Diari
22 Set 2025

La bellezza di una vita a passo lento: il Cammino Tre Laghi di Andrea e Nadia

Non ci sono strade facili da percorrere, ma solo destinazioni che valgono la fatica del cammino.

“Non ci sono strade facili da percorrere, ma solo destinazioni che valgono la fatica del cammino” . Inizia così il racconto di Andrea e Nadia che hanno scelto il Cammino Tre Laghi come nuovo cammino estivo , portandosi dietro zaino e per la prima volta tenda. Sei tappe tra acque e montagne, dal lago d’Iseo a quello di Endine e di Gaiano, il diario che segue racconta giornate di salite dure e discese infinite, di panorami che tolgono il fiato, di soste improvvisate tra malghe, bar di paese e campeggi immersi nel verde. C’è spazio per incontri inattesi, per piccoli imprevisti che diventano ricordi e per la soddisfazione di arrivare in cima quando le gambe sembrano non voler più andare avanti. Pronti a immergervi con questa coppia di camminatori?

Introduzione

“Non ci sono strade facili da percorrere, ma solo destinazioni che valgono la fatica del cammino”

La nostra passione per i cammini è nata nel 2023, al termine della “Via degli Dei”. Fu lì che ci rendemmo conto di come una vita vissuta a passo lento possa offrire molto più di una vita frenetica: la bellezza delle piccole scoperte quotidiane, le amicizie nate per caso e le storie che si incrociano lungo il sentiero. Da quella rivelazione, la nostra motivazione ci ha spinti prima sul “Cammino dei Borghi Silenti” e, quest’anno, sul “Cammino Tre Laghi”.

Anche tu hai intenzione di percorrere la Via degli Dei come tuo primo cammino? Leggi questo articolo, potrebbe tornarti utile!

Le ferie sono iniziate il 2 agosto e io e Nadia siamo partiti subito. Il treno ci ha portato fino a Milano e poi a Bergamo, dove un bus ci ha condotti a Sovere. Giunti nel pomeriggio, abbiamo pernottato al Santuario della Madonna della Torre, grazie alla calorosa ospitalità del parroco. Il giorno dopo ci attendeva l’inizio di un cammino intenso e immerso nella natura, alla scoperta di tre splendidi laghi (Iseo, Endine, Gaiano) e tre maestose vette (Corna Lunga, Colombina, Grione).

Sapevi che puoi condividere anche tu la tua esperienza di cammino con la nostra community? Inviaci una mail a info@camminiditalia.org, e ti forniremo tutte le linee guida necessarie. Se preferisci, puoi anche raccontare la tua avventura nella Community Facebook dedicata.

Se non vuoi perderti lungo la strada, ti ricordiamo di scaricare l’app di Cammini d’Italia prima di partire! In un unico strumento avrai tutte le tracce dei cammini italiani, permettendoti di navigare (anche in modalità offline!). Te ne parliamo a questo link!

Tappa 01: Sovere – Sovere

18 km

Iniziamo il nostro cammino con quella che, sulla carta, è la tappa 6: un anello da Sovere a Sovere. Partiti di buon mattino, ci incamminiamo sulla strada sterrata che dal Santuario si inoltra nel bosco, facile e percorribile. Raggiunto il bivio che segna l’inizio e la fine dell’anello, il sentiero comincia a farsi più impervio, tra rocce affioranti e radici nodose.

Per raggiungere il primo punto di interesse, la Croce di Corna Lunga, dobbiamo “scalare” le ripide Scale dei Frati, la cui visione ricorda il Monte Adone. Lassù, un panorama mozzafiato si dispiega davanti ai nostri occhi: possiamo ammirare il lago d’Iseo in tutta la sua vastità e il maestoso Monte Colombina.

Croce di Corna Lunga

Dopo circa un’ora di cammino in un bosco che sembrava fatato, con alberi rigogliosi e pieni di vita, raggiungiamo Malga Lunga. Grazie ai volontari, possiamo gustare un ottimo tagliere di affettati e formaggi e visitare con piacere il piccolo museo. Dopo la breve sosta, ripartiamo.

Raggiunta la biforcazione con il cammino a 5 tappe, svoltiamo a sinistra imboccando il sentiero boschivo che riconduce a Sovere. Lungo il tragitto superiamo la Croce di Monte Grione e ci fermiamo ad ammirare il panorama dai Prati di Possimo, prima di fare ritorno al Santuario di Sovere, dove pernotteremo anche per questa notte. Non abbiamo incontrato altri pellegrini lungo il tragitto, ma molte persone che hanno scelto di trascorrere la domenica nella tranquillità dei boschi, sorprese di incontrare due fiorentini che fanno il cammino!

Prati di Possimo

Tappa 02: Sovere – Spinone al Lago

17 km

Dopo aver lasciato il Santuario, siamo scesi in paese e, dopo un’abbondante colazione, siamo partiti ufficialmente per la tappa. Incrociando il percorso del Cammino di Carlo Magno, ci siamo presto trovati su uno stretto sentiero boschivo che costeggia l’acquedotto di Lovere. La ripida salita ci ha condotti fino a Fanovo, un grazioso borgo avvolto nel silenzio.

