Diari
03 Set 2025

Greta e Sabrina sulla Via Lauretana Roma-Assisi-Loreto: da Spello e Muccia all’abbraccio di Loreto

C’è chi in estate sceglie il mare e la frenesia delle spiagge, e chi come Greta sceglie di infilare gli scarponi e mettersi in cammino lungo la Via Lauretana, da Assisi a Loreto. Otto tappe, uno zaino e tanta voglia di scoprire cosa può succedere quando si cammina senza fretta. Nel suo diario non ci sono solo chilometri, ma piccole grandi storie: la fatica di una salita al sole di mezzogiorno, l’accoglienza calorosa nei conventi, le chiacchiere con le persone incontrate per caso lungo la strada. E poi i panorami che tolgono il fiato, i borghi che profumano di Medioevo, i paesi feriti dal terremoto ma ancora vivi, ostinati, bellissimi. Alla fine, dietro ogni passo c’è stata una scoperta. E davanti al Santuario di Loreto, quella gioia incontenibile che ti fa dimenticare la stanchezza e ti ricorda perché camminare è sempre un’ottima idea.

Introduzione

Era arrivato giugno e con lui era arrivata anche la fine della scuola. Come di consueto avevamo iniziato a programmare il nostro cammino estivo tra maestre. Per la prima volta però il quartetto non sarebbe stato al completo, perché Valentina e Benedetta non si sarebbero unite a noi. Senza farci scoraggiare io e Sabrina abbiamo scelto la nostra meta: la Via Lauretana, da Assisi a Loreto, in 8 tappe.

Dopo il nostro arrivo ad Assisi ci siamo godute la città e abbiamo fatto una passeggiata tra le mura, ma sono anche iniziate le disavventure perché ci siamo ricordate che non avevamo ancora acquistato la credenziale. Siamo corse alla Basilica ma purtroppo lo Statio Peregrinorum della Basilica di San Francesco era già chiuso. Per nostra fortuna abbiamo trovato un frate che ha chiamato Fra Jorge e alla fine abbiamo avuto la nostra credenziale! Un ringraziamento particolare ovviamente lo dobbiamo a Fra Jorge che, per noi, ha interrotto la sua passeggiata serale.

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Tappa 01: Assisi – Spello

La prima tappa non presentava particolari insidie: i 13 km non prevedevano dislivelli impegnativi e infatti siamo giunte a Spello prima dell’ora di pranzo, poco dopo mezzogiorno. Giunte presso il convento delle suore francescane missionarie, siamo state accolte nonostante il largo anticipo e abbiamo mangiato il nostro panino godendo della bella vista sulla valle.

Basilica di San Francesco – Assisi

A questo punto, abbiamo pensato di approfittare del pomeriggio libero per visitare Spello: un piccolo borgo medievale eletto, non a caso, come uno dei borghi più belli d’Italia. Arrivata la sera abbiamo mangiato insieme alla madre superiora e ad altri pellegrini: lei si è rivelata una donna con una grinta e un carisma contagiosi e ci ha raccontato delle sue innumerevoli avventure durante le missioni. Accoglienza eccezionale!

Spello

Tappa 02: Spello – Colfiorito

Questa è stata sicuramente la tappa viste le criticità incontrate. Una prima difficoltà l’abbiamo trovata appena dopo Spello: nei dintorni ci sono diversi cammini e in alcuni punti abbiamo sbagliato a seguire la traccia. Questo ovviamente ci ha portate ad aggiungere chilometri di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Un secondo punto di criticità è stata la salita nel paesino di Pale. In poco meno di un chilometro abbiamo affrontato 200 metri di dislivello che, con lo zaino e il sole di mezzogiorno, non sono risultati semplici da affrontare. Fortunatamente però alla fine di questa fatica si trova la Locanda Nonna Tina. Il caffè più buono di sempre!!

Infine, l’ultimo aspetto da sottolineare è la lunghezza della tappa, quasi totalmente in salita. Secondo la traccia sono circa 30 km ma ovviamente, tra errori ed eventuali deviazioni, aumentano facilmente. Senza dubbio questa è stata la giornata più intensa.

