Via Romea Nonantolana
La Via Romea Nonantolana riscopre uno storico itinerario che collega la pianura padana con l’Appennino tosco- emiliano.
A partire dall’Alto Medioevo e per parecchi secoli la penisola italiana fu attraversata da una fitta rete di tracciati viari utilizzati da mercanti, pellegrini, eserciti e viandanti provenienti dall’Europa del Nord per raggiungere Roma. L’itinerario della Via Romea Nonantolana parte da Nonantola, cuore della provincia di Modena e sede dell’importante abbazia benedettina, e risale la valle del fiume Panaro fino al confine con la Toscana. Due sono le direttrici: una orientale e una occidentale, che si congiungono a Fanano per proseguire verso il crinale. Oggi come allora questa antica via di comunicazione è in grado di attirare i viandanti nel XXI secolo alla scoperta di borghi, pievi, castelli e di tutte le preziose tracce che la storia ci ha consegnato. Affidandosi alle cure dei tanti operatori turistici locali, il visitatore si sentirà avvolto da un’accoglienza sincera, di qualità emiliana.
Scheda Tecnica
-
Lunghezza:
200 circa km -
Tappe:
10 -
Partenza:
Abbazia di Nonantola (MO) -
Arrivo:
Passo della Croce Arcana
STORIA
La storia di questa via nasce dalle scelte di vita di un uomo, Anselmo duca di Cividale, che nel 750 d.c. decise di abbandonare il proprio ruolo di potere per ritirarsi a vita monastica. In principio fondò un monastero a Fanano, nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano, ma questo luogo, seppur ricco di fascino, era assai remoto, e quindi due anni più tardi il cognato Astolfo, re longobardo, convinse Anselmo a fondare un altro monastero a Nonantola, centro sicuramente più accessibile e in posizione strategica per l’attraversamento del territorio emiliano.
Il collegamento tra i due luoghi di culto rimase costante negli anni, e il forte potere dell’Abbazia di Nonantola creò un percorso sicuro per i pellegrini diretti prima a Fanano e poi a Roma. Oltre che per i viaggi spirituali, venne utilizzato anche dai viandanti e dagli eserciti, si trovava infatti inizialmente nella zona di confine con l’impero Bizantino. Divenne in seguito asse di attraversamento a metà della penisola, e assunse così una rilevanza centrale fino alla nascita delle vie moderne.
La Via Romea Nonantolana fa parte della Via Romea Strata e consente il collegamento con la Via Francigena fino a Roma. Con il suo doppio tracciato (orientale e occidentale) la Romea Nonantolana si pone nella rosa dei cammini storici italiani ed europei, caratterizzata da un percorso di grande fascino paesaggistico e naturalistico, arricchito inoltre da ospitali, pievi e numerosi gioielli storico-artistici dell’Appennino modenese.
FONTI D’ACQUA
In tutti i punti tappa sono presenti fontanelle. Inoltre è in cantiere un progetto con HERA per l’inserimento di ulteriori fontanelle in ciascun punto tappa.
TAPPE
ITINERARIO OCCIDENTALE
Tappa 1: 17,5 km Nanantolana – Modena
Della lunghezza di circa 17 km, una prima breve tappa parte dall’Abbazia di Nonantola. Cardine di questo percorso, l’Abbazia ha ricoperto nei secoli il ruolo di punto di riferimento spirituale e temporale per il territorio. Di notevole pregio il portale, la cripta, l’abside, mentre una suggestiva collezione di reliquie, documenti storici e opere di grande valore artistico è visitabile nel Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra allestito negli ambienti del vecchio monastero. Al Museo di Nonantola, allestito all’interno della trecentesca Torre dei Bolognesi, è possibile avere una visione complessiva della storia del monastero grazie ai risultati emersi dagli scavi archeologici.
Lasciato il centro storico di Nonantola, dove sono ancora visibili le architetture medievali del borgo, il percorso prosegue in piano attraverso strade secondarie poco trafficate e piste ciclabili in sede propria avvicinandosi al centro cittadino provinciale.
Modena è di certo un luogo che merita una sosta prolungata, approfittando del breve tempo di percorrenza di questa prima tappa. Il Duomo patrimonio UNESCO, il Palazzo Ducale, Palazzo dei Musei, la Chiesa di Sant’Agostino e il Monastero di San Pietro valgono sicuramente una visita, al pari di altri luoghi che hanno fatto la storia e il carattere cittadino come il Mercato Albinelli, il Museo Enzo Ferrari e il Teatro Comunale Luciano Pavarotti.
Tappa 2: 26,5 km Modena – Castelvetro di Modena (Levizzano Rangone)
Con i suoi di 26,5 km, la seconda tappa è senz’altro più lunga della precedente, ma senza mai risultare monotona. Lungo il percorso ciclabile realizzato sulla ex ferrovia Modena-Vignola e la ciclabile lungo il torrente Guerro, si attraversa la periferia cittadina giungendo quasi immediatamente in campagna.
