CAMMINO CELESTE

Lunghezza: 200 km

Tappe: 10

Partenza: Aquileia (Il prologo parte dall’Isola di Barbana)

Arrivo: Monte Lussari

Difficoltà: media

Il 35% del Cammino si percorre su strade asfaltate, in genere tranquille stradine secondarie. Il resto su strade bianche e sentieri.

Il Cammino Celeste si suddivide in 10 tappe più la “tappa prologo” che va dall’Isola di Barbana fino ad Aquileia. Su ogni link troverete la descrizione di ogni tappa in maniera dettagliata.

Il Cammino Celeste è un percorso che richiede una buona preparazione fisica ed una dimestichezza con i percorsi di montagna; purtuttavia le prime tappe, fino a Cividale del Friuli, percorse – fino a Cormons – in pianura, sono agevoli anche per i “principianti” assoluti.

Prologo: Isola di Barbana – Aquileia – 15,0 km

1. Aquileia – Aiello del Friuli – 16,6 km

2. Aiello del Friuli – Cormons – 18,0 km

3. Cormons – Castelmonte – 23,2 km

4. Castelmonte – Masarolis – 25,4 km

5. Masarolis – Montemaggiore – 26,2 km

6. Montemaggiore – Rifugio A.N.A. – 15,7 km

7. Rifugio A.N.A. – Prato di Resia – 21,5 km

8. Prato di Resia – Dogna – 13,4 km

9. Dogna – Valbruna – 27,1 km

10. Valbruna – Monte Lussari – 11,4 km

TOTALE GENERALE

213,50 km

6. bis Montemaggiore – Loc. Ponte Musi dopo Pradielis (In caso di maltempo) – 24,0 km

Il Cammino Celeste, nei suoi rami italiano ed austriaco, è stato mappato anche in Gpx, scaricabile dal sito: http://www.camminoceleste.eu/materiale/materiale.php

E’ attualmente disponibile una vera e propria guida del Cammino Celeste, dal titolo “Il Cammino Celeste – A piedi da Aquileia al Monte Lussari” con la casa editrice “Ediciclo” di Portoguaro; la guida è composto da 178 pagine, 120 immagini a colori, 25 cartine della tabacco in scala 1:25.000 con il percorso dettagliato e tanti testi descrittivi. Può essere ordinata nella propria libreria di fiducia che provvederà, nell’arco di 2-3 giorni a renderlo disponibile; oppure direttamente dal sito dell’editore: “Il Cammino Celeste” – Ediciclo Editore.

cammino celeste

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Tipo di zaino consigliato per percorrere l’intero itinerario

Lo zaino deve essere leggero ed estremamente funzionale, realizzato con materiali resistenti di buona qualità; deve essere dotato di una struttura in nylon, avere un distanziatore che eviti il contatto diretto con la schiena. Deve essere ben equilibrato e non troppo largo. E’ meglio che sia dotato di ampie possibilità di regolazione.

Una soluzione funzionale è data dagli zaini ripartiti in tre settori. All’interno di ogni settore, è opportuno che i materiali siano contenuti in autonomi sacchi di nylon impermeabili (uno per biancheria, uno per scarpe, ecc.), lasciando le cose più pesanti in fondo. Deve avere una capienza tra i 50 ed i 60 lt e deve essere o impermeabile o, meglio, dotato di un coprizaino per pioggia. Il suo contenuto non deve superare i 10 kg!

Equipaggiamento necessario (tratto dal sito: tiares.org)

Scarpe

I piedi dei pellegrini sono essenziali, per cui, pur percorrendo diversi tratti in montagna, è bene evidenziare che PEDULE E SCARPONI DA MONTAGNA SONO DEL TUTTO INADATTI PER IL CAMMINO. Sono troppo pesanti, rigidi e non consentono al piede di traspirare sufficientemente. Bisogna optare per scarpe da trekking, leggere, flessibili, facendo attenzione che siano traspiranti: il piede deve stare perfettamente all’asciutto. Devono, peraltro, essere dotate di una suola in vibram o materiali simili e devono essere dotate di una sottosuola “ammortizzante”. E’ consigliabile che siano impermeabili, dotate di membrana di gore-tex. Devono altresì sostenere bene le caviglie.

Giacca a vento

Suggerisco di prendere un capo tecnico: una giacca da montagna, leggera, con membrana in goretex, senza imbottitura. Le notti e le mattine su Alpi e Prealpi Giulie, sono sempre fresche.

