Cammino Tre Laghi: diario di 100km tra laghi e monti bergamaschi
Sara ci condivide il diario del Cammino Tre Laghi. Un cammino senza meta perché la meta è il viaggio stesso. É proprio questo ciò che più mi ha affascinato del Cammino Tre Laghi: si parte da Sovere e si torna a Sovere, con 100km, sei tappe e un bagaglio di emozioni alle spalle da portarsi nel cuore per il resto della vita.
Prima Tappa
Il punto di partenza è Sovere, un paese diviso in due borghi dal torrente Borlezza. L’inizio del Cammino Tre Laghi si trova laddove il ponte pedonale li unisce. Da una parte ci si avvia, dall’altra si ritorna.
Dopo aver attraversato parte del centro storico, ci si addentra nel bosco. Lungo la prima parte del sentiero non ci si sente certo soli, quanti omini di pietra che si incontrano! Sembra diventata una tradizione per i viandanti lasciare una testimonianza del loro passaggio. Proseguendo si arriva nella valle degli acquedotti e, inaspettatamente, il bosco si fa ancora più bello.
Continuando il cammino si giunge al piccolo e grazioso borgo di Fanovo, si scende di qualche metro ed ecco il lago di Endine pararsi davanti in tutto il suo splendore. Ma è solo l’inizio! Dopo qualche altro chilometro si arriva a Ranzanico, da cui si imbocca il sentiero per la “panchina diversamente gigante”. La vista che si apre da qui è a dir poco favolosa: un’altra magnifica prospettiva sul serpentino lago di Endine.
Ormai verso la fine della tappa si trova Bianzano, un borgo medievale dall’atmosfera fiabesca. Fatto il giro del borgo, ammirato il Castello Suardi e timbrata la credenziale, si inizia a scendere verso le rive del lago di Endine. La fiaba continua anche qui, a Spinone, dove una romantica passeggiata costeggiante il lago accompagna dolcemente al fine tappa: Monasterolo del Castello.
Seconda Tappa
La seconda tappa riprende lungo le rive del lago di Endine tra canneti, salici e spiaggette. Finita la costa del lago e attraversata una suggestiva passerella in legno, si giunge al paese di Endine Gaiano. Oltrepassato quest’ultimo si imbocca una nuova strada sterrata che porta alla Valle del Ferro, consigliatissima una bella sosta rinfrescante!
Proseguendo si arriva al laghetto di Gaiano: il più piccolo a bassa quota della Lombardia. Anche qui, il gioco di riflessi che si crea sulla superficie d’acqua è un’opera d’arte, per non parlare della fitta vegetazione di ninfee che catapulta l’osservatore direttamente in un quadro impressionista.
Purtroppo le rive del lago di Gaiano finiscono alla svelta e bisogna lasciarsi anche questo spettacolo alle spalle. Dopo un suggestivo viale alberato tra i noccioli si inizia a salire costeggiando la Riserva della Valle del Freddo, celebre per il suo rarissimo e delicatissimo microclima. Quando finalmente si scollina, eccolo, il terzo grande specchio di questo cammino: il lago d’Iseo.
Da Solto Collina si inizia a scendere, ma non per molto, attraversate le sue contrade medievali ci si addentra in un bosco e, di nuovo, si sale. La salita, anche questa volta, ha un lietissimo finale: la panchina gigante di Fonteno. Non tanto per la panchina in sè ma per il meraviglioso panorama su cui si affaccia: sotto il lago e di fronte l’inconfondibile sagoma della Corna Trentapassi, a nord la Val Camonica coronata dalle sue alte montagne. Il fine tappa è ormai vicino: ancora un chilometro, un piccolo sforzo, Fonteno aspetta!
Terza Tappa
Spoiler: una delle tappe più belle. Camminare sulla terza tappa è un po’ come stare sulle montagne russe: dislivello negativo presente, dislivello positivo pure, adrenalina… assicurata! Si parte da Fonteno e subito si inizia a scendere in direzione Riva di Solto.
Il sentiero passa su una bella mulattiera in mezzo al bosco fino a quando non viene interrotto da un piccolo torrente. Una volta superato ci si immerge immediatamente nella bellezza del centro storico di Riva, ma soprattutto del suo lungolago! Accompagnati da alcuni cigni curiosi, si prosegue in direzione “Bogn”. L’anfiteatro naturale del Bogn è una località nota sui social con il nome di “Thailandia in Italia”, si tratta di una baia circondata da lastroni di roccia a picco sul lago. Effettivamente la particolare conformazione geologica ricorda un paesaggio esotico, quasi surreale.
Il bello però deve ancora venire perché, dopo un breve tratto di strada, si torna a salire: è giunto il momento di “scalare” l’orrido del Bogn. Nulla di pericoloso naturalmente ma, volendo, tra un tornante e l’altro, si può buttare un occhio sull’immensità che si apre oltre la baia. Questi punti panoramici sono tanto belli quanto esposti, adrenalinici certo, ma attenzione a dove si mettono i piedi!