Percorrendo le strade del comune di Castelnuovo Rangone, famoso per le sue eccellenze gastronomiche, si giunge a Castelvetro, un suggestivo borgo circondato dai vitigni del Lambrusco Grasparossa che accompagnano la Via fino all’arrivo a Levizzano Rangone. Qui sorgono l’Oratorio di San Michele, perla romanica del territorio, e il castello di Levizzano, palazzo signorile della famiglia Rangoni.
Tappa 3: 19 km Castelvetro di Modena (Levizzano Rangone) – Pavullo nel Frignano (Coscogno)
La terza tappa, da Levizzano Rangone, porta a Coscogno, frazione di Pavullo nel Frignano. Il percorso è lungo 19 km e si inerpica sulla destra idrografica del torrente Guerro. La prima ascesa conduce attraverso colline di incredibile bellezza paesaggistica, per poi toccare in successione gli abitati di Denzano e Ospitaletto. Il toponimo di quest’ultimo ci suggerisce l’accoglienza che i pellegrini dovevano trovare in questo luogo.
Si giunge così a Coscogno, la cui chiesa è dedicata a Sant’Apollinare. Nonostante i vari rimaneggiamenti subiti nei secoli, mostra ancora in facciata le proprie origini romaniche.
Tappa 4: 13,3 km Pavullo nel Frignano (Coscogno) – Pavullo nel Frignano (Castello di Monte Cuccolo)
La quarta tappa, della lunghezza di 13 km, passa per il centro cittadino di Pavullo nel Frignano. Qui è possibile visitare il parco, con i suoi alberi monumentali e le Gallerie dell’ottocentesco Palazzo Ducale.
Superato il centro, il tragitto si alza rapidamente e l’abitato lascia spazio al bosco fino alla cima della collina, dove sorge il castello di Montecuccolo. La fortezza, con l’annesso borgo medievale, era originariamente di proprietà della famiglia Montecuccoli, la quale per secoli ha dominato i territori appenninici e ricoperto ruoli di prestigio presso la corte estense. Attualmente è sede di un importante centro museale artistico e naturalistico ospitante diverse collezioni di artisti locali.
Tappa 5: 20,3 km Pavullo nel Frignano (Castello di Monte Cuccolo) – Fanano
Con un tragitto di 20 km, la quinta tappa attraversa trasversalmente la valle del torrente Scoltenna per poi raggiungere il centro abitato di Fanano. Inizialmente il percorso scende verso il borgo medievale di Renno, dove si trova una splendida pieve romanica dedicata a San Giovanni Battista, fino ad arrivare a valle.
Da qui, attraversando il torrente Scoltenna, principale affluente del fiume Panaro, si risale lungo la vallata, battendo sentieri e carreggiate fino all’antico borgo di Rocchetta Sandri, già menzionato nei documenti longobardi alla fine dell’ottavo secolo. Attraversando diverse borgate di montagna incontriamo il piccolo Oratorio di Sant’Anna in Lotta, dal quale si può apprezzare una spettacolare veduta della valle.
La tappa si conclude con l’arrivo a Fanano, altro centro tra i più grandi e animati dell’Appennino, alle porte del Parco regionale Alto Appennino Modenese.
Tappa 6: 12,5 km Fanano – Passo della Croce Arcana
Con un tragitto di 20 km, la quinta tappa attraversa trasversalmente la valle del torrente Scoltenna per poi raggiungere il centro abitato di Fanano. Inizialmente il percorso scende verso il borgo medievale di Renno, dove si trova una splendida pieve romanica dedicata a San Giovanni Battista, fino ad arrivare a valle.
Da qui, attraversando il torrente Scoltenna, principale affluente del fiume Panaro, si risale lungo la vallata, battendo sentieri e carreggiate fino all’antico borgo di Rocchetta Sandri, già menzionato nei documenti longobardi alla fine dell’ottavo secolo. Attraversando diverse borgate di montagna incontriamo il piccolo Oratorio di Sant’Anna in Lotta, dal quale si può apprezzare una spettacolare veduta della valle.
La tappa si conclude con l’arrivo a Fanano, altro centro tra i più grandi e animati dell’Appennino, alle porte del Parco regionale Alto Appennino Modenese.
ITINERARIO ORIENTALE
Tappa 1: 22,3 km Nonantola – Spilamberto
Della lunghezza di circa 22 km, la prima tappa parte dall’Abbazia di Nonantola, luogo cardine di questo percorso.
Lasciato il borgo medievale di Nonantola, dove sono visitabili il Museo Benedettino e il Museo di Nonantola, il percorso prosegue in piano lungo le strade di campagna, incontrando alcune antiche dimore storiche come Villa Sorra, con il suo splendido giardino all’inglese e il Castello di Panzano.