La giacca a vento leggera viene indossata di mattina e viene tenuta per diversi chilometri.

Mantella antipioggia

Nelle zone montagnose del FVG, come su tutto l’arco alpino, piove spesso. Una buona mantellina, di qualità, abbastanza larga per includere anche lo zaino, può evitare al viandante la famosa “depressione” del pellegrino imprevidente. Spesso si vede gente disperata, con tutti i vestiti fradici, lo zaino trasformato in una ghirba, dover pietire un posto nei rifugi finché il sole non abbia asciugato vestiti, scarpe, sacchi a pelo, maglioni, zaino e … non abbia riscaldato l’umore.

Consiglio di prendere una mantella leggera, “alluminata”, capace, cioè di potersi trasformare in efficace copertura “termica” (in grado di non far disperdere il calore del corpo), particolarmente utile nelle fredde notti montanine, qualora nei rifugi mancassero, come spesso può capitare in luglio ed agosto, le coperte.

Sacco a pelo

Un sacco a pelo ideale deve pesare tra i 400 ed i 500 grammi. Deve essere imbottito sufficientemente per consentire di riscaldare il corpo a temperature di 5° circa. Deve essere compatto ed essere dotato di una “sacca di compressione”: un contenitore, cioè, capace, attraverso degli appositi tiranti, di ridurne il volume al minimo. Tale sacca è opportuno sia impermeabile: un sacco a pelo bagnato, in un rifugio stracolmo dove magari mancano le coperte, può gettare un pellegrino nel panico.

Stuoino

Se si intraprende il viaggio in luglio o agosto, è meglio portarsi uno stuoino da campeggio, o arrotolato o pre-piegato. Può capitare, talvolta, come in tutti i cammini – Santiago e Francigena in primis – di trovare i rifugi colmi e di dover dormire in corridoi o – meglio ancora – sui parquet di legno di palestre o spogliatoi di strutture sportive.

Bastone del pellegrino o bordone

Sinceramente è molto utile. Oramai molti pellegrini si sono dotati di leggerissimi bastoncini di alluminio o carbonio, di quelli in uso dei montanari. Vanno bene, ingombrano e pesano poco, e, tenuto conto del notevole peso dello zaino, aiutano molto.

In alternativa, si può acquistare durante il “cammino” un buon bastone di legno, di nocciolo o altra essenza dura e flessibile, con punta di acciaio ben temprato.

Qualche volta sono utili anche per tenere a distanza cani randagi (non pericolosi, ma a volte invadenti), che talvolta, raramente, in verità, di si possono incrociare.

Calze

Incredibilmente, questo capo di vestiario secondario assume, nel “cammino”, un ruolo strategico. Si consiglia di usare calzini senza cuciture, in cotone pesante o nei nuovi tessuti tecnologici, che consentono di “estrarre” il sudore, lasciando il piede sempre asciutto. Inoltre si asciugano molto rapidamente.

I calzini devono essere lavati ogni giorno, altrimenti le colonie di batteri che si annidano favoriscono la macerazione della pelle del piede ed il formarsi delle temutissime vesciche.

Attrezzatura

a) mangiare

– n. 1 bicchiere di acciaio (non occorre portarsi le ingombranti borracce, basta prendere bottiglie di plastica di acqua minerale)

  • 1 temperino multiuso

b) vestire

– n. 3 mutande (di cotone scuro o di taluni materiali che consentono il loro asciugaggio in poche decine di minuti)

– n. 3 fazzoletti di stoffa (più ecologici!)

– n. 3 magliette di robusto cotone (o di taluni materiali che consentono il loro asciugaggio in poche decine di minuti)

– n. 1 paio di pantaloni corti, in cotone o in materiale hi-tech

– n. 1 paio di pantaloni lunghi di cotone elasticizzato o larghi

– n. 3 calzini di cotone tubolari o di nuovi calzini hi-tech

– n. 1 maglione di lana (o una leggera maglia di pile)

– n. 1 cuffia di lana

– n. 1 cappello di cotone a larghe tese (tipo pescatore)

– n. 1 giacca a vento in gore-tex

  • 1 paio di buoni sandali di gomma (funzionano egregiamente anche come ciabatte)

d) materiale di supporto

– n. 1 rotolo da 10 mt. di filo di nylon grosso multiuso (può servire anche per sopperire, temporaneamente, a stringhe di scarpe rotte)

