Diari
10 Lug 2023

“La Via Francigena: Il mio viaggio di guarigione, scoperta e connessione” – Il diario di Alessio

Ciao, sono Alessio e ho 30 anni. Nel 2018, in seguito ad un problema cardiaco, ho cominciato ad affacciarmi al mondo del turismo lento. Inizialmente, per recuperare dallo
sfortunato evento, mi era consentito solo camminare evitando ogni altro tipo di attività fisica.

Via Francigena


Così mi sono catapultato in diverse escursioni nelle montagne che mi circondano, le Dolomiti Bellunesi. Queste immersioni lente e silenziose nella natura mi hanno appassionato
a tal punto di decidere di affacciarmi ad un’esperienza per me nuova. È così che nell’estate del 2019 ho deciso di percorrere la Via degli Dei insieme ad un amico.
L’esperienza ha guarito il mio cuore e la mia anima e così, dopo lo stop pandemico, a giugno 2021 ho deciso di intraprendere il mio secondo cammino: la Via Francigena.

Via Francigena

Ho scelto di partire da solo, convinto che questo mi potesse aiutare ad aprirmi maggiormente a nuove conoscenze ed esperienze. Sarà proprio così!
Vado a percorrere circa 430 km da Lucca a Roma, attraverso i campi dorati della Toscana che ti illuminano gli occhi ogni giorno, dandoti ancor più la convinzione di essere immerso in
uno scenario prezioso, passando poi lungo quel Lazio verde e un po’ disordinato che ti accompagna verso la Capitale, trasmettendo anche a te stesso un disordine interiore
causato dalla fine di un’esperienza che ti segnerà per sempre.

via francigena


Lungo le dolci colline della Val d’Orcia ho imparato a conoscere meglio me stesso, l’estenuante tappa sotto il sole cocente che porta a Radicofani mi ha insegnato ad ascoltare
a fondo i messaggi del corpo e della mente, ad adattarmi a situazioni scomode, a soffrire mantenendo il focus sugli aspetti positivi. L’affascinante storia dei paesini laziali mi ha
trasmesso conoscenze curiose come la nascita della storia del vino “Est est est”. Le cene comuni nelle strutture d’accoglienza ti regalano l’opportunità di spogliarti di fronte a
chiunque, di aprirti e di non nasconderti dietro a banali preconcetti. La cosa più bella però, è che in cammino siamo tutti uguali indipendentemente dallo
stipendio che percepiamo nella vita di tutti i giorni, da come ci vestiamo normalmente, dal luogo in cui viviamo, dal sesso e dall’età.

via francigena

Ricordo ancora quando a Siena ho dovuto salutare un signore che concludeva il suo cammino e abbracciandomi mi ha detto: “Tu per me sei stato come un figlio”. Così come non scorderò le lacrime e il groppo in gola quando a Roma mi sono diretto in stazione ferroviaria, dando le spalle al ragazzo e alle due ragazze che sono arrivati insieme a me al Vaticano, mettendo la parola fine a questo percorso straordinario.


In cammino il tempo si dilata e scorre lento, molto lento. Si stringono legami che non cessano al punto d’arrivo, ma proseguono timidi e sottili.
Il mio consiglio è di buttarsi senza esitazione in questo tipo di viaggi. I dubbi, le incertezze e le paure fanno parte del processo ma aiutano ad alzare il livello di adrenalina che ti spinge
verso l’ignoto.

E se partirete da soli, scoprirete presto che dopo il primo passo entrerete subito a far parte di una grande comunità che vi accoglierà a braccia aperte. Perché in fondo, da soli non
sarete mai.

Alessio De Cian

Articolo di
Cammini d'Italia