Grande Traversata Elbana

La Grande Traversata Elbana (GTE) percorre il crinale dei rilievi dell’Elba, dalla frazione di Cavo, all’estremo nord-est, passando dalle cime più alte della dorsale orientale, dai rilievi più dolci della parte centrale, per poi salire sul massiccio granitico del Monte Capanne prima di biforcarsi e scendere di nuovo al mare con la scelta fra il nord-ovest di Patresi (GTE nord, lievemente più lunga) e il sud-ovest di Pomonte (GTE sud, lievemente più breve).

 

Il trekking si svolge al di fuori dei centri abitati – per fermarsi a dormire o mangiare bisognerà abbandonare il crinale e scendere – e si affaccia di volta in volta sui mari a nord, a est e a sud con panorami spettacolari sui paesi, le spiagge, la terraferma, le isole vicine e lontane. Il percorso consente inoltre di apprezzare l’incredibile varietà geologica, paesaggistica e vegetale che contraddistingue l’Elba, alternando nello stesso giorno di cammino gariga, macchia bassa e alta, nude pietraie, boschi di leccio, castagno e tasso.

Il cammino si può percorrere indifferentemente nei due sensi, tenendo presente che il Monte Capanne, il massiccio del versante occidentale, costituisce la salita più impegnativa, e si può quindi decidere di arrivarci per gradi partendo da est, o affrontarlo subito con una ripida ascesa, ma con le gambe più fresche. Le tappe classiche sono quattro (Cavo – Porto Azzurro, Porto Azzurro – Procchio, Procchio – Poggio, Poggio – Pomonte o Poggio – Patresi; niente vieta tuttavia di fermarsi altrove), ma i camminatori abituali possono ridurle a tre accorpando le due più brevi, specie se si pernotta in alcune strutture più vicine al percorso che risparmiano di dover scendere e risalire dai centri abitati.

Scheda Tecnica

  • Lunghezza:

    GTE nord 56 km GTE sud 48 km
  • Tappe:

    4
  • Dislivello:

    GTE nord 2.900 m circa, GTE sud 2.400 m circa m
  • Durata:

    3-4 giorni
  • Partenza:

    Cavo
  • Arrivo:

    Patresi (GTE nord) o Pomonte (GTE sud)
  • Accessibilità:

    No
  • Cani:

STORIA

La GTE è stata ideata negli anni ’80 da Renato Giombini e Mario Ferrari, esperti camminatori e conoscitori del territorio e autori di una delle prime guide ai sentieri dell’Elba. L’idea era di unire i sentieri esistenti per creare un percorso che attraversasse l’Elba da est a ovest mantenendosi il più possibile vicino allo spartiacque ed evitando l’asfalto; nei decenni successivi vi sono poi state lievi modifiche al tracciato, poi dal 2017 la GTE è stata segnalata come tale sulla segnaletica apposta dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che cura la manutenzione della maggior parte della rete sentieristica isolana.

Il tracciato non è di per sé un percorso storico – chi in passato avesse dovuto andare da Cavo a Patresi o Pomonte avrebbe di certo più agevolmente viaggiato via mare – ma vari tratti riprendono antiche vie di collegamento fra i paesi, da percorrere a piedi o a dorso d’asino, o i sentieri percorsi quotidianamente da chi si recava a coltivare i campi e le vigne che ricoprivano l’isola, e a volte conservano la lastricatura; buona parte del tratto fra Porto Azzurro e Procchio, invece, passa per una delle carrozzabili militari costruite ex novo negli anni ’30 per spostare uomini e materiali fra le varie postazioni di avvistamento e difesa in un’epoca in cui i mezzi a motore all’Elba erano ancora una rarità, come del resto le stesse rotabili.

Negli ultimi anni i sentieri elbani e la GTE hanno attirato sempre più appassionati di trekking, e specie in primavera e autunno (la GTE, in gran parte allo scoperto, è fortemente sconsigliata in piena estate, ma se sarebbe meglio evitare anche i mesi da novembre a gennaio) è facile incrociare altri camminatori sul percorso.

FONTI D'ACQUA

Oltre ai paesi in cui si fa tappa, l’unico punto acqua è Fonte Schiumoli (coordinate 42.78486, 10.32047), fra Porto Azzurro e Procchio, lungo la seconda tappa. D’estate anche Fonte Schiumoli potrebbe essere a secco.

SERVIZI TAPPA PER TAPPA

Supermercati: a Porto Azzurro; a Procchio nella stagione estiva
Farmacie: a Porto Azzurro e Procchio

Bar in tutte le tappe (a Poggio e Patresi chiusi d’inverno)

Fermate dell’autobus alla partenza, all’arrivo, e nei punti in cui si incrociano le strade provinciali: linee 117 e 118 in località Campo ai Peri / Casa Marchetti, lungo la SP 26 fra Portoferraio e Porto Azzurro (42.77914, 10.34712); linea 116 in località Colle di Procchio, lungo la SP 25 fra Procchio e Marina di Campo (42.77846, 10.24647); le fermate sono anche indicate sull’orario come “GTE”.