– n. 6 mollette

– n. 5 spille da balia in buon acciaio inox (per appendere asciugamani allo zaino, al fine di consentire la loro asciugatura)

– sacchi per immondizie (non fruscianti, ottimi per isolare i vari comparti dello zaino e per depositare biancheria sporca o vestiti ancora umidi)

– n. 1 rotolo carta igienica

– un beauty-case contenente: 1 sapone di Marsiglia (multiuso), il rasoio (se necessario: molti pellegrini non si radono durante il “cammino”), un dentifricio, spazzolino denti, pettine, bagnoschiuma, tagliaunghie per dita mani e piedi, cottonfioc, deodorante [ho visto signore che si sono portate, pentendosene, qualche chilogrammo di materiale vario di bellezza. Mi permetto di sconsigliarlo: i segni della stanchezza dovuta ad uno zaino troppo pesante non possono essere nascosti nemmeno dal più costoso trucco!]

– forbicine multiuso (da acquistarsi in loco, per chi viaggia in aereo!)

– n. 1 asciugamano in microfibra di dimensioni medie (funzioni universali)

– occhiali di ricambio (per i miopi)

– torcia elettrica a led (fondamentale per le partenze prima dell’alba, sia in rifugio che per strada)

e) kit sanitario

  • crema idratande per i piedi (tipo: crema da piedi della Just)
  • aghi e filo di cotone per vesciche
  • disinfettante tipo Betadine
  • Imodium
  • Aspirina
  • creme solari a forte protezione (in montagna il sole brucia!)
  • stick per punture da insetto

f) attrezzatura accessoria

– n. 1 macchina fotografica con relativi accessori (meglio di tutto una macchina compatta di moderna concezione: è leggerissima e non ingombra quasi nulla!)

– n. 10 pellicole

– n. 1 quaderno – leggero! – di viaggio con penna

– n. 1 paio di tappi per orecchie (per chi ha il sonno leggero)

– n. 1 cellulare con caricabatteria

– n. 1 paio di occhiali da sole (per chi ha gli occhi chiari)

Leggi l’articolo su come riempire correttamente il tuo zaino da trekking

E’ possibile contattare l’associazione Iter Aquieleiense tramite il seguente form di contatto o tramite l’indirizzo e-mail: camminoceleste@libero.it

Vi preghiamo inoltre di inviarci le vostre opinioni e i vostri suggerimenti al sito del Cammino: saranno sempre ascoltati e contribuiscono al miglioramento dell’organizzazione del Cammino Celeste.

Associazione Iter Aquileiense

via D’Olea 10 – 34070 Mariano del Friuli (GO)

e-mail: camminoceleste@libero.it

Presidente: Giuseppe Poiana

cell: +39 340 842 6869 (solo per serie necessità)

 

Tutti i punti di partenza/arrivo di ogni tappa – salvo il rifugio ANA, nella Sesta tappa, dopo Montemaggiore, collocato quasi sulla vetta del Gran Monte – sono collegati con mezzi pubblici a centri urbani da cui è possibile accedere alla rete ferroviaria nazionale.

Due sono le principali aziende di trasporto che servono i borghi del Cammino Celeste:

1 – L’APT di Gorizia, per le tappe del goriziano: https://www.aptgorizia.it/code/13808/Consulta-Orari-e-Scarica-pdf

2 – La SAF di Udine, per le tappe friulane: https://www.saf.ud.it/ricercaorari2.aspx?area=*

Sul sito, peraltro, sono riportate indicazioni sugli orari dei trasporti pubblici delle seguenti località: Camporosso – Udine – Aquileia – Grado: https://bit.ly/2nRhBQR

La segnaletica, croce e delizia di ogni percorso che si dipana in luoghi di grande impatto naturalistico, ad alto tasso di “wilderness” e nei freddi e piovosi ambienti montani, viene “rinfrescata” ogni primavera. Recentemente, grazie ad un contributo europeo, nei principali incroci o in prossimità dei centri abitati, sono stati utilizzati pannelli stampati ed indicatori meno deteriorabili della classica freccia azzurra dipinta su muri, stradine o alberi che contraddistingue il Cammino Celeste.

