10 Eremi spettacolari da scoprire sul Cammino Grande di Celestino
Oggi ci immergiamo nella maestosità e nella spiritualità del Cammino Grande di Celestino, attraverso un’esperienza unica che ci porta alla scoperta di 10 eremi e luoghi di culto rupestri spettacolari, intrisi di storia millenaria. Lungo questo percorso, tra le affascinanti terre dell’Italia centrale, si trovano luoghi che raccontano antiche storie di fede, meditazione e isolamento.
Contenuto in collaborazione con Parco Nazionale della Maiella
Eremi e luoghi di culto rupestre
Nel cuore della Maiella, una terra caratterizzata dalla sua rude bellezza e dalla maestosità delle sue vette montane, si nasconde un ambiente che ha catturato l’immaginazione di generazioni. Qui, la maestosità del paesaggio e la solennità delle cime hanno sempre conferito a quest’area un’aura di selvaggia intoccabilità.
Questo territorio ha da sempre accolto piccole comunità di agricoltori e pastori, sparsi tra valli e colline, accanto a antiche chiese e abbazie. Tuttavia, è nelle zone più remote e inaccessibili che si trovano i veri tesori: gli eremi e i luoghi di culto rupestri. Questi sono stati rifugi per eremiti e mistici, persone che hanno scelto di abbracciare la solitudine delle montagne per trovare una connessione più profonda con la divinità. Lontani dagli affanni del mondo, immersi nella preghiera e nella contemplazione, essi hanno vissuto in simbiosi con i vasti spazi selvaggi che li circondavano.
Tutti questi affascinanti luoghi sono uniti da un filo conduttore: il Cammino Grande di Celestino, che parte dall’Aquila, si snoda nell’entroterra abruzzese attraversando il Parco della Maiella, giungendo fino a Ortona e al mare.
Vediamo insieme quali sono i 10 eremi e i luoghi rupestri da scoprire sul Cammino Grande di Celestino.
Santo Spirito del Morrone
L’Abbazia, è il punto di partenza del Cammino Classico (è anche raggiungibile in auto), rappresenta un complesso architettonico che ha subito diverse fasi costruttive nel corso dei secoli. Sorta nella seconda metà del XIII secolo, è stata ampiamente ricostruita dopo il terremoto del 1706. La struttura presenta una pianta quadrangolare con cortili interni e torrioni ottocenteschi agli angoli.
Il portale d’ingresso conduce al Cortile dei Platani, da cui si accede alla chiesa e agli ambienti monastici. La chiesa, caratterizzata da una facciata di ispirazione borrominiana, presenta una pianta a croce greca con una cupola all’incrocio dei bracci. All’interno, si trova la Cappella Cantelmo-Caldora, con affreschi raffiguranti episodi della Vita di Cristo e il monumento funebre di Restaino Caldora-Cantelmo.
Sotto la zona presbiteriale si trova la cripta, erroneamente identificata con la chiesa di S. Maria del Morrone. Di particolare interesse è la decorazione monocroma del refettorio, realizzata nel XVIII secolo da Joseph Martinez, raffigurante Storie bibliche e episodi della vita di Pietro Celestino. Oggi l’Abbazia ospita gli uffici della Direzione Regionale Musei Abruzzo del Ministero della Cultura e del Parco Nazionale della Maiella.
Sant’Onofrio del Morrone
Il complesso dell’eremo presenta un lungo terrazzo restaurato dopo l’ultima guerra. La chiesa, con soffitto ligneo quattrocentesco, ospita affreschi del XV secolo raffiguranti il Cristo Re e San Giovanni Battista. L’oratorio conserva affreschi tradizionalmente attribuiti a Gentile da Rocca, ma recenti studi ne mettono in dubbio l’attribuzione. Vi è anche un’immagine di Celestino V del XIV secolo.
Sotto la chiesa si trova la Grotta di Pietro, con l’impronta nella roccia tradizionalmente considerata il luogo in cui Pietro del Morrone si coricava. L’eremo, probabilmente ristrutturato e non fondato da Pietro del Morrone, fu il luogo dove gli fu annunciata la sua elezione al soglio pontificio nel 1294.
Sant’Onofrio dell’Orfento
È la meta di giornata della tappa sette del Cammino Grande di Celestino. Per raggiungere l’Eremo, da Caramanico Terme, è consigliabile recarsi al Centro Informazioni del Parco e chiedere tutte le informazioni necessarie. L’Eremo si trova sulla sponda destra dell’Orfento, sotto alla grotta di S. Giovanni. Per arrivarci, è possibile seguire il sentiero S, noto come “sentiero dello Spirito”, che ha inizio dal ponte di Caramanico.
