Uomini: come rendere i cammini più accoglienti per tutte
Sei da solo lungo il sentiero, stai semplicemente camminando, magari canticchiando e godendoti la natura.
Davanti a te vedi una figura: una donna in cammino, anche lei da sola.
“Che bello, non vedevo nessuno da un po’”, pensi.
Per lei però l’incontro può essere diverso. Anche se sta vivendo lo stesso cammino, il suo cervello attiva un radar invisibile:
“Quanto è isolato questo tratto?”, “Posso fidarmi di chi ho incontrato?”, “Come posso dire che voglio proseguire da sola, se necessario?”, “Dov’è il mio cellulare?”
È un sistema di allerta che le donne hanno (purtroppo) sviluppato, anche quelle più coraggiose e indipendenti.
È un sistema di allerta che tutti vorremmo non fosse necessario, ma ancora pochi uomini si sforzano a creare un ambiente dove le donne possano abbassare la guardia.
Questa valutazione istantanea Non significa che ti considera automaticamente una minaccia. Ma significa che, per una donna, la percezione di sicurezza cambia il modo di vivere i sentieri.
Probabilmente non sarai pericoloso, ma lei non può saperlo subito. Può capitare che tu voglia essere solo amichevole, ma che tu venga percepito come invadente o con poco tatto.
E noi vogliamo evitare queste situazioni.
In primis per lei e poi per te.
Con piccoli gesti, però, puoi trasformare quella tensione iniziale in sollievo, e magari anche in una piacevole chiacchierata o amicizia.
La differenza tra far sentire una donna a disagio o a suo agio sui sentieri (e nella vita) spesso sta in dettagli che forse tu nemmeno immagini.
I piccoli, grandi gesti che fanno la differenza
Non servono azioni eclatanti, ma bastano accorgimenti semplici che, una volta imparati, diventano naturali.
L’approccio fisico in cammino
Partiamo dall’approccio fisico: se ti trovi a camminare dietro a una donna da sola, e riesci a mantenere un passo un po’ più veloce, superala senza problemi.
Non con arroganza, ma naturalmente. Per lei probabilmente è meglio averti davanti a lei, dove può vederti, piuttosto che sentire passi dietro senza sapere chi sei o cosa fai.
Se per lei non sarà un problema averti alle sue spalle, con tutta probabilità succederà che ti supererà nuovamente.
Se invece il tuo ritmo è simile al suo, non pensare in automatico di doverle “fare compagnia” – prosegui al tuo passo normale, a meno che non sia lei a proporre di camminare insieme.
E lo so, magari leggendo tutto questo hai pensato “Ma che esagerazione! Anche io sto camminando per i fatti miei!” Ed è comprensibile.
Non vogliamo trasformare la tua personale esperienza di cammino, ma si può applicare lo stesso buon senso che usi quando cammini di notte in città: se fossi in una strada desolata, di notte, magari andresti nel marciapiede del senso opposto, pur di non farla sentire seguita, no?
Si tratta di piccoli accorgimenti che non ti costano niente, ma possono fare la differenza.
Evita disagio, anche in ostello
Parlando di altri spazi fisici: negli ostelli con camere miste, se puoi scegliere, prendi un letto più defilato rispetto quello delle donne presenti, magari non ci faranno nemmeno caso, ma se dovessero notarlo, apprezzeranno sicuramente la tua sensibilità.
Non aprire conversazioni non richieste
Se vedi che mette, oppure ha già addosso, le cuffie, salutala con un cenno della mano ed evita di aprire conversazioni. Le cuffie sono spesso un modo educato per dire “in questo momento preferisco stare per conto mio”. Rispetta questo spazio, anche se l’unica cosa che vorresti è fare due chiacchiere.
Quando parlate, mantieni un tono neutro
Un semplice “Ciao, buon cammino!” è perfetto.
Evita commenti tipo “Brava che cammini da sola!” o “Che coraggio che hai!” possono sembrare incoraggiamenti, ma spesso suonano come se stessi sottolineando quanto sia strano o eccezionale per una donna fare trekking da sola.
È come dire a un uomo “Bravo che cucini!”, tecnicamente un complimento, ma con un sottotesto che non serve.
Non fare domande personali
Molto importante: non bombardarla subito di domande personali: dove dormi, dove vai, sei da sola. Potrebbero sembrare fuoriluogo e invadenti: se lei vuole condividere, lo farà spontaneamente.
Chiarisci le tue intenzioni
Ma ora ecco la strategia, che per quanto ti possa inizialmente sembrare strana (e lo è meno di quanto pensi), che può togliere subito ogni ambiguità: se vi incontrate per la prima volta e vuoi chiarire immediatamente che non hai secondi fini, puoi menzionare il tuo o la tua partner, che tu ce l’abbia o meno.