Molti giovani, gruppi scout, ma anche tosti pensionati hanno effettuato il percorso in tenda, ricevendo ovunque buona accoglienza. Salvo i campeggi, non sono stati censiti i luoghi dove poter attendare, visto che attualmente i campeggiatori non hanno segnalato problema alcuno.

CAMMINO CELESTE
CAMMINO CELESTE

CAMMINO CELESTE

Il ” Cammino Celeste ” è un pellegrinaggio che collega diversi luoghi di culto come Aquileia, Maria Saal (in Austria) e Brezje (in Slovenia) .
I tre percorsi si suddividono in percorso italiano, austriaco e sloveno.
Questi hanno un totale di 365 km, ma il ramo italiano è il percorso più lungo con 210 km, mentre gli altri due sono lunghi circa 80 km l’uno.

Di seguito parleremo approfonditamente del Cammino Celeste italiano che parte da Aquileia (con prologo dall’Isola di Barbana) e giunge sul Monte Lussari, dove è situato l’affascinante monastero, diventato ormai il simbolo di questo cammino.

Barbana Ovunque

Grado Locali, tanti; ci sono anche fontane

Belvedere Trattoria da Piero, al limite della terraferma In paese, bussando alle porte Cimitero di Pineta San Marco (ma non è detto che funzioni!) Vari locali lungo la ciclabile

Aquileia Ovunque; fontana anche di fronte alla basilica

Monastero Fontane bussando

Ronchi di Terzo Bussando

Borgo Sandrigo Fontane bussando e agriturismo Malborghetto

Capo di Sopra Fontane bussando

San Nicolò di Ruda Agriturismo, ma fuori percorso

Perteole Cimitero vicino all’incrocio

Aiello del Friuli Arena Donatori di Sangue

Versa Agriturismo; cimitero; locali vari

Medea Cimitero all’entrata del paese;

Borgnano Fontana in cima alla piazza; c’è anche il cimitero più avanti Cormons

Borgo San Giovanni C’è la fontana in pieno borgo

Cormons / Monte Quarin Fontana nel piazzale prima della scalinata finale che porta alla Beata vergine del Soccorso

Trussio Locale sulla strada e fontana nuovissima (ma chiusa!)

Vencò Agriturismo; case sparpagliate

Casali Zorutti Aziende agricole

Sdencina Bussando

Restocina Bussando

Centa Bussando

Castelmonte Fontane varie e tanto altro

Purgessimo Fontana presso la chiesa Cividale del Friuli. Ovunque

Puller Fontana prima di arrivare dalla sella alla borgata

Spignon Bussando

Masarolis Fontana in centro, altre possibilità

Tamoris Fontana all’inizio

Piano di Fraccadizze Sulla strada asfaltata che scende dopo il M. Joanaz, sulla destra, presso una casa c’è un rubinetto funzionante. Agriturismo (ma se non ci sono anche l’acqua esterna è chiusa)

Prossenicco Uscendo c’è il cimitero

Case Certenja Dovrebbe esserci un rubinetto

Montemaggiore Fontana ad un passo dall’arrivo del sentiero 744; poi l’albergo e altro Tanaiauarie

Cornappo Fontana nei pressi dell’incrocio, ma c’è anche la trattoria

Monteaperta Fontana sulla destra alla base del paese, subito dopo il primo incrocio; fontana appena restaurata sul 711 all’inizio del bosco, sulla sinistra; fontana alla S. Trinità

Ricovero ANA In rifugio, ma Ivano sconsiglia di berla; se c’è lui, ve ne vende quanta serve di quella in bottiglia.

Passo di Tanamea Il rubinetto accanto all’ex trattoria non funziona più, ma dicono che l’acqua del torrente che si attraversa prima di prendere il sentiero sia buona.

Pian dei Ciclamini Non so se ci sia una fontana, ma c’è il ristorante (se aperto) e la foresteria Casera Nischiuarch Potrebbe esserci un rubinetto, ma non è detto che funzioni

Stavoli Gnivizza Una fonte tra i prati e due locali

Rio Barmàn Fonte dal muro sulla destra, in corrispondenza di uno dei tornanti Lischiazze Fontana lungo la strada, sulla destra (ma non è l’unica)

Gniva Fontana prima di prendere la stradina verde

Prato di Resia L’acqua della fontana alle spalle della chiesa è dichiarata “non potabile”, ma in ogni caso in un paese si combina sempre

Sella Sagata Fontana presso baita alpina, SS 13, fonte dalla montagna 1,5 km dopo Chiusaforte