Una volta arrivati, si potranno ammirare i resti dell’Eremo, che si presenta come una struttura addossata a una parete rocciosa esposta a sud, seguendo una tipologia costruttiva tipica degli eremi della Maiella. La collocazione e la vista sulla Valle dell’Orfento ne fanno un luogo straordinario. Sebbene gran parte della struttura sia crollata, è ancora visibile una parte del muro laterale della chiesa, l’ingresso con il solo stipite di destra. Il tetto, era realizzato con travi lignee appoggiate alla parete tramite fori ancora visibili.
Le origini dell’Eremo non sono chiare, poiché non è menzionato nelle biografie né nel processo di canonizzazione di Celestino V. Nel XIX secolo, l’Eremo era già in stato di abbandono. In passato, coloro che morivano in montagna venivano talvolta sepolti nella chiesa dell’Eremo.
Santo Spirito a Maiella
Il complesso, affacciato su una parete rocciosa, comprende la chiesa, la sagrestia e un’area abitativa. Fondato da fra Pietro del Morrone nel XIII secolo, l’eremo è stato successivamente ricostruito e trasformato in una badia nel XVII secolo.
L’ingresso alla chiesa è gratuito, mentre per accedere all’eremo c’è un biglietto da pagare. C’è anche un servizio di visite guidate con una piccola aggiunta al biglietto d’ingresso. I gruppi devono essere composti da un minimo di quattro adulti fino a un massimo di otto persone. Sono previste riduzioni per ragazzi e studenti universitari (maggiori info a www.santospiritomaiella.com).
Le visite guidate permettono l’accesso a aree interdette ai visitatori autonomi e offrono maggiori informazioni sulla storia e l’architettura dell’eremo. Da Roccamorice è possibile raggiungere l’Eremo di Santo Spirito a Maiella anche in auto.
Eremo di San Bartolomeo in Legio
L’Eremo di San Bartolomeo in Legio, situato sul versante soleggiato del Vallone di S. Spirito, si distingue per la sua posizione incantevole sotto un vasto tetto di roccia. Accessibile da due sentieri suggestivi, l’eremo appare quasi mimetizzato nella roccia, con affreschi del XIII secolo raffiguranti una Madonna col Bambino e un Cristo benedicente sulla facciata.
L’interno dell’oratorio, quasi completamente integrato nella roccia, ospita un altare cinquecentesco e una statua lignea ottocentesca di San Bartolomeo, secondo l’iconografia di Michelangelo nella Cappella Sistina. L’eremo, attestato fin dal 1275 come dipendenza di S. Spirito della Maiella, fu ricostruito da Fra Pietro del Morrone e abitato fino al Trecento, quando venne progressivamente abbandonato.
All’interno della chiesa, una piccola sorgente d’acqua, nota come l’acqua di San Bartolomeo, è considerata taumaturgica e viene utilizzata in cerimonie religiose. La festa del Santo, celebrata all’alba del 25 agosto, con una singolare processione a piedi fino alla chiesa parrocchiale di Roccamorice, dove la statua rimane esposta per circa un mese.
Sant’Angelo di Lettomanoppello
La Grotta di San Michele Arcangelo a Lettomanoppello, un luogo incantevole nel cuore delle montagne abruzzesi, è caratterizzata da un grande androne diviso da uno sperone roccioso, che crea due spazi semicircolari. Al centro della nicchia più profonda, c’è un altare con una statua di San Michele, attualmente sostituita da una replica mentre l’originale è conservato al Museo delle Genti d’Abruzzo.
Si pensa che la statua sia stata scolpita nello stesso periodo della scultura dell’Angelo Gabriele nella chiesa di San Tommaso a Paterno di Caramanico, entrambe realizzate nel XIII secolo. Davanti allo sperone roccioso, si ipotizza sorgesse una chiesa, di cui rimane solo un recinto rettangolare chiamato “il letto di San Angelo”.
La storia narra di un uomo santificato che abitava tra il paese e la grotta, e quando scomparve misteriosamente, la statua di San Michele fu ritrovata nella grotta. Portata nella chiesa del paese, la statua tornò da sola al suo posto dopo tre giorni, lasciando le sue impronte sulla roccia.
Sant’Onofrio a Serramonacesca
Posizionato sotto un masso roccioso, l’Eremo si raggiunge in discesa provenendo da Macchie di Coco il giorno della tappa 10 del Cammino.
L’Eremo, è organizzato su due livelli, comprendendo la chiesa e la parte abitativa. La chiesa ricostruita nel 1948, ospita una nicchia sopra l’altare con la statua di Sant’Onofrio. Da due piccole porte ai lati dell’altare si accede a un ambiente scavato nella roccia, dove si trova la Culla di Sant’Onofrio, tradizionalmente considerato il luogo del riposo del santo.
L’Eremo, probabilmente legato al monastero di S. Liberatore a Maiella, è situato in un’area contesa tra i monaci e i paesi vicini. Ogni 11 giugno, gli abitanti di Serramonacesca espongono una croce illuminata (Fuoco di Sant’Onofrio) e il giorno successivo partecipano alla messa e alla processione con la copia della statua del santo, praticando il rito dello strofinamento sulla pietra con funzioni taumaturgiche.
