Da Loreto a Roma: la Via Lauretana di Paolo tra fede e storia
Tra borghi , antiche basiliche e strade cariche di storia, un piccolo gruppo di pellegrini ha deciso di rimettersi in cammino lungo l’antica Via Lauretana, da Loreto alla Roma. Sono giorni di fatica e meraviglia, di risate e preghiere, di incontri inattesi e di solitudine tra i boschi. Paolo, insieme ai suoi compagni, attraversa valli e colline seguendo le tracce dei viandanti di un tempo: la Flaminia romana, le torri di dogana, le chiese medievali e i resti di ponti monumentali fanno da sfondo a un viaggio che è al tempo stesso fisico e spirituale. Questo diario raccoglie le tappe, le emozioni e le scoperte di un cammino che unisce il Santuario della Santa Casa di Loreto con le Basiliche degli Apostoli a Roma: un intreccio di storia, fede e paesaggi italiani, in cui ogni passo racconta una storia antica e ogni incontro lascia un segno.
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Tappa 01: Serravalle – Casenove
Si parte in tre Claudio Egidio ed io. Piera, gentile, ci porta in macchina fino a Serravalle. Timbriamo le credenziali per la cortesia di un dipendente comunale perchè il municipio è chiuso e la chiesa anche (ancora ingabbiata dalle impalcature). Attraversiamo un paese deserto e ci inoltriamo su sentieri erbosi
Poi a tratti si cammina su strade secondarie asfaltate. Egidio dice di aver visto in lontananza un lupo, ci scherziamo su. Poco dopo si ferma una macchina con valligiani che ci confermano che c’è un lupo nei paraggi. Seguiamo la vecchia provinciale, passiamo sotto la torre della dogana.
Un po’ prima di Colfiorito e della splendida antichissima basilica di Plestia ci inoltriamo lungo un sentiero sulla destra tra campi di ortaggi e di mais. A un certo punto ci perdiamo nella palude. Riusciamo ad uscirne dopo mezz’ora di cammino tra canne e cespugli. Imbuchiamo una stradina asfaltata che ci porta a Colfiorito. Dopo il paese ci inoltriamo su sentieri sassosi in salita tra boschi di querce.
Sull’orizzonte valli e profili di colline che si sovrappongono, saliamo lungo sentieri non ben segnalati. A un certo punto scendiamo a valle verso un grumo di case; è Cupignolo. Attraversiamo la statale e ci inoltriamo di nuovo nel bosco verso il borgo di Cifo. Da lì scendiamo ancora lungo la vecchia statale verso Casenove.
Ottima e semplice cena tagliatelle al tartufo in una caratteristica osteria di Colfiorito. Stefano il proprietario ci accoglie con eleganza e grande cortesia. Ci spiega che il locale è ricavato in un luogo che è stato durante la guerra un campo di concentramento italiano per soldati prigionieri slavi. Qui si respira aria di confine tra passi di montagna, torri di dogana, ma si seguono anche tracce di storia antica, la basilica di Plestia, gallerie romane etc.
Tappa 02: Casenove – Foligno
A Casenove, di buon mattino troviamo la chiesa stranamente aperta. Nell’oscurità notiamo una persona che prega. È il parroco don Gianluca. Ci avviciniamo titubanti per non disturbarlo. Gli chiediamo informazioni sull’ ospitalità pellegrina in loco e su eventuali sentieri per ponte Santa Lucia che ci consentano di evitare la statale; gentile ci indica la pista di Madonna del Sasso verso Scopello. Dopo una pausa di silenzio e preghiera, ci avviamo fuori del borgo in direzione della Madonna del Sasso.
L’abbondante pioggia dell’altro ieri ha reso il sentiero quasi un fiumiciattolo. Camminiamo tra le pozzanghere. Per prendere il sentiero che inizia dal santuario e segue la destra del fiume Menotre bisogna per forza guadare il fiume. Non ce la facciamo, l’acqua è troppo alta. Torniamo indietro e tra i rovi ci inoltriamo verso la statale che seguiamo fino a Scopello. Qui usciamo dalla statale e scendiamo per una ripida stradina sotto la suggestiva chiesa castrense, da dove si imbocca uno splendido sentiero erboso che costeggia il fiume. Il fruscio lieve delle acque limpide, gli arbusti luccicanti ci accompagnano fino al parco area benessere di ponte Santa Lucia.
