Diari
05 Lug 2024

Un viaggio a piedi nel cuore del Gran Sasso

“Camminare è la miglior medicina per l’uomo.” (Ippocrate)

Mi chiamo Giacomo e ho 27 anni, tra le mie passioni ci sono sicuramente la montagna e il camminare, così quando mi sono ritrovato a percorrere il Cammino del Gran Sasso ho capito che su quei sentieri sarei stato sicuramente felice.

Infatti questo Cammino, che si sviluppa nel cuore del parco regionale d’Abruzzo, offre scorci mozzafiato sul gruppo montuoso del Gran Sasso, attraversa altipiani e praterie d’alta quota di una bellezza unica, offre percorsi selvaggi sulle tracce dei lupi e fa tappa in alcuni dei borghi più pittoreschi d’Italia, come Calascio, con la sua Rocca conosciuta in tutto il mondo, un vero e proprio gioiello e vanto degli abruzzesi.

Il Cammino consiste in un anello strutturato in 5 tappe, ma con un po’ di allenamento possono essere ridotte a 3: risulta quindi ottimo per chi vuole fare un weekend lungo un po’ diverso dal solito. Tuttavia, per chi avesse più tempo, il consiglio è quello di percorrerlo secondo la suddivisione originaria, in modo da godersi a pieno tutto ciò che vi orbita intorno: una gastronomia succulenta, una storia ricca ed affascinante e un lato umano delizioso.

Nonostante sia nato ad inizio 2023 risulta ben strutturato, anche se la segnaletica non è perfetta in tutti i tratti, ma con le tracce GPS fornite direttamente sul sito ufficiale non ci sono assolutamente problemi di orientamento. Non risulta particolarmente affollato, ma per via della bellezza dei territori che si attraversano, nei luoghi più famosi si può trovare un po’ di gente; è quindi bene percorrerlo in primavera o in autunno, anche per godere di un clima più mite mentre si cammina.

Il Cammino parte dall’abitato di Fonte Cerreto (AQ) dove è possibile acquistare la credenziale e il biglietto della funivia del Gran Sasso che in pochi minuti ci porta all’altopiano di Campo Imperatore (evitando più di 800 metri di dislivello!); da qui la vista di cui si può godere ci fa capire che la scelta di fare questo Cammino è stata più che azzeccata: da una parte svetta maestoso il massiccio del Gran Sasso e dall’altra lo sguardo si perde in una piana che sembra infinita. 

Iniziamo quindi a camminare, immersi nelle nuvole che nel frattempo ci avevano avvolti, finché, dopo aver perso un po’ di quota, il panorama si apre e davanti a noi lo spettacolo è da togliere il fiato: la piana di Campo Imperatore risplende dorata, baciata dal sole che filtra tra le nubi e una mandria numerosissima di mucche riempie la scena di quella che, a tutti gli affetti, ci sembra una riproduzione di qualche prateria americana. Proseguiamo in questo contesto incredibile finché il paesaggio cambia improvvisamente: entriamo in una gola che sembra uscita direttamente dal set di un film western, il Canyon dello Scoppaturo, che è proprio una delle location in cui è stato girato il film “Continuavano a chiamarlo  Trinità”.

Poco dopo il panorama cambia ulteriormente e ci troviamo immersi in un paesaggio montano, con pareti rocciose che, immerse nelle nuvole, si lasciano scorgere solo ogni tanto e altipiani erbosi che ci accarezzano le gambe. Poco prima di raggiungere l’abitato di Castel del Monte, come se fosse la ciliegina sulla torta di questo primo giorno di cammino, assistiamo ad un tramonto mozzafiato che ci accompagna fino all’Albergo Parco Gran Sasso dove, stanchi ma felici, ci aspetta una cena da leccarsi i baffi, con cibo tipico abruzzese e vino regionale.

Il giorno seguente la prima cosa che ci dà il buongiorno è l’indolenzimento che pervade ogni singolo muscolo delle gambe, ma la voglia di camminare è ancora tanta, anche perché ci aspetta una tappa dal sapore storico e medievale: infatti transiteremo per alcuni borghi bucolici che hanno visto il loro massimo splendore proprio nel Medioevo. Il primo di questi, che scorgiamo in lontananza fin dai primi passi della giornata, è Calascio, la cui Rocca svetta perentoria e domina le valli sottostanti. La fatica fatta per raggiungerla è ripagata ampiamente dalla spettacolo che ci troviamo davanti: il castello è conservato e mantenuto in ottimo stato e dalla posizione panoramica in cui si trova è possibile ammirare una vasta porzione di territorio, compreso il Gran Sasso, che si staglia all’orizzonte in mezzo alle nubi.

Per pranzo ci fermiamo da “Pane & Vino”, una piccola bottega nel cuore del centro storico della città alta, che fa delle focacce gourmet strepitose accompagnate da ottimi drink e mi sento di consigliarlo sia per la qualità dei prodotti sia per la cortesia dei titolari.

Con la Rocca di Calascio alle spalle continuiamo a camminare su un sentiero dai tratti eterei: siamo su un crinale immerso in prati resi dorati dal sole pomeridiano e soffia una dolce brezza che fa muovere le piccole spighe all’unisono. Con gli occhi e il cuore pieni di bellezza entriamo nel secondo borgo della giornata: Santo Stefano di Sessanio, dove svetta un’imponente Torre Medicea, che è il simbolo della città. Qui, dopo una rapida visita al centro storico, ci fermiamo nell’ufficio turistico per aggiungere un timbro alla nostra credenziale (cosa che faremo in ogni paese in cui transiteremo). Ci rimettiamo poi in marcia e dopo un’ora e mezza di strada forestale alternata a sentiero concludiamo la nostra seconda tappa giungendo all’abitato di Barisciano, più grande dei precedenti e anch’esso custode di una parte più antica davvero pittoresca. 

Il giorno successivo ci aspetta l’ultima tappa, che a mio parere è quella meno affascinante (probabilmente anche perché le prime due sono davvero spettacolari sotto ogni punto di vista) per via del fatto che il panorama sia un po’ ripetitivo e ci siano pochi punti di appoggio, tranne il Rifugio Montecristo, dove abbiamo pranzato. Tuttavia il procedere risulta comunque piacevole: la prima parte è in un vallone abbastanza chiuso ma verdeggiante, mentre nel secondo tratto il panorama si apre di più fino a quando, in corrispondenza di una altura, arriviamo a scorgere, sotto di noi, Fonte Cerreto, partenza del nostro Cammino ad anello e quindi anche meta finale.  

Si conclude così il nostro Cammino del Gran Sasso. È stata sicuramente un’esperienza ricca e appagante, una di quelle che fanno bene all’anima, con compagni incredibili e in contesto che, grazie alla formula di un Cammino può essere valorizzato al massimo, scoperto in maniera lenta e consapevole e, così facendo, tutelato e custodito.

“Camminare è la miglior medicina per l’uomo.” (Ippocrate)

Articolo di
Giacomo Sarti