Un Natale tra i sentieri: Deborah e il suo cammino dei Forti
Mentre tutti si preparavano a trascorrere le vacanze natalizie tra abbuffate, divani e carte, Deborah ha scelto un’altra strada lasciandosi guidare dalla curiosità e dall’amore per il cammino, affrontando il suggestivo Cammino dei Forti. Immerso nelle meravigliose terre marchigiane, si tratta di un percorso ad anello caratterizzato da antichi forti e panorami mozzafiato. Tra incontri inaspettati e risate sotto la neve, il suo viaggio diventa un racconto coinvolgente che sa di avventura, libertà e piccole grandi scoperte. Un diario di viaggio autentico, ricco di emozioni, che vi farà sentire il peso dello zaino sulle spalle e la leggerezza della strada sotto i piedi. Pronti a festeggiare il Natale in cammino con lei?
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Cosa fare durante le vacanze di Natale? E per Capodanno? La risposta è semplice: un cammino! La nostra scelta è ricaduta sul cammino dei Forti, un percorso ad anello di 120 km. Perché proprio il cammino dei Forti?
- È percorribile durante tutto l’anno.
- È un percorso ad anello (chi ha esperienza di cammini sa quanto questo aspetto sia un grande vantaggio).
- Il dislivello positivo non è indifferente, e ovviamente ci piace.
- Le Marche sono una regione poco conosciuta e spesso sottovalutata, e la curiosità di esplorarla è tanta.
Ecco una lista completa dei cammini che puoi percorrere nelle Marche!
Avendo prenotato con un po’ di ritardo (com’è tradizione!), abbiamo dovuto iniziare il cammino dall’ultima tappa invece che dalla prima, perché le strutture lungo il percorso erano già tutte occupate. Ma, essendo un anello (l’ho detto che è un bel vantaggio!), questo non ha avuto alcun impatto sul tragitto da percorrere.
Dopo l’ennesimo pranzo in famiglia della settimana, il 26 dicembre preparo lo zaino con la consueta rapidità: poche cose, l’importante è camminare il più leggeri possibile. Partiamo dal Piemonte, io e mio cugino, per incontrarci a Bologna e unire le forze con il nostro amico veneto, con cui abbiamo già condiviso altri cammini. Perché camminare è questo: unione. Ci fermiamo a dormire lungo il tragitto e, l’indomani, finalmente, iniziamo a camminare.
Tappa 01: Pitino – San Severino Marche
26,2 km – 800 m. dislivello positivo
Arriviamo al forte di Pitino, la prima imponente struttura che ci si presenta davanti, e lasciamo l’auto. Con lo zaino in spalla, inizia ufficialmente il nostro cammino dei Forti, ma non prima di scattare la consueta foto di rito, con alle spalle le meravigliose colline marchigiane. E i colori di queste colline? Un’incredibile combinazione di tonalità di verde che si sovrappongono e si mescolano, come un quadro dipinto a mano. In lontananza si intravedono gli imponenti Monti Sibillini, ancora coperti di neve.
Per questa tappa ci sono due varianti: una più breve (12,5 km) e una più lunga (26,2 km). Optiamo per la seconda. Oggi ci aspettano oltre 800 metri di dislivello: saliamo e scendiamo continuamente. Iniziamo su asfalto, ammirando le campagne verdeggianti e le tipiche case di campagna sparse qua e là, per poi abbandonare la strada e addentrarci nei boschi.
E qui, finalmente, la neve fa la sua comparsa. All’inizio è appena un velo, poi diventa sempre più abbondante. E cosa fanno tre quasi trentenni di fronte alla neve? Giocano a palle di neve, naturalmente! Ridiamo, perché alla fine i cammini riportano alla semplicità delle piccole cose.
La nostra penisola ci permette di essere in cammino anche in stagioni diverse dall’estate. Se non sai da dove cominciare la tua ricerca per camminare in inverno, abbiamo scritto qualcosa qui.
Arriviamo a San Severino Marche verso le 16:00 e ci dirigiamo subito verso l’Artisan, il negozio convenzionato con il cammino. Mauro ci accoglie con un sorriso e una birra fresca, ci dà le credenziali e il primo timbro. Ci parla di Capodanno: tutte le persone che stanno percorrendo il cammino lo trascorreranno lì, in ferramenta, e ci invita a unirci. E chi siamo noi per rifiutare?

