CAMMINO NATURALE DEI PARCHI
Un Cammino itinerante da Roma a l’Aquila che in circa 430 km permette di esplorare luoghi, paesaggi, il patrimonio storico-culturale e la biodiversità di un’ampia area dell’Italia Centrale a cavallo di due regioni, il Lazio e l’Abruzzo.
Il cammino è suddiviso in 25 tappe da percorrere in 4 settimane, e attraversa tre province e ben 42 comuni, con alcuni borghi tra i più belli d’Italia. Il tracciato permette di conoscere e apprezzare la natura dei luoghi, ricca e mutevole nel corso delle stagioni, protetta da ben 7 aree naturali (4 parchi regionali e 2 riserve naturali nel Lazio e un parco nazionale tra le province di Rieti e l’Aquila), e caratterizzata da 2 monumenti naturali e svariati siti Natura 2000 (di importanza comunitaria SIC/ZSC e zone di protezione speciale ZPS).
Scheda Tecnica
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Lunghezza:
430 km -
Tappe:
25 -
Durata:
25 giorni -
Partenza:
Roma, Circo Massimo -
Arrivo:
L'Aquila -
Tema:
naturalistico | montano | panoramico -
Stagione ideale:
primavera | estate | autunno
STORIA
Il Cammino Naturale dei Parchi è stato ideato da un gruppo di tecnici e guardia-parco delle aree protette della Regione Lazio per facilitare, promuovendo il turismo lento, la scoperta delle aree interne, dei parchi e riserve naturali, dei borghi dell’Appennino e della ricca biodiversità che caratterizza quei territori, che ospitano popolazioni di lupi, cervi, aquile reali e dell’orso bruno marsicano.
Il tracciato è stato pensato non solo per escursionisti esperti, ma per tutti coloro che vogliono vivere un’esperienza benefica per anima e corpo a contatto con la natura. Il camminare lento pervade il senso delle cose e la concezione della vita dei partecipanti, il loro comportamento e il benessere psicofisico. Crea un rapporto con l’ambiente e il territorio circostante, l’incontro con le persone arricchisce le relazioni umane e la socialità di chi cammina, accrescendo le loro conoscenze e il rispetto sia per la natura che per le terre degli uomini.
Con il suo itinerario il Cammino Naturale dei Parchi unisce le diverse aree protette che si susseguono nel percorso tra Roma e l’Aquila creando una rete che, passando per diverse regioni, promuove la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e anche religioso, e favorisce lo sviluppo del turismo sostenibile. In questo cammino si attraversano anche le aree colpite dai recenti terremoti del Centro Italia: un’occasione per esprimere con la presenza fisica i vincoli di solidarietà che ci accomunano.
SEGNALETICA
Lungo il Cammino Naturale esiste la segnaletica verticale e orizzontale.
FONTI D’ACQUA
Inizio e fine tappa sono presenti fonti d’acqua, Soltanto al Fine tappa N.6 in Loc. Monte Livata Non ci sono fonti.
Sono presenti fonti intermedie d’acqua lungo il cammino tranne sulle Tappa 6, Tappa 7, Tappa 9, Tappa 10, Tappa 15, Tappa 16, Tappa 19, Tappa 21, Tappa 23, Tappa 24, Tappa 25.
SERVIZI
Ci sono Alimentari su tutte le tappe. Sulla tappe 5 prima di Arrivare a Guadagnolo c’è il paese di capranica prenestina dove è presente un alimentari. Sulla Tappa 11 Castel di Tora-Marcetelli a Fine tappa è presente un Bar che puoi dare sostegno. Sulla Tappe 14 – 15 -23-24- non ci sono alimentari
TAPPE
TAPPE 1°SETTIMANA 1-6
TAPPE
Tappa 1:Percorrendo via delle Terme di Caracalla e poi via di Porta San Sebastiano si comincia a respirare la storia.Superata la Cartiera Latina, il cammino si inoltra nella valle della Caffarella, teatro di miti e leggende forse suggeriti dai morbidi rilievi che ne fanno un confine naturale, certo dalla presenza dell’Almone, piccolo affluente del Tevere, dai romani ritenuto fiume sacro sin dai primordi.Fatto il pieno di natura, passando per la fonte Egeria si prosegue sul lato sinistro che costeggia via dell’Almone e successivamente via Cecilia Metella.Ci si ritrova così sulla Regina Viarum, dove ci faranno compagnia l’antico basolato, i sepolcri e le ville imperiali. Da Frattocchie si sale verso i Castelli lungo la viabilità secondaria, ma arrivati a Castel Gandolfo in premio il panorama sul lago di Albano.
Partenza da Roma Circo Massimo arrivo a Castel Gandolfo Km 23 D+ 420.
Tappa 2: Uscendo dal borgo di Castel Gandolfo, nota residenza estiva dei Papi, si entra nella zona boscosa del cratere del lago di Albano, che in questo tratto ospita la Via Francigena del Sud. Si prosegue in direzione di Rocca di Papa, tra boschi cedui di castagni; risalendo l’antica Via Sacra che portava al Tempio di Giove Laziale, caro ai popoli latini e romani, si raggiunge l’orlo craterico dei Campi d’Annibale nei pressi del cono di scorie di Monte Cavo. Nelle vicinanze si trova la più alta elevazione dell’intera struttura vulcanica rappresentata dal Maschio delle Faete (956 m s.l.m.). La discesa verso i Pratoni del Vivaro consente l’accesso a zone di notevole interesse come il Bosco del Cerquone, relitto di l’antico bosco e i Pantani della Doganella, siti della rete Natura 2000, con vasche permanenti che ospitano diverse e rare specie di anfibi. L’arrivo al borgo di Rocca Priora lascia spazio a panorami mozzafiato che si estendono dalla costa tirrenica ai monti appenninici.
Partenza da Castel Gandolfo arrivo a Rocca Priora Km 24,500 D+948
Tappa 3: Dall’abitato di Rocca Priora ci si inoltra su Via della Montagna Spaccata nel castagneto inizia la tappa di trasferimento ai Monti Prenestini. Il percorso si sviluppa dapprima su strada asfaltata snodandosi attraverso la tipica campagna romana che caratterizza il territorio di Carchitti con i suoi estesi frutteti e le tipiche coltivazioni di fragole. Attraversata la strada consolare Via Casilina, il tratto prosegue in località Valvarino (fraz. di Palestrina), lungo la carrareccia che attraversa l’antica tenuta di campagna della famiglia Barberini, fino a raggiungere Via degli Olmi che conduce direttamente all’abitato di Palestrina. In lontananza si può già ammirare la città dell’antica Praeneste sulle cui pendici si erge il Tempio della Dea Fortuna (II sec. A.C.) e il sottostante Palazzo Colonna Barberini che ospita il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina. Il percorso si snoda attraverso il centro storico della città tra piccole piazze e caratteristici vicoli.
Partenza Rocca Priora arrivo a Palestrina Km 16,3 D+ 508
Tappa 4: Dal centro storico della città di Palestrina si raggiunge Castel San Pietro Romano, Il percorso attraversa il Monumento Naturale della Valle delle Cannucceta, area naturale protetta del Lazio dal 1995. Ricca di sorgenti, parte incanalate in un acquedotto sotterraneo risalente all’epoca romana, l’area presenta una spiccata biodiversità sia dal punto di vista faunistico che vegetazionale. Successivamente si raggiunge l’abitato di Capranica Prenestina, piccolo comune situato sulla dorsale dei Monti Prenestini che raggiungono e superano i 1.200 m con il Monte Guadagnolo ad est di Roma, dove è posta l’omonima frazione di Guadagnolo che rappresenta il centro abitato non comunale più alto del Lazio. Lasciato l’abitato di Capranica Prenestina, ci si ritrova a calcare le vecchie strade di transumanza, dove si avvicendano ambienti di nuda roccia, pascoli e fitti boschi di querce. Il sentiero che conduce fino a Guadagnolo si sviluppa lungo le creste che uniscono i due paesi, offrendo anche in questo caso panorami unici, che spaziano dal mare fino alle catene appenniniche centrali.
Partenza da Palestrina Arrivo a Guadagnolo Km 20 D+ 1395
Tappa 5: Da Guadagnolo si scende sulla strada asfaltata direzione il Santuario della Mentorella. Luogo tanto caro a Karol Wojtyla Papa e uno dei siti di passaggio di San Benedetto. Dal Santuario il percorso si fa sentiero vero e proprio, perdendo decisamente dislivello con una serie di svolte, tagliando il versante orientale. Sotto una serie di balze si torna su strada sterrata fino ad uno spiazzo con pannello. Tralasciando la strada di destra che scende si prosegue per quella che si sviluppa inizialmente in piano, a sinistra. La passeggiata è dolce e attraversa un bosco rado di querce, finché alla fine si perde un pò quota fino alla strada provinciale. La si attraversa per continuare su un’altra strada bianca. Percorrendola tutta, senza svolte, e superando dei canali d’acqua si fiancheggiano delle attività produttive in prossimità di un’altra asfaltata. Si cammina sulla stessa, verso sinistra, fino al bivio in salita che va verso Cerreto Laziale. Percorrendo via Costa sole per circa 300 m si devia a destra per Via della Circonvallazione percorrendola per circa 1 Km per poi deviare a destra e prendere un sentiero in lieve discesa che conduce ad una piccola aratura in piano. Si comincia a salire in un castagneto fino a raggiungere la provinciale SP47 e prendere poi una strada sterrata che conduce al sentiero che conduce a Rocca Canterano. Al paese, percorrere via romana che si deve lasciare a destra dopo circa 200 metri immettendosi in una strada secondaria che conduce al successivo borgo di Canterano e ancora fino ad intercettare di nuovo la provinciale SP47. Infine, immettendosi in una strada secondaria che conduce alle rive del fiume Aniene e da qui proseguire in direzione a Subiaco.
Partenza da Guadagnolo(capranica Prenestina) arrivo a Subiaco Km 24 D+ 638
Tappa 6: Partiamo dal centro di Subiaco destinazione Monasteri Benedettini di Santa Scolastica e del Sacro Speco per fermarsi a visitare le meraviglie storiche. Continuiamo con indicazioni dei segnavia del Parco che ci accompagneranno fino alla meta. Dopo diversi chilometri percorsi calcando strade bianche che ci fanno salire e superare la fascia del bosco misto, la dove la strada finisce, in coincidenza di un trivio si prende il sentiero che va in traverso a sinistra ed entra nella valle. Lasciando i versanti più assolati il faggio diventa essenza arborea dominante. Risalendo con regolarità la valle si tralascia sulla destra un altro bivio con sentieri che conducono ai prati di Frassigno (681c). Si arriva ad una confluenza tra due valli e si continua per quella di sinistra arrivando poi a delle belle radure che si alternano a rose canine e meli selvatici: siamo nel bel mezzo della Valle delle Mele. Ancora avanti ecco un altro bivio tra sentieri ufficiali, e noi ancora dritti in salita nell’impluvio erboso appena accennato. In questa parte alta dominano gli spazi aperti e dopo aver attraversato un bosco più termofilo con anche querce ed aceri, all’altezza di un’altra piccola faggeta ci si immette in una sterrata che scende da Colle Rotoli. Calcando questa si arriverà alla meta, davanti al Centro Visita del Parco, in prossimità dell’Anello di Monte Livata.
Partenza da Subiaco arrivo a Monte Livata Km 11 D+1067
TAPPE 2°SETTIMANA 7-13
Tappa 7: Lasciamo la dolce conca di Monte Livata in direzione Fonte Acquaviva fino a Campo dell’Osso (segnavia CAI 672a). Proseguendo per il 673c, al principio si bordeggia sul fianco destro la strada asfaltata che sale verso gli impianti da sci de la Monna, si giunge ad un bivio ignorandolo, si oltrepassano le piste da discesa e si lambisce la parte bassa del primo bell’ alpeggio di Campo Minio. Si va oltre e con una salita più sostenuta ecco intercettare una strada bianca che ci farà affacciare sul balcone panoramico de le Vedute, prodromo del notevole punto d’osservazione a 360 gradi che si gode dalla cima di Monte Autore, raggiunta da lì dopo appena altri 20 minuti. Ritornando alle Vedute si prendo il lungo e favoloso Vallone dell’Autore in direzione Camerata nuova, valle incastonata in un’immensa faggeta e che nella parte mediana è punteggiata da stretti prati allungati che fanno rimirar il cielo. Come un immissario in un bacino, la valle sfuma sull’immenso e strabiliante pianoro carsico di Camposecco, passando dall’ombra dei boschi alla luce delle praterie di quota. Si punta verso la casetta-ricovero conosciuta come Rifugio di Camposecco e si prende per la manciata di segnavia del gruppo 664 che conducono verso l’abitato di Camerata Nuova. Attraversando altri pascoli di una valle laterale si giungerà alle rovine dell’antico abitato di Camerata, distrutto nel 1881 da un incendio, e da qui con una discesa più impegnativa si arriverà infine al paese.
Partenza da Monte Livata arrivo a Camerata Nuova Km 20,6 D+ 590
Tappa 8: Partiamo da Camerata Nuova passando per Rocca di Botte il cammino si dipana per una serie di strade bianche che attraversano i boschi in prevalenza a quercia alla base dei versanti orientali della catena dei Simbruini laziali. Nel primo tratto si passa al fianco del cimitero di Camerata e poi di un abbeveratoio. Avvicinandoci a Rocca di Botte si incontrerà anche un maneggio. Superato il paese si sale in direzione del crinale raggiungendolo in prossimità del Monte San Fabrizio. Si arriverà ad Oricola giocando spesso a fil di crinale, un pò a ovest e un pò a est. Oltre Oricola e per giungere alla Tiburtina (SR5) si affronterà la montagna che sovrasta Arsoli e che ospita due cave. Si attraversano i tre assi viari e si affronterà l’ultima salita per Riofreddo. Oltre il borgo, il recupero di un’antica carrabile, permetterà di giungere a Cineto Romano con un lento e non lungo digradare.
Partenza da Camerata Nuova Arrivo a Cineto Romano Km 18,1 D+ 676
Tappa 9: Con questa tappa si attraversa la parte orientale dei Monti Lucretili. Partiamo dal borgo di Cineto Romano con il suo ameno castello, dopo un primo tratto di strada sterrata, la traccia diventa un bel sentiero e camminando in un’alternanza di boschi di querce e radure con suggestivi scorci panoramici, si guarderanno anche tre ruscelli. La vista del Fraturno, lago più grande, invita a fermarsi per una sosta sulle sue rive. Proseguendo fino al paese di Percile, circa a metà del percorso, è tutta un’ampia, e piuttosto comoda passeggiata.Dalla piazza si scende lo stradello sottostante, si traversa la provinciale e dopo una svolta si lascia la sterrata in direzione Nord. Dopo un po’ il sentiero assume le sembianze di una vecchia mulattiera di servizio dei terreni che venivano coltivati, quando la comunità di questi borghi lavorava e viveva soprattutto dei prodotti della propria terra. Un’archeologia rurale che si può percepire e recuperare con il pensiero, nel mentre si cammina e si osservano gli antichi muretti a secco, crollati, interrotti e trasformati nelle loro dimensioni e geometrie. Continuando a salire, quasi come una sorpresa e dove la querceta si dirada, poco al di sotto del piano del sentiero delle balze e pareti di roccia svelano i bordi dell’ampia circonferenza della dolina del Pozzo dei Casali. Suggestiva! Il sentiero prosegue con ampie curve, lunghi traversi e pendenze dolci fino ad incontrarsi con il percorso di cresta, segnavia 320i. Oltre, e sempre verso Nord, in una mezz’ora si giunge ad Orvinio, pittoresco abitato e fine tappa.
