Diari
10 Nov 2025

La South West Coast Path di Francesco: dal Somerset a Plymouth in 24 giorni

Non cercavo tanto la dimensione del pellegrinaggio quanto quella dell’avventura, della fatica, della natura allo stato puro.

Si esce un po dai confini nazionali per raccontare un’esperienza diversa: il South West Coast Path, il trekking costiero più lungo d’Europa. Nel suo diario, un nuovo scrittore della community, Francesco, ripercorre tutti i 717 chilometri da Minehead a Plymouth con lunghi tratti di solitudine in mezzo alla natura inglese. Pagina dopo pagina, il lettore attraverserà con lui i paesaggi del sud-ovest inglese: i prati dell’Exmoor, i faraglioni della Cornovaglia, le spiagge infinite, i fari battuti dal vento e i piccoli pub che diventano rifugio dopo giornate di pioggia. È un racconto di resistenza e libertà, dove la solitudine si intreccia con la meraviglia e ogni tappa diventa un piccolo atto di scoperta. Un cammino fuori dall’Italia, ma perfettamente in linea con lo spirito che anima questo progetto: camminare come modo di conoscere il mondo e se stessi, passo dopo passo, anche quando il sentiero corre sull’orlo di una scogliera.

Introduzione

Dopo aver completato il Cammino di Santiago lungo il Cammino Francese, con la sua atmosfera comunitaria, i rapporti umani costanti e le infinite chiacchiere lungo la strada, sentivo la necessità di un’esperienza diversa. Non cercavo tanto la dimensione del pellegrinaggio quanto quella dell’avventura, della fatica, della natura allo stato puro. Volevo un cammino che fosse meno affollato, più solitario, fisicamente impegnativo e capace di mettermi alla prova nella gestione dell’autonomia.

Conoscevi il “Cammino di Santiago italiano”? Si tratta del Cammino di San Jacopo, in Toscana.

Il South West Coast Path (SWCP) rispondeva perfettamente a questo desiderio. Con i suoi oltre 1000 km lungo le coste del Somerset, del Devon e della Cornovaglia fino al Dorset, è il trekking costiero più lungo d’Europa, caratterizzato da oltre 30.000 metri di dislivello positivo. Un sentiero che non concede tregua, fatto di continue salite e discese, scogliere mozzafiato, villaggi pittoreschi e tratti solitari.

Il mio obiettivo non era percorrerlo per intero, ma dedicare le mie tre settimane di agosto 2025 a una lunga traversata autonoma, portando con me tenda, sacco a pelo e materassino, per poter essere indipendente e non vincolato da prenotazioni. Dal 1° al 24 agosto ho camminato da Minehead a Plymouth, coprendo 717 km con 25.000 metri di dislivello positivo.

Se anche tu come Francesco hai voglia di condividere il tuo racconto di cammino, scrivici a info@camminiditalia.org: ti invieremo tutte le indicazioni per raccontare la tua avventura! E se preferisci un contatto diretto unisciti alla nostra Community su Facebook e condividi il tuo racconto con noi e altri appassionati.

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L’avvicinamento: il viaggio verso l’inizio del cammino

Il mio SWCP comincia prima di indossare scarpe e zaino. Giovedì sera, appena finito il lavoro, torno a casa di corsa: una doccia, una cena veloce, recupero lo zaino preparato nei giorni precedenti e i miei genitori mi accompagnano in aeroporto. Ho scelto un volo notturno per guadagnare tempo, viste le tempistiche ristrette, e avere davanti a me l’intera giornata successiva per raggiungere Minehead e iniziare a camminare.

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Atterro a Manchester poco dopo mezzanotte. L’aeroporto è semivuoto, mi arrangio con qualche ora di sonno sulle sedie in attesa del primo treno verso il sud-ovest dell’Inghilterra. Alle prime luci del mattino inizio la lunga traversata in ferrovia che mi porterà a Taunton, nel Somerset. Il viaggio dura ore, attraversa campagne e cittadine inglesi che già anticipano i paesaggi che mi accompagneranno.

La partenza del cammino a Minehead

Da Taunton condivido un taxi con due ragazzi inglesi conosciuti in stazione: anche loro hanno scelto di iniziare il SWCP. È un caso fortunato, perché ci risparmiamo una lunga attesa per gli autobus locali. Arriviamo a Minehead dove una scultura segna il punto ufficiale di partenza del sentiero, nel primo pomeriggio. Prima ancora di iniziare a camminare mi concedo un cream tea, specialità locale di cui avevo letto nel libro The Salt Path: scones (focacce dolci), marmellata e panna densa serviti con tè caldo. Un modo simbolico di inaugurare il viaggio.

