Amos Pastorutti – Diario del Cammino Celeste
L’idea del Cammino Celeste
Tutto è cominciato l’anno prima, quando durante una gita sul Lussari, gironzolando, ho notato uno strano monumento, incuriosito e leggendo il cartello lì vicino, ho appreso l’esistenza di questo
cammino. Lo scorso anno, in maggio ho saputo che gli organizzatori avevano organizzato una serata di presentazione e, dopo avervi assistito e visto che il lavoro mi concedeva del tempo libero, le previsioni del tempo erano favorevoli e non c’erano impedimenti di sorta, ho deciso fare questa avventura; sia pure con un certo patema d’animo, visto che non avevo mai fatto niente di simile e
soprattutto perché partivo da solo (fortemente sconsigliato dai miei famigliari). Detto fatto, la riunione si era tenuta il giovedì sera e la Domenica mattina ero in cammino.
I PREPARATIVI E L’ATTREZZATURA
Il libro “il Cammino Celeste” è indispensabile, anche se il tracciato è abbastanza ben segnalato, in alcuni punti è utilissimo consultare le cartine e la descrizione del percorso onde evitare
problemi (come successo a me, di cui vi parlerò più avanti). Il libro l’ho tenuto sempre in mano per i primo giorni poi ho scoperto la possibilità di fotografare
le pagine interessate e di controllare l’itinerario sullo smartphone (il che è molto più comodo).
Sul sito sono disponibili i tracciati GPX che caricati sul cellulare e visibili tramite varie applicazioni (io ho usato GPX Viewer, gratuito) [Ad oggi il ca permettono di avere un ulteriore aiuto per verificare se si sta camminando sul percorso esatto. Un ulteriore app che può rivelarsi molto utile in caso di emergenza si chiama WHERE ARE YOU 112, scaricabile gratuitamente, e permette, una volta attivata, con la semplice pressione di un tasto, di inviare un avviso di emergenza al numero 112 insieme alle coordinate gps del luogo in cui vi
trovate, in modo che i soccorsi sappiano esattamente dove arrivare Oltre a questo è possibile inviare un messaggio vocale od un testo con il quale descrivere il problema.
Un’altra app che uso, si chiama ENDOMONDO, anch’essa gratuita.
Permette di tenere traccia del percorso effettuato assieme a molti altri dati, distanza percorsa, tempo di percorrenza dislivelli e in più memorizza una mappa del percorso effettuato.
Purtroppo, essendo in montagna, perde spesso il collegamento con i satelliti per cui non è sempre preciso Nel mio caso tendeva a misurare le varie tappe con un kilometraggio superiore a quanto
riportato sulla guida.
[Il Cammino Celeste è presente anche sull’App di Cammini d’Italia!]
ACQUA
Ho portato sempre con me 3 bottigliette di plastica da 1/2 litro ciascuna di acqua nelle quali avevo sciolto dei sali minerali.
Visto che le tasche laterali dello zaino sono scomode da raggiungere camminando, per cui ho risolto il problema con un fodero che si aggancia alla cinghia ventrale dello zaino e che
rimane sempre a portata di mano.
DOPING (legale)
Ho portato con me delle confezioni dopanti tra cui il PRONTO ENERGY GEL( quelle che usano i maratoneti, per intenderci), sono piccole, non pesano e quando le gambe si fanno pesanti, danno un
buon aiuto a ripristinare gli zuccheri nel sangue.
BASTONCINI
(questo è solamente il mio personale parere) In pianura non servono, anzi, sono di impiccio, sono molto utili in salita perché aiutano lo sforzo delle gambe, e in discesa che assicurano una maggiore
stabilità, specialmente nei tratti accidentati. Io invece trovo molto più funzionale un robusto bastone lungo almeno 170 cm, meno efficace dei
bastoncini in salita, ma molto più efficiente nelle discese.
SCARPE
Fino a Vencò vanno bene anche scarpe da running, da lì in poi servono scarpe più robuste io ho usato degli scarponcini da montagna, sono più impermeabili rispetto alle scarpe da ginnastica e
tengono meglio il piede.
