Diari
27 Ott 2025

Da terra a mare: la Via del Sale di Beatrice

Chi parte da solo...arriva da solo!

Ci sono viaggi che nascono dal desiderio di scoprire nuovi luoghi, e altri che iniziano per ritrovare se stessi. Beatrice ha scelto di mettersi in cammino lungo la Via del Sale, l’antico tracciato che univa la pianura padana al mare ligure, dove per secoli si trasportava l’“oro bianco” dalle coste all’interno. Un cammino selvaggio che attraversa colline, boschi e creste appenniniche fino a scorgere il blu del mare. Il suo diario ci racconta quattro giorni di cammino in solitaria, da Varzi a Portofino, tra silenzi, incontri, tanto caldo, cavalli che scorazzano liberi e quella sensazione di pace e serenità che solo la montagna sa regalare. Pagina dopo pagina, si percepisce la leggerezza di chi ha deciso di rallentare, di camminare per ascoltare il rumore dei propri passi e, forse, di riscrivere un pezzo di sé.

Se anche tu come Beatrice hai voglia di condividere il tuo racconto di cammino, scrivici a info@camminiditalia.org: ti invieremo tutte le indicazioni per raccontare la tua avventura! E se preferisci un contatto diretto unisciti alla nostra Community su Facebook e condividi il tuo racconto con noi e altri appassionati.

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Tappa 01: da Varzi a Capannette di Pey

23 km / + 1648 m

Ho deciso di partire da sola per intraprendere questo cammino. Dopo un grande cambiamento nella mia vita sentivo il bisogno di staccare, di alleggerirmi. Così ho preparato lo zaino e mi sono concessa qualche giorno nella natura, una sorta di “detox” dalla quotidianità urbana che ormai mi stava soffocando. Mi sono svegliata alle 4:30. Treno da Torino Porta Nuova alle 5:30, direzione Voghera, con cambio ad Alessandria, poi un autobus verso Varzi. Non posso dire di aver osservato il paesaggio cambiare dal finestrino: ho dormito per tutto il tragitto.

Anche tu come Beatrice hai attraversato o stai attraversando un momento di cambiamento? La nostra Sara Massarotto ha scritto la sua esperienza personale su cosa può insegnarti un cammino. Leggi qui!

Varzi mi accoglie con il suo fascino discreto: un borgo pittoresco, il mercato in piazza, un ritmo di vita decisamente più lento rispetto alla città. La Via del Sale parte proprio dal centro ed è segnalata benissimo. Dopo appena due chilometri ti ritrovi già immersa nel silenzio, lontana dai rumori e dal cemento. Il sentiero sale subito, si allontana rapidamente da tutto ciò che è costruito. Camminando, ho iniziato a sentire che stavo davvero lasciando qualcosa alle spalle.

Beatrice alla partenza

Il paesaggio è un susseguirsi di colline verdi e prati gialli, costellati di fiori e farfalle che mi accompagnano per lunghi tratti. Quando il cielo scompare alla vista è solo perché la trama degli alberi è così fitta da oscurare la luce. Attraverso boschi di querce e alberi altissimi. Regna il silenzio. Non si incrociano molte persone, soprattutto nei giorni feriali come oggi, e non ci sono paesi o fonti d’acqua lungo il cammino: meglio partire ben attrezzati.

La prima tappa si snoda interamente nella natura, senza attraversare centri abitati. L’Appennino mi piace: è selvaggio e quieto allo stesso tempo. Il caldo si fa sentire. A circa sei chilometri dalla mia meta mi trovo in cima a una collina dove pascolano cavalli selvatici. La sensazione di libertà è profonda.

Trascorro la prima notte a Capannette di Pey, in un albergo semplice ma suggestivo, con una terrazza meravigliosa dove mi godo le ultime ore di luce. Qui parlo con alcune persone del posto: mi raccontano della Val Boreca, una valle carica di storia che risale addirittura al periodo dei Cartaginesi. La chiamano “l’isola tra le montagne” per via della particolare nebbia che spesso si forma e la isola dal resto del mondo.

