Tracce GPS: cosa sono e come usarle in cammino
Conoscere e viaggiare in sicurezza con le tracce GPS
Tracce Gps? Lo so, i puristi storcono il naso: fino agli anni ‘90 del secolo scorso abbiamo sempre camminato confidando sulla nostra capacità di lettura di una carta topografica, usando la bussola e l’altimetro, mettendo in campo le competenze meteorologiche, conoscenza del territorio, ma soprattutto esperienza. Poi è arrivata la tecnologia, le reti satellitari, i dispositivi portatili.
Un’evoluzione sicuramente positiva per la sicurezza, ma che non sostituisce gli strumenti del passato (e tantomeno l’esperienza).
Cos’è una traccia GPS?
È una sequenza di punti che contengono quattro informazioni, latitudine, longitudine, altitudine e tempo. Possiamo immaginare la traccia GPS come le briciole di pane grazie alle quali Pollicino ritrova la via di casa nel bosco. Dispositivi e tracce GPS servono soprattutto a questo: a non perdersi.
La traccia può essere fatta al computer, con vari programmi gratuiti (tra cui Google Earth) o a pagamento, può essere frutto di un rilievo fatto sul terreno, con un dispositivo GPS (ma anche con uno smartphone o un tablet, con livelli di precisione molto inferiori). Molto spesso la scarichiamo dal sito ufficiale di un cammino o da un portale di condivisione.
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Come funziona un dispositivo GPS?
Prima di tutto ecco cosa significa GPS: Global Positioning System, cioè un sistema che consente di conoscere in tempo reale la posizione di un oggetto in movimento, dall’aereo, alla nave, fino all’escursionista che cammina su un sentiero, a 3 km l’ora.
Il dispositivo GPS che hai in mano o nel tuo zaino non trasmette nulla ma riceve una serie di radiosegnali, emessi da una costellazione di satelliti artificiali in orbita intorno alla terra. In ogni punto del cielo, su tutto il globo, almeno cinque satelliti sono sempre al di sopra della linea dell’orizzonte. Ne servono almeno quattro, infatti, per determinare la posizione dell’apparecchio ricevente e di te che lo tieni in mano. La radiofrequenza delle tracce GPS emesse contengono varie informazioni, la più importante delle quali, per noi che camminiamo, è l’ora di emissione del segnale dal satellite, che è dotato di un precisissimo orologio atomico. Il molto meno preciso orologio al quarzo del dispositivo determina la tua posizione calcolando la differenza di tempo intercorsa tra l’emissione e la ricezione dell’onda elettromagnetica, che viaggia a velocità nota, quella della luce. Si tratta di differenze nell’ordine dei microsecondi.
I dati della tracce GPS sono precisi?
Sì, ma non prendiamoli mai come oro colato. Considerando che il segnale deve attraversare la ionosfera e la troposfera, il livello di precisione di circa 10 metri, per gli usi civili (il sistema è stato sviluppato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America) può sembrare quasi un miracolo, ma sulla qualità del segnale influiscono anche le condizioni meteo, ostacoli fisici come la vegetazione di un bosco o gli edifici delle città, su cui l’onda può rimbalzare. Se siete entrati in un luogo chiuso, con tutta probabilità otterrete un bel gomitolo sulla vostra traccia GPS!
Tracce GPS e carte
I dispositivi GPS sono dotati di un display ben luminoso, su cui appare la cartografia vettoriale in dotazione o caricabile a pagamento. Siamo così in grado di vedere la nostra posizione e la traccia del nostro percorso con tutti i punti di riferimento utili: toponimi, curve di livello, idrografia, strade. Per viaggiare in sicurezza è però opportuno avere con sé anche la carta topografica del territorio attraversato, che consente una visione d’insieme che il display certamente non può darci. Di norma le carte hanno anche un dettaglio maggiore. E funzionano sempre, non avendo batterie. I dispositivi e gli smartphone consumano invece tantissimo in modalità GPS.
Seguire la traccia
Carichiamo dunque delle tracce GPS sul nostro dispositivo o smartphone e partiamo per il cammino o la gita. All’accensione il dispositivo riceve i dati dai satelliti e determina la posizione (ci vuole qualche minuto, a volte). La prima cosa da fare è azzerare il computer di bordo, in modo da avere dati puliti, e tarare l’altimetro di cui il dispositivo è dotato, se conosciamo l’altitudine del punto di partenza. Selezioniamo la traccia da seguire, che appare colorata sul display, e impostiamo il dispositivo in modo che tracci il nostro percorso con un colore diverso, con un punto ogni 10 metri. Questo renderà immediatamente evidenti eventuali divergenze dalla traccia caricata, che potrebbe avere errori, o potrebbero esserci state modifiche nel percorso, o anche ostacoli imprevisti. Sappiamo che non ci stiamo perdendo quando le due tracce sono ragionevolmente sovrapposte. Quando divergono, stiamo sbagliando strada. Quindi è importante tenere in vista il dispositivo, ma senza esagerare, perché stiamo camminando soprattutto per immergerci nell’ambiente naturale e nel paesaggio.
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Che dati ci dà il GPS?
Sia il dispositivo, sia la traccia, ci danno molte informazioni, che possono essere utili per prendere consapevolezza delle nostre capacità: chilometri percorsi, dislivello in salita e in discesa, tempi di percorrenza e velocità media. Inoltre, tra le funzioni del dispositivo c’è anche quella, utilissima, del tempo stimato di arrivo, in base alla velocità media, a cui si aggiunge l’ora del tramonto del sole. Se il tempo stimato per l’arrivo è dopo il tramonto, meglio affrettare il passo!
Roberta Ferraris
Nata in vista del Monte Rosa, ha mosso i primi passi saltando di sasso in sasso lungo le sponde del fiume Sesia.
I suoi studi sono stati intensi ma irregolari, tra Italia e Stati Uniti. Ha fatto lunghi viaggi a piedi soprattutto in Italia.
Grazie alla conoscenza capillare del territorio collabora dal 1994 per vari editori e con Touring Editore dal 1999. È autrice di numerose guide turistiche ed escursionistiche e di racconti di viaggio.
Ha scritto anche di cucina e di stili di vita sostenibili. Contribuisce ai suoi lavori editoriali anche con foto e illustrazioni botaniche. Dal 2014 è guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte e accompagna gruppi in prevalenza stranieri, a conoscere luoghi e cultura del nostro paese. Vive in Alta Langa, in una cascina isolata in collina.