Tappa 02: San Severino Marche – Crispiero
15 km – 850 m. dislivello positivo
Oggi la tappa è breve, la più corta del cammino: 15 km con circa 850 metri di dislivello positivo. La giornata inizia con la visita della parte alta e più antica di San Severino Marche, il “Castello al Monte”, dove svettano due torri: la più alta è la torre comunale, mentre l’altra è la torre campanaria del Duomo Vecchio. La torre comunale sembra risalire al XIII secolo. Il cielo è terso e la campagna marchigiana abbraccia dolcemente la collina con i suoi colori: un paesaggio che incanta, come sempre.
Lasciamo San Severino Marche alle nostre spalle, fermandoci di tanto in tanto per ammirare il panorama, e proseguiamo nel verde dei boschi circostanti. Poco dopo, ci troviamo di fronte alla “Buca d’Aria”, una voragine formatasi a seguito del sisma del 1799. È sorprendente quanto sia grande, incorniciata da maestosi pini che ne accentuano la maestosità.
Continuiamo il nostro cammino, iniziando a salire verso il parco eolico di Serrapetrona. Da qui, la vista è spettacolare: un panorama a 360 gradi sulle campagne marchigiane, con i Monti Sibillini innevati che sembrano sorvegliare ogni passo del nostro percorso. Decidiamo di fermarci per il pranzo: i miei due compagni con il loro panino da mezzo chilo a testa, io con delle carote e del tofu.

Dopo una leggera discesa, arriviamo a Crispiero verso le 14:00 e ci dirigiamo verso la nostra casa per la notte, nel cuore del borgo. Il paese è raccolto, silenzioso e ricco di fascino. La proprietaria ci accoglie calorosamente e ci invita nella sua casa, dove ha preparato diverse torte. Cosa c’è di meglio, dopo una lunga camminata, di un po’ di zucchero? Non ci facciamo scappare questa delizia e ci lanciamo sulle torte prima ancora di pensare a lavarci.
Dopo una breve pausa, ma da buona iperattiva quale sono, convinco i miei compagni a fare yoga con me. Non credo di aver mai riso così tanto durante una sessione! Tra risate, imprecazioni e cadute accidentali che li fanno sbattere contro gli armadi, è un momento di puro divertimento. La serata si conclude con una cena all’unico ristorante del paese, la Taverna Paradiso. Che dire… quanto è buona la cucina marchigiana! Ho lasciato il cuore nei cremini fritti e, sinceramente, non credo che lo riavrò più indietro.
Tappa 03: Crispiero – Rastia
29 km – 1200 m. dislivello positivo
La tappa più lunga del cammino: oltre 29 km e circa 1200 metri di dislivello positivo. La sveglia suona presto per partire con le prime luci dell’alba, puntando ad arrivare a destinazione prima del buio. Anche oggi attraversiamo le colline verdeggianti delle Marche, con il Monte San Vicino che si staglia all’orizzonte, la nostra meta del giorno successivo. Dopo un tratto su asfalto, ci imbattiamo nel meraviglioso castello di Gigliole, un angolo incantevole che ci regala una breve pausa.
Ma lo spettacolo più emozionante ci aspetta poco più avanti, salendo di quota, tra il verde e i pochi residui di neve. Incontriamo cavalli liberi che brucano l’erba, una mamma che coccola il suo cucciolo, mentre le montagne innevate fanno da maestosa cornice. Proseguiamo con soddisfazione, mantenendo il passo che ci siamo prefissati, consapevoli di rispettare i tempi.
Poi, un incontro inaspettato: un cane da caccia che ci segue, curioso e affettuoso. Notiamo il suo nome, “Mochi”, sul collarino. All’inizio cerchiamo di ignorarlo, pensando che il padrone non sia troppo lontano, ma Mochi non ci lascia. Ci segue per diversi chilometri mentre tentiamo invano di contattare il suo padrone tramite il numero sul collarino. Tempo zero, ci affezioniamo a lui. Così, decidiamo di portarlo con noi fino a destinazione, continuando a cercare di metterci in contatto con il proprietario.
Ed ecco che Mochi diventa un compagno di cammino: decidiamo di portarlo a destinazione per poi continuare a contattare il padrone. Camminiamo e camminiamo in mezzo ai boschi, per chilometri, e tra una carezza e l’altra (chissà perché siamo stati più lenti!), finché Mochi, attirato da qualcosa, scappa. Lo chiamiamo e richiamiamo sperando torni, ma dopo uno stop per cercare di capire dove fosse finito, decidiamo di proseguire. Non lo sentiamo più. Ci mandiamo la posizione per poi indicarla al padrone.