Contenuto dello zaino
biancheria intima
pantaloncini corsi
magliette
calze
1 tuta da ginnastica
una mantellina impermeabile
Cappello
Crema solare
Cerotti
qualcosa da mangiare (panini, frutta)
Acqua (3 bottigliette da mezzo litro)
Sali minerali
Gel energetico
Batteria tampone per cellulare
stuoino da palestra
Sacco a pelo
ciabatte
Prima di proseguire devo ammettere che, abitando nelle vicinanze di Cormons, sono partito avvantaggiato potendo contare su un team di supporto; (mia moglie), questo mi ha permesso di
viaggiare leggero e dormire nel mio letto per le prime tre sere (Aiello, Cormons e Castelmonte) e di cenare in sua compagnia per le due seguenti (Masarolis e Montemaggiore).
Quello che segue è un diario semi-serio che scrivevo e pubblicavo, i pensieri sono buttati lì alla rinfusa, (con il cellulare non è molto comodo correggere e riordinare. Ho apportato solo leggere correzioni, ho preferito lasciare il più possibile originale perché mi ricorda meglio i momenti nei quali scrivevo.
Tappa 01 del Cammino Celeste
Eccoci qua! Partito da Aquileia alle 11 circa ed arrivato a Versa verso le 16. L’arrivo era ad Aiello, ma andavo talmente veloce che non ho fatto in tempo a fermarmi. (ad Aiello mi sono fermato a
mangiare un panino e, visto che ero ancora in forze, ho proseguito fino a Versa dove mi ha raggiunto il team di supporto (moglie) per la cena e la notte nel mio letto).
Percorso abbastanza monotono, a parte la partenza tra i ruderi di Aquileia, (che non avevo mai visto) Itinerario, abbastanza ben segnalato.
Domani completo il secondo tratto con arrivo a Cormons, proseguo per il terzo tratto verso Castelmonte, ma penso di arrivare solo fino a Lonzano per dar modo al mio team di supporto di venire a recuperarmi per la cena e il pernottamento nel mio letto. A domani!
2 giorno, fatto! Verso Cormons
Partenza verso le nove da Versa, prima destinazione colle di Medea ed Ara Pacis. Credo che pochi conoscano cosa offre questa collina a due passi da noi, ha parecchi spazi attrezzati per merende
all’ombra e dei bellissimi sentieri panoramici, la scalinata che porta alla chiesetta e quell’enorme monumento.
Se una domenica non sapete cosa fare, prendete in considerazione questa meta. Tornando a noi a causa della mia dabbedaggine, avendo trascurato di consultare la mappa, ho
imboccato un sentiero che, dopo 300 metri di ripida discesa mi ha portato in mezzo ai rovi prima di scomparire.
Ho avuto i miei seri problemi (e innumerevoli graffi) per riuscire a raggiungere una strada ed arrivare infine a Bordano dove un componente del mio campo base (moglie) mi ha recuperato; per
il pranzo ed un’oretta di riposo. Il pomeriggio, ripartito dallo stesso luogo completato (sotto il sole cocente) gli ultimi 5 km della
seconda tappa con arrivo a Cormons. Breve sosta per timbrare la credenziale e iniziato la terza tappa con salita sul monte Quarin verso la
fine della discesa, trovato una stradina che scendendo a valle attraversava un abitato di poche caso ( Centa di S. Giovanni) è borgo del 1400, le cui case sono rimaste quasi inalterate.
Non sono riuscito a raggiungere Lonzano, come avevo intenzione, causa una visita, (con conseguente e inevitabile birra), ad un mio cugino che casualmente abita lungo il percorso.
Mi sono fermato all’altezza del castello di Trussio, da dove il team di supporto mi hanno riportato al campo base. (cena e pernottamento)
Che dire, percorso migliore di quello del giorno precedente, qualche salitina per spezzare la monotonia e paesaggi sicuramente migliori.
Spero di non avervi annoiato e spero, che a qualcuno venga la voglia di provare. Ciao e a domani
Terzo giorno. Cormons Castelmonte
In estrema sintesi, bello, faticoso! Ripartito da dove mi ero fermato ieri, sotto il castello di Trussio (un amico ha condiviso con me i
primi km) il primo tratto, è su strada asfaltata senza marciapiedi e con parecchio traffico. Questo fino al valico di Vencò dove si abbandona la strada provinciale e si comincia una piccola
salita che ti porta a percorrere sulla cresta delle colline, alcuni km in mezzo ai vigneto. Paesaggio molto bello, unico neo e che non è ombreggiato.
Il discorso cambia più avanti, dopo la congiunzione con la strada che sale da Lonzano, il sentiero diventa ombreggiato e piacevolissimo da percorrere, almeno fino a quando non si incrocia il
percorso ciclabile che comincia con una salita, anzi, una SSSSalita quasi da arrampicata. Il percorso prosegue allegramente tra boschi, brevi tratti sotto il sole saliscendi, si incrociano paesi,
alcuni conosciuti, come Scriò, Mernicco, Albana e altri (la cui esistenza l’ho scoperta oggi) molto più piccoli Si fa una discesa che porta a valle ripidissima (tipo pista nera di fantozziana memoria)
faticosa da fare con le scarpe da running che uso. E poi, e poi si arriva a Centa, il cui nome non richiama assolutamente il numero di case, neanche se
sommato con i suoi abitanti, animali domestici compresi, che ha una chiesetta molto carina risalente al 1400 proprio al centro dell’abitato
Qui mi sono fermato per mangiare qualcosa e riposare un’oretta, subito si è avvicinata una signora che abita vicino, molto gentile che mi ha permesso di visitare la chiesetta e timbrare la credenziale.
Se passate nelle vicinanze, il luogo merita una visita. Dopo 50 metri, inizia la via crucis, detto in altre parole, la salita che porta a Castelmonte (non ho
mai capito perché si usa dire la salita che porta, niente di più falso, tocca camminare e basta).
Percorso molto pittoresco, in mezzo ai boschi, che se a uno scappa da dire vorrei che non finisse mai!, ha subito l’impressione di essere stato esaudito.
Comunque, dai e dai, tornante dopo tornante si arriva a Castelmonte, una lunga scalinata e poi è finita.
Solito recupero da parte del mio team, cena e pernottamento circondato dall’affetto dei miei cari Che dire, sono rimasto molto soddisfatto, anche se cammino da solo, non ho mai sofferto la
solitudine e aspetto il prossimo giorno per il quarto tratto Castelmonte _ Masarolis. Un grazie a quelli che mi seguono
Ciao a tutti e a domani. Amos
Quarto giorno Castelmonte Masarolis
Ciao a tutti Completata anche la quarta tappa Castelmonte Masarolis Partenza alle 9 dal piazzale, subito una lunga discesa tutta in mezzo al bosco fino al fondovalle a
Purgessimo, poi un tratto in pianura costeggiando il Natisone fino a Cividale. Città che, abitantdo nelle vicinanze conosco bene, per cui non avendo interessi turistici ho fatto solo
rifornimento di acqua, mega coppa di gelato come pranzo e via Per chi non conosce questa città, consiglio di prendere la prima strada a destra dopo il ponte del
Diavolo e visitare la parte antica. Uscendo da Cividale in direzione nord, comincia un lungo tratto di salita abbastanza dolce che vi
accompagnera fino all’arrivo a Masarolis (da 60 a 80 abitanti, a seconda dell’ora).
Nei paese non ci sono né bar né negozi. Si viene ospitati in una struttura che dispone di due letti e
un numero imprecisato di brandine, con docce e cucina (con già dei generi alimentari) a
disposizione. Adesso il percorso è molto bello, quasi sempre in mezzo al verde, non faccio molte foto perché
verrebbero tutte simili, tappa molto lunga, il mio GPS indica 29.260 metri, ho tenuto una media di
13 minuti scarsi x km. Dimenticavo, ieri salendo a Castelmonte ho visto 2 volpi attraversare la strada.
Ieri sera sono arrivati due ragazzi toscani Alessandro e Silvia e da adesso proseguiremo assieme.