Arrivati a Castelfranco Emilia, famosa per essere la città che ha dato i natali al tortellino, si prosegue in direzione sud, fino a San Cesario, costeggiando il centro del paese a destra. Raggiunto Spilamberto si può ammirare la Rocca Rangoni e il suo parco, visitare il Museo dell’ Aceto Balsamico (anche sede della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena) e il torrione medievale cittadino, che ospita l’Ordine del Nocino modenese.
Tappa 2: 24,6 km Spilamberto – Giuglia (Pieve di Trebbio)
La seconda tappa, di circa 25 km, si sviluppa principalmente lungo il Percorso Natura che costeggia il fiume Panaro. Da Spilamberto il percorso rimane in piano fino all’arrivo a Vignola. Il tragitto è reso particolarmente gradevole dal paesaggio che, a sinistra segue il placido scorrere del fiume mentre, a destra, si delinea prima in campi coltivati e poi nelle famose coltivazioni di ciliegie, simbolo del territorio.
Arrivati a Vignola è possibile visitare la famosa Rocca, simbolo del potere estense e custode di eccellenze artistiche quattrocentesche, come la piccola ma preziosa Cappella dei Contrari. All’altezza del ponte Muratori, è possibile fare una deviazione di circa 3,7 km che vi conduce nell’antico borgo di Savignano sul Panaro, uno dei centri medievali più suggestivi dell’Emilia-Romagna. Esso è caratterizzato dalla presenza di due fra i reperti storici più significativi del luogo: l’elefante di Savignano, un esemplare di femmina vissuto quasi due milioni di anni fa e la famosissima Venere, statuetta votiva attribuita dagli studiosi al paleolitico.
Ripreso il Percorso Natura da Vignola si prosegue fino alla località Casona nel comune di Marano sul Panaro. Da qui, il percorso si immette sulla via Fondovalle all’altezza del ponte, che permette di attraversare il Panaro. Da questo punto iniziano le prime salite degne di nota che, lungo sentieri più stretti, permettono di raggiungere la Pieve di Trebbio, nel cuore del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina.
La pieve, edificata probabilmente tra l’XI e il XII secolo, si presenta ancora nel suo aspetto tipicamente romanico. All’ interno è possibile ammirare alcuni bassorilievi e capitelli originali.
Tappa 3: 22,3 km Giuglia (Pieve di Trebbio) – Montese
Sono 22 i km per la terza tappa che, dal Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, ci porta a Montese. Attraversando il parco e le sue colline si possono ammirare le stupefacenti guglie di arenaria che svettano fino a 70 metri di altezza nel cuore del bosco. Durante il periodo di apertura è possibile salire fino al Sasso della Croce, passando per il caratteristico Centro Visita Borgo dei Sassi.
Il percorso prosegue alternando sentieri sterrati a strade provinciali e attraversa suggestivi borghi come Samone, Montalbano e Rosola nel territorio di Zocca. Percorrendo un lungo tratto di sentieristica CAI contrassegnato dai segnavia 400, 434, 440, si costeggiano i monti della Riva, confine naturale tra le provincie di Modena e Bologna. L’arrivo è previsto a Montese, nel cuore dell’appennino modenese, rinomato per i suoi borghi e per i resti della Linea Gotica, in alcuni tratti ancora visibili.
Tappa 4: 23,8 km Montese – Fanano
Da Montese la quarta tappa conduce, dopo circa 24 km, a Fanano. Attraversando le frazioni di Castelluccio, Rocca Corneta e Trignano, si incontrano alcune tappe del Museo diffuso della Linea Gotica e il Museo dei Monti della Riva. Quest’ultima struttura offre una notevole panoramica di informazioni sulla storia antica e recente del territorio. Anche questa tappa stupisce dal punto di vista paesaggistico, grazie alla presenza dell’imponente e affascinante Monte della Croce.
La tappa si conclude con l’arrivo a Fanano, altro centro tra i più grandi e importanti dell’Appennino, alle porte del Parco regionale Alto Appennino Modenese.
SERVIZI PRESENTI TAPPA PER TAPPA
Ci sono supermercati, tranne tappa 4 e 6 occidentale
Ci sono farmacie, tranne tappa 4 e 6 occidentale
SEGNALETICA
Segnaletica presente lungo il cammino
PERICOLI
NO
FONDO STRADALE
10% circa
CREDENZIALI
Si, le credenziali sono distribuite dall’associazione e dagli uffici d’informazione turistica.
Ad oggi sono gratuite
CAMMINO IN TENDA
No tenda.
Servono autorizzazioni.
CONTATTI ASSOCIAZIONE
ASSOCIAZIONE VIA ROMEA NONANTOLANA
info@viaromeanonantolana.org
info@saveitalianbeauty.it
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