Da lì, attraversata la statale, ci dirigiamo per sentieri in costante discesa verso l’antico castello di Pale, le rutilanti cascate del Menotre, passiamo sopra un piccolo Acquedotto romano, seguiamo sentieri scavati nel tufo che poi pian piano si aprono sulle colline e si infilano tra gli ulivi e giù quasi di corsa fino a bel borgo medievale di Belfiore. Ancora qualche chilometro ed ecco la città murata di Foligno. Ci fermiamo all’ incrocio con la via Flaminia nord in zona Vescia dove troviamo accoglienza in un dignitoso alberghetto frequentato da pellegrini.
Tappa 03: Foligno – Spoleto
Da Foligno per viale Roma, poi a destra via Intermezzi si prosegue per via Parma, via case vecchie fino a incontrare la ciclabile lungo il fiume Moreggia, tratto della ciclabile Assisi Spoleto che corre parallela ad ovest della Flaminia. Numerosi sono gli accessi verso i tanti siti (fonti del Clitunno, basilica di san Sabino etc ) e borghi che si trovano lungo la consolare. Ci fermiamo per pranzo nel borgo fortificato di san Giacomo. Spettacolari gli affreschi dell’abside della chiesa (miracolo del gallo etc). Arriviamo agli impianti sportivi e siamo ormai a Spoleto centro.
Tappa 04: Spoleto – Terni – Narni
Si parte a ranghi rinforzati. Claudio Egidio Paolo Anna Daria e Luciana con Giuseppe che ci segue a tratti in bici. Ci avviamo prestino per via Matteotti in direzione della cattedrale di san Pietro extra moenia. Una breve sosta per una preghiera e si parte. Attraversiamo la statale con attenzione perché l’incrocio è molto pericoloso e poco dopo prendiamo sulla sinistra una stradina sterrata che si inoltra nella campagna alle pendici delle colline parallela alla statale Flaminia. Dopo un po’ troviamo un cancello a sbarrarci la strada.
Lo superiamo ma un piccolo branco di cani ci fa capire subito che è meglio tornare indietro verso il ciglio del torrente Tessino. Camminiamo per chilometri tra arbusti e rovi arrampicandoci con difficoltà su muretti di sbarramento, quasi sul greto del torrente asciutto. Finalmente imbocchiamo in prossimità della superstrada un nastro di asfalto sconnesso che è il tracciato della vecchia statale.
Dopo qualche chilometro si sbuca sulla superstrada che va attraversata per immettersi subito sulla destra su stradina asfaltata con freccia per Valdarena e monte Ridico-strada provinciale 464. Si sale per 1 km in mezzo ai boschi, dopo una casa cantoniera abbandonata si gira in discesa a sinistra arrivando a Strettura, antica stazione di posta. Una sosta ristoratrice nell’ottimo ristorante palazzo dei papi e poi via.
Purtroppo, dopo poche centinaia di metri il vecchio tratto di statale finisce e si ritorna sulla SS 3 trafficatissima e pericolosa. Decidiamo con l’aiuto di Giuseppe di bypassare in auto un tratto di circa 5 km. Dopo una semicurva curva scendiamo per imboccare sulla sinistra (300 m dopo casa gialla e freccia per Battiferro da ignorare) una piccola scarpata asfaltata, si prosegue, camminando sulla destra lungo il ciglio del torrente. Anche qui tra arbusti e rovi e dopo un po’ imbocchiamo strada san Carlo. Si prosegue per il lungo viale Trevenezie arrivando in città.
Tratto Terni/Narni
Attraversiamo la periferia di Terni non certo allettante, alla fine dell’interminabile viale Trevenezie breve sosta per riprendere le forze. Le previsioni del tempo non promettono bene per i prossimi giorni. Si decide di fare un ulteriore sforzo (abbiano già fatto 25 km) per arrivare la sera stessa a Narni. Le alternative per evitare la statale Flaminia non sono molte.
