Trekking
22 Jul 2025

Alta Via n.2: la Via delle Leggende attraverso le Dolomiti

Ci sono viaggi zaino in spalla che sono semplici itinerari. E poi ci sono quelli che sanno di mito. L’Alta Via numero 2 delle Dolomiti appartiene alla seconda categoria. Un trekking di più giorni che collega Bressanone a Feltre attraversando otto gruppi montuosi e tre province, lungo crinali affilati, ghiaioni selvaggi e panorami che sembrano dipinti.

Articolo in collaborazione con Wikiloc

alta via n.2
Gruppo del Sella

Conosciuta anche come la Via delle Leggende, l’Alta Via n.2 è un percorso che si nutre di racconti antichi: le saghe ladine tra le Odle, le forre oscure delle Pale di San Martino, le conche glaciali delle Vette Feltrine. È una traversata da nord a sud, dalla Valle Isarco fino alla pianura veneta, in 13 tappe che richiedono esperienza, resistenza e soprattutto amore per la montagna.

L’Alta Via n.2 delle Dolomiti

Lunga circa 140 km, con 9 mila metri di dislivello in salita e 11 mila in discesa, l’Alta Via delle Dolomiti n.2 parte da Bressanone e termina a Feltre, attraversando le province di Bolzano, Trento e Belluno. Ricalca l’asse alpino tra le Dolomiti settentrionali e le Prealpi venete, con paesaggi sempre diversi. Dalla verticalità del Gruppo del Sella alla dolcezza del Viel dal Pan, dalla maestosità della Marmolada ai boschi profondi delle Vette Feltrine.

È conosciuta come “Alta Via delle Leggende” per il suo intreccio con le tradizioni locali e i paesaggi carichi di simboli. Si segue la segnaletica con triangolo blu e numero 2, lungo un tracciato ben indicato ma comunque impegnativo: alcuni tratti sono attrezzati (EEA), altri richiedono assenza di vertigini, buon senso dell’orientamento e una base tecnica alpinistica.

Chi affronta l’Alta Via n.2 non cerca solo paesaggi, ma un rapporto diretto e potente con l’ambiente dolomitico. Per questo, strumenti come Wikiloc diventano alleati essenziali per orientarsi, pianificare, scegliere le varianti più adatte, confrontare tracce e tempi.  Scopriamo insieme l’Alta Via n.2 con Wikiloc.

Alta Via n.2
Gruppo dolomitico della Pale di San Martino

Un trekking che cambia volto ogni giorno

Il bello dell’Alta Via n.2 è che non si lascia mai incasellare in un solo paesaggio. Nelle prime tappe, partendo da Bressanone verso il Rifugio Plose, si cammina con lo sguardo rivolto alle vette del Puez-Odle. Si entra poi nel regno del Sass Putia e delle sue forcelle, dove si inizia a intuire la grandezza dell’impresa.

Man mano che si scende verso il Rifugio Genova e si sale verso il Rifugio Puez, il sentiero regala viste mozzafiato sul Sassongher e sull’altipiano lunare del Puez, con le sue rocce friabili e i canaloni selvaggi. Da qui si prosegue verso il gruppo del Sella, passando per il Rifugio Pisciadù e poi sul brullo altopiano che porta al Rifugio Boè, la vetta abitata dell’Alta Via.

Il tratto tra il Rifugio Forcella Pordoi, la Fredarola e il Viel Dal Pan è un omaggio alla Marmolada, la regina delle Dolomiti. Il sentiero si apre davanti a lei in un continuo alternarsi di cielo e roccia, fino a raggiungere le Pale di San Martino, dove il paesaggio si fa più severo e verticale.

Non avete ancora visto la nostra avventura nel gruppo delle imponenti Pale di San Martino? Puoi scoprirla qui! 

Infine, le Vette Feltrine, angoli remoti, boschi fitti, pendii ripidi e selvaggi. Qui si chiude il viaggio zaino in spalla, con gli ultimi passi che portano verso Feltre. Un finale degno di un’esperienza che resta impressa nella memoria.