Dal Comune di Serramonacesca, è anche possibile raggiungere il Monastero di S. Liberatore a Majella, deviando per contrada Brecciarola, parcheggiando in località Piana Pù (cartello per l’eremo) e salendo a piedi per circa 20 minuti lungo il sentiero S.
Abbazia di San Liberatore a Maiella
L’Abbazia di San Liberatore a Maiella, situata nei pressi di Serramonacesca, rappresenta uno dei capolavori dell’architettura romanica abruzzese. Questo imponente edificio a pianta basilicale è composto da tre navate che terminano con altrettante absidi semicircolari. Le navate sono attraversate da sette archi poggianti su pilastri e sono caratterizzate dalla tipica cornice benedettina.
All’interno, lungo la navata sinistra, si trovano due porte: una conduceva al chiostro e l’altra al monastero. La navata centrale è arricchita da un pavimento mosaicato risalente al 1275 e da un ambone del 1180. Le absidi centrale e sinistra ospitano cicli di affreschi risalenti al XIII secolo, tra i più antichi della regione.
La facciata esterna, realizzata in pietra concia della Maiella, è affiancata da un campanile a pianta quadrata ed era originariamente preceduta da un portico. La superficie muraria del prospetto è suddivisa in due ordini, con cornici sostenute da arcatelle cieche e lesene. I tre portali, di cui due risalenti al XII secolo circa, conferiscono un’impressione di maestosità e antica bellezza.
L’Abbazia, originariamente prepositura cassinese, ha una storia ricca di vicissitudini, dalle sue origini nel IX secolo fino alla soppressione napoleonica del 1808. Oggi è aperta al pubblico tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 fino a fine settembre.
Tombe rupestri di San Liberatore
Nei pressi dell’Abbazia di San Liberatore a Maiella, il sentiero numero 5 conduce al complesso delle tombe rupestri di S. Liberatore lungo la riva del fiume Alento.
Il complesso delle tombe rupestri è costituito da una parete lunga circa 20 metri, all’interno della quale sono collocate tre tombe scavate nella roccia, una piccola nicchia e una cappellina. Le tombe, del tipo ad arcosolio, risalgono probabilmente al X secolo, e indicano un’utilizzazione cristiana nobiliare, simile a quella delle catacombe.
Nonostante la mancanza di documentazione storica, si ipotizza che il complesso abbia avuto origini intorno all’VIII-IX secolo, quando un gruppo di eremiti probabilmente utilizzava questo luogo come luogo di culto. Le tombe servivano per la sepoltura dei morti del gruppo, indicando una comunità organizzata. Anche se la funzione del complesso andò perdendosi nel tempo, rimase un luogo sacro, conosciuto localmente come San Giuannelle.
Eremo di San Giovanni all’Orfento
San Giovanni all’Orfento è un eremo situato sopra un riparo di roccia accessibile attraverso una scalinata e un camminamento stretto. Originariamente, nel Duecento, era dotato di una comoda passerella di legno. L’eremo è composto da tre piccoli ambienti: una stanza rettangolare con nicchie, un oratorio con un altarino e un vano con ripostigli.
L’approvvigionamento idrico avveniva tramite acqua piovana e acqua di stillicidio. Un sistema idraulico ingegnoso includeva captazione, canalizzazione e un serbatoio di raccolta. Nell’adiacente riparo sottostante si trovava una struttura abitativa con chiesa, celle per i monaci e foresteria.
Attestato fin dal 1275 come dipendenza di S. Spirito della Maiella, non si sa con certezza se sia stato fondato o ricostruito da Fra Pietro del Morrone. La leggenda racconta che Fra Pietro vi si rifugiò per diversi anni insieme a due compagni, costruendo un oratorio e delle celle. Per raggiungerlo, dal comune di Caramanico Terme si raggiunge la frazione di Decontra. Superato l’abitato basta parcheggiare l’auto e seguire il sentiero S (sentiero dello Spirito).
Insomma, siamo giunti alla conclusione di questo blog post denso di storia, natura e cultura. Gli eremi e i luoghi di culto rupestre della Maiella rappresentano non solo testimonianze storiche e spirituali preziose, ma anche luoghi di profonda connessione con la natura e di ricerca interiore. Questi siti, immersi nell’asprezza e nell’imponenza del paesaggio montano, offrono uno spaccato affascinante della vita eremitica e della religiosità cristiana nel corso dei secoli. Attraverso di essi, è possibile intraprendere un viaggio alla scoperta della fede, della contemplazione e della semplicità, sperimentando la suggestiva atmosfera di questi luoghi che hanno segnato la storia e l’anima della Maiella.