Partenza Cineto Romano Arrivo Orvinio Km 18 D+ 1018
Tappa 10: Lasciando il bel borgo di Orvinio nel modo migliore; traversando per intero il suo centro storico, si scende per uno stradello che lambisce resti di antiche mura, e poi per una sterrata si arriva all’altrettanto diroccata e in parte in fase di restauro: l’Abbazia di Santa Maria del Piano, col bel campanile. Si traversano ampi pianori a pel di falda (zona dei pantani) ed un ruscello e con gli scarponi un po infangati si risale una strada sterrata principale che si inoltra in un bosco misto e dopo altre intersezioni e sinuosità porta ad una strada cementata proprio sotto Pozzaglia Sabina. Giunti alla piazza principale si prende, di fianco al monumento dei caduti, la strada asfaltata che sale in direzione delle antenne e oltre, diventando sterrata, fino alla croce ben evidente già dal paese. Sulla sella in prossimità del cocuzzolo che ospita la croce si prende il sentiero che percorre l’intero crinale ampio, erboso, delizioso e molto ripido. Pochi passi su una sterrata che viene da poco sopra il paese, all’imminente bivio si prosegue per quella che sale in diagonale sinistra e che ci porta a fiancheggiare i versanti occidentali del Monte Faito.Tratto suggestivo con bel panorama sia sulla piana attraversata che sulle lontane creste dei Monti Lucretili, la carrareccia disegna un percorso che si addentra in una fitta conifera artificiale. Altra radura, raggiunto il culmine della salita e spostandosi sul versante settentrionale dello stesso monte questo è interamente rivestito di faggi. E dalla faggeta diradata da poco, si intravede laggiù ed in lontananza l’azzurro del Lago del Turano. Sullo sfondo la gobba del Monte Navegna e poi, verso sud, quella del Monte Cervia. Usciti dal bosco e intercettata la piuttosto rovinata mulattiera che segue per buona parte il principale ed ampio crinale, per l’intera e lunga discesa si ammireranno i colori, i riflessi e le differenti insenature che caratterizzano questo piccolo e caratteristico lago artificiale. E lì, il pittoresco ed arroccato borgo di Castel di Tora.
Partenza da Orvinio Arrivo a Castel di Tora Km 13 D +561
Tappa 11: Lasciando il Bel Borgo di Castel di Tora; traversando per intero il suo centro storico, si scende per una strada con direzione Vallecupola. Deviare a destra in una stradina secondaria che deve essere percorsa per circa 300 metri, immettersi in una strada in salita in cemento per circa 1Km, Finita la strada in cemento si incrocia la strada in asfalto che conduce a Vallecupola e la si percorre in salita per circa 1 Km e ad un tornante la si lascia andando a destra per una sterrata per circa 400 m. Intercettato il fosso Valcupi, dove inizia la Riserva Naturale dei Monti Cervia e Navegna il sentiero costeggia il fosso fino ad arrivare alla Forca di Vallecupola a circa 1000 m di quota e da li ci si immette sul Sentiero Italia per circa 1 Km verso il borgo di Vallecupola.Non lontano dalla frazione di Vallecupola si abbandona la strada bianca che vi conduce per una prosegue a sinistra confinando ampi terreni prativi sulla destra e sulla sinistra avendo l’impluvio non lontano. Dopo un pò si interseca un’altra carrareccia con segnavia CAI e da qui il sentiero, che segue una antica mulattiera, si addentra in un esteso, secolare e suggestivo bosco di castagni. Questo spettacolo vi accompagnerà per diversi chilometri fino a quando non si uscirà su un breve tratto cespugliato fino a giungere su un ampia strada sterrata carrabile. Da qui e fino al fine tappa si camminerà sempre su strade bianche. Proseguendo in salita si giunge ad una bella ed ampia sella prativa (vè un pannello della Riserva di Cervia e Navegna) e si continua sulla strada che va a destra. Si traversa un bosco in traverso, si bordeggia un’intera vallata salendo senza tanti dislivelli, e poi ad un tornante stretto si sale ancora fino ad un’altro valico stretto e nel bosco. Poco prima di immettersi sull’asfaltata, si lascia la sterrata principale per una meno evidente sulla sinistra e che porta a tagliare una serie di curve. Si è ormai a monte del paese di Marcetelli.
Partenza Da Castel Di Tora arrivo a Marcetelli Km 16,9 D+ 992
Tappa 12: Partiamo da Marcetelli per arrivare a Pescorocchiano tocchiamo luoghi e paesi alle prese con il problema dello spopolamento. Il percorso parte dall’ingresso di Marcetelli ed attraverso una pista carrabile, costeggiata da castagneti, giunge a Girgenti, fondato intorno alla metà del XII sec. da esuli in fuga dalla città di Gergentum (Agrigento) a seguito delle persecuzioni di Guglielmo I il Normano, dove si può ammirare lo splendido palazzo Iacobelli, i resti della Rocca medioevale e presso la chiesa di San Sisto sono presenti due cippi del 1847 che segnavano il confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie provenienti dal circondario.Terra di briganti, il confine spesso favoriva le fughe e la latitanza verso lo Stato Pontificio. Uno dei capi banda più famosi fu Berardino Viola, nato a pochi chilometri da Girgenti nel piccolo borgo di Vallececa, la sua vita e le sue “imprese” furono riprese da Ignazio Silone per dar vita ad uno dei protagonisti dei suoi romanzi più famosi quello, appunto, di Berardino Viola in Fontamara. Questi nel romanzo era il nipote del nostro Viola, come la madre del personaggio conferma: “Dio lo vuole brigante. E’ il destino dei Viola”. Non mancano splendidi panorami che spaziano dal Lago del Salto alla catena del massiccio montuoso del Velino-Duchessa. Da Girgenti si scende attraverso un rapido sentiero sul Lago del Salto e da qui dopo aver superato il ponte della Strada Provinciale 27 si risale verso il piccolo borgo di Ospanesco che ospita un’incantevole chiesa, quella della Madonna dell’Orto risalente al 1500. Da Ospanesco, sempre su una carrareccia immersa nei castagneti si arriva alla piccola frazione di Baccarecce e da qui a Pescorocchiano.
Partenza Da Marcetelli Arrivo a Pescorocchiano Km 17,200 D+ 924
TAPPA 13: Il percorso in questo tratto si insinua verso la Riserva Naturale delle montagne della Duchessa. Tra natura e storia, l’itinerario ci porta a ripercorrere le tappe di alcuni viaggiatori europei dell’800, come Sir Edward Dodwell, al quale il sito archeologico posto sopra Alzano di Pescorocchiano deve il nome, esso infatti è conosciuto come Grotta del Cavaliere, fu durante i rilevamenti di questo sito che Dodwell colpito da insolazione trovò dopo pochi giorni la morte. Partiamo da Pescorocchiano, passando ad ovest del costone roccioso su cui sorge la parte più antica del paese, si scende verso la località “Canale” e da li superato il ponte sul fiume Salto si risale a Poggio San Giovanni e da lì a Sant’Elpidio. Da qui da “Castagneta” si segue il sentiero europeo E1, il quale punta decisamente alla “Grotta del Cavaliere”, importante sito archeologico italico-romano. La tappa attraversa i borghi di Sant’Elpidio, Colle Maggiore, Castelmenardo e Santo Stefano per giungere sino alla parte quattrocentesca del borgo di Corvaro presso Fonte Vecchia.
Partenza da Pescorocchiano Arrivo a Corvaro Km 22,100 D+ 995
TAPPE 3°SETTIMANA 14-19
TAPPA 14: Dal Museo della Duchessa si rifà a ritroso il percorso della precedente tappa fino al bivio posto sopra Fonte Vecchia dove si svolta a destra e subito dopo a sinistra per iniziare la salita che attraverso il querceto misto porterà in località “Croce”, un quadrivio, dove si svolterà a destra per seguire la carrabile, chiamata localmente “a via e sopre”, immersi da subito nei castagneti secolari. La Strada ai piedi del Monte Cava serve le attività agro-silvo-pastorali che si svolgono qui praticamente tutto l’anno, testimoniate dai tanti casali che si trovano lungo la via. Se si eccettua la Fonte del Pidocchio da dove scorga un rivolo d’acqua, l’unico punto d’acqua è “Fonte Cottorino”, a metà percorso, a quasi 1300 m di quota. Splendidi gli scorci nelle zone più aperte, con la sottostante Valle di Malito, i monti dell’Altopiano del Rascino a nord-ovest e i Monti Simbruini con la vetta del Monte Viglio a sud. L’ultimo tratto della strada bianca è costeggiato da faggi monumentali, da qui si segue, svoltando a destra, la strada che dapprima asfaltata e poi di nuovo bianca, dopo circa 2,8km giunge alla chiesa del piccolo villaggio di Castiglione di Tornimparte (AQ), il cui nome deriva dalla presenza in epoca medievale di un castello, quello di Sant’Angelo di Castiglione, testimoniato dalla presenza di alcuni resti su di un monte che domina la vallata; il complesso fu distrutto nel 1200 dalle sollevazioni popolari e venne ricostruito, come altri castelli, per la sua posizione strategica al confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli, per volere di Giovanna I di Napoli.
Partenza da Corvaro Arrivo a Castiglione Km 12,8 D+ 600
TAPPA 15: Il percorso, inizia dalla chiesa di Castiglione costeggia più in basso per qualche centinaia di metri la strada provinciale Amiternina fino a incrociare la strada che porta a Casale Calabrese, e da li si sale per prendere il ripido sentiero presso l’ex casa Cantoniera. Dopo questa parte iniziale il sentiero si immette in una carrareccia che si segue fino ad un bivio (1430 m slm) dove si svolta a sinistra. Superato il crinale in una zona aperta, si scende attraverso una pista di esbosco in mezzo alla faggeta e si prosegue poi nelle zone aperte al pascolo, lasciandosi sulla destra il primo fontanile. Arrivati a Fonte dell’Ospedale si svolta per la stradina che risale sulla destra sino alla prossima fonte dove si continua sulla strada asfaltata che porta allo splendido altopiano di Rascino. Il Lago e la zona circostante sono compresi nell’omonimo SIC “Piana di Rascino”.
Partenza da Castiglione Arrivo a Lago Di Rascino Km 12,8 D+ 600
TAPPA 16: Per un lungo tratto si cammina sul sentiero CAI 486b molto evidente in quanto coincide con una vecchia pista di esbosco. Poi si incontra il sentiero 486 anch’esso molto evidente in quanto si sovrappone ad una pista forestale con il quale si sale per circa 250 m. Arrivati in un piccolo slargo occorre svoltare verso destra, riprendere il sentiero 468b all’interno di una faggeta che ci conduce in una piccolo prato che deve essere attraversato tenendo lo sguardo attento sul lato sinistro per non perdere la segnaletica orizzontale proprio dove il sentiero comincia a riprendere quota rientrando all’interno della faggeta, ma alternandosi a zone brulle per circa 400 m ed infine immergersi nella prati sommitali fino a raggiungere Monte Nuria 1881 m slm. Arrivati in vetta il Cammino riprende immettendosi nel Sentiero Italia che si trova tenendo le spalle da dove siamo venuti sul lato destro. Si scende lungo i prati fino ad incrociare la faggeta che ci accompagna fino al rifugio De Angelis a quota 1500 m. Qui incontriamo una strada sterrata che deve essere attraversata per riprendere il sentiero che porta ad incrociare di nuovo una strada sterrata che si deve attraversare per procedere percorrendo un lungo prato per circa 800 m che conduce a sua volta ad una sella dove troviamo della faggeta. Il sentiero a questo punto comincia a scendere con decisione perdendo quota fino ad avvistare il borgo di Rocca di Fondi che viene raggiunto dopo circa 15 minuti di cammino. Giunti al paese di Rocca di Fondi prendiamo la strada in asfalto che conduce a Antrodoco.
Partenza da Lago Di Rascino Arrivo a Antrodoco Km 16,2 D+ 780
TAPPA 17: Da Antrodoco (720 m) si segue la tappa del Cammino Naturale sul sentiero Salaria 150 individuato dal CAI, che si sviluppa nel fondovalle del Terminillo lungo il torrente Velino, attraversa il centro storico del paese per poi prendere la strada statale SS4 e lasciarla dopo circa 150mt prendendo un strada sterrata sul lato destro. Il sentiero prosegue parallelo alla strada SS4 costeggiando il cantiere di allargamento della stessa per circa 5 km, per poi giungere in un tratto dove il sentiero coincide con la strada SS4 per circa 1Km e di nuovo la abbandona svoltando a destra per riprendere la vecchia strada statale. Il fondo su questo tratto è in asfalto. Affiancando la galleria, si deve continuare a percorrere la strada in asfalto e camminando sotto un cavalcavia si riprende la vecchia strada statale. Si incrocia il borgo di Sigillo dove troviamo la presenza di fonti d’acqua per dissetarsi, si continua per la strada asfaltata in direzione Posta per circa 1 ora di cammino, per poi giungere ad incrociare di nuovo la strada SS4 che seguita per circa 1,5 Km porta infine a svoltare a sinistra entrando a Posta.
Partenza da Antrodoco Arrivo a Posta Km 13,9 D+ 332
TAPPA 18: Da Posta (720 m) si segue la tappa del Cammino Salaria 150 del CAI, che si sviluppa nel fondovalle del Velino, attraversa il centro del paese e prosegue costeggiando la strada statale SS4. All’altezza della frazione di Bacugno il sentiero prosegue su strada asfaltata lungo l’antico tracciato della Via Salaria antica fino alla frazione di Santa Croce e quella di Soricone nel Comune di Cittareale. Da qui si svolta a sinistra e per una strada di collina si inizia a salire tra campi coltivati e boschetti giungendo alla frazione di Conca (860 m). Si prosegue per sentiero risalendo il versante boscoso fino ad una sella (1100 m) e poi scendendo per una mulattiera sempre più evidente alla frazione di Vezzano proprio alle pendici del borgo di Cittareale.
Partenza da Posta Arrivo a Cittareale Km 14,8 D+ 435
TAPPA 19: Da Cittareale (1000 mt) si segue la tappa del Cammino Naturale sul sentiero CAI che si sviluppa man mano che si sale sul Monte Prato, si attraversa il centro storico del paese lungo la Rocca di Re Manfredi e poi si incrocia la Via Comunale dove sul lato destro puoi vedere una strada sterrata che deve essere presa. Da questo punto il sentiero inizia a salire fino a raggiungere un pianoro (1400 m) dove si trova il riparo incustodito di Pian Periti. Qui si attraversano alcune strade sterrate utilizzate dai contadini della zona, il sentiero continua a salire prendendo un evidente vialetto verso M. Prato a 1765 m e poi si entra in una magnifica gola dove sul lato destro si vede M. Laghetto (1836 m). Il paesaggio che si incontra è un fitto prato sulla collina il sentiero sale in leggera forma per raggiungere una piccola sella (1800 m) dove il sentiero inizia a scendere passando per una traversa dove il paesaggio cambia aspetto in questo piccolo tratto diventando desolante. A una sella, con una vecchia fontana sulla sinistra, si prosegue lungo una mulattiera che dopo un po’ si insinua in un boschetto di faggi, prima in discesa e poi al limite di un pascolo in pendenza. Si perde quota con la corsia inserita tra due pendii ravvicinati. Un altro bosco e poi ancora sui prati del crinale fino ad una fontana con acqua e una pietra di confine. Per un buon tratto si cammina su dolci praterie di altitudine sempre sull’ampio spartiacque. Si gira un edificio non gestito, scende in un bacino erboso, si segue la strada a sinistra che scende in una valle boscosa e che diventa più evidente. Quindi trasversalmente, per un’altra radura con vista, e per un tratto di bosco di faggio fino ad un importante passaggio dove una strada sterrata scende verso Terracino, una frazione di Accumoli. Lasciando lo stesso quasi subito proseguiamo in diagonale a destra piuttosto impegnativa per un’altra traccia che con pochi lunghi zigzag ti consente di superare un discreto dislivello, continuando sempre sui vari rilievi della lunga cresta. Quando l’ascesa si riduce, l’incanto sui nuovi pascoli è notevole con alberi isolati e cime arrotondate che rendono armonioso il paesaggio circostante. Si blocca in un paesaggio da fiaba! La strada segue le curve delle pendici che salgono più sicuri verso un altro rifugio con una fontana, con vista sul villaggio di Terracino, e poi riprende a salire. Si nasconde in un bosco per più tempo e poi continua in un’alternanza di chiarie e faggete. Continua così fino alla parte superiore di una valle laterale. Poco prima della sella c’è un parcheggio riparato che può essere utile.
Partenza da Cittareale Arrivo a Accumoli Km 26,6 D+ 465
TAPPE 4 °SETTIMANA 20-25
TAPPA 20: Da Fonte del Campo (quota 730mt.) si percorre la strada in salita che esce dal paese e costeggia la Salaria nuova; giunti al bivio si prende a sinistra il sentiero che sale attraverso la faggeta, si intercetta e si percorre un tratto di circa 120 mt. della strada per Poggio Casoli per poi salire a sinistra sul sentiero che passa di fianco al piccolo cimitero di Poggio Casoli e prosegue fino a San Tommaso (quota 1019 mt. 1,40 ore dalla partenza). Si prosegue lungo la panoramica strada asfaltata in direzione sud e si arriva dopo 10 minuti a Collalto (quota 1081 mt.).Inizia la discesa su strada asfaltata e dopo circa 500 mt si riprende il sentiero nel bosco, delimitato dai muretti a secco, che conduce all’abitato di Casale (quota 982 mt.); alla fine del paese si prende a sinistra in discesa la vecchia strada comunale e attraversato il ponticello sul torrente Lagozzo, si sale fino ad arrivare nella frazione San lorenzo e Flaviano (quota 926 mt.). Giunti alla fine del paese si prende a sinistra una mulattiera che scende al fosso Meneghella, guadato il quale si sale fino a giungere nella piazza del borgo di Rocchetta (quota 912 mt.). Proseguendo sulla vecchia strada comunale ci si ricongiunge alla strada asfaltata che, percorsa per circa 500 mt. giunge fino al santuario della Madonna di Filetta (quota 861 mt. 3,40 ore dalla partenza). Il luogo merita una sosta, prima di iniziare l’ultimo tratto di sentiero che scende nel bosco fino a giungere nella piana e passare davanti a quel che resta dell’antico abitato di Filetta. Si costeggia per il fiume Tronto e si attraversa un ponte di legno per superare il fosso di Sommati, quindi si continua in salita lungo la mulattiera caratterizzata dalla presenza di antiche fornaci, fino al borgo di Cornillo Vecchio (quota 887 mt.) al cui ingresso è posta una edicola sacra. Attraverso l’abitato, si ridiscende verso il Tronto che si supera attraverso un ponte di legno. Il sentiero prosegue in salita lungo l’antica mulattiera che collegava il capoluogo alla Salaria, fino a giungere alla strada statale Picente, da percorre per circa 600 mt. fino ad imboccare un inciso sentiero che si sviluppa sul ripido sperone roccioso su cui è posta Amatrice. Infine, si sale giungendo sotto le mura della città dell’Amatrice (950 mt.) a cui si accede da porta Castello.
Partenza da Accumoli Arrivo a Amatrice Km 15,20 D+ 760
TAPPA 21: Da Amatrice si riparte con riferimento dalla Chiesa di Sant’Agostino in direzione est per la SR577 per Campotosto. Dopo circa 300 mt. si troveranno le indicazioni per il sentiero SI 300 che costeggia Amatrice, passa davanti al cimitero e dopo circa 400 mt. si giunge all’inizio del sentiero 363 che porta ad incontrare di nuovo la strada SR577 all’altezza dell’agriturismo San Cipriano. Si prosegue su asfalto per altri 200 mt. circa fino a trovare a destra l’attacco deciso in salita sempre del 363 segnalato dalle frecce CAI, che porta in località Serreripa dove ci si inserisce sul sentiero 362. Si sale sempre fino ad incontrare di nuovo la SR577, da percorrere in direzione sud per circa 200 mt. Si riprende a sinistra il sentiero segnalato come 362 e poi 362a per arrivare a due fabbricati solitamente chiamati Cantoniera. Da ora in poi si cammina su prati e con poche possibilità di segnalazione. Comunque posizionandosi tra la fontana della Cantoniera e la SR577 (dando le spalle a questa) si può individuare il percorso 359 che si snoda lungo il fosso Cerruglia in direzione est per circa 1,5 km per poi piegare decisamente a destra per salire sulla sommità del Monte Cardito da cui si gode di uno dei più bei panorami della Laga con affaccio sulle montagne e sul lago di Campotosto. Da qui è evidente la sterrata che porta fino al paese di Campotosto in direzione sud.