Proseguendo, abbiamo superato la prima panchina gigante e raggiunto Ranzanico, dove ci siamo fermati per pranzo. Da lì, Bianzano distava appena un’oretta di cammino, mentre la discesa fino a Spinone al Lago è stata brevissima. Prima di raggiungere la chiesa dove avremmo piantato la tenda, ci siamo concessi una sosta alla gelateria Flipper, famosa per i suoi gusti molto particolari.

Dopo una piacevole passeggiata lungo le rive del lago di Endine, siamo finalmente arrivati al nostro bivacco. Il parroco, con un sistema a donazione, ci ha offerto un posto tenda dietro la chiesa e l’utilizzo di bagni e docce. Quella sera abbiamo avuto il piacere di conoscere altri ragazzi che avevano percorso la variante alta e che, come noi, stavano affrontando il cammino in tenda.

Vista del lago di Endine – Spinone al lago

Ma si può dormire ovunque in tenda? Qual è la differenza tra campeggio e bivacco libero? Abbiamo scritto un articolo qui.

Tappa 03: Spinone al Lago – Fonteno

20 km

Sveglia alle 6.30: smontiamo la tenda e ci rimettiamo in cammino. Oggi ci attende un primo tratto di 10 km pianeggianti lungo le rive del lago di Endine. Ci lasciamo emozionare dal parco fluviale che collega Spinone a Monasterolo, dove la luce dell’alba riflette sulle acque paludose e fa risplendere le foglie degli alberi. A Monasterolo ci fermiamo in un bar per timbrare la credenziale e concederci una meritata colazione.

Il percorso prosegue costeggiando il lago, fin quando il sentiero non si collega a una strada asfaltata, per poi immettersi nuovamente in un tracciato sterrato. Superato il lago di Gaiano, raggiungiamo un’area pic-nic proprio in tempo per l’ora di pranzo. Le nostre pause sono sempre brevi, per evitare che i muscoli si raffreddino troppo: dopo soli venti minuti, decidiamo quindi di ripartire. Ci aspetta infatti una ripida salita, su un sentiero sconnesso e instabile, sotto il sole cocente di agosto. Raggiungiamo Solto Collina e facciamo visita agli animali di un agriturismo.

Notiamo una capretta incastrata tra due recinzioni, il cui lamento si udiva da lontano. Appena arrivati, mi libero dello zaino e dei bastoni per non spaventarla ulteriormente. Mi avvicino con calma alla rete e riesco a far passare l’animale attraverso un varco nella recinzione. Concludiamo la tappa a Fonteno, un piccolo paese dotato di un bar e di un alimentari. La sera ceniamo al bar insieme agli altri ragazzi incontrati lungo il cammino. Sistemiamo la tenda sul terrazzo dell’ostello locale e da lì ci godiamo la vista spettacolare sul lago d’Iseo.

Tappa 04: Fonteno – Lovere

14 km

L’alba, sorta alle spalle della Corna Trentapassi, ci sveglia con il suo caldo abbraccio. Dopo aver smontato la tenda e ripreso il cammino, raggiungiamo Riva di Solto percorrendo una ripida mulattiera. Ci concediamo una colazione in riva al lago, in quello che per noi rimane il borgo più bello di tutto il percorso. Acquistate due grosse focacce per il pranzo, proseguiamo lungo un tratto che ci regala grande emozione: il sentiero si snoda tra insenature suggestive e i suoi Bögn, tra acque cristalline e pareti rocciose coperte da una folta vegetazione.

Alba su Corna Trentapassi

Una strada davvero incantevole. Eravamo talmente rapiti dal paesaggio che, dopo circa 4 km di questa strada panoramica, all’altezza della scuola di vela, ci accorgiamo di aver oltrepassato l’imbocco del sentiero per l’eremo di San Defendente. Con un po’ di rammarico, proseguiamo dritti, superiamo l’orrido di Castro e raggiungiamo l’omonimo paese. Da qui, svoltiamo verso Lovere e in breve tempo ci ritroviamo in uno dei borghi più belli d’Italia (in Lombardia).

Visitiamo il paese, consumiamo le nostre focacce e attendiamo l’arrivo del traghetto per Pisogne. Giunti al campeggio Eden, montiamo la tenda e ci concediamo una serata lungo il lago: pizza da asporto, birra fresca, la compagnia degli amici pellegrini e infinite chiacchiere su cammini passati e avventure vissute.