SCHEDA TECNICA

  • Distanza: 137,93 km
  • Dislivello complessivo: circa +8.993 m / -11.040 m
  • Difficoltà: EE – per escursionisti esperti
  • Partenza: Bressanone
  • Arrivo: Feltre
  • Tappe: 13
  • Quota massima: Rifugio Boè (2.871 m)
  • Periodo consigliato: metà settembre
  • Rifugi lungo il percorso: numerosi, ben distribuiti, ma è necessaria prenotazione e non è facile trovare posto nei mesi di luglio e agosto
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La suddivisione delle tappe

  • Tappa 01 – Bressanone → Rifugio Plose
  • Tappa 02 – Rifugio Plose → Rifugio Genova (Schlüter)
  • Tappa 03 – Rifugio Genova  (Schlüter) → Rifugio Puez
  • Tappa 04 – Rifugio Puez → Rifugio Pisciadù
  • Tappa 05 – Rifugio Pisciadù → Rifugio Castiglioni (Marmolada)
  • Tappa 06 –  Rifugio Castiglioni → Passo San Pellegrino
  • Tappa 07 – Passo San Pellegrino → Rifugio Volpi al Mulaz
  • Tappa 08 – Rifugio Volpi al Mulaz → Rifugio Pedrotti
  • Tappa 09 – Rifugio Pedrotti → Rifugio Treviso
  • Tappa 10 – Rifugio Treviso → Passo Cereda
  • Tappa 11 – Passo Cereda → Rifugio Bruno Boz
  • Tappa 12 – Rifugio Bruno Boz → Rifugio Dal Piaz
  • Tappa 13 – Rifugio Dal Piaz → Feltre

Come prepararsi

Anche per questa Alta Via, come abbiamo già visto nella numero 1, la preparazione è tutto. Serve un buono zaino da 35-60 litri a seconda del fatto che lo si percorra in tenda o in rifugio, scarponi affidabili, abbigliamento tecnico, protezione solare, borraccia, kit di pronto soccorso e un equipaggiamento leggero ma completo.

Attenzione: a inizio stagione, nel canalone della Forcella dla Róa, è possibile trovare neve dura. In quel caso può essere utile avere con sé una piccozza o almeno dei mezzi ramponi, come suggerisce anche il CAI.

I rifugi sono ben distribuiti, ma è fondamentale prenotare per tempo, soprattutto in alta stagione. In alcuni tratti, la fatica si fa sentire, ma ogni rifugio è anche un punto di ristoro umano: qui si incontrano storie, compagni di viaggio, tramonti che non si dimenticano.

Il peso consigliato resta sotto i 5 kg se si dorme in rifugio. Se si opta per la tenda (ammessa solo in zone specifiche e con spirito d’adattamento), si arriva anche a 10 kg. Lo zaino deve essere ben organizzato: oggetti pesanti al centro, morbidi in basso, essenziali in alto. Nessun oggetto appeso.

E naturalmente, anche in questo caso: mappa cartacea e app come Wikiloc con tracce scaricate offline sono strumenti fondamentali. La tecnologia non sostituisce l’esperienza, ma può fare la differenza.

Non è un itinerario per tutti. Serve ottimo allenamento, una buona autonomia in ambiente alpino, capacità di affrontare tratti esposti e passaggi attrezzati. In alcune sezioni (come l’ottava tappa, sul Passo delle Farangole), è obbligatorio disporre di kit da ferrata.

Rifugio Viel del Pan

Conclusione

L’Alta Via n.2 è considerata l’Alta Via italiana per antonomasia, tant’è che arrivano camminatori da tutto il mondo per percorrerla. Solitaria. Affilata. Chi la percorre lo sa che qua non si cerca solo la bellezza, ma anche la connessione profonda con la montagna. È un trekking di più giorni per chi vuole guadagnarsi ogni panorama e sentire ogni metro sotto le suole.

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Ogni percorso è una storia. E l’Alta Via n.2  è una delle più intense da vivere.

Articolo di
Francesco Boggi

Quando posso mi ritiro tra i monti, quando non posso ne parlo qui.

Co-Founder | Head of Marketing at Cammini d’Italia