Dalla Lunigiana a Lucca: passi a due sulla Via del Volto Santo
Due fervidi camminatori, Maria Cristina e suo marito, hanno percorso la Via del Volto Santo, un itinerario che unisce Pontremoli a Lucca attraversando Lunigiana e Garfagnana: sette tappe e 146 chilometri di storia, natura e silenzio. Il loro è stato un cammino “particolare”, affrontato fine settimana dopo fine settimana, riprendendo ogni volta da dove si erano fermati. Un modo diverso di vivere il pellegