Diari
29 Ago 2025

Da La Verna ad Assisi: la Via di Francesco vissuta al Massimo

Nei cammini accade spesso così: gli imprevisti si trasformano in opportunità.

In questo racconto Massimo ci racconta la Via di Francesco, da La Verna ad Assisi: un itinerario che unisce natura, spiritualità e incontri inattesi. Nove giorni di cammino tra boschi, eremi e borghi , attraverso le foreste del Casentino, le colline umbre e città intrise di storia. Non solo chilometri macinati, ma anche emozioni condivise, piogge improvvise, sorrisi scambiati lungo la strada e la gioia di arrivare davanti alla Basilica di Assisi con il cuore colmo di gratitudine. Questo diario non è soltanto la cronaca di un trekking, ma il resoconto di un’esperienza vissuta al massimo, in cui ogni passo ha avuto il valore di un incontro e ogni incontro il senso di un dono.

Tappa 01: La Verna – Pieve Santo Stefano

15 km

Dopo la colazione ci concediamo ancora un po’ di tempo al Santuario della Verna, passeggiando tra i luoghi che custodiscono la memoria di San Francesco e di Sant’Antonio, che qui soggiornò. L’aria è umida, le nuvole basse si mischiano alla nebbia e avvolgono il monte in un’atmosfera quasi irreale, sospesa.

Nei pressi del Santuario de La Verna

La tappa di oggi, dopo la grande fatica della salita di ieri, si sviluppa in buona parte in discesa. Attraversiamo boschi silenziosi e zone di pascolo, quando all’improvviso ci sorprende un temporale. Ci ripariamo in una radura, sperando che passi in fretta, ma quando capiamo che non sarà così decidiamo di rimetterci in cammino, stringendo il passo sotto la pioggia. Arriviamo a Pieve Santo Stefano infreddoliti e fradici, ma sollevati. Un piccolo alberghetto che applica tariffe agevolate per i pellegrini ci accoglie: la doccia calda diventa subito la miglior ricompensa della giornata.

Nel pomeriggio, con la perturbazione ormai alle spalle, usciamo a scoprire il paese. Visitiamo il museo del diario, uno scrigno sorprendente: interattivo, intimo, capace di restituire voce e vita a persone che hanno deciso di lasciare la loro storia scritta come eredità. Qui ogni anno si tiene il premio Saverio Tutino, che premia il diario più significativo, poi pubblicato nella collana archivio diaristico di Terre di Mezzo. La serata si conclude con una cena semplice in paese e il ritorno all’albergo, pronti a concederci un sonno ristoratore.

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Tappa 02: Pieve Santo Stefano – Pian della Capanna

20 km

Una ricca colazione a buffet ci dà la giusta energia prima di lasciare Pieve. Ripensiamo al museo del diario e ci rendiamo conto che, se ieri avessimo dormito all’eremo del Cerbaiolo come previsto, non avremmo vissuto quella scoperta. Nei cammini accade spesso così: gli imprevisti si trasformano in opportunità.

La salita verso il Cerbaiolo è impegnativa ma presto veniamo ripagati dalla vista dell’eremo. È domenica e troviamo alcune persone radunate per la messa. Al termine abbiamo la fortuna di incontrare padre Claudio, che ci guida alla scoperta di questo luogo affascinante, carico di silenzio e di storia. Qui conosciamo anche Carla, una donna che vive all’eremo e che prepara ottimi liquori con erbe e fiori raccolti nei dintorni. Un assaggio, una chiacchiera e ci sentiamo parte di questa piccola comunità sospesa tra bosco e cielo.

La Via di Francesco da La Verna ad Assisi è solo una delle vie che compongono la rete delle Vie e Cammini di San Francesco, un mosaico di itinerari che attraversano i luoghi simbolici della sua vita. Vuoi conoscere anche gli altri percorsi? Clicca qui!

Ripartiamo nel pomeriggio: il sentiero torna a salire e finalmente le nuvole si aprono, lasciando spazio a scorci spettacolari. Raggiungiamo il monte Verde (1.147 m), poi il cammino prosegue in un susseguirsi di saliscendi fino al Pian della Capanna. Il rifugio in questo periodo è chiuso, ma come concordato con il gestore possiamo piantare le tende lì accanto. La giornata si conclude sotto il cielo limpido, in quell’alternanza di fatica e gratitudine che solo il cammino sa regalare.

Tappa 03: Pian della Capanna – Citerna

32 km

La notte fresca in tenda ci sveglia lucidi. Nel capanno del rifugio—lasciato aperto “per ogni evenienza”—scaldiamo qualcosa, il minimo per rimettere in moto gambe e testa. Le tende sono intrise d’umidità: si ripiegano come sono, ci penseremo più avanti.

Giù fino a Montagna finisce la discesa, poi il solito saliscendi che ci porta all’eremo di monte Casale: un luogo che accoglie, dove passarono anche Francesco, Antonio e Bonaventura. Sosta, visita, silenzio. Ripartiamo verso Sansepolcro, la città di Piero della Francesca: un caffè ai tavolini del bar e, come su un interruttore, suona la campanella delle scuole—la piazza si anima in un attimo.

Restano una dozzina di chilometri facili su secondarie asfaltate. Alle nostre spalle la Toscana con il parco delle foreste Casentinesi e l’Alpe della Luna; davanti, l’Umbria. Sulla collina appare Citerna: traduzione pratica = ultimi chilometri in salita. Non amo le salite a fine tappa—soprattutto dopo 30 km—ma con Andrea si sale “di quota mentale” e metri dopo metri entriamo in uno dei borghi più belli d’Italia. Il B&B è poco prima del paese: doccia, riposo e qualcosa di semplice da mangiare in camera. Domani capiremo il perché di tanta bellezza.