Tappa 02: da Capannette di Pey a Torriglia

25 km / + 1000 m

La seconda tappa parte subito con un notevole dislivello e un continuo saliscendi tra le colline, tutto al sole e sempre in cresta sull’Appennino. La cosa meravigliosa è proprio questa: sei sempre in alto, vedi le colline dove andrai davanti a te, sembrano anche vicine. La vista a 360 gradi ti lascia senza fiato, ammesso che tu ne abbia ancora, tra il caldo e la fatica. L’erba è molto alta, spesso gialla, e crea contrasti cromatici magnifici con il cielo.

In cresta sugli Appennini

A un quarto della tappa si trova un piccolo rifugio dove è possibile mangiare e bere un caffè (Agriturismo Capanne di Carrega). Faccio questa tappa insieme a un signore, lì per un trekking giornaliero, e mi stupisce come definisca “inutile vettismo” il fatto di salire e scendere da tutti i colli lungo la via.

Sopra al Monte Antola c’è la linea di confine Piemonte–Liguria: inizia a intravedersi il mare. Quella sera c’era una celebrazione religiosa e il monte era pieno di gente in tenda, in attesa della notte per una processione. Qui ho conosciuto un ragazzo di Torino, con cui ho condiviso l’ultimo tratto della tappa. La discesa verso Torriglia è stata durissima: ripida, sassosa, a tratti quasi scivolosa. Non vedevamo l’ora di arrivare.

Tappa 03: da Torriglia a Uscio

25 km / + 1162 m

Dopo una notte insonne parto molto presto. In giro non c’è nessuno: vado in cerca del sentiero che si inerpica subito, molto ripido, tra le case. Passo accanto a fattorie dove ci sono un sacco di caprette simpatiche. Per un’ora e mezza cammino nel bosco da sola; a tratti è quasi inquietante questo silenzio. Quando il bosco finisce, dopo il Monte Lavagnola, mi si apre davanti una vista spiazzante: finalmente il mare inizia a vedersi molto bene. Un panorama immenso. Gli Appennini fanno da cornice a questo blu profondo.

La vegetazione cambia: si sente il profumo della macchia mediterranea, e in alcuni tratti bisogna fare attenzione perché le piante invadono il sentiero, già molto stretto di suo. Man mano che si scende di altitudine il caldo si fa sempre più intenso. Questo tratto di cammino è caratterizzato dalle ortensie giganti che si trovano in ogni angolo.

A metà della tappa ci sarebbe dovuto essere un ristorante/bar, ma lo trovo chiuso. In generale, ho capito che su questo cammino bisogna partire al mattino con tutto il necessario, tra acqua e cibo. Alla fine della salita raggiungo un pianoro, e quello che succede lì è indescrivibile: ci saranno stati almeno sessanta cavalli selvatici dappertutto. Bellissimi. Devo aspettare che siano loro a spostarsi.

Da qui in poi gli alberi diventano sempre più radi e il caldo si fa ancora più intenso. La mia salvezza è stato un bar lungo la strada (Trattoria Cornua). Nonostante avessi con me due litri d’acqua, non bastano per affrontare le tappe in questa stagione: la mancanza di fonti d’acqua può essere un problema.

Iniziano i cartelli per “Uscio”, ma ci vorrà ancora un’ora prima di arrivare nel centro. Oggi è domenica e nel paese è tutto chiuso. L’unica cosa aperta è una pizzeria/ristorante dove bisogna anche prenotare. Il B&B dove dormo è molto accogliente: da qui si vede il mare. Domani, ultima tappa.

Uscio

Conosci tutti i cammini presenti in Liguria? Li abbiamo raggruppati qui.

Tappa 04: da Uscio a Portofino

20 km

Anche quest’ultima tappa si sviluppa per metà nel bosco e senza paesi, fino a Ruta, dove inizia l’urbanizzazione e si sale verso il monte di Portofino. Il mare si vede solo quando si comincia a scendere nuovamente. La discesa è molto ripida, ma si è totalmente inebriati dalla bellezza del paesaggio: interi uliveti con, sullo sfondo, il mare azzurrissimo. In totale la discesa dal monte dura circa un’ora, e si giunge poi a Portofino. Qui è bastato un bagno per alleggerire tutta la fatica e il caldo dei giorni precedenti.

L’arrivo a Portofino
Articolo di
Beatrice Mezzocolli

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