La salita però non è finita, bisogna ancora arrivare a San Defendente. Giunti in cima al colle, tutta la fatica viene ripagata dall’ennesimo panorama mozzafiato di questo cammino. Qui, oltre a una graziosa chiesetta del 1500, si trovano anche diversi tavoli e panchine su cui sedersi, riposare e godere di tutta la pace che questo luogo trasmette.
Freschi e riposati, si torna a camminare, questa volta in discesa. Tra boschi incantati, scorci pazzeschi e sentieri panoramici, alla fine ci si ritrova (di nuovo) sul lungolago, quello di Castro. Da qui, in breve e in pianura, si arriva alla fine della terza tappa: Lovere, uno dei più bei borghi d’Italia.
Quarta Tappa
Si parte godendo dell’incanto loverese, passando per il suo romantico lungolago, palazzo Tadini, le piazze Tredici Martiri e Vittorio Emanuele. Di certo niente male come inizio tappa.
Lasciatosi alle spalle Lovere si inizia a salire puntando alla prima destinazione: San Giovanni. Si tratta di un santuario abbarbicato sul Monte Cala, altro grazioso balconcino sul Sebino. Una volta scattate le foto e stuzzicato qualcosa da mangiare si può ripartire, questa volta in direzione Ceratello.
Arrivati a Ceratello si imbocca un tratto di strada pianeggiante che fa tirare un piccolo sospiro di sollievo. Finita la pianura, non c’è più tempo da perdere: l’altopiano del sole attende! L’ultima destinazione di questa tappa è Bossico, il balcone per eccellenza non solo sul Sebino, ma anche su parte della Val Cavallina. L’ultimo tratto di salita è addolcito dalla presenza di varie sculture: il faggio dell’amore e statue in legno rappresentanti la via Crucis.
Nulla è paragonabile però alla sensazione che si prova al termine della salita, quando, scollinando, ci si ritrova di nuovo il sole in faccia, la vastità del lago e delle montagne davanti agli occhi. Bossico è vicino ma la voglia di arrivare sembra essere del tutto svanita.
Quinta Tappa
La quinta tappa inizia nel borgo montano di Bossico e la partenza, tra pascoli e cascine, è già inebriante. Oggi si toccherà il punto più alto del Cammino Tre Laghi: il Monte Colombina.
Il sentiero per arrivarci è incantevole, ma l’ultimo tratto di salita per arrivare in cima alla vetta è proprio tosto! Poco male però, ogni volta che ci si ferma per tirare il fiato, girarsi e ammirare cotanta bellezza. Una vista che rapisce lo sguardo e toglie il fiato (quasi più della salita): c’è il lago d’Iseo, scintillante più che mai, il verde altopiano di Bossico e montagne a perdida d’occhio, Appennini inclusi.
Che dire, non ci sono parole per descrivere la soddisfazione e l’estasi che si prova arrivando in cima; giusto un breve saluto da riportare sul diarietto custodito nel geolabio. A malincuore ci si lascia questo paradiso alle spalle e si torna a scendere per mai più risalire durante questa tappa. Si prosegue lentamente per immagazzinare la bellezza della natura: il riflesso della pineta nella pozza d’Ast e i mille colori del bosco che ricopre il Corno Maelì.
Il sentiero continua a scendere in direzione Sovere, attraversando prima l’abitato di Piazza e poi il torrente Borlezza. Da qui la strada per giungere a destinazione è breve: basta lasciarsi guidare dal corso d’acqua fino al ponte da cui si è partiti il primo giorno. L’anello si è finalmente chiuso.
Sesta Tappa
Se il Cammino Tre Laghi è un anello, di certo la sesta tappa ne è il diamante. Si tratta di un altro anello panoramico che passa sui monti soveresi e consente ai camminatori di visionare dall’alto tutto il percorso fatto nei giorni precedenti.
Si parte dal ponte, si ripercorre una piccola parte della prima tappa e si arriva al Santuario della Madonna della Torre. Dopo una bella dose di pace e spiritualità si prosegue in salita fino a raggiungere l’inizio del sentiero che porta in Corna Lunga. Il percorso è completamente in salita, immerso nel bosco e nel silenzio più assoluto.
L’arrivo in vetta è straordinariamente gratificante: eccoli lì tutti i chilometri degli ultimi cinque giorni!
Timbrata la credenziale e lasciata la croce di Corna Lunga, si intraprende un percorso in cresta con vista val Borlezza e Presolana. Tutto magnifico ma a stupire questa volta non è il panorama, bensì la radura. Non è esagerazione definirla incantata, sembra davvero l’ambientazione di una fiaba!
Circa a metà della tappa si arriva in Malga Lunga, nonchè rifugio e museo della resistenza bergamasca. Altro timbro sulla credenziale e si riparte, questa volta in direzione Monte Grione. Il promontorio offre una prospettiva ben diversa da quella di Corna Lunga, la visuale si estende infatti anche su buona parte della Val Cavallina e… tutti e tre i laghi sono finalmente presenti all’appello!
Il sole ormai calante invita a imboccare un altro sentiero in cresta, questa volta con vista Sebino. La costa dorata dalla luce del tramonto allieta il rientro, che, per quanto duro sia, è più spettacolare che mai.
Sara B.