Un cane aggressivo ringhia sul sentiero davanti a me, come mi devo comportare?

Foto di Viandanti del Sud
Sembra un paradosso, ma il miglior amico dell’uomo può essere l’incontro più pericoloso su un sentiero. Se il lupo e tutti gli animali selvatici dell’uomo hanno un sacro terrore che li porta immediatamente alla fuga, salvo particolarissimi casi, che vedremo più avanti, il cane non ci teme. Anzi, in molti casi, per abbandono o maltrattamento, ha un conto in sospeso con gli umani.
Un errore di comportamento può lasciare il segno sul nostro corpo: dal morso di avvertimento a danni anche gravi.
Ecco qualche suggerimento per usare la testa e avere la meglio
- Mai lasciarsi prendere dal panico. I cani sono in grado di capire se la persona che sta loro di fronte ha paura. Sentono l’adrenalina. Bisogna vincere il timore e convincersi mentalmente che la nostra intelligenza l’avrà vinta sull’istinto. Mi rendo conto che non è facile, ma proviamoci!
- Primissima cosa da fare: fermarsi. Il cane aggressivo molto spesso è un cane da guardiania, di razza maremmana o abruzzese, che sta svolgendo un importante lavoro di protezione del gregge dai grandi predatori. Chiediamoci se, per caso, non siamo entrati nel suo territorio. Pastori e allevatori sono tenuti a recintare e delimitare chiaramente i pascoli difesi da questi cani, ma molto spesso le recinzioni hanno qualche falla.
- Seconda cosa da fare: indietreggiare senza voltare le spalle al cane, lentamente e senza fissare l’animale negli occhi (cosa che equivale a una sfida aperta). Mai urlare. Il messaggio da dare è: non mi interessano le tue pecore, e non ho nessuna intenzione di invadere casa tua. Non resta che trovare un percorso alternativo, aggirando l’ostacolo a distanza.
Non dimentichiamo mai che il cane non fa parte della fauna selvatica, ma convive con noi da circa 12mila anni. Siamo dunque tenuti, come escursionisti, a conoscere i suoi comportamenti, e – se allevatori – siamo responsabili delle sue azioni. Per saperne di più sui cani da guardiania, e non averne paura, Marzia Verona, nel suo blog Pascoli e Stalle, tratta il tema con equilibrio, da persona che in montagna vive e lavora.

ROBERTA FERRARIS
Nata in vista del Monte Rosa, ha mosso i primi passi saltando di sasso in sasso lungo le sponde del fiume Sesia.
I suoi studi sono stati intensi ma irregolari, tra Italia e Stati Uniti. Ha fatto lunghi viaggi a piedi soprattutto in Italia.
Grazie alla conoscenza capillare del territorio collabora dal 1994 per vari editori e con Touring Editore dal 1999. È autrice di numerose guide turistiche ed escursionistiche e di racconti di viaggio.
Ha scritto anche di cucina e di stili di vita sostenibili. Contribuisce ai suoi lavori editoriali anche con foto e illustrazioni botaniche. Dal 2014 è guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte e accompagna gruppi in prevalenza stranieri, a conoscere luoghi e cultura del nostro paese. Vive in Alta Langa, in una cascina isolata in collina.
Non diciamo fesserie, non siamo tenuti a conoscere il comportamento di nessun animale, addomesticato o meno che sia.
E chiamiamo le cose con il loro nome: un cane da guardia è un’arma impropria in grado di offendere gravemente,
e come tale deve essere trattata e maneggiata dal suo proprietario.
Chi vi si imbatte, trovandola incustodita, non è responsabile e tenuto a conoscere del suo funzionamento e a come disarmarla.
Anche le mine terrestri sono conosciute e usate dall’uomo, almeno dal XVIII secolo, quindi: se qualcuno vi ci inciampa sopra e ne rimane offeso, è sua la colpa perché non ha saputo disinnescarla?
Smettiamola con questa politica della de-responsabilizzazione dei proprietari.
Loro il cane e loro la colpa, qualsiasi cosa succeda.
ps: in virtù dei famigerati 12K anni di storia, si è riusciti a selezionare le più disparate razze canine, ma non si è trovato il tempo di curare far emergere l’aspetto principale?
Non attaccare l’uomo.
Un cane che attacca l’uomo è un pericolo e deve essere abbattuto.
Non entro nel merito dell’articolo che ho letto sui cani da guardiania….piccolo aneddoto capitato al sottoscritto nell’aprile 2019 sul sentiero “Via della lana e della seta”. pernottato in prossimità di Vernio i mattino parto dal b&b direzione “le soda” per seguire il sentiero. dopo qualche centinaio di metri lascio l’asfalto per il sentiero nei boschi, da lontano sento cani abbaiare non mi preoccupo li sento lontanissimi. dopo un minuto me ne ritrovo 3 dietro di me che abbaiano calorosamente, greggi nei paraggi nessuno, capre zero ed altri animali da proteggere zero. mi fermo (sono solo) ed avendo paura dei cani (che ci posso fare?) cerco di non fare movimenti bruschi o guardarli storto. non posso andare ne avanti ne indietro, continuano ad abbaiare, due di loro “non mollano” il terzo si accuccia poco più in la (e quello mi faceva più paura). chiamo il 112 perchè non so cosa altro fare, mi girano alla guardia forestale…” ah si li conosco quai cani, non fanno nulla, non ti preoccupare”. non si muovono e continuano ad abbaiare appena cerco di fare un passo quasi ringhiano. telefono al B&b ma gli uomini sono fuori per lavoro, la signora mi promette di mandarmi qualcuno. dopo 30 minuti (di terrore puro) arriva il figlio della signora e ferma l’auto a lato della starda che sta sotto di me di un centinaio di metri, appena si immette sul sentiero i tre cani quasi fossero figli suoi prendono e se ne vanno. il ragazzo NON conosceva quei cani, non ha fatto/detto nulla ai cani….se ne sono andati, forse due unomini contro tre cani per loro non era giornata. bruttissima esperienza e i peggiori 40minuti della mia vita. segnalato l’accaduto a chi ha redatto la Guida di quel percorso, dopo 6 mesi hanno modificato le note per la tappa Vernio-Vaiano. si fa presto a dire “non farsi prendere dal panico” o “rimanete calmi e fatevi annusare”. anche se avessi avuto un bastone col cappero che l’avrei brandito, forse aver avuto una pistola allora la partita la si poteva giocare….. grazie dello spazio e buon cammino a tutti. Roberto (mn)
Che beli