Tappa 03: Colfiorito – Muccia

Quel mattino, partendo da Colfiorito, ci siamo dirette verso Taverne, attraverso una strada asfaltata e circondata da campi coltivati. Abbiamo scoperto però che in questo tragitto i pellegrini non sono mai soli, ma sono scortati da due silenziosi cagnoloni. Alcuni passanti infatti ci hanno spiegato che sono di un agricoltore della zona e sono abituati a correre liberamente in tutta la campagna.

Ogni volta che incontrano dei pellegrini si accodano e li affiancano fino al confine di Taverne; arrivati lì trovano una linea immaginaria davanti cui si fermano e ritornano a casa. E così è andata anche per noi e, superato il paese, abbiamo salutato le nostre guide a quattro zampe.

Il percorso è continuato poi verso Serravalle del Chienti e anche qui gli incontri non si sono fatti attendere. Lungo la strada provinciale che portava verso il paese si è fermata una macchina della Protezione Civile dicendoci che di lì a poco ci sarebbe stata l’inaugurazione di un ponte restaurato che costeggia proprio la Via Lauretana. Felici di vedere dei pellegrini tra le loro valli ci hanno invitate a presenziare all’evento e ci hanno accompagnate a visitare il mulino di Gelagna Bassa insieme all’assessore regionale Baldetti.

Ripreso il cammino siamo arrivate nel pomeriggio a Muccia ma qui ci siamo scontrate con una realtà diversa dalle aspettative. Il terremoto che ha coinvolto il Centro Italia nel 2016 è arrivato anche a Muccia e il paese risulta ancora chiuso. Attorno a noi c’erano solo transenne e edifici sostenuti da travi di legno e di metallo.

In questo scenario spettrale gli unici superstiti erano il campanile, che nonostante le ferite continuava a suonare i suoi rintocchi, e un piccolo negozietto di alimentari che eroicamente cercava di ripartire. La proprietaria ci ha raccontato della sua esperienza e ci ha detto che se avessimo voluto altre cose ci saremmo dovute spostare di mezzo chilometro dove avremmo trovato il nuovo paese di Muccia, un quartiere creato con i container.

Raccolti i viveri per il giorno dopo siamo arrivate all’eremo Beato Rizziero, una struttura della Diocesi sopravvissuta al terremoto e utilizzata all’epoca per ospitare gli sfollati.  Volendo in questa tappa si poteva scegliere la deviazione per Camerino, ma noi abbiamo optato per Muccia visti i molti chilometri fatti il giorno prima.

Tappa 04: Muccia – Belforte del Chienti

Quel mattino ci siamo svegliate molto presto perché ci eravamo poste un obiettivo: visitare anche Camerino. Così siamo salite e abbiamo visitato il centro del paese, colpito anche lui dal sisma. Da qui abbiamo ripreso la tappa ufficiale e ci siamo dirette verso Belforte del Chienti. Questa deviazione però non è obbligatoria e volendo si può proseguire direttamente da Muccia.

Paesaggio delle colline marchigiane

Scendendo da Camerino si può godere di un bellissimo panorama tra le colline marchigiane e si passeggia tra sentieri coperti da boschi. Qui noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare anche due cerbiatti! Si procede poi lungo il cammino con la visuale sul lago di Borgiano per arrivare quindi a Belforte del Chienti. La tappa non è breve ma non presenta particolari criticità.

Tappa 05: Belforte – Tolentino

La quinta tappa prevedeva un percorso molto semplice. I chilometri erano pochi e per lo più pianeggianti. Infatti anche qui siamo giunte per l’ora di pranzo. Questo però può tornare molto utile perché Tolentino è una cittadina molto bella e si può passare un piacevole pomeriggio tra le sue vie. Meritano senza dubbio una visita la Basilica di San Nicola da Tolentino e il suo chiostro.

Qui abbiamo alloggiato presso il Convento di San Nicola da Tolentino, dove abbiamo anche cenato. L’accoglienza è stato ottima e il frate che si occupa della pastorale giovanile ci ha guidate nella visita del convento e ci ha raccontato delle diverse iniziative che vengono attivate nella loro realtà.

Tappa 06: Tolentino – Macerata

Dopo la tappa riposo del giorno precedente, siamo partite verso Macerata. Lasciata Tolentino ci si inizia ad addentrare lungo una strada circondata dalle colline marchigiane. Qui il paesaggio è mozzafiato ma sicuramente in una giornata di intenso sole il cammino potrebbe essere impegnativo perché le zone d’ombra sono rare. Per nostra fortuna il tempo era incerto e la passeggiata è stata piacevole.