Partenza da Amatrice arrivo a Campotosto Km 13.8 D+ 830
TAPPA 22: Dal borgo di Campotosto si scende verso il lago uscendo dal paese e attraversando dei terreni adibiti a pascolo e coltivi. Dopo un piccolo guado si segue una strada interpoderale che costeggia la strada regionale 577 fino ad intercettare. Si prosegue per la strada asfaltata del lago di Campotosto fino a svoltare a sinistra in località Casale (1344 mt.) per una sterrata che inizia a salire sul versante prativo fino a raggiungere il bosco e quindi il crinale a quota 1600 mt. Il sentiero prosegue aggirando il crinale a mezza costa e inoltrandosi nella faggeta raggiungendo un’ampia radura in località il Coppo. Da qui il percorso inizia a scendere nella faggeta gradualmente fino alla Diga del Rio Fucino (1365 mt.). Si scende quindi al guado sul Rio Fucino (1290 mt.) e si risale sul versante opposto uscendo dal bosco nei pressi di un prato-pascolo e raggiungendo una strada sterrata che aggirando un crinale si affaccia sul lago di Campotosto e scende alla strada regionale omonima nei pressi di una locanda al bivio per Ortolano.
Partenza da Campotosto arrivo a Lago di Campotosto Km 10,6 D+ 468
TAPPA 23: Subito al fianco dell’albergo, si prende la strada asfaltata più diretta che scende ad Ortolano ed interrotta da diversi anni da una serie di importanti smottamenti. Superata una piccola chiesa al primo vero tornante si continua dritti per il sentiero che ci conduce alle svolte più in basso della strada, superato il tratto franato. Si prosegue sulla stessa fino ad uscire sulla Statale SS 80 all’altezza di un parcheggio a monte dell’abitato di Ortolano. Si continua per circa due chilometri risalendo la Val Vomano lungo la SS 80, stando ben attenti al traffico veicolare, fino alla diga che ha creato il Lago di Provvidenza. In questo punto si immette il Torrente Chiarino che dà il nome all’omonima valle e che noi percorreremo per addentrarci nel massiccio del Gran Sasso. Sovrasta la valle il Monte Corvo, con la sua spettacolare ed enorme piega ben evidente dalla stratificazione. Dopo aver ammirato l’enorme forza della natura che costruisce le montagne, si ammira l’ameno lago mentre si traversa la diga sulla strada, che da qui e fino alla mèta ci guiderà. Arrivare al Rifugio Fioretti è solo una graduale salita su strada sterrata all’interno di una bellissima ed estesa faggeta, al principio alternata ad una querceta, con il Torrente Chiarino che ci fa compagnia fino alle case della Tenuta Cappelli. Gli ultimi metri sui pascoli ci introducono agli ambienti di quota che si esploreranno il giorno successivo.
Partenza da Lago di Campotosto arrivo a Rifugio Fioretti Km 11,50 D+ 498
TAPPA 24:Dal Rifugio Domenico Fioretti (1503 mt.) il sentiero attraversa sulla sinistra orografica il prato-pascolo e inizia a seguire una strada bianca forestale ben evidente fino ai Prati della Corte. Da qui il tracciato aggira a mezza costa il versante boscoso, raggiunge un prato e prosegue in faggeta lasciandosi a destra un percorso che scende alla strada statale del Vomano. Il tracciato segue una vecchia mulattiera fino a raggiungere in leggera discesa la strada sterrata (1430 mt.) che dalla statale conduce al Rifugio Panepucci Alessandri. Si prende a salire a sinistra per la strada che a tornanti risale il pendio, traversa l’ampia radura di Fossa Ranni con un bel colpo d’occhio sulle pareti e i circhi glaciali del versante settentrionale del Monte San Franco, e poi salendo più ripidamente con un sentiero si raggiunge la conca erbosa che ospita il Rifugio del CAI (1700 mt.). Si riparte traversando una valletta erbosa e salendo a mezza costa si giunge al Passo del Belvedere (1789 mt.), raggiunto dal versante del Vasto da una strada sterrata. Da qui la lunga discesa che a sinistra della sterrata inizia a scendere sul pendio erboso di traverso toccando un fontanile e aggirando gli sbalzi rocciosi della Torretta. Il sentiero esce dai prati incrociando una sterrata che più avanti si lascia per attraversare degli arbusteti in direzione di un casale dove riprende una sterrata che conduce alla strada provinciale, attraversata la quale si scende al Santuario di San Pietro della Ienca (1166 mt.).
Partenza Da Rifugio Fioretti arrivo a San Pietro della Jenca Km 14,00 D+ 440
TAPPA 25: Da San Pietro della Ienca si scende verso il torrente Raiale e lo si risale sino a superare la “Masseria Cappelli” per poi piegare ad ovest e risalire fino agli altipiani che sovrastano L’Aquila; da qui in discesa si giunge dapprima al piccolo abitato di Collebrincioni, e poi si scende verso il Convento di San Giuliano attraverso l’omonima pineta, purtroppo parzialmente distrutta da un incendio negli anni addietro, e si giunge a L’Aquila. L’ultima parte urbana del percorso, attraverso il centro storico martoriato dal terremoto del 2009 ci conduce alla Basilica di Collemaggio.
Partenza da San Pietro della Jenca Arrivo a L’Aquila (Basilica Collemaggio ) Km 14,40 D+ 580
PERICOLI
Nessun pericolo da essere evidenziato
IN TENDA
Dove si può pernottare in tenda utilizzando le aree comunali
Servono Autorizzazioni? Si deve inviare una semplice comunicazione ad ogni singolo comune dove si vuole sostare, va bene anche una semplice email.
FONDO STRADALE
Prettamente sterrato battuto
CONTATTI
CONTATTI
Email:
info@camminonaturaledeiparchi.it
assocamminonaturaledeiparchi@gmail.com
Sito web: camminonaturaledeiparchi.it
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