Tappa 20: Pistoia – Prato, km 27,9
Da Pistoia cambia totalmente il paesaggio e l’impegno escursionistico: lasciamo l’Appennino con i suoi impegnativi dislivelli, le emergenze prevalentemente naturalistiche; d’ora in poi avremo facili colline fino ad Arezzo, costellate di monumenti storici, specchio dei secoli in cui la Toscana ha esercitato la sua influenza culturale ed economica in tutto il mondo, e contribuito a formare l’Italia di oggi.
Partendo dalla Chiesa dedicata al Patrono della VIA, San Bartolomeo, lasciamo il centro storico in direzione est-sud/est, attraversiamo una vasta periferia per alcuni km, fino ad imboccare stradine tra i campi e i vivai (una delle principali caratterizzazioni economiche di Pistoia); si scorgono sulle colline grandi ville rinascimentali, fino al primo centro di una certa importanza: Montale. Per anni terra di confine, oggi resta una testimonianza di quel periodo costituita dal castello di Smilea; vicino si trova inoltre il mirabile complesso abbaziale di origine longobarda.
Proseguiamo il cammino ed raggiungiamo Montemurlo; una piacevole salita alla rocca ed alla Villa del Barone ci riporta su un punto panoramico da cui possiamo scorgere cupole che diventano più lontane (Pistoia), ed altre che si avvicinano: in alcuni punti si intravvede avvicinarsi Prato e, più lontano, Firenze.
Dopo Montemurlo, comincia un tratto “escursionistico” di media montagna, che sale fino a scavalcare un piccolo crinale. Scesi di nuovo a valle si incontra la pieve di San Pietro, a Figline, un vero gioiello con le pareti ricoperte di bellissimi affreschi; purtroppo però non è sempre aperto.
Il tratto successivo è un comodo percorso ciclo-pedonale a fianco della riva dx del fiume Bisenzio, che ci porta al centro di Prato. La città è antichissima, di origine Etrusca, e poco fuori città si trovano gli scavi di quell’epoca (Confienti). Il centro storico è assolutamente da visitare con attenzione, e il tempo impiegato sarà ampiamente ricompensato. Accanto a monumenti medievali (soprattutto il castello dell’imperatore Federico II, lo Stupor mundi) e rinascimentali (esempio il Duomo, con il pulpito di Donatello), si possono ammirare esempi di archeologia moderna sapientemente riadattata: tante ex-fabbriche dell’industria tessile recuperate a nuovi utilizzi, soprattutto culturali. Anche i pellegrini hanno un importante motivo di attenzione: nel Duomo è conservata la Sacra Cintola, una cintura di stoffa attribuita alla Madonna, e consegnata a san Tommaso.