Tappa 05: Lovere – Bossico

14 km

La mattina del quinto giorno è iniziata più tardi del solito. Il primo traghetto disponibile per tornare a Lovere era alle 9:00, e non potevamo fare altrimenti: i posti tenda lungo il cammino sono pochi e i bivacchi liberi sono malvisti. Raggiunta Lovere, iniziamo a salire attraverso antiche mulattiere e sentieri boschivi. Superiamo Costa Volpino e Qualino, dove compriamo qualcosa per il pranzo, poi Flaccanico e Ceratello, dove ci fermiamo a mangiare presso la graziosa Bibliocabina: una vecchia cabina telefonica trasformata in biblioteca. Una sorpresa che ci regala un piacevole tuffo nel passato, riportandoci all’infanzia.

Proseguiamo verso Bossico attraversando campagne e pascoli, incrociando lungo il percorso “Il Faggio dell’Amore” e il monumento “Ti abbraccio forte forte”, dedicato alle vittime del Covid-19. Nella piazza del paese, quasi deserta in questo periodo dell’anno, consumiamo la nostra rituale Coca Cola con ghiaccio e limone, timbriamo la credenziale e ci incamminiamo in salita verso l’Ecocampeggio Placàt.

Un luogo meraviglioso, immerso nel bosco e avvolto nel silenzio: è l’idea di campeggio che ho sempre avuto in mente fin da bambino. I due ragazzi che lo gestiscono ci accolgono come se fossimo parte della loro famiglia. In attesa degli altri amici pellegrini, montiamo la tenda, ci rinfreschiamo e ci godiamo il posto seduti su una panchina soleggiata. Dopo una cena squisita a base di prodotti locali, ci fermiamo a chiacchierare con i proprietari e, salutandoli con gratitudine, torniamo al nostro bivacco.

Tappa 06: Bossico – Sovere

15 km

Ultimo giorno, ultima tappa, ultima Salita! Sì, esatto: una Salita con la S maiuscola! Siamo partiti presto al mattino per evitare le ore più calde, con una colazione rapida a base di barrette e acqua. Eravamo carichi, dopo aver raggiunto i 1000 metri di altitudine, non potevamo certo tirarci indietro di fronte alla vetta. Abbiamo attraversato il bosco e superato “Càdi de la peste”, un luogo storico dove in passato ci si rifugiava per scampare alla peste.

La vista era già bella, ma volevamo ammirare tutto dall’alto, una volta in cima. Abbiamo alzato lo sguardo e scorto la Croce della Colombina. “La salita non sembra così terribile”…pensiero sbagliato. Sembrava come se qualcuno avesse posizionato quei maledetti massi apposta per farti perdere l’equilibrio. La Croce sembrava essere il centro di un buco nero, più la guardavamo, più sembrava allontanarsi.

Croce di Monte Colombina
Nadia e Andrea sulla vetta della Colombina

Dopo una lenta e faticosa agonia, pensavamo che la salita fosse finalmente finita, ma ahimè, non era così. Uno spiazzo nascosto si celava proprio sotto la Croce, guardiano silente dell’ultimo tratto estenuante! Finalmente in cima, ansimanti e sudati, abbiamo ammirato gran parte del percorso compiuto in questi giorni: Pisogne, l’Orrido di Castro, il lago di Gaiano, Corna Lunga, Malga Lunga e, in lontananza, la nostra meta, Sovere.

Una breve pausa per dedicare un pensiero nel diario dell’astrolabio e timbrare la credenziale, poi si riparte per una lunga e sfiancante discesa (per le nostre povere ginocchia) fino al paese di Piazza (soprannominato “Pizza” dai camminatori affamati). Ci siamo rinfrescati guadando il fiume per superare un’area di passaggio consentita solo agli autorizzati, prima di raggiungere la destinazione finale… Sovere.

Purtroppo, il negozio di gadget era chiuso, quindi abbiamo ritirato la credenziale presso la pizzeria Il Filatoio. La nostra abitudine, alla fine di ogni cammino, è aspettare gli amici condivisi per festeggiare insieme, ma dato che siamo arrivati con molto anticipo, abbiamo deciso a malincuore di partire subito per rientrare a Firenze entro le 21. Salutiamo Sovere e ci dirigiamo alla fermata dell’autobus per Bergamo, ripercorrendo su ruota una piccola parte di questo indimenticabile cammino.

Riflessione finale

Il Cammino Tre Laghi trae ispirazione dal Cammino dei Borghi Silenti, come lo stesso ideatore afferma nella guida ufficiale. Avendolo percorso la scorsa estate, possiamo confermare che l’impronta strutturale è simile e che il potenziale per diventare un cammino di grande rilevanza è notevole. Ciò che manca, tuttavia, è una piena adesione da parte dei comuni interessati: serve maggiore volontà nel riconoscerne il valore e nell’aprirsi a nuove forme di turismo sostenibile e slow.

È un cammino giovane, con tutte le carte in regola per crescere fino a diventare uno dei più percorsi in Italia. Ma finché non ci sarà un cambio di mentalità concreto, questo traguardo resterà lontano. Con questa nostra riflessione auguriamo a tutti voi che ci avete letto: “Buen Camino!”.

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Articolo di
Andrea e Nadia