Tappa 04: Citerna – Città di Castello

21 km

Caffè al bar, timbro sulla credenziale e giro del borgo: la fatica di ieri ci regala una vista ampia sulle campagne umbre e, in lontananza, le montagne attraversate. Camminare a piedi è anche questo: guardarsi indietro e misurare la strada fatta. Strade secondarie, asfalto, ritmo regolare. Un’auto rallenta: il conducente abbassa il finestrino, sorride—“Buon cammino!”. Per un attimo sembra Santiago. Dopo una serie di saliscendi arriviamo all’eremo del Buon Riposo per qualche minuto d’acqua e ombra. Gli ultimi 5 km scorrono veloci fino a Città di Castello, altro centro curato e piacevole da vivere.

Tappa 05: Città di Castello – Pietralunga

30 km

Giornata lunga ma senza grandi dislivelli, solo colline e uliveti che marcano il paesaggio. Dopo due terzi di percorso, il cuore del cammino: Pieve de’ Saddi. In stagione è un ostello donativo e molti lo chiamano il luogo del cuore della Via di Francesco. Ci sediamo, respiriamo la quiete e la vista che abbraccia vallate silenziose.

A Pietralunga cerchiamo la chiesa e l’ostello. In piazza ci saluta la statua in acciaio del Tartufaro, simbolo di una cultura contadina viva. Arriva il sacerdote per l’accoglienza: siamo in periodo Covid, si fanno le formalità. Termometro: 37.0—un secondo di panico e dieci di domande. Tutto risolto: porte aperte, doccia, riposo. Un’altra giornata piena, andata.

Tappa 06: Pietralunga – Gubbio

26 km

Lasciamo il borgo e prendiamo forestali nel verde, i saliscendi sono la nostra routine. Oggi un gioco: contare utilitarie FIAT. Qui sono storia e affetto: in mezza giornata ripassiamo decenni di automobilismo italiano. La traccia diventa pianeggiante e, in lontananza, si staglia lo skyline inconfondibile di Gubbio con il Palazzo dei Consoli. Alloggio del giorno: una mansarda con tutto il necessario. Festeggiamo il “quasi traguardo” con una cena gourmet. Ogni cammino merita la sua nota di celebrazione.

Tappa 07: Gubbio – San Piero in Vigneto

26 km

Prima di muoverci, Gubbio la vogliamo vivere: piazza del palazzo dei Consoli, vicoli medievali in salita, il duomo, la celebre botte dei Canonici (oltre 20.000 litri e cinque secoli di storie). Poi il rito: tre giri alla fontana del Bargello per la “patente da matto”.

Gubbio e la statua di San Francesco

Gubbio è legata a doppio filo a San Francesco: qui il racconto del lupo. Lasciamo la città su secondarie, poi colline con boschi e vigneti fino all’eremo di San Piero in Vigneto. In stagione ospita i pellegrini; ora è chiuso: montiamo la tenda nelle vicinanze e lasciamo che il silenzio faccia il resto.

Tappa 08: San Pietro in Vigneto – Valfabbrica

22 km

Acqua quasi finita. Dividiamo la poca rimasta dopo la cena liofilizzata di ieri—per fortuna non è estate piena. Discesa su forestale, poi una salita cattiva a tratti. In prossimità delle case, finalmente la fontanella: sosta lunga, riempimento borracce, si riparte. Oggi, fino a Valfabbrica, non troveremo altro. Passiamo vicino alle rovine del castello di Biscina che un tempo presidiava il confine tra Gubbio e Perugia. Discesa e arrivo in paese: curato, raccolto. Un giro breve e poi pizza d’asporto: classico intramontabile, col cammino o senza.

Paesaggio nei pressi di San Pietro in Vigneto

Tappa 09: Valfabbrica – Assisi

14 km

Ultima tappa, valore emotivo alle stelle. Ogni mio cammino si accompagna a una causa sociale: questa volta la raccolta fondi sostiene Omphalos – Autismo & Famiglie, nata nel 2008 a Fano. Giorni di messaggi, video, tifo—una compagnia discreta che ti mette il vento nelle spalle.

Stamattina alcune famiglie camminano con noi fino ad Assisi. Tratto semplice, poco dislivello, boschi e fango di stagione. Camminare insieme significa parlare, conoscersi, condividere il passo e la storia. Mi commuove la scelta di queste persone: tra lavoro, impegni e vita piena, hanno messo da parte una domenica per accompagnare uno sconosciuto al traguardo.

I chilometri scorrono leggeri. All’improvviso, la basilica: grande, chiara, su un cielo blu pieno. Ultimo strappo e piazza inferiore: applausi, nomi gridati, abbracci. Foto di rito, presentazioni. Poi un’ultima sorpresa: pranzo insieme. Conosco altri genitori, racconto e ascolto.

Forse non è comune raccogliere fondi per un’associazione che non conosci di persona. Ma è proprio questo il punto: scegliere di farlo. Oggi mi sembra una scelta giusta, anzi necessaria. I saluti hanno il sapore di un arrivederci. Il cammino finisce qui, ma la traccia—quella vera—resta: nelle gambe, nella memoria e, più di tutto, nel cuore.

Iniziativa “Cammini Aperti” –  Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.

Articolo di
Massimo Pedersoli

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