Prime impressioni e il cammino “ingannatore”

(Tappe 1–2: Minehead –Porlock)

La tappa 1 (13 km, 350 m d+) da Minehead a Porlock si snoda tra dolci colline verdi che regalano ampi scorci sul Canale di Bristol e sulla costa gallese. È un paesaggio che trasmette tranquillità: boschi, villaggi, prati in pendenza, una natura gentile. Condivido il cammino con i due ragazzi incontrati in stazione, e la giornata scivola via veloce. A Porlock trovo un campeggio panoramico e un bel tramonto a darmi il benvenuto.

La tappa 2 (35 km, 1414 m d+) prosegue con i primi veri saliscendi verso Lynmouth. Si entra nel Exmoor National Park e qui il cammino alterna tratti boschivi ad altri più aperti, fino alla spettacolare Valley of the Rocks, uno dei paesaggi più belli dell’intero percorso. L’atmosfera è ancora quella di un’avventura piacevole, complice anche il bel tempo e la disponibilità di strutture che, seppur non troppo frequenti sono abbastanza distribuite lungo il sentiero. Mi fermo in un campeggio a picco sulle scogliere da cui si vede un bel panorama e un bel tramonto.

Sin dalle prime due giornate, il South West Coast Path manifesta la sua vera natura: un percorso dal profilo altimetrico costantemente ondulato, caratterizzato da un incessante susseguirsi di salite e discese che non concede mai una reale tregua. Ogni tratto sembra promettere una pausa, ma subito dopo una discesa si è chiamati a risalire nuovamente, in un continuo gioco di energie che mette alla prova sia il fisico che la mente.

Scorci dal bosco dell’Exmoor National Park sul canale di Bristol

Questa caratteristica rende il cammino “ingannatore”. All’inizio, la bellezza dei paesaggi – colline verdi, scorci sul mare, villaggi pittoreschi e tratti immersi nella natura – può illudere chi affronta il sentiero, facendo pensare che la difficoltà principale risieda nella distanza totale da percorrere. In realtà, la vera sfida del SWCP si svela nell’implacabile ripetitività degli strappi e delle ripide variazioni di quota. Non è il numero dei chilometri a pesare sulle gambe e sul morale, ma la costanza con cui si affrontano questi cambiamenti, che alla lunga si fanno sentire e richiedono determinazione e resistenza.

Tramonto a Trentishoe

La pioggia e le prime difficoltà

(Tappe 3–4: Trentishoe –Woolacombe)

Alla tappa 3 (37 km, 1615 m d+) il meteo cambia radicalmente. Una bufera si abbatte sul sentiero proprio mentre affronto il Great Hangman (350 m), il punto più alto del percorso. Arrivo a Combe Martin zuppo e infreddolito, costretto a fermarmi in un bar per scaldarmi. Proseguo sotto la pioggia fino a Ilfracombe e poi ancora oltre, fino a Woolacombe, quando finalmente il cielo si apre. È una giornata che mette a dura prova il morale: i campeggi turistici del paese sono affollati e poco accoglienti per chi viaggia con zaino e tenda.

LValley of the Rocks a Lynmouth

La tappa 4 (42 km, 548 m d+) dovrebbe essere più rilassante: un lungo tratto pianeggiante che costeggia l’estuario, in gran parte lungo la ciclabile del Tarka Trail. In realtà il vento e la pioggia persistenti rendono la marcia faticosa e monotona. Raggiungo Barnstaple, cerco una lavanderia per asciugare i vestiti e ceno con il classico fish and chips. È la prima vera sensazione di difficoltà logistica e fisica insieme: il SWCP non regala niente, nemmeno nei tratti pianeggianti.

Scogliere dopo Ilfracombe

L’ingresso in Cornovaglia

(Tappe 5–7: Yelland –Hartland Quay – Bude)

La tappa 5 (28 km, 489 m d+) porta a Westward Ho!, un villaggio turistico senza particolare fascino. La giornata è più soleggiata, ma inizia a emergere la solitudine del cammino: campeggi chiusi, punti di ristoro limitati, lunghi tratti tra dune e colline.

