Curiosità
26 Set 2025

Con le gonne verso il cielo: la storia delle Cholitas Escaladoras

Nelle fredde altezze della Bolivia, dove l’aria è sottile e i cieli sembrano vicinissimi, esiste un gruppo di donne che ha trasformato un simbolo di oppressione in un vessillo di libertà. Sono le Cholitas Escaladoras, donne indigene di origine Aymara che scalano le montagne più alte delle Ande vestendo con fierezza la loro pollera, la gonna tradizionale multistrato che per secoli era stata un segno di discriminazione e sottomissione. Oggi quella stessa pollera ondeggia nel vento a più di seimila metri di altitudine, sulle vette innevate, come un manifesto di dignità ed emancipazione.

Donna Aymara con abiti tradizionali e bombetta, simbolo delle “Cholitas Escaladores”

Dalla discriminazione all’orgoglio

Per comprendere la portata del loro gesto, bisogna fare un passo indietro. La pollera non è sempre stata simbolo di libertà. Durante l’epoca post-coloniale la pollera divenne un marchio sociale: le cholitas, termine usato in modo dispregiativo, erano riconoscibili a colpo d’occhio e discriminate. Non potevano entrare in certi locali, non avevano accesso agli stessi diritti ed erano confinate a lavori umili.

Eppure, con il tempo, ciò che era stato imposto si è trasformato in un atto di resistenza. Indossare la pollera è diventato un modo per dire: “Io sono fiera delle mie radici, della mia cultura e della mia identità”. Oggi, nelle strade di La Paz ed El Alto, le cholitas non sono più figure invisibili: sono imprenditrici, attiviste, politiche, modelle. E alcune di loro hanno deciso di portare la loro fierezza ancora più in alto, letteralmente.

La nascita delle Cholitas Escaladoras

Tutto è cominciato quasi per gioco. Per anni queste donne avevano lavorato come cuoche o portatrici per spedizioni di turisti e alpinisti sulle montagne boliviane. Preparavano pasti caldi nei campi base, trasportavano viveri e tende, osservavano con curiosità gli stranieri che si avventuravano verso le vette innevate. Fino a che, un giorno, si sono dette: “Perché non noi?”.

Era il 2015 quando un gruppo di dieci donne, tra i 24 e i 50 anni, decise di tentare la scalata del Huayna Potosí, cima di 6088 metri vicino a La Paz. Non abbandonarono la loro identità: indossarono pollera, mantella colorata e bombetta, abbinate agli scarponi e ai ramponi. Nonostante le difficoltà, arrivarono in cima. E da quel momento nulla fu più come prima.

Oltre i 6000 metri con la pollera

Dopo il Huayna Potosí seguirono altre montagne: l’Illimani (6438 m), il Sajama (6542 m), il Parinacota, l’Acotango. Vette che richiedono forza fisica, tecnica e resistenza psicologica. Ogni volta la stessa immagine sorprendente: donne con le lunghe trecce nere, gonne a balze che si gonfiano nel vento, picozza in mano e sorriso negli occhi.

Donna andina mentre pela una patata, indossando abiti tradizionali colorati

Ma il passo decisivo arrivò nel gennaio 2019, quando sei di loro partirono per l’Argentina con un sogno: scalare l’Aconcagua, la vetta più alta delle Americhe (6961 m). L’impresa fu storica. Per la prima volta, un gruppo di donne Aymara raggiungeva quella cima, portando con sé non solo il coraggio personale ma anche il peso di un intero popolo. “Ci hanno detto che eravamo le prime donne indigene a scalarla”, raccontò una di loro, “e lo abbiamo fatto vestendo la pollera, perché è fonte di orgoglio”.

Il significato profondo di una scalata

Per molte persone, scalare una montagna è una sfida sportiva. Per le Cholitas Escaladoras è molto di più. È un rito, un atto politico, una preghiera alla Pachamama, la Madre Terra. Prima di ogni salita, infatti, compiono rituali ancestrali per chiedere permesso e protezione. La montagna non è solo un ostacolo da superare, è una divinità da onorare.

E ogni passo sulla neve è un messaggio: alle bambine indigene che spesso si sentono dire che non possono, che non valgono, che devono restare invisibili. “Noi vogliamo mostrare loro che tutto è possibile”, dicono le Cholitas. “Che anche con una pollera si può toccare il cielo”.