SEGNALETICA

Segnavia bianco-rossi a norma CAI, bandierine bianco-rosse GTE; segnaletica verticale GTE (frecce); alcune frecce in legno.

PERICOLI

Non vi sono pericoli particolari, ma è opportuno evitare di avvicinarsi a capre selvatiche, mufloni e cinghiali, che potrebbero sentirsi minacciati. Le vipere sono rare, vale l’abituale consiglio di indossare pantaloni lunghi e porre attenzione a dove si mettono mani e piedi fra i sassi. Il granito del versante occidentale è particolarmente scivoloso quando è bagnato. Nessun tratto è propriamente allo scoperto o su strapiombi, ma alcune pietraie, sia sulla dorsale orientale che soprattutto a mezza costa sul Monte Capanne, richiedono attenzione.

ACCESSIBILITÀ

Percorso non attrezzato per persone con disabilità

FONDO STRADALE

95% sentieri o strade bianche; brevissimi tratti di asfalto nella parte centrale.

IN TENDA

Le norme del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e dei Comuni vietano su tutto il territorio dell’isola il campeggio libero o bivacco al di fuori dei campeggi autorizzati. Nel Parco è vietato accendere fuochi. Non è di per sé vietato trascorrervi la notte.

CREDENZIALI

Non sono state ancora realizzate delle credenziali

GUIDA CARTACEA

Non esistono, per ora, guide della GTE, se non un breve libretto allegato alla mappa dell’Escursionista Editore. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha realizzato una mappa escursionistica che si può acquistare presso gli Infopark o sul sito della 4LAND, nonché nelle librerie dell’isola e in vari negozi. La stessa mappa si può scaricare gratuitamente dall’app (sempre gratuita) Avenza Maps e consente la geolocalizzazione in tempo reale, anche in assenza di segnale.

CONTATTI

Club Alpino Italiano – Sottosezione Isola d’Elba

www.caielba.it

TAPPA 01

Tappa 1: Cavo – Porto Azzurro, 18 km circa, dislivello positivo 950 m circa

Si arriva a Cavo (frazione di Rio) da Piombino con l’aliscafo o più rari traghetti. Dal lungomare si sale verso l’interno; dopo poche centinaia di metri si incontra una brevissima deviazione per visitare il Mausoleo Tonietti. La via sale poi fino a Monte Grosso (344 mslm), un tempo sede di una postazione di osservazione militare, da dove si gode di un panorama strepitoso. Successivamente si scende fino a lambire la strada della Parata, fiancheggiando il fosso del Vignolo in un piacevole saliscendi ombreggiato; si attraversa la Valle delle Fiche e si giunge all’area di sosta in località Aia di Cacio, dove più sentieri incrociano la strada asfaltata. Da qui con una deviazione di pochi minuti sul sentiero 203 si può raggiungere l’Orto dei Semplici presso l’eremo di Santa Caterina. Attraversata la strada si riprende il sentiero: una ripida pietraia conduce a La Croce (396 m), sopra l’abitato di Rio nell’Elba, poi al Monte Capannello (407 m), un altro bel punto di osservazione dal quale si possono ammirare contemporaneamente i versanti orientale e occidentale dell’isola. Pochi metri più in basso il tracciato si infila in una pineta e quasi subito incrocia la strada del Volterraio, il cui castello domina maestoso il golfo di Portoferraio. La via sale poi fino a raggiungere Cima del Monte, la vetta più alta della metà orientale (502 m). Si prosegue sulla GTE fino al bivio con il sentiero n. 210 sulla sinistra, che, scivolando tra le vigne, in circa 30 minuti consente di scendere a Porto Azzurro.

TAPPA 02

Tappa 2: Porto Azzurro – Procchio, 21 km circa, dislivello positivo 400 m circa

La seconda tappa si svolge in gran parte su una vecchia carrozzabile militare e presenta un piano di calpestio ampio con dislivelli poco impegnativi. Dopo aver percorso poco più di 3 km dal bivio con il sentiero 210 e un breve tratto di asfalto, si attraversa la strada provinciale n. 26 per risalire nei pressi di Monte Orello (376 m), punto panoramico raggiungibile con una breve deviazione, con alcuni bunker degli anni ’30 alla sommità.