Nel paese non ci sono ne bar ne negozi (sappiatevi regolare). Tanto per cambiare, i componenti del mio staff di supporto, (moglie e una coppia di amici) mi
hanno raggiunto e siamo scesi nel paese sottostante per cenare in compagnia Scrivo con il cellulare, così come viene e i pensieri sono buttati li alla rinfusa
Penso di aver scritto tutto, potrei parlarvi ancora dei pensieri filosofici che mi vengono in mente camminando, oppure della nuova preghiera del pellegrino che ho inventato (ma forse qualcuno mi
ha ispirato) ma per adesso vi risparmio la pena. Ciao a tutti
Amos
5 Giorno Masarolis – Montemaggiore
Partenza verso le 9, con i nuovi amici, subito una salita a modi saluto e poi, tutto un saliscendi.
Bel percorso, quasi tutto in ombra, con qualche guado per rinfrescare i piedi.
Arrivati A Prosenicco verso le 12, interessati più alla trattoria che alle bellezze del paese, sosta all’antica osteria Al centro, gnocchi (ottimi), verdura e timbro sulla credenziale.
Durante la (lunga) sosta, un breve acquazzone, poi una ripida discesa nel bosco con il terreno reso
scivoloso dall’acqua e Come per magia (o miracolo che dir si voglia) trovato all’inizio del sentiero un bastone robusto, perfetto per stabilizzare la discesa, bastone che mi ha accompagnato per il resto del viaggio e che conservo per le future camminate.
Dai e dai, cammina che ti cammina, arriviamo a Monteaperta dove avevo (ultimo) appuntamento
con il mio staff di assistenza (moglie e la solita coppia di amici) per cena, pernottamento nel B&B
Montecarlo, bella camera, pulita e confortevole.
I miei amici hanno pernottato nella struttura convenzionata, anch’essa molto confortevole con molti
letti e con cucina a disposizione.
Anche a Montemaggiore non ci sono negozi
6 giorno Montemaggiore –Rifugio ANA
Partenza alla solita ora (verso le 9), solita salita del buon giorno, camminato per tre ore per arrivare verso le 12 a Monteaperta, pranzo (indimenticabile) presso la locanda dell’orso consigliatissima!!!
(un grande grazie a Carlo per l’accoglienza)
Pieni come otri, affrontiamo spavaldamente la salita verso il rifugio, più di tre ore di cammino la
prima parte nel bosco e un lungo tratto scoperto per fortuna con tempo nuvoloso.
Il rifugio era chiuso, era disponibile solo il bivacco (informatevi prima in modo da organizzarvi)
Non faceva proprio caldo, abbiamo accese le due stufe per scaldarci, cena con i nostri viveri al lume
delle pile, portato giù in cucina tre letti dal dormitorio per stare più al caldo, chiacchierata e dopo
subito a nanna.
Al mattino, rimessi a posto i letti, cancellate tutte le tracce del nostro passaggio e partenza
A Monteaperta fate abbondante rifornimento di acqua perché se il rifugio, è chiuso, vi deve bastare
per la salita, la sera e buona parte della discesa verso Prato di Resia.
Nel bivacco c’é la cucina con un po’; di generi alimentari a disposizione, ma consiglio di portarvi
dietro quello che vi può servire
Non c’è campo per il cellulare fino a quasi Prato di Resia
7 giorno Rifugio ANA – Prato di Resia
Ciao a tutti, ci sono ancora!!!
Completata la settima tappa, arrivato a Prato di Resia.
Due sera fa, a Montemaggiore era a letto e volevo scrivere qualcosa ma, ho chiuso un attimo gli
occhi e mi sono svegliato tre ore dopo con il cellulare appoggiato sulla faccia e allora ha deciso di
lasciare perdere.
Al mattino, prima una leggera salita, giusto per sciogliere le gambe poi una lunga discesa in mezzo
al bosco, fondo irregolare e scivoloso fino al passo Tanamea, breve tratto asfaltato ed ECCOLA la
salita molto ripida che ci porta fino alla casera Nischiuarch.
Lunga e piacevole sosta con due persone incontrate lungo il cammino e con due volontari che si
occupano della manutenzione, ci hanno gentilmente offerto una pastasciutta e riforniti di acqua
Una piacevole discesa su strada sterrata, una breve salitina e a seguire una mostruosa, lunga e ripida
discesa su strada asfaltata, micidiale per le gambe
Causa stanchezza abbiamo rinunciato alla deviazione per vedere il fontanone Barman (peccato,
breve tratto in piano ed eravamo pronti (non era vero) per la inaspettata salita che ci attendeva per
arrivare al paese di Gniva, altra discesa e, in vista dell’arrivo una terrificante e senza fine scalinata
che abbiamo eroicamente affrontato, arrivando infine, freschi come cactus del deserto alla tanto
agognata meta.
