Respirazione diaframmatica: come salire senza affanno
La montagna offre paesaggi incantevoli, ma spesso la salita può diventare una sfida faticosa. In questo articolo approfondimento come utilizzare la respirazione diaframmatica per affrontare i dislivelli con serenità, permettendo un cammino più piacevole. La fatica in salita non scompare, ma la gestione del respiro diventa cruciale per trasformare l’esperienza, consentendo di godere appieno della bellezza del percorso. La tecnica che illustreremo potrebbe essere necessaria per affrontare cammini caratterizzati da grandi sali scendi come ad esempio la Via degli Dei, il Cammino dei Forti o l’Alta Via delle Grazie.
Come affrontare i dislivelli?
Come affrontare i dislivelli più difficili senza affanno con la respirazione diaframmatica? La salita è lo spauracchio del camminatore, che non ama troppo la montagna e i suoi dislivelli. La montagna dispensa bellezza, ambienti unici e incontaminati, ma ci fa pagare pegno, con tanta fatica. C’è modo, tuttavia, di affrontare le salite, anche con uno zaino pesante, dosando le energie e mettendo in pratica alcune strategie per evitare di ritrovarci con il cuore il gola, il volto paonazzo e il cuore che impazzisce.
Una premessa va fatta: tutti, in salita, fanno fatica, anche i più allenati. La differenza tra chi annaspa con la lingua fuori e chi sale leggero a passo deciso, senza apparente sforzo, è la differente capacità di tollerare e gestire la fatica. Certo, l’allenamento e l’abitudine sono fondamentali, ma nell’affrontare un dislivello alpino contano tanto le gambe quanto la testa. Ma soprattutto conta il fiato. Chi riscontra una particolare difficoltà in salita, molto probabilmente non respira in modo efficiente.
Respirare a pieni polmoni è fondamentale perché nel nostro sangue arrivi l’ossigeno necessario al nostro sistema cardio-circolatorio. Ecco che se l’ossigeno non arriva il cuore soffre. Per respirare a pieni polmoni bisogna praticare la respirazione diaframmatica, che è quella naturale (durante il sonno è così che respiriamo). Ansia, stress e vita sedentaria ci hanno fatto disimparare a respirare in modo corretto. Per questo, all’inizio questo tipo di respirazione potrà risultare un po’ forzata, ma è importante praticarla in modo consapevole all’inizio, in modo che con il tempo diventi automatica.
Il diaframma è molto importante
Il diaframma è un muscolo posto tra la cassa toracica – dove hanno sede i polmoni – e l’addome. Se, quando respiriamo, non sentiamo l’aria andare letteralmente “nella pancia”, vuol dire che il diaframma rimane rigido, e la nostra respirazione è “di petto”. Bisogna pensare di mandare l’aria fino all’ombelico: non va fino a lì, ovviamente, ma in questo modo riusciamo a far fare al nostro diaframma troppo pigro il movimento che consente di riempire i polmoni anche del 30% in più rispetto alla respirazione solo “di petto”.
Usa la respirazione diaframmatica
Affrontiamo ora una bella salita alpina con la nostra respirazione diaframmatica e consapevole.
- Prima regola, partire piano!
- Seconda regola, il respiro deve essere coordinato al movimento.
Fai un passo, inspira dal naso, altro passo, espira dalla bocca. Respirare dal naso è molto importante perché l’aria, secca e fredda, viene riscaldata e umidificata. Trova dunque il ritmo giusto, che potrà anche essere molto lento, ma non importa. Mantieni il passo che meglio si accorda con un respiro regolare. Se la salita spiana, puoi fare due passi per ogni respiro, e con l’allenamento il respiro diventerà sempre più profondo e lungo.
Questo non vuol dire che arrivati in cima al colle o alla vetta, il battito del cuore non sarà accelerato, ma saranno sufficienti pochi respiri profondi perché si calmi, il rossore del volto si attenui e la nostra voce esca limpida e chiara. Ma soprattutto, salendo con la corretta respirazione, avremo avuto modo di osservare il paesaggio, trarre piacere dall’aria fresca e pura, e – pur nella fatica – fare un’esperienza di assoluto benessere.