Il Tarka Trail

Con la tappa 6 (33 km, 1409 m d+), da Westward Ho! a Hartland Quay, entro nel tratto più selvaggio del Devon. Cammino ore senza incontrare nessuno, se non qualche turista occasionale sbucato da chissà dove. Arrivo senza acqua a Clovelly, convinto di trovare rifornimenti in paese, ma il sentiero passa alto sopra l’abitato e devo tirare avanti fino a tardo pomeriggio.

Faraglioni e scogliere prima di Hartland quay
Tramonto sull’oceano

La tappa 7 (26 km, 1451 m d+) segna l’ingresso in Cornovaglia. È una delle giornate più dure: pioggia, vento e una sequenza infinita di colline ripide. Per fortuna incontro un altro escursionista con cui condivido il percorso fino a Bude, altrimenti sarebbe stata una tappa di isolamento totale. Qui inizio davvero a chiedermi chi me lo faccia fare.

La costa della Cornovaglia prima di Bude

Luoghi iconici e il dolore alla caviglia

(Tappe 8–12: Tintagel – Polzeath –Carnevas – Crantock)

Con la tappa 8 (32 km, 1560 m d+) arrivo a Tintagel, il villaggio reso celebre dal castello associato alla leggenda di Re Artù e incontro Kasyhak: un ragazzo inglese che sta concludendo il suo trekking attraversando tutta la Gran Bretagna da John o’Groats a Land’s end. Da oggi lo incontrerò, assieme alla sua famiglia, quasi tutti i giorni per una settimana.

Aironi sulla scogliera

Durante la tappa 9 (30 km, 1464 m d+) la costa è spettacolare, la Rocky Valley una delle valli più suggestive. In serata faccio sosta al campeggio di Martin, un signore inglese che si dimostra gentile, mi ospita e mi invita a partecipare ad una funzione metodista, penso che sia bello partecipare e condividere usi e costumi differenti rispetto a quelli a cui sono abituato.

La foce della Rocky Valley

La tappa 10 (25 km, 1533 m d+) è semplice fino a Rock dove bisogna prendere il traghetto per Padstow. Dopo giornate toste una tappa semplice è utile per recuperare le energie.

Insenature sulla costa verso Polzeath

La tappa 11 (29 km, 619 m d+) alterna scorci spettacolari come le Bedruthan Steps, falesie che emergono dall’oceano intervallate da spiagge dorate, a momenti di stanchezza crescente. In questi tratti incontro i primi resti degli insediamenti minerari tipici della Cornovaglia, un paesaggio che racconta storie di lavoro e fatica.

All’inizio della tappa 12 (29 km 896 m d+) conosco una coppia di italiani in vacanza con cui è bello scambiare due parole a colazione mentre per il resto della giornata cammino sempre da solo. Il percorso attraversa scogliere colorate e resti di edifici che ricordano l’attività mineraria che ha caratterizzato la zona. Dormo in un campeggio fuori (dal mondo) dal percorso. Il meteo è migliorato ma è in queste giornate che compare un dolore fastidioso alla caviglia, che rende più difficile ogni passo.

I luoghi simbolo della Cornovaglia

(Tappe 13–19: St Ives – Botallack – Lamorna – Marazion – Mullion – Coverack)

La tappa 13 (33 km, 688 m d+) mi conduce infine a St Ives, dopo una lunghissima baia, con dune e insenature, che sembra non finire mai. La tappa 14 (30 km, 1152 m d+) è forse tra le più tecniche: il sentiero verso Zennor è quasi da arrampicata, tra massi e scogliere ma il paesaggio è sublime e l’arrivo al tramonto, col sole che cala nell’oceano accanto a me, mi ripaga dalle fatiche.

Scogliere frastagliate a Zennor

La tappa 15 (33 km, 1270 m d+) attraversa alcuni luoghi iconici: Cape Cornwall e Land’s End, il punto più a ovest dell’Inghilterra. Qui incontro Lilly, una trekker con cui condividerò diversi tratti successivi. Questa sezione è tra le più belle dell’intero SWCP; il sentiero alterna baie a scogliere altissime a strapiombo sull’oceano e da cui si vedono foche e delfini.

Scogliere e faraglioni a Portreath
La costa a Land’s end

I km successivi portano da Penzance, con il distintivo giardino botanico, a Marazion (tappa 16, 19 km, 336 m d+), con la vista indimenticabile di St Michael’s Mount che di notte è illuminato.