In seguito la via passa da Fonte Schiumoli, unico punto acqua lungo la GTE, e lambisce la cava di Colle Reciso, dopo la quale si dovrà girare a sinistra e percorrere circa 200 metri di asfalto per poi girare nuovamente a destra sull’ampio sterrato che attraversa la macchia. Poco prima dell’incrocio con il sentiero 221 si può fare una deviazione sulla sinistra per visitare i ruderi di un vecchio mulino a vento sul crinale e ammirare la visuale su Lacona. Superato l’imbocco del sentiero 244 che troviamo sulla nostra sinistra, si scende con qualche difficoltà su uno sterrato fortemente eroso dall’acqua fino all’umido fondovalle e alla località Literno; qui si prosegue fino a incrociare la strada provinciale che, percorsa verso nord, scende a Procchio, distante meno di un chilometro.

TAPPA 03

Tappa 3: Procchio – Poggio, 12 km circa, dislivello positivo 950 m circa

La terza tappa della GTE conduce da Procchio a Poggio. Abbandonata la strada asfaltata, il sentiero si inerpica sul Monte Castello (226 m) dove è interessante fare una breve esplorazione per scoprire, nascosti dalla macchia, le rovine di una grande fortezza etrusca e di un piccolo avamposto militare usato nella seconda guerra mondiale come punto di osservazione. La via prosegue come un tunnel in mezzo alla vegetazione, fino ad incrociare il bivio con il sentiero 180 per Poggio e il 121 per Sant’Ilario. Inizia la ripida ascesa che conduce in meno di un’ora al Monte Perone (630 m) e poi a una vasta e comoda area di sosta lungo la strada. Da qui la GTE percorre il “Santuario delle farfalle”, un’importante area di riproduzione, fino alla località Malpasso dove nel bosco si trova la biforcazione della GTE.

Da qui, se si vuole scendere a Poggio, si può percorrere un tratto della GTE nord e poi il ripido sentiero 105, o fare un giro più lungo ma meno impegnativo passando dai sentieri 101 o 106. La deviazione dal percorso principale non è tuttavia troppo agevole né rapida, e questa è la tappa più breve del tratto comune della GTE, per cui si può valutare di accorparla alla successiva (discesa a Patresi dalla GTE nord o a Pomonte dalla GTE sud) facendo la traversata in tre tappe invece di quattro e risparmiando la deviazione, la discesa e la risalita.

 

TAPPA 04

Tappa 4 N, GTE nord: Poggio – Patresi, 16 km circa, dislivello positivo 550 m circa

Dall’incrocio con il 105 il tracciato si dirige verso ovest, mantenendosi intorno a quota 600 – 700 m, fino all’incrocio con il sentiero 110, dove svolta a sinistra in ripida salita risalendo i costoni occidentali del Monte Capanne fino alla Tavola, alla quota massima di 921 m. Da qui inizia una discesa quasi ininterrotta, che compie una curiosa evoluzione verso nord, sfiora i ruderi della chiesetta romanica di San Frediano fino al quartiere pastorale di Serraventosa con i suoi caprili, poi giù a destinazione fino a Patresi – Mortaio con vista su Capraia e il nord della Corsica. Peculiari sono i tratti lastricati in granito di quella che era un tempo la mulattiera che collegava Marciana e Pomonte, il silenzio quasi surreale delle zone più lontane dalla civiltà, la spettacolare fioritura delle diverse specie di ginestre fra primavera ed estate.

 

Tappa 4 S: Poggio – Pomonte, 10 km circa, dislivello positivo 50 m circa

Dalla biforcazione si percorre la GTE sud in direzione sud-ovest, seguendo il crinale che divide l’ampia valle di Pomonte da quella di Vallebuia. Pietraie e massi richiedono attenzione ma il panorama vale la pena: la posizione fu già sfruttata nella preistoria, nella zona sono stati infatti trovati reperti dell’Età del Bronzo e l’occhio esperto individua vicino al crinale i resti di grandi muraglioni di massi. Nella discesa da 839 m al mare si incontreranno il Colle della Grottaccia (645 m), Le Mure (629 m) – dove l’occhio esperto individua vicino al crinale i resti di grandi muraglioni preistorici di massi – Monte Cenno (589 m), Monte Orlano (549 m), e alcuni caprili con “grottino”, strutture in pietra costruite dai pastori nel primo Novecento. Superato l’ultimo caprile ubicato a poca distanza da Monte Orlano, si imbocca uno stretto viottolo tra magnifici terrazzamenti riconquistati dalla vegetazione selvatica e in qualche decina di minuti di cammino tra qualche vigneto superstite fra quelli che un tempo tappezzavano tutta la valle si giunge a Pomonte con la sua chiesa, la fontana, un paio di bar e, se si scende ancora, una spiaggia di grossi ciottoli.

  • Cima del Monte, ph: Riccardo Zamboni
  • GTE nord vista monte Capanne

Grande Traversata Elbana

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