’acqua, immersi nel più tipico ed incantevole paesaggio dell’entroterra ennese.
I campi di grano e fieno punteggiati dagli armenti, dalle greggi e da antichi ulivi secolari inizieranno a lasciare spazio a paesaggi più caratteristici dei Nebrodi, ovvero inizieranno a prevalere boschi di olivastri, querce, perastri e altri arbusti della macchia mediterranea.
Prima di iniziare a scollinare verso il Fiume Salso, ad apparire sullo sfondo sarà la prorompente figura di sua maestà Etna “ A’ Mùntagna”, che contornata da bellissimi campi, dolci colline e scoscese montagne, riempirà gli occhi e l’anima del pellegrino di vera gioia che solo il creato può donare.
Lasciandoci alle spalle la collina che segna lo spartiacque tra il territorio degli Erei e i Nebrodi inizia un’impegnativa e ripidissima discesa verso il fiume Salso, ed è lungo questa discesa che appare sullo sfondo la città di Nicosia, che incastonata tra le sue rupi rocciose si mostra in tutta la sua bellezza.
La vista della città però inganna il pellegrino facendogli presagire un arrivo agevole e non molto impegnativo, in realtà la dura discesa e la lunga salita che si intraprende una volta lasciato il letto del fiume Salso, rendono l’ultima tratta abbastanza dura.
Terminata la salita, che è un inerpicarsi tra bellissimi pascoli e la macchia mediterranea, si raggiunge la strada provinciale che finalmente conduce a Nicosia. La città dei 24 Baroni appare al pellegrino elegante, ricca di storia e degna di rispetto, i suoi monumenti e la sua bellissima Cattedrale incantano il viaggiatore che non può far altro che ammirarla.
I pellegrini dopo un lungo viaggio concluderanno la loro tappa nel Convento dei frati minori cappuccini dove un’ottima accoglienza permetterà loro di ristorarsi e rifocillarsi sia nel corpo che nello spirito.

Tappa 06: Nicosia - Capizzi

Il percorso

Lasciate piazza San Francesco e proseguite direzione Basilica San Nicola da Bari da lì imboccate la Via Vittorio Emanuele sino alla rotonda, una grossa scritta “Città di Nicosia” vi darà un saluto ma forse un arrivederci. Continuate sulla SS 120 svoltate a sinistra e prendete Contrada Albereto, non preoccupatevi avete sicuramente già “visto” le frecce. In contrada Albereto non rinunciate a una sosta gastronomica, il caseificio lo trovate sulla strada, per gustare un’ottima mozzarella di bufala! E’ l’ultima tappa godetevela fino alla fine. Da lì a poco ad aspettarvi ci sarà la Chiesa di San Giacomo. Lasciate la contrada San Giacomo per rimettervi sulla SS 120 all’incrocio per Cerami vedrete da una piccola altura per la prima volta Capizzi, la vostra meta! Un ultimo sforzo per affrontare la salita finale ed ecco la vostra Capizzi.

  • Tappa 01: Caltagirone - Mirabella Imbaccari
  • Tappa 02: Mirabella Imbaccari - Piazza Armerina
  • Tappa 03: Piazza Armerina - Valguarnera
  • Tappa 04: Valguarnera - Assoro La Croce
  • Tappa 05: Assoro - Nicosia
  • Tappa 06: Nicosia - Capizzi , murales di San Giacomo
  • La segnaletica, lungo la tappa che porta a Piazza Amerina
  • Chiesa San Filippo, lungo la tappa che porta a Piazza Amerina