La Via Lauretana di Simone: tra Siena, Cortona e l’arte di perdersi (e ritrovarsi)
Oggi è il turno di Simone, un appassionato camminatore che ha deciso di affrontare la Via Lauretana in Toscana, nella sua terra d’origine, e in particolare il tratto da Siena a Cortona e che in realtà termina oltre, ad Assisi. Il suo diario ci racconta molto più di chilometri percorsi: è la storia di un viaggio fatto di pioggia puntuale ogni sera, segnaletiche dispettose, incontri casuali che diventano complicità. Tra i calanchi delle sue Crete Senesi, le sagre di paese interrotte dal maltempo, una battaglia vinta contro le zecche e le chiacchiere sotto un portico con due nonnine ottantacinquenni, emerge un cammino diverso, autentico, a tratti buffo ma sempre ricco di umanità. La Via Lauretana di Simone è questo: un’avventura vera, semplice e sorprendente, in cui anche l’imprevisto diventa parte del racconto.
Introduzione
Cercavo un cammino non troppo lungo, per poterlo completare il ponte del 2 giugno, e tra i tanti mi aveva incuriosito la Via Lauretana Siena – Cortona – Assisi, soprattutto perché partiva da Siena, la mia città natale, passava da ambienti che in parte conoscevo (ed amavo), e mi sembrava abbastanza poco conosciuto da farmi prenotare i pernotti senza troppo anticipo, visto che mi riduco sempre all’ultimo momento per decidere luogo e data. Sono stato avvantaggiato dalla possibilità di dormire a Siena a casa dei miei, potendomi quindi spostare tranquillamente da Milano a Siena il giorno precedente. Ho deciso alla fine di percorrere questo cammino in 4 giorni, con le seguenti tappe, per un totale di circa 115 km:
- Tappa 01: Siena – Vescona – Asciano, 34,5 km
- Tappa 02: Asciano – Serre di Rapolano – Sinalunga, 27,5 km
- Tappa 03: Sinalunga – Torrita – Valiano, 28,3
- Tappa 04: Valiano – Cortona, 24,6 km
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Tappa 01: Siena – Vescona – Asciano
34.5 km
Le prime due tappe sono quelle che in parte conoscevo, per averle percorse in MTB da giovane, tutte le crete senesi, questi paesaggi lunari, aridi, con l’argilla secca e piena di crepe da ricordare certi deserti americani, ma veramente suggestivi, con l’occhio che si perde tra calanchi, mammelloni, biancane… Appena usciti da Siena, si comincia già ad immaginare come saranno queste tappe, con tanti piccoli dislivelli, continui saliscendi, curve che – nelle strade asfaltate – sono adorate dai motociclisti.
Dalla cima di ogni piccolo poggio, dove spesso sorge anche un podere (spesso abbandonato), si può scorgere questo mare ondulato di pura campagna senese, una terra ancora intatta nella sua essenza e veramente bella da vedere e da perdercisi all’infinito, incurante dell’erba alta o della facilità di non vedere i segnavia. Infatti devo riconoscere che non sempre il percorso è perfettamente tracciato (o almeno, non lo era quando l’ho fatto io, nel giugno 2023), e che a volte, complice l’alta vegetazione, le intemperie, o forse anche la simpatia umana, qualche cartello non si vede o è caduto.
Mi è capitato infatti di “perdermi” (seppur per brevi tratti) ma con l’uso della app ufficiale “Vie Lauretane” sono sempre riuscito a mantenere il cammino lungo la via giusta. Magari l’amministrazione locale preposta potrebbe incaricarsi di manutenere il percorso (soprattutto il tratto dopo Vescona).
Uno dei punti decisamente più belli della prima tappa è il “Site Transitoire” nei pressi di Mucigliani tra Arbia e Vescona: una scultura monumentale, una sorta di installazione realizzata in basaltina etrusca (una pietra vulcanica grigia) nel 1993 dall’artista francese Jean-Paul Philippe, composta da tre elementi principali, che si erge isolata nel mezzo dei calanchi formati dai fenomeni erosivi e delle biancane, piccole colline di argilla dal colore bianco.