St Michael’s Mount

Alla tappa 17 (32 km, 1390 m d+) raggiungo Porthleven caratterizzato da un porto distintivo mentre in serata, appena prima di arrivare a Mullion, una targa ricorda Guglielmo Marconi e il primo segnale radio transoceanico.

La tappa 18 (29 km, 1660 m d+) mi conduce al Lizard Point, punto più a sud dell’Inghilterra segnato da scogliere scenografiche. Infine, la tappa 19 (31 km, 922 m d+), contraddistinta dal monumento di metà SWCP, attraversa il fiordo dell’Helford Passage: un tratto di costa meno selvaggio ma comunque affascinante.

Borghi pittoreschi e il cammino che cambia volto

(Tappe 20–22: Maenporth –Portloe – Carlyon bay – Polperro)

Con la tappa 20 (34 km, 1023 m d+) arrivo a Falmouth, prendendo due traghetti per St Mawes e Place, borghi caratteristici. Lungo il cammino ritrovo Lilly, e camminiamo insieme. Realizzo che ormai a Plymouth mi mancano pochi km. Ancora un paio di tappe impegnative e poi due più tranquille. Sale un po’ di malinconia per il viaggio che sta finendo ma sono contento di essere quasi arrivato perché il trekking mi ha provato.

La tappa 21 (37 km, 1501 m d+) è impegnativa, segnata da numerose salite. Lungo il cammino ho attraversato diversi paesi portuali, tra cui Mevagissey, un borgo pittoresco che sembra uscito da una cartolina. Le sue case colorate affacciate sul porticciolo, il via vai dei pescatori e l’atmosfera serena conferivano al luogo un fascino unico, tanto da far dimenticare per un attimo la fatica accumulata durante la giornata.

Alla tappa 22 (29 km, 1110 m d+) raggiungo Polperro, che si distingue per la sua bellezza e per la posizione suggestiva: costruito in una baia incastonata lungo un versante, regala scorci caratteristici che lo rendono probabilmente il villaggio più pittoresco tra quelli attraversati durante il trekking. Le case si affacciano sulla baia e l’atmosfera che si respira è autentica, con dettagli architettonici tipici dei borghi costieri.

Fowey
Looe

Le ultime tappe: l’arrivo a Plymouth

(Tappe 23 – 24: Whitsand Bay – Plymouth)

La tappa 23 (28 km, 951 m d+) la condivido con Lilly, lungo la costa di Whitsand Bay. La giornata si chiude con un tramonto condiviso sul mare: un ricordo che resta impresso.La tappa 24 (23 km, 619 m d+) è l’ultima. Parto all’alba dopo una notte fredda, il cielo limpido e stellato. Supero Rame Head, un promontorio che regala una vista spettacolare sul golfo di Plymouth.

Superate le ultime colline, raggiungo il punto d’imbarco e prendo il traghetto che mi conduce finalmente a Plymouth. È qui che, lasciandomi alle spalle la Cornovaglia, entro ufficialmente nel South Devon. Il percorso prosegue aggirando i bastioni della città, conducendomi verso il vecchio porto, ricco di storia e fascino segnando così la conclusione di questa avventura ricca di incontri, paesaggi mozzafiato e ricordi indelebili.

L’arrivo a Plymouth con l’iconico faro

Cosa mi ha lasciato questo cammino

Il South West Coast Path non è un cammino per tutti. È duro, faticoso, spesso scoraggiante. Ma è anche incredibilmente gratificante. Rispetto a Santiago, dove la socialità e il pellegrinaggio danno un senso di comunità, qui prevalgono la solitudine e la natura. Incontri pochi trekker, ma quei pochi diventano speciali. Ogni giorno è una prova di resistenza: contro la pioggia, contro il vento, contro la stanchezza.

Il SWCP mi ha insegnato la capacità di adattarmi, di trovare gioia nelle piccole cose: un tramonto, un cream tea, una pizza improbabile, un incontro casuale. È un cammino che consiglio a chi cerca un’esperienza autentica, lontana dai percorsi più battuti: non un pellegrinaggio spirituale, ma un’avventura totale, fisicamente e mentalmente impegnativa e provante, un’immersione nella natura selvaggia e nell’imprevedibilità della vita.

Articolo di
Francesco Botticini

Cyclist guide @fbotticini_biketour