I passi successivi sono più pesanti, ci chiediamo come stia Mochi, se sarà ritrovato. Ma dopo un’altra ora di cammino, sentiamo un campanellino… è lui? Un cane simile ci corre incontro, ma non è Mochi. Sull’altro cane troviamo lo stesso numero di telefono e lo stesso nome: “Mochi”. Restiamo un po’ delusi, ma anche sollevati: se entrambi i cani appartengono allo stesso padrone, non possiamo fare altro che pensare che sia normale che si allontanino. Decidiamo comunque di inviare un messaggio al padrone.
Proseguiamo e, proprio mentre il sole tramonta, arriviamo al Colle del Sole, l’agriturismo dove ci fermiamo per la notte, immersi nel verde e nel silenzio. Che dire, la loro focaccia è S P A Z I A L E, ma ogni piatto che offre la casa è davvero delizioso. Se passate di lì, non perdetevela! E la ciliegina sulla torta: il padrone ci ha risposto, i cani sono stati trovati!
Tappa 04: Rastia – Elcito
20 km – 1500 m. dislivello positivo
Anche oggi sveglia presto: ci aspettano circa 1500 metri di dislivello positivo e 20 km di cammino. Lasciamo l’agriturismo e ci immergiamo nei boschi; la strada si fa subito ripida e la neve non tarda ad arrivare. TANTA NEVE. Saliamo e saliamo e ogni tanto (non così raramente) sprofondiamo. Siamo più lenti, ma non ci fermiamo.
Il primo obiettivo di oggi è raggiungere la cima del Monte San Vicino, che svetta a 1479 metri. Senza ramponi e ciaspole, il percorso è sicuramente più faticoso, per cui è consigliabile averli con sé se lo si affronta in inverno (cosa che noi non avevamo). Nonostante la fatica, continuiamo e, finalmente, raggiungiamo la cima. E la fatica viene ripagata.
Neve , ramponi e ciaspole…camminare in inverno deve prevedere delle accortezze ! Se vuoi prepararti al meglio per un cammino invernale abbiamo scritto un articolo con 12 consigli!
La giornata è limpida, il cielo azzurro e l’orizzonte si apre su una vista mozzafiato a 360 gradi: dal Gran Sasso ai Monti Sibillini, fino al mare. Un colpo d’occhio che lascia senza parole. Dopo un rapido pranzo, scendiamo e riprendiamo il cammino. La strada è ancora lunga. Attraversiamo boschi dove la neve è immacolata, battiamo la traccia. In alcuni punti, ci divertiamo a scendere scivolando sulla neve fresca. Che meraviglia!
Guardando l’orologio, ci affrettiamo. Il giorno prima ci era stato detto che a Elcito c’era un unico piccolo bar, ma chiudeva alle 16. Camminiamo e camminiamo, e finalmente vediamo la nostra meta. Elcito, un piccolo borgo arroccato su uno sperone roccioso a 821 metri, si staglia davanti a noi, illuminato dal caldo sole invernale che lo rende ancora più magico.

Manca ancora un chilometro e mezzo, e sono le 15:35. La salita è dura, ma chi cammina sa che la fame spesso supera la stanchezza, e così, quasi di corsa, affrontiamo l’ultima rampa finale. Arriviamo al piccolo bar, proprio alle porte del borgo, giusto in tempo, e ci concediamo tre cresce. Non potete perdervele, sono qualcosa di straordinario!
Tappa 05: Elcito – Pitino
24 km – 850 m. dislivello positivo
Ultima tappa per noi: 24 km con circa 850 metri di dislivello. Lasciamo Elcito mentre le ultime luci dell’alba dipingono il cielo di colori caldi, facendo risplendere le case del borgo in modo ancora più incantevole. Percorriamo tratti di asfalto e sentieri immersi nelle campagne marchigiane, passando accanto alle torri di alcuni castelli fino a intravedere il castello di Pitino all’orizzonte.
La rampa finale è impegnativa, ma la soddisfazione di aver raggiunto la nostra meta è grande. Un po’ di malinconia ci accompagna, come accade sempre quando un cammino volge al termine. Il viaggio si conclude con i festeggiamenti di Capodanno all’Artisan, in compagnia degli altri camminatori, per celebrare insieme questa straordinaria esperienza. Cammino dei Forti, grazie di cuore!
Il diario di Deborah ti ha entusiasmato e vuoi partire anche tu per questo cammino? Ecco a te la guida completa!
Consigli utili
- Se volete dormire in strutture, prenotate con anticipo. Alcune tappe hanno posti limitati.
- In inverno potrebbero essere utili i ramponcini e le ciaspole.
- Raramente mi è capitato di avere un supporto così forte dagli organizzatori del cammino, scrivete direttamente a loro per qualsiasi dubbio.
- Non perdetevi la cucina marchigiana, veramente troppo buona (anche per vegetariani come me!).