Questa tratta, per quanto direi da evitare nelle ore centrali del giorno, e soprattutto tra luglio ed agosto viste le alte temperature e l’assenza di acqua tra i due paesi di Arbia e Vescona, è una delle più iconiche. Proprio in prossimità del Site Transitoire ho fatto la conoscenza di altri due camminatori, Alice (di Milano) e Federico (di Modena) che anche loro erano diretti a Cortona, equipaggiati di tenda, sacco a pelo e materassini. Ci scambiamo due parole, chiedo una foto (quando si cammina da soli si tende sempre a farne poche), e ci salutiamo, sicuri di incontrarci di nuovo.
A Vescona mi rifocillo per pranzo, ma potrebbe anche essere un buon fine tappa per chi volesse accorciare il chilometraggio. Da Vescona a Poggio Montecercone bisogna fare molta attenzione per la facilità di perdersi, nel mezzo a campi con erba alta, senza punti di riferimento, e con vari guardi di piccoli canali o torrentelli. Una volta usciti da questa zona molto selvaggia, il sentiero prosegue lungo il percorso dell’Eroica, il noto evento su due ruote che raccoglie ogni anno migliaia di ciclisti amatori e appassionati da ogni parte del mondo per percorrere alcune delle più belle strade bianche di questa parte di territorio, pedalando oltre 200 km da Gaiole in Chianti con un percorso ad anello.
Mi ero scordato di premettere che le previsioni meteo erano molto brutte (questo forse il motivo che aveva fatto desistere altri camminatori, infatti oltre a me e i due amici non abbiamo incontrato nessun altro negli stessi giorni nostri), e che ogni pomeriggio, sul tardi, venivamo omaggiati da uno scroscio d’acqua. Infatti all’arrivo pomeridiano ad Asciano, fine tappa, il tempo non si è smentito. Ho fatto in tempo a incontrare di nuovo Alice e Federico ad una simpatica sagra di paese con musica e spettacoli, rovinata però dalla pioggia, e ci siamo detti (dopo esserci raccontati delle difficoltà incontrate nel tratto mal segnalato) che ci saremmo incontrati di nuovo il giorno successivo in cammino.

Tappa 02: Asciano – Serre di Rapolano – Sinalunga
27.5 km
L’itinerario del giorno due ci fa lasciare questi splendidi paesaggi lunari con anche un buon dislivello dopo il paese di Serre di Rapolano (nota anche per le sue cave di Travertino), per ridiscendere poi in piano verso Sinalunga. Tappa dal meteo variabile, percorso comunque quasi tutto insieme ai due nuovi compagni di viaggio, separandoci per la notte dopo aver bevuto una birra insieme in centro al paese, teatro di una sagra popolare con una simpatica corsa dei carretti dei vari rioni.

Tappa 03: Sinalunga – Torrita – Valiano
28.3 km
La terza tappa, sempre con meteo abbastanza incerto, ci ha visto attraversare, tutti e tre insieme, un territorio pianeggiante, con dislivello praticamente nullo. Dopo Torrita di Siena, tipico paese sulla cima di un colle dove ci siamo rilassati un attimo a fare una sostanziosa colazione, il percorso riprende entrando definitivamente nella Val di Chiana, territori di bonifica e coltivazioni. Dopo aver oltrepassato la stazione ferroviaria di Montepulciano Stazione ci dirigiamo verso il Canale Maestro della Chiana (, , un canale artificiale di oltre 60 km costruito e modificato nei secoli del Medici e del Granduca Leopoldo II per bonificare le paludi circostanti raccogliendo le acque e dirottandole, in caso di piene, verso il lago di Chiusi.

Se ne percorre l’argine per circa 2 km, in piano, lungo una specie di pista ciclopedonale; nel primo tratto, dove non abbiamo incontrato praticamente nessun altro essere umano, siamo riusciti comunque ad incontrare le zecche, che hanno scelto Alice come la loro vittima preferita. Abbiamo deciso di intervenire una volta arrivati a destinazione, io avevo preso una stanza in agriturismo lungo il percorso, sotto al paese di Valiano, e Alice, munita di pinzette, si è divertita a dare il benservito al simpatico animaletto.
Rasserenata, ed arrivati a fine tappa, abbiamo poi vissuto uno dei momenti più belli di tutto il cammino: affamati ed assetati, con previsione di pioggia incessante, siamo riusciti a convincere una signora del posto ad aprirci l’unico negozio di alimentari disponibile improvvisando una merenda a porte chiuse con birre e tagliere di salumi e formaggi a km 0, dialogando amabilmente con la titolare e suo figlio che ci hanno raccontato storia, aneddoti e pettegolezzi del paese e dei suoi abitanti. Davvero un aperitivo tra i più improvvisati e rustici, ma allo stesso tempo verace, autentico, e soprattutto inaspettato.
Usciti da questo tuffo nel passato, è cominciato a diluviare, ma seriamente. Abbiamo trovato rifugio in una comoda panchina sotto ad un porticato dove c’era anche un’altra panchina occupata da due signore, se ricordo bene over 85 entrambe, Irene ed Elvira (i nomi me li ha ricordati Federico, che se li era appuntati nel block-notes). Abbiamo fatto amicizia, hanno cominciato a raccontarci le loro storie, i cui personaggi e le cui vicende si intrecciavano con nomi già ascoltati prima durante l’aperitivo.
Ci siamo sentiti anche noi parte della comunità, facevamo domande, ci rispondevano con sincerità e passione, abbiamo parlato anche di cose profonde, dei mutati costumi del nostro tempo, dello spopolamento di alcune zone, della vita quotidiana ai loro tempi… bellissimo. Mentre intorno a noi la pioggia scrosciava, e non passava anima viva, solo noi cinque a ridere e parlare sotto a questo minuscolo porticato in un paesino di 328 abitanti secondo il censimento ISTAT del 2001 (fonte: Wikipedia), davvero una esperienza che tutti e tre ricorderemo sempre con affetto e tenerezza.
Tappa 04: Valiano – Cortona
24.6 km
La tappa finale, da Valiano a Cortona, come tutte le tappe finali, è un po’ segnata dalla stanchezza accumulata, dalla voglia di arrivare, dalla tristezza che tutto sta per finire e si tornerà alla routine cittadina, e pertanto per molti – pur rappresentando l’agognato traguardo – non riesce ad essere vissuta con la massima felicità con cui dovrebbe. Percorso prevalentemente pianeggiante, reso impegnativo solo dalla salita finale a Cortona, bellissimo paese in cima al monte, dove abbiamo pranzato assieme godendoci piatti locali (cacciagione e maiale soprattutto) e bevendo del buon vino rosso, pronti per fare poi due passi alla scoperta del borgo davvero degno di nota, ed organizzandoci con i mezzi pubblici per il ritorno (io verso Firenze per prendere poi il Frecciarossa per Milano, e loro verso Siena dove avevano lasciato l’auto).
A conti fatti, è un cammino poco conosciuto, poco battuto, poco pubblicizzato, non molto ben mantenuto. Addirittura a Siena erano anche sprovvisti di credenziali, meno male che mi ero mosso per tempo e le avevo fatte arrivare appositamente. Però alla fine – a parte il tratto Siena- Asciano che secondo me è spettacolare – anche il resto del percorso ha il suo fascino, forse perché meno frequentato, forse perché ancora si incontrano paesi con usanze di un tempo, lontani dalla ressa, dalla vita frenetica, dall’apparenza. È una parte della Toscana minore, non troppo turistica ed ancora genuina, dove si può ancora riuscire ad isolarsi e tornare un po’ indietro nel tempo, portandosi a casa, nonostante lo sforzo, la pioggia, le zecche, le imprecazioni per i sentieri male indicati, e tutto quello che si vuole, una grande soddisfazione, bellissimi ricordi, e tanta voglia di ripartire di nuovo zaino in spalla.
Aggiungo infine una nota “logistica” (ma che vuole anche essere un riconoscimento, un ringraziamento) per tutti coloro che volessero affrontare questo cammino in tenda, come hanno fatto Alice e Federico: vista la pioggia praticamente costante dalle 18 circa di ogni pomeriggio, sono riusciti a trovare – inaspettatamente – ospitalità al chiuso (e quindi all’asciutto) presso le varie parrocchie dei posti dove hanno fatto tappa, grazie al buon cuore dei vari responsabili delle parrocchie stesse, che hanno quindi aiutato a rendere questo cammino, nonostante le non favorevoli condizioni climatiche, un cammino piacevole e degno di essere ricordato.
Iniziativa “Cammini Aperti” – Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.