Vidali Un locale, e una fontana in direzione di Dogna

Dogna Fontana in centro; altre possibilità

Roncheschin Case

Chiout di Puppe Case

Chiout Case, fontana sulla strada

Costa Sacchetto Case

Mincigos Case (ma non è detto che siano aperte) Però poche centinaia di metri più avanti, in corrispondenza di un rio, da un tubo nella montagna esce acqua

Plan dei Spadovai Due locali (ma non esistono fontane)

Malga Somdogna … però è lassù

Rifugio Grego Il rifugio e una fonte

Malga Saisera Fontana sulla strada, sulla sinistra, subito dopo il ponte sul primo rio Rifugio Montasio Trattoria

Camporosso Fontana presso la canonica;

Malga Lussari Solo la malga

Monte Lussari Molti locali e la canonica

Fiumicello Sulla ciclabile tra i due paesi c’è anche il cimitero

Beliconda Bussando

Papariano Bussando

Pieris Bar appena dopo il ponte; locale in mezzo alle vigne (spero aperto);

Cassegliano Basta scendere in paese (a destra) e bussare

Fogliano Basta uscire a destra e si è in paese; però c’è un agriturismo sulla sinistra Borgo Trevisan Aziende agricole e case

Fratta Un bar e case

Brazzano Una fontana sull’incrocio principale, ma anche molto altro Corno di Rosazzo. Si passa ai margini dell’abitato, ma basta darsi da fare

Abbazia di Rosazzo C’è l’abbazia (con i gabinetti nel cortile), un agriturismo e altro

Noax Bussando

Bosco Romagno Dovrebbe esserci acqua nella parte bassa, ma non giuro Cemur Si passa ai margini dell’abitato, ma basta darsi da fare

Oculis Bussando

Spagnut Bussando

Biacis Fontana in paese; fonte prima di arrivarci, al bivio con la forestale

Accessibilità: ci sono tratti del cammino percorribili da persone affette da disabilità?

Diversi tratti del Cammino Celeste sono stati percorsi da persone disabili, in molti casi accompagnate, traendone un significativo beneficio. Sicuramente le prime tappe, fino a Cormons, sono percorribili a chi usa la carrozzine, mentre altri tratti, anche in salita, sono stati percorsi da persone con altri tipi di disabilità, adeguatamente accompagnate.

Pericoli

Da Cividale del Friuli alla meta, si attraversano aree incontaminate: foreste selvagge e boschi, con molti corsi d’acqua e piccoli borghi distanziati tra loro, ricche di fauna selvatica. In alcune aree transitano volpi, cervi, cinghiali, alcune linci. Il percorso, peraltro, sfiora aree in cui vivono anche rari orsi, che comunque, non sono mai stati segnalati da pellegrini dal 2006, anno in cui il Cammino nacque, ad oggi.

Abbiamo notizia di pellegrini che hanno percorso il Cammino celeste tutto l’anno, ben equipaggiati ed allenati. Sicuramente i mesi invernali, alla luce del fatto che si vanno ad attraversare Prealpi ed Alpi Giulie, non sono consigliati se non, come rilevato, ad escursionisti esperti e ben attrezzati.

La primavera e l’autunno sono, in FVG, spettacolari dal punto di vista naturalistico, ma piuttosto piovose, per cui percorribili sono con forte motivazione e ottima attrezzatura. Il periodo ottimale va dal mese di giugno fino al mese di settembre. Negli altri mesi, per pellegrini “normali”, solo le prime tappe sono praticabili a causa della presenza di neve su oltre metà tracciato.

Alcuni gruppi si sono avvalsi, nell’organizzare il loro pellegrinaggio, di guide naturalistiche, che in FVG hanno costituito un’associazione: https://www.guideturistichefvg.com/

Inoltre, come già accennato, vi sono associazioni che organizzano viaggi in bicicletta per piccoli gruppi: http://www.colliobiketeam.it/cormons-bike/

Per chi voglia compendiare gli aspetti naturali a quelli culturali: http://www.viagginaturaecultura.it/

Moltissimi pellegrini hanno percorso il Cammino Celeste con i loro cani: la loro presenza è sicuramente in piena sintonia non solo con lo spirito del Cammino, ma anzi, con l’essenza stessa della viandanza. I luoghi di ospitalità accolgono volentieri anche i cani, nel rispetto, ovviamente, delle buone regole di convivenza.