Il tragitto continua poi tra asfalto, sentiero e strada sterrata fino ad arrivare al punto di maggior interesse della tappa: l’Abbazia di Fiastra. Il consiglio che ci sentiamo di dare a tutti i pellegrini è di dedicare almeno un’ora per la visita di questo luogo, un vero gioiello incastonato nel verde. Nel caso in cui qualcuno non sia interessato alla visita di questi luoghi, consigliamo comunque una sosta nel parco. Rigenerante!

Abbazia di Fiastra

Per proseguire il cammino poi ci sono due possibilità: prendere un mezzo che porta direttamente al centro di Macerata, oppure proseguire lungo il cammino. Leggendo nel sito ufficiale della via Lauretana si consiglia di prendere il bus perché il tracciato si interseca con la strada provinciale e lo stesso ci è stato consigliato dalla responsabile della biglietteria dell’Abbazia. A questo punto abbiamo ascoltato i consigli e siamo arrivate in bus a Macerata. Attenzione però, la fermata della partenza non è molto visibile!

Tappa 07: Macerata – Recanati

Usciti da Macerata il cammino inizia su vie secondarie asfaltate poco trafficate e circondate dalle colline. Ad un certo punto però ci si imbatte in un tratto pericoloso perché vede il susseguirsi di curve a gomito dove la visibilità non sempre è ottima, sia per i pellegrini che per gli automobilisti. Terminato questo pezzo ci si addentra nella campagna e si segue il percorso lungo il fiume Potenza.

La zona presenta aree ombreggiate alternate a zone di sole, ma risulta comunque abbastanza semplice perché è per lo più pianeggianti. Per pranzare poi ci siamo fermate nell’area sosta per camper a San Firmano e questa è stata sicuramente una grande fortuna, non solo per le panchine e l’ombra che abbiamo trovato. Cercando un bar dove poter bere un caffè, abbiamo trovato l’Abbazia di San Firmano: una chiesa che esternamente si presenta molto semplice, ma poi al suo interno è molto interessante, soprattutto per la cripta. Se per caso la doveste trovare chiusa non temete, chiedete al gestore del bar lì vicino.. le chiavi le ha lui.

Infine abbiamo imboccato la via per arrivare a Recanati. La salita lungo il colle e verso il centro della città è decisamente impegnativa per tre ragioni: la pendenza della strada, la costante esposizione al sole e la strada interamente in asfalto. Bisogna dire però che la meta e il panorama poi ripagano.

Greta e Sabrina

Tappa 08: Recanati – Loreto

Quest’ultima tappa in verità non è prevista dal cammino ma sarebbe parte integrante della settima. Noi abbiamo deciso di staccarla per due ragioni che, con il senno di poi, continuiamo a trovare valide. La prima è che vale la pena visitare con calma sia Recanati che Loreto; la seconda è che per arrivare in cima alle due città bisogna percorrere, entrambe le volte, una strada in salita e in buona parte al sole, quindi può risultare pesante.

Facendo in questo modo il percorso non è troppo lungo anche se in buona parte risulta in salita. Entrati nel centro della cittadina però non si trova subito il Santuario, ma è necessario percorrere alcune vie. Alla fine però si intravvede una piazza e davanti si scorge questa bellissima facciata bianca: l’arrivo!!

Come sempre la gioia è tanta e noi abbiamo iniziato i festeggiamenti, tanto che una coppia ci ha fermate per chiederci le ragioni della nostra gioia e dei nostri zainoni. Ritirato il testimonium e visitato il santuario, abbiamo deciso che ci saremmo godute appieno il resto della giornata. Così poi, verso le 13, abbiamo preso un autobus che ci ha portate direttamente a Porto Recanati dove ci siamo rigenerate al mare. La giusta ricompensa!

Il ritorno

Per tornare a casa noi abbiamo fatto una tappa ad Ancona. Consigliamo assolutamente la visita alla città, ma ancora di più un assaggio del fantastico stoccafisso della Trattoria storica La Moretta, una vera goduria in una Trattoria del 1897.

Greta e Sabrina.

Iniziativa “Cammini Aperti” –  Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.

Articolo di
Greta Santiglia