Vedrai che funziona: lei si sentirà più tranquilla nel parlare con te. In caso avessi detto una “bugia bianca” e la vostra conoscenza dovesse svilupparsi, potrai sempre confessarle di aver inventato tutto per non farla sentire a disagio e scherzarci sopra.
L’alternativa più diretta – e qui chi è un pelo più spigliato e diretto può sentirsi più a suo agio – è essere espliciti.
“Guarda, ci tengo che tu non ti senta a disagio, quindi volevo dirti che non ho doppi fini, vorrei solo fare due chiacchere perchè mi sembri simpatica.”
A me è capitato di sentirlo dire una volta, e da quel giorno ho sempre pensato: “Basta così poco: una frase, per far stare più tranquille le donne, non è così difficile!”.
Accetta il “no grazie”
Il principio base è sempre lo stesso: se lei dice “No grazie“, che sia per una chiacchierata, un aiuto o un’indicazione, rispetta quella scelta senza cercare spiegazioni o insistere. E ricorda che gentilezza e disponibilità non sono automaticamente segnali di interesse romantico. A volte una bella conversazione sui sentieri è semplicemente quello: una bella conversazione.
Il ruolo degli uomini nella comunità dei cammini
C’è poi un aspetto che va oltre l’interazione diretta: il ruolo che hai quando ci sono altri uomini presenti. Se senti battute sessiste in cammino o in ostello, non ridere “per cortesia”. E non stare in silenzio pensando “Ma sì, cosa vuoi che cambi”.
Il silenzio viene spesso interpretato come approvazione.
Non ti chiediamo di diventare il paladino della giustizia, ma un semplice “Dai, lasciala in pace” o “Non mi sembra il caso” può bastare per far capire che quel comportamento non è accettabile.
È particolare come nei gruppi misti questa dinamica cambi completamente – quando ci sono donne presenti, certi commenti semplicemente non escono.
Ma nei gruppi di soli uomini, a volte si pensa che “Tanto non c’è nessuna a sentire“.
Il punto è che quelle battute creano una cultura che poi si riflette negli atteggiamenti reali.
Ricordati che puoi essere sempre un esempio. Come ti comporti, come parli delle donne che incontri in cammino, come reagisci a certi commenti: tutto questo viene assorbito e replicato, anche se non te lo immagini.
Può sembrarti una responsabilità pesante, ma vorremmo farti capire, in realtà, la grande influenza che puoi avere.
Se ci si sente a disagio a leggere questo articolo è perché…
Arrivato a questo punto, qualcuno potrebbe percepire una certa irritazione oppure pensare “Ma dai, che esagerazione, io non sono mica un molestatore!“, ma fermiamoci un momento.
Riconosciamo che quella sensazione è normale, e nessuno qui vuole dire che ogni uomo è pericoloso o poco sensibile.
Le persone che provano fastidio nel leggere queste righe probabilmente non avevano mai pensato che certi comportamenti potessero essere interpretati diversamente dalle loro intenzioni.
È come quando guidi e qualcuno ti suona il clacson perché, senza accorgerti, hai fatto una manovra che per te sembrava normale, ma per lui era pericolosa.
Se si pensa “Ma io ho sempre trattato tutti con rispetto!“, probabilmente è vero. Ma rispetto secondo quale percezione? La nostra o la loro?
A volte c’è un divario tra quello che intendiamo comunicare e quello che effettivamente comunichiamo.
Il punto non è farti sentire in colpa per cose che hai fatto inconsapevolmente. Il punto è che ora che lo sai, puoi scegliere cosa fare di questa informazione.
Come rendere i cammini “posti sicuri”
Ogni volta che ti comporti in modo rispettoso con una donna in cammino, non stai solo facendo la cosa giusta per lei e per te. Stai contribuendo a creare un precedente positivo che lei ricorderà al prossimo incontro.
Quando una donna in cammino vive esperienze positive con uomini incontrati sui cammini (come nella vita, d’altronde) il suo “radar” si abbassa un po’. Non scompare, ma diventa meno ansioso. E questo significa che potrà godersi di più il suo cammino, invece di essere sempre in allerta.
C’è poi un effetto che ci teniamo ancora a sottolineare: tutti gli uomini possono essere modelli di comportamento per altri uomini e camminatori. Ricorda che il tuo esempio conta più di mille discorsi.
La montagna, il trekking e lo sport in generale hanno sempre avuto questa tradizione di solidarietà e rispetto reciproco. Estendere questa cultura anche alla sensibilità di genere è semplicemente un’evoluzione naturale di quello spirito di comunità che già esiste.
I sentieri più belli sono quelli dove tutti – uomini e donne, giovani ed esperti, principianti e veterani – si sentono liberi di vivere la loro passione per i cammini senza ansie inutili.
Dipende da tutti far sì che questo sia possibile.
Buon cammino!