Scalata

Se per scalate si intende attività alpinistica che, come difficoltà, parte da quella sopra classificata come EEA, ovvero da sentieri attrezzati, per giungere a percorsi prettamente alpinistici per rocciatori, i tratti delle Prealpi e delle Alpi Giulie attraversati dal Cammino Celeste ne sono riccamente forniti: ad iniziare dall’Alta Valle del Torre, con le sue selvagge cime, alla splendida Val di Resia, che termina con l’imponente mole del Monte Canin, per non parlare della Val di Dogna, che può essere percorsa su due alte vie, tracciate da sentieri CAI, sia alla destra che alla sinistra orografica: la prima che, partendo da Chiusaforte, porta allo Jôf di Montasio, monte simbolo del Friuli, e quindi, per le ardite vie ferrate o attrezzate Leva e Anita Goitan, sullo Jôf Fuar, per quindi scendere in Val Saisera, riconnettendosi con il Cammino Celeste; la seconda, che, partendo da Dogna, giungendo al monte Schenone, porta sull’ardita cresta che da Sella Bieliga conduce, per alte vie ferrate, fino allo Jôf di Miezegnot, per poi scendere al rifugio Grego, ricollegandosi al Cammino Celeste. Peraltro, quando si giunge, per le strade ordinarie, a Sella Sompdogna, nella nona tappa, è possibile salire lo Jôf di Montasio per la spettacolare via attrezzata Amalia. E tanto altro ancora.

Bicicletta

Il Cammino Celeste viene percorso anche in Bicicletta, fatta salva la tappa che conduce al Gran Monte, bypassabile tramite la variante 6a. A Cormôns vi è un’associazione che organizza il viaggio in mountan-bike.

Cavallo

Il Cammino Celeste è percorribile anche a cavallo, nello stesso percorso utilizzato dai cicloviaggiatori. Al momento, ci sono giunte notizie di persone che hanno percorso solo alcune tappe in sella ad un cavallo.

Gli eventi più significativi che avvengono sul Cammino sono segnalati sulla guida stampata.

E’ inoltre possibile disporre in tempo reale di una completa ed aggiornatissima panoramica degli eventi che accadono nei luoghi attraversati dal Cammino Celeste consultando l’apposito servizio dedicato agli eventi del FVG predisposto da TurismoFVG e pubblicato sul sito: https://www.turismofvg.it/Eventi

La flora e fauna del Friuli Orientale, anche alla luce della natura incontaminata che si incontra dal fiume Judrio in poi, è estremamente ricca ed articolata. Si ricordi che il FVG è la regione che presenta il maggior tasso di biodiversità d’Italia.

Una succosa e sintetica pubblicazione della Regione FVG offre una buona panoramica della flora e fauna protette: https://bit.ly/2pkia69

Le curiosità sono tantissimi, ad iniziare dagli idiomi parlati nei 200 km del suo tragitto. Il Cammino Celeste parte dalla laguna di Grado, dove si parla il gradese, un antico e musicalissimo dialetto protoveneto, nobilitato dalla poesia di Biagio Marin. Appena si passa la laguna e si giunge ad Aquileia, si parla friulano, ma un friulano di Bassa, abbastanza diverso da quello che si parla a Cormons. Sulle colline del Collio si parla Sloveno, ma, passato il fiume Judrio, da Albana in poi, nelle valli del Natisone e del Torre, si parla il beneciano, una particolare, antica variante dello sloveno, con molti prestiti friulani. Dal Passo di Tanamea e in tutta la Val di Resia, si parla il resiano, una lingua protoslava molto antica, ma non solo: in val di Resia sono tutt’ora tramandati usi, costumi, musiche e strumenti musicali, feste assolutamente uniche e molto studiate da etnologi, etnomusicologi, ecc. di tutto il mondo. Da Pontebba in poi le genti parlano friulano, sloveno ed austriaco.

La dimensione multiculturale del Cammino, si riversa anche nelle diverse culture del mangiare e del bere: dai pesci della laguna, ai grandi orti della pianura friulana, ai superbi vini del Collio, ai forti sapori della Benecia e della Val di Resia, ai gusti mitteleuropei della Valcanale e del Canal del Ferro.

Ovviamente, sulla Guida stampata, ma anche sul sito, si possono trovare altre curiosità.

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