Un gruppo in continua crescita

Oggi il collettivo conta più di quindici donne. Alcune sono madri, altre nonne, altre ancora giovani che hanno scelto di seguire la strada aperta dalle prime. Ci sono figure carismatiche come Cecilia Llusco, una delle pochissime guide alpine indigene della Bolivia, o come Lidia Huayllas Estrada, che ha portato la sua storia perfino nei festival cinematografici europei grazie al documentario Cholitas.

La loro popolarità è cresciuta rapidamente. Hanno girato l’Europa con un tour di proiezioni, hanno partecipato a convegni e conferenze, sono diventate un simbolo globale di empowerment femminile. Eppure, nonostante la visibilità internazionale, continuano a vivere con semplicità a El Alto, continuando il loro doppio ruolo di madri e scalatrici.

Il sogno dell’Everest

Dopo l’Aconcagua, il gruppo ha iniziato a guardare ancora più in alto. Il loro nuovo obiettivo è l’Everest, la montagna più alta del mondo, conosciuta anche come Chomolungma o Sagarmatha. Una sfida immensa, non solo per la difficoltà tecnica ma anche per i costi proibitivi: solo i permessi per scalare l’Everest costano migliaia di euro. Per questo hanno avviato campagne di crowdfunding e ricevuto sostegno da organizzazioni internazionali. Se riusciranno a raggiungere la vetta dell’Everest indossando la pollera, il loro gesto diventerà un simbolo planetario. Non sarà solo un’impresa sportiva, ma una rivoluzione culturale che parla di uguaglianza, resilienza e sogni condivisi.

Aconcagua in Argentina: la montagna più alta del Sud America

Non solo montagne: scuole e progetti

Le Cholitas Escaladoras non si limitano a scalare. Stanno portando avanti progetti per le nuove generazioni. Hanno avviato la creazione di una scuola di montagna, uno spazio dove insegnare alle bambine e ai bambini non solo le tecniche di arrampicata ma anche il rispetto per la Pachamama e per le tradizioni ancestrali. Vogliono trasmettere il messaggio che la montagna non è un nemico, ma un’alleata.

Yves Picq, CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons

Stanno anche lavorando per aprire una loro agenzia di trekking, in cui le guide siano donne indigene. In questo modo potranno unire turismo responsabile, indipendenza economica e valorizzazione culturale. Un turismo diverso, capace di raccontare la Bolivia non solo con cartoline da cartellone ma attraverso le storie vive delle sue donne.

Le montagne e il cambiamento climatico

Ma le montagne non sono immutabili. Negli ultimi anni i ghiacciai boliviani si stanno ritirando a una velocità preoccupante a causa del cambiamento climatico. Il Huayna Potosí, la montagna simbolo per le Cholitas, ha perso buona parte delle sue nevi eterne. Questo non solo rende più pericolose le scalate, ma mette a rischio le comunità locali che dipendono dall’acqua dei ghiacciai.

Le Cholitas lo sanno e per questo portano anche un messaggio ambientale. Quando parlano alle conferenze internazionali, ricordano che la loro lotta non è solo femminista ma anche ecologica. Difendere la Pachamama significa difendere la vita stessa.

Il potere dei sogni

Come ha detto Lita González, fondatrice e guida del collettivo, “Più in alto della paura”: il riassunto perfetto del loro spirito. Donne che un tempo erano invisibili, discriminate, costrette a indossare una pollera come marchio di inferiorità, oggi sventolano quella stessa pollera sulle vette delle Ande come bandiera di orgoglio.

Le Cholitas Escaladoras non sono solo scalatrici. Sono narratrici di sogni, ambasciatrici di resilienza, pioniere di un cammino nuovo. La loro storia ci insegna che i limiti spesso non sono reali, che gli ostacoli possono diventare trampolini e che persino una gonna pesante e ingombrante può diventare un’ala con cui volare.

Conclusione

Quando guardiamo le immagini delle Cholitas in cima a una montagna, con i loro volti sorridenti incorniciati dal vento e le polleras colorate che danzano tra ghiaccio e nuvole, comprendiamo che non è solo una scalata. È un manifesto. È la dimostrazione che i sogni, se coltivati con coraggio, possono superare ogni barriera sociale, culturale o geografica.

Le montagne della Bolivia non sono mai state così piene di significato. E forse, quando le Cholitas Escaladoras arriveranno sull’Everest, non sarà soltanto il loro sogno a realizzarsi, ma quello di milioni di donne che ancora oggi lottano per essere viste, rispettate e libere.


Articolo di
Marta Fasolo

🧗‍♀️ Umile escursionista che ama fare cose nuove
🏝️ Viaggio in Italia e vivo a Maiorca
🥾 Nei miei canali parlo di cammini, trekking e natura