Purtroppo siamo arrivati quando la foresteria era chiusa (chiude alle 17) ma dopo una telefonata,
forse commossa dai nostri pianti una gentilissima signora ha accettato di fare uno strappo alla
regola, riaprire e permetterci così di sistemarci alla grande per la notte.
Bisogna aggiungere che questa persona ha avuto anche la bontà di accompagnarci in auto in un
locale leggermente distante per la cena visto che l’albergo del paese per motivi di personale, non
poteva offrire questo servizio (grazie ancora).
Alloggiati nella foresteria dove, con una modica spesa abbiamo la possibilità di farci una salutare
doccia e dormire in un comodo letto e finalmente un incontro ravvicinato con della birra fresca.
Il percorso è impegnativo, non è proprio come andare dalla spiaggia vecchia alla spiaggia nuova a
Grado non sto a descriverlo adesso, lo farò con calma al rientro, vi basti sapere che di una bellezza
che non finisce mai di stupire.
Adesso sono pronto per la cena, vediamo quando rientro
8 giorno Prato di Resia Dogna
Allora, come vi stavo dicendo, ieri sera siamo arrivati a Prato di Resia, stamattina partenza per
Dogna.
Faccio poche foto del paesaggio perché non riuscirebbero a rendere la maestosità dei luoghi e anche
quelle le posterò alla fine
Appena partiti, giusto per gradire, subito una lunga salita, per fortuna con un bel fondo e
abbastanza lenta, più un tratto di saliscendi, sempre ombreggiato e poi, la discesa verso Chiusaforte,
anch’essa ombreggiata, ma a causa del fondo molto dissestato e roccioso, abbastanza impegnativo
ma con dei paesaggi meravigliosi.
Dal fondovalle, fino a Chiusaforte e poi fino a Dogna, un lungo tratto su strada asfaltata e trafficata
Ci sarebbero tante cose da dire ma per adesso non mi dilungo oltre ma non posso trascurare un
accenno alle persone che a vario titolo ho incontrato in questi giorni, persone la cui cordialità,
disponibilità e gentilezza hanno reso indimenticabile questa mia piccola esperienza.
Chiudo qui per adesso, al mio rientro, se qualcuno sarà interessato, potremo incontrarci.
Come al solito, un testo scritto al volo in modo disorganizzato.
Ciao a tutti
8 giorno (seconda parte) Dogna – Valbruna
Per prima cosa, devo confessare una malefatta, ma prima, sperando di conservare la vostra amicizia,
vi spiego i motivi che mi hanno portato a questo
Il primo è che ho una vescica sotto un piede che fa male camminando e che continua a perdere
liquido (io penso che gran parte della birra che bevo, esca da lì.)
Il secondo motivo è che i miei amici toscani (DOC) devono terminare il giro domani.
Insomma, per farla breve, il nono tratto, lo abbiamo fatto in pullman.
Quindi…
Nona tappa Dogna – Valbruna, in pullman.
Sosta a Valbruna con ristoro e annesso riposo (con pisolino) per finire, a piedi un ulteriore tratto
fino a Camporosso, trovato alloggio dalle suore, uscita x cena e rientro tassativo entro le 10 e subito
a letto stanchissimi e gli occhi si chiudono
Ciao a tutti
A Doman…. zzzzzzzzz
9 giorno Camporosso – Monte Lussari
Partenza prima del solito, verso le otto, ringraziato le gentilissime suore per l'ospitalità, sosta tattica
per rifornimento calorie al bar, zaino in spalle e via!!!
Indovinate un po’ salita, poi salita, poi salita e per finire in bellezza, salita.
Dopo quasi tre ore sii arriva al piazzale con il monumento che indica la fine del cammino e si tira
un grosso sospiro di sollievo.
SIAMO ARRIVATI!!!
Un abbraccio e un grazie ai miei compagni di viaggio
Gioia e tristezza allo stesso tempo, gioia per avere portato a termine l’impresa e tristezza perchè era terminata.
