Diari
28 Apr 2025

Scogliere, vento e mare: Khalil sul Cammino del Salento

A volte basta uscire un po’ dal percorso segnato per godersi il cammino in modo tutto suo.

Il fascino di un cammino sta tutto nella voglia di mettersi in gioco, un passo dopo l’altro, senza sapere davvero cosa aspettarsi. Khalil, viaggiatore curioso e amante dell’avventura, ci accompagna lungo il Cammino del Salento, un itinerario che attraversa il cuore della Puglia, da Lecce a Santa Maria di Leuca tra scogliere, paesini costieri e un mare che non smette mai di farsi sentire. In questo suo diario, ci racconta con ironia e spontaneità le sue cinque tappe lungo la Via del mare, vissute tra pioggia, sole, vento e meraviglia, in un viaggio fatto di emozioni e imprevisti. Un’esperienza vera, intensa e libera, che ci invita a rallentare, a perderci e a lasciarci sorprendere. Pronti a camminare con Khalil nel cuore del Salento?

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Tappa 01: Lecce – San Foca

Il mio cammino è iniziato da Lecce, la Firenze del sud, con i suoi palazzi barocchi e le strade di pietra che sembravano brillare sotto il cielo grigio. Partire con la pioggia non era nei miei piani, ma ormai non si tornava indietro. I primi chilometri sono stati un’immersione nella campagna salentina, tra ulivi secolari e sentieri che la pioggia aveva trasformato in piccoli fiumi di fango. Ogni passo era una sfida: cercare di non scivolare, evitare le pozzanghere (impresa impossibile) e accettare che ormai ero già zuppo fino alle ossa.

Partenza da Lecce

Dopo ore di cammino, ho finalmente visto il mare. San Foca mi ha accolto con onde scatenate e un vento freddo che sapeva di libertà. Il cielo plumbeo, l’odore di salsedine e il rumore dell’acqua in tempesta hanno reso l’arrivo ancora più intenso. Ero stanco, bagnato e infreddolito, ma quell’accoglienza ripagava tutto. Il primo giorno era andato, e il cammino era appena iniziato.

La spiaggia di San Foca

Tappa 02: San Foca – Otranto

Se c’è una cosa che ho capito oggi, è che il Salento ama sorprendere. E anche un po’ prendere in giro i camminatori. Sole? Presente. Nuvole? Certo. Vento? A tratti fastidioso. Pioggia? Ovviamente sì, ma solo quando pensavo di averla scampata. La giornata è iniziata con entusiasmo e una leggera illusione di stabilità meteorologica. Uscendo da San Foca, il sole mi ha fatto credere che sarebbe stata una tappa da cartolina. Arrivato a Roca Vecchia, la grotta della poesia sembrava brillare sotto la luce perfetta: acqua turchese da fare invidia ai tropici e scogli bianchi levigati dal tempo. Un vero spettacolo.

Grotta della poesia

Proseguendo verso Torre dell’Orso, le nuvole hanno deciso di farsi avanti, giusto per ricordarmi che la fiducia nel meteo era mal riposta. Poco dopo, a Torre Sant’Andrea, i panorami erano talmente mozzafiato che quasi non mi accorgevo del vento che iniziava a sferzare la costa. I faraglioni sembravano sbucare dall’acqua come giganti silenziosi, mentre il mare continuava a cambiare colore, dal blu profondo all’azzurro acceso.

E poi… la pioggia. Ma non una pioggerellina simpatica, no. Un bell’acquazzone finale, proprio negli ultimi chilometri prima di Otranto. Giusto per ribadire chi comandava. Ma chi si lamenta? Ho visto posti incredibili, camminato su sentieri selvaggi a picco sul mare e riempito gli occhi di meraviglia. Quando sono arrivato a Otranto, fradicio ma felice, una cosa era certa: il Salento mi aveva già conquistato.

Tappa 03: Otranto – Santa Cesarea Terme

Dicono che il Cammino del Salento sia ben segnalato. Ok. Ma io, da vero amante dell’avventura (o semplicemente con poca attenzione ai cartelli), ho deciso di interpretarlo a modo mio. Seguire i sentieri battuti non era abbastanza emozionante… quindi? Ho optato per la versione “esploratore inesperto”: rocce, sterrati, deviazioni improvvisate, acqua talmente blu che sembrava photoshoppata e una brezza perfetta per sentirmi in un documentario di National Geographic.

La mia strategia di navigazione? Seguire il mare e sperare per il meglio. Incredibilmente, ha funzionato! Dopo chilometri di meraviglia, e senza nemmeno dover chiamare i soccorsi, sono arrivato a Santa Cesarea Terme. E lì, boom: Palazzo Sticchi. Maestoso, con la sua architettura arabeggiante, si affaccia sul mare come se fosse il protagonista di un film. Ho avuto un attimo di esitazione: sono in Salento o in un racconto delle Mille e una notte? Alla fine, sono arrivato sano e salvo, il che è già una vittoria. E devo dire che scegliere la via meno ovvia ha reso tutto ancora più bello. A volte basta uscire un po’ dal percorso segnato per godersi il cammino in modo tutto suo.

Palazzo Sticchi – Santa Cesarea Terme

Tappa 04: Santa Cesarea Terme – Marina Serra

Oggi il Salento ha deciso di mostrarsi in versione perfetta: sole, cielo limpido, ulivi dappertutto e fichi d’india a non finire (solo le piante, eh, niente frutti… quindi zero spuntino gratis). E poi il mare, sempre lì, a farmi compagnia e a tentarmi con quel blu irresistibile.

Una delle tante spiagge del cammino

Dopo una giornata così, arrivo a Marina Serra con un’idea chiara: tuffarmi nella sua piscina naturale. Ma ecco la realtà che mi aspetta… Il sole è quasi sparito, l’aria è diventata frizzantina e io, che fino a un attimo prima mi sentivo un esploratore selvaggio, mi ritrovo a fissare l’acqua mentre il mio cervello si divide tra “buttati, sarà bellissimo” e “sì, ok, ma poi chi si asciuga??”.

Risultato? Niente tuffo, solo contemplazione malinconica. Però mi sono rifatto a cena con un piattone di orecchiette alla leccese. Alla fine, meglio uscire da un ristorante soddisfatto che dall’acqua congelato!

Tappa 05: Marina Serra – Santa Maria di Leuca

Parto con la carica giusta, consapevole che sono ormai all’ultimo giorno. La tappa? Un sogno: sole, mare sempre più vicino e sentieri che sembrano fatti apposta per regalarti emozioni. Ogni passo mi avvicina al traguardo, e il paesaggio ti fa dimenticare la fatica.

Il momento tanto atteso? Finalmente, a fine cammino, riesco a fare quel tuffo che aspettavo da giorni. Peccato che l’acqua fosse gelida, ma chi se ne importa! Dopo tutto il sudore e i chilometri percorsi, il mio corpo aveva proprio bisogno di un po’ di frescura. Per fortuna, il sole era ancora lì, pronto ad asciugarmi in un attimo.

Tramonto all’arrivo a Santa Maria di Leuca

E poi, l’ultima salita verso il Santuario di Santa Maria di Leuca. Non è stata una sfida, ma solo il giusto modo per chiudere in bellezza. Arrivato in cima, ho pensato: “ce l’ho fatta, è finita!” E così, con il cuore felice e un sorriso che non se ne va, posso finalmente dire: Cammino del Salento completato! Un’avventura che resterà per sempre nei miei ricordi.

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Articolo di
Khalil Chalabi

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