Seguiamo stradine secondarie che attraversano la zona industriale a sud di Terni che sembra non finire mai. La fatica si fa sentire eccome! Arriviamo a Narni scalo col buio lungo strade di campagna molto trafficate. Saliamo a Narni città, ormai esausti, passando vicino al monumentale ed elegante ponte di Augusto, dopo 41 km di cammino. La bellezza e il fascino di questa antica città riusciamo ad apprezzarla solo dopo una doccia e una ottima cena in un buon ristorante del meraviglioso centro storico medievale.
Tappa 05: Narni – Otricoli
Abbiamo appuntamento con Daniele, amico ed esperto di storia e di percorsi locali. Gli ho chiesto di aiutarci a trovare e seguire sentieri che ci portassero ad Otricoli senza toccare asfalto. Ci ha accontentato! 26 chilometri di bellezza paesaggistica, abbagliati dal blu delle acque del Nera, accompagnati dai racconti di storia e di storie, tra borghi medievali in cui il tempo sembra non esser passato, lungo sentieri che portano ad antichissime eleganti e misteriose chiesette longobarde.
Per arrivare verso l’imbrunire dopo circa 26 chilometri di cammino al porto romano sul Tevere di Ocriculum. Attraversiamo una campagna disseminata di resti monumentali testimoni della notevole rilevanza strategica di questo centro in epoca romana. La stanchezza non fa velo allo stupore e alla meraviglia!
Grazie Daniele anche per i tuoi mille racconti di storie locali, di ritrovamenti archeologici, di leggende e memorie locali che hanno reso preziosa e speciale questa tappa. Pernottiamo nell’ unico albergo di Otricoli non senza una ottima cena con un buon rapporto qualità prezzo.
Tappa 06: Otricoli – Civita Castellana
Partiamo prima del solito all’alba. Attraversiamo il bel borgo medievale ancora deserto. Dopo qualche centinaio di metri ci immettiamo sulla Flaminia Non ci sono alternative purtroppo al lungo nastro di asfalto trafficato, con i bordi della strada senza segni di manutenzione e progressivamente superato il confine con il Lazio, sempre più coperti di rifiuti. Il tempo non promette niente di buono, a tratti piove.
Per qualche kilometro ad evitare il traffico pericoloso camminiamo paralleli alla strada tra campi appena arati o prati di erba medica. La difficoltà, la fatica e la tensione sono notevoli. Passiamo, sotto la pioggia in prossimità del castello delle formiche, poi sotto le rovine del castello di Borghetto. Prima di arrivare a Civita ci fermiamo per una sosta ristoratrice in un bar lungo la strada. Mai scelta fu più fortunata e propizia.
Evitiamo così un vero e proprio diluvio che dura mezz’ oretta. Ripartiamo per Civita che attraversiamo non senza fermarci per un caffè e per visitare la splendida cattedrale. Al caffè centrale raccogliamo qualche informazione su sentieri alternativi alla Flaminia. Ci avviamo stanchi, seguendo i consigli ricevuti, lungo una pista che scende nella forra circostante la città, attraversata dal fiume Treia. Finalmente, dopo qualche chilometro arriviamo all’agriturismo dove pernottiamo. Ottima cena.
Tappa 07: Civita Castellana – Castelnuovo di porto
Partiamo dall’agriturismo verso le 7 tra profumo d’erba e nebbiolina bassa. Siamo sul fondo di una forra verdissimi e l’atmosfera è carica di umidità. Camminiamo veloci su sentieri in salita che ci riportano sulla Flaminia. Breve sosta difronte ad una elegante porta medievale e poi ci incamminiamo di nuovo sulla SS 3. Il percorso è monotono e a dire il vero abbastanza rischioso dato il traffico. Il ciglio della strada per chilometri è un vero e proprio immondezzaio a cielo aperto. Sosta ristoratrice a Rignano Flaminio. Si riparte camminando per tratti sul basolato della Flaminia romana.