A questo punto lasciatemi spendere qualche parola, ovviamente si doveva proseguire fino al paese
principalmente per mettere l’ultimo timbro sulla credenziale e, visto che c’eravamo, cercare un bar
e festeggiare con un prosecco il termine del cammino. (ad essere sinceri, abbiamo continuato e
completato ben bene i festeggiamenti in un ristorante)
Rimaneva da fare un ultima salita (molto ripida) e qui, abbiamo vissuto uno dei momenti più belli di
questi giorni.
È stato quando, quasi alla fine della salita abbiamo visto spuntare come per magia, IL
CAMPANILE DEL SANTUARIO.
Impossibile da descrivere l’emozione che ci ha avvolti in quel momento!
Avete mai avuto il desiderio e l’impressione che il tempo si fermi?
Ecco, è quello che è successo a me!
La fatica, le vesciche, i dolori vari, scomparsi, sostituiti da un impagabile senso di gioia
Fermi tutti!
Pausa!
Fermate il mondo, please !!!
Immobili per qualche minuto di contemplazione per assaporare in pieno la gioia di questo
momento, foto ricordo e poi… gli ultimi metri.
SIAMO ARRIVATI!!! E questa volta sul serio
Conclusioni
Ed eccoci qua, ciao a tutti!
come tutte le cose belle, anche questa è finita, tempo di bilanci, titoli di coda e ringraziamenti.
Cominciamo da questi, per primi voglio ringraziare due meravigliosi ragazzi, Alessandro e Silvia,
incontrati durante il percorso, con i quali ho condiviso gran parte del camino, godendo della
reciproca compagnia, trovando (nonostante la differenza di età) molti interessi in comune, con la
certezza che l’amicizia che si è creata continuerà anche in futuro.
Altro GRANDE ringraziamento a tutte le persone con le quali abbiamo interagito durante il viaggio,
grazie a tutti loro per la generosità, la disponibilità e la gentilezza che ci hanno riservato.
Un grazie anche agli organizzatori e promotori di questa iniziativa che mi ha permesso e, spero,
permetterà anche a qualcuno di voi, di godere di questo meraviglioso tracciato.
E già che ci siamo, un simbolico grazie anche al nostro Friuli che ci riserva dei luoghi incantevoli a
portata di mano.
Ovviamente un grazie anche a tutti voi che avete seguito apprezzando e commentando ( soprattutto
incoraggiandomi) questi miei strampalati e disorganizzati post.
Ok, adesso viene il difficile, I BILANCI, difficile perché ammetto di non avere ancora
metabolizzato il tutto, il bilancio è SICURAMENTE positivo, sono contentissimo di aver fatto
questo viaggio e provo una piacevole sensazione di appagamento ripensando agli avvenimenti
appena trascorsi, ma devo ancora analizzare il tutto a fondo per apprezzare completamente tutto il
positivo che ho ricevuto.
Adesso che è finito, provo quasi un senso di vuoto e di dispiacere che questa 'avventura', sia
inevitabilmente terminata, ma è un dispiacere che i bei ricordi lo rendono dolce.
Ho rivisto le foto scattate, come già immaginavo, rendono, sicuramente anche per mia incapacità,
molto poco della bellezza che vedevo mentre scattavo, nei prossimi giorni cercherò di sistemare per
quanto possibile questi ricordi visivi.
Nei prossimo giorno mi metterò di impegno per scrivere un pochino meglio questa specie di diario,
cercherò di descrivere le varie tappa, dare qualche consiglio, basato sulla mia personalissima
esperienza a chi volesse eventualmente cimentarsi in questa meravigliosa avventura
Adesso chiudo perché noto che il confine che divide un post da un romanzo, si sta pericolosamente
avvicinando.
Aggiungo solo che se qualcuno fosse interessato a fare una chiacchierata (stranamente noto che chiacchierata fa rima con bicchierata), mi contatti pure. (abito vicino a Cormons)
Grazie a tutti per la pazienza, spero che leggendo queste note, qualcuno si senta spinto a vivere a
sua volta questa esperienza
Pellegrino (no, non ridete, essendo un cammino religioso, ci chiamavano proprio così)
Amos Pastorutti