
Nel 2019 Matera ha vissuto un anno davvero intenso, come Capitale Europea della Cultura: mostre, concerti, eventi di varia natura hanno attratto numeri importanti di visitatori italiani e stranieri. Oltre 700.000 persone hanno scelto il capoluogo della Basilicata come meta di un viaggio culturale. Un punto di arrivo per la città dei Sassi, che ha mostrato un trend tutto in crescita, a partire dal 2014.
In città, già dal 2018, fervevano i lavori: la vecchia, scalcinata stazione delle Ferrovie Appulo Lucane si apprestava a trasformarsi in un terminal moderno e funzionale. Ovunque spuntavano cantieri e l’inconfondibile profilo della Civita era contaminato da gru e ponteggi, disperazione dei fotografi. Tutto doveva essere (più o meno) pronto per la cerimonia di apertura, il 18 gennaio 2019.
Di tutte le opere utili alla piena fruizione e conoscenza della città, il ponte tibetano sulla Gravina, tra la Civita e la Murgia Timone, fu dimenticato. Oppure i problemi di sicurezza del percorso si erano rivelati di difficile soluzione. E così il sentiero che scende nella Gravina per quell’anno così cruciale rimase chiuso. Non restava che contemplare dall’alto l’abisso, solcato dalle serpentine di storici sentieri, il ponte di cavi d’acciaio e tavole di legno apparentemente perfetto. L’unico modo per raggiungere il Belvedere, eccezionale punto panoramico sui Sassi, era la navetta, che con un tortuoso percorso stradale raggiungeva il centro visitatori del Parco della Murgia Materana di Jazzo Gattini.
Passata la pandemia, di ritorno al Sud, scopro che – finalmente – l’emozionante attraversamento della Gravina è ora possibile, ripristinato già nel luglio del 2020. La camminata è altamente consigliata a coronamento della visita a Matera, città già meta di uno dei più fortunati percorsi escursionistici del Meridione, la via Peuceta del Cammino Materano.


Il punto di partenza del sentiero si trova lungo la piazza Santa Lucia alla Civita, a breve distanza dalla chiesa di San Pietro Caveoso. Scende piuttosto ripidamente, con tratti purtroppo già in parte degradati a causa dei frequenti passaggi e della cattiva abitudine di “tagliare” i tornanti. Si perde quota fino al letto del torrente Gravina, e si trova il ponte tibetano per passare sull’altra sponda, oltre piccoli canneti e zone di acque stagnanti popolate da un coro di rane canterine.
A questo punto si sale, inizialmente con comodi e larghi tornanti, quindi con un tratto esposto (ma messo in sicurezza con ringhiere), e qualche gradino piuttosto alto, soprattutto nel passaggio lungo alcuni insediamenti rupestri, tra cui la chiesa di Sant’Agnese. Scalette tagliate nella roccia portano in cima alla Murgia Timone, dove la vista si apre su tutta la città.
Ma l’avventura non è ancora finita: dal margine del piazzale possiamo imboccare il sentiero che si tiene sul bordo della Gravina, e che consente la visita di altre chiese rupestri, tra cui San Vito alla Murgia, antiche cave di calcarenite e stazzi, come quello annesso alla chiesa rupestre di San Falcione. Questa è poi la stagione delle fioriture e momento di gloria del lino delle fate, un’erba che fiorisce con morbidi filamenti argentei mossi dal vento come onde del mare.
Da Jazzo Gattini, percorsi 3,5 km con 150 m di dislivello in salita e 85 m in discesa, auspicando anche la riapertura del centro visitatori e del piccolo bar e spaccio di prodotti tipici, la navetta riporta in centro a Matera, per una serata di incanto nei Sassi o nella vivace via Ridola.


ROBERTA FERRARIS
Nata in vista del Monte Rosa, ha mosso i primi passi saltando di sasso in sasso lungo le sponde del fiume Sesia.
I suoi studi sono stati intensi ma irregolari, tra Italia e Stati Uniti. Ha fatto lunghi viaggi a piedi soprattutto in Italia.
Grazie alla conoscenza capillare del territorio collabora dal 1994 per vari editori e con Touring Editore dal 1999. È autrice di numerose guide turistiche ed escursionistiche e di racconti di viaggio.
Ha scritto anche di cucina e di stili di vita sostenibili. Contribuisce ai suoi lavori editoriali anche con foto e illustrazioni botaniche. Dal 2014 è guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte e accompagna gruppi in prevalenza stranieri, a conoscere luoghi e cultura del nostro paese. Vive in Alta Langa, in una cascina isolata in collina.
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