Questo basta a ripagarci della amarezza e rabbia per il degrado e il non rispetto dell’ambiente appena visto. A Morlupo ci fermiamo per rifocillarci all’ora di pranzo in uno dei pochi locali aperti. Proseguiamo sulla statale sempre più trafficata fino al borgo medievale di Castelnuovo di porto meta della tappa odierna. Chiedendo informazioni troviamo una stradina secondaria asfaltata che ci porta in direzione di Malborghetto e decidiamo quindi di proseguire.
Finalmente una camminata riposante nella campagna romana che ci porta fino ai resti imponenti di un arco romano tetrapilo, trasformato successivamente in stazione di posta/casale. La leggenda racconta che in prossimità di questo luogo sarebbe avvenuta la famosa battaglia tra Costantino e Massenzio. Ci fermiamo ad ammirare questo edificio imponente che domina la campagna romana e poi attraversando la stazione ferroviaria di Sacrofano ci avviamo verso il villaggio Fraterna domus dove ceneremo e pernotteremo.
Tappa 08: Sacrofano Roma
Si esce dal villaggio all’alba. Cerchiamo di orientarci per evitare km di statale stretta trafficata e pericolosa. Troviamo indicazioni per via pineto poi si imbocca a sinistra la strada provinciale Via Sacrofano Prima porta. È una strada secondaria, uno stretto nastro di asfalto adeso alle verdi colline romane che corre in direzione di Prima porta. Si respira verde e silenzio a pieni polmoni.
A Prima porta di nuovo il problema è evitare la statale. Ci immettiamo in stradine secondarie che attraversano il quartiere e portano alla stazione ferroviaria di Labaro. Qui si oltrepassa la stazione attraverso un sottopasso e ci si dirige verso la bella ciclabile che corre lungo gli argini del Tevere, tra il verde della campagna e dei tanti impianti sportivi. A ponte Milvio vecchio dove passa la Flaminia lasciamo la ciclabile e ci dirigiamo verso piazza del popolo, il punto di partenza della antica via lauretana. La nostra fatica non si esaurisce qui.
Un ultimo sforzo per attraversare la città in direzione di san Pietro la nostra meta. Entriamo commossi in basilica e ci dirigiamo verso la statua in bronzo del primo degli apostoli in fondo a destra della immensa e grandiosa navata centrale. I piedi di Pietro sono consumati dalle mani degli innumerevoli pellegrini che nei secoli qui sono arrivati per rendere omaggio a Pietro, ad limina apostolorum.
Purtroppo, ora non è possibile toccare i piedi di Pietro ma noi ci avviciniamo il più possibile alla statua e lo facciamo in ispirito. Lo preghiamo di vegliare su di noi e sulla sua e nostra chiesa! Usciti è d’obbligo recarsi presso gli uffici dell’opera romana per consegnare le credenziali e ritirare il testimonium, che attesta il nostro cammino di fatica e il nostro cammino dell’anima da Loreto a Roma. Grazie a Dio siamo riusciti ad arrivare alla meta in salute ed allegria!
Tappa 09: abbazia di Farfa
Tornando da Roma in macchina insisto con gli amici per una deviazione verso la antichissima abbazia di Farfa. Mistero, fascino, silenzio e muri che grondano storia. Dentro la chiesa abbaziale scopriamo una piccola nicchia con delle chiavi che la tradizione riferisce esser le chiavi della Santa casa di Loreto! Niente succede per caso! Siamo proprio alla fine del cammino lauretano.
Conclusioni
È stato bello condividere una esperienza forte e bella di fatica , di bellezza di relazioni, di doni, di incontri. Un cammino antico ma nel contempo nuovo, perché in qualche modo nel tratto Spoleto Roma lungo la via Flaminia, la antica strada postale dei papi, siamo stati avanguardie.
Adesso, ad altri far tesoro della nostra esperienza per definire una proposta strutturata di cammino attraverso borghi e città valli e monti meravigliosi, tra il santuario Mariano più importante del mondo e le basiliche degli apostoli Pietro e Paolo. Un grazie a tutti gli amici pellegrini. Un grazie a Giuseppe per il supporto e anche a Piera per l’aiuto e il supporto nelle esplorazioni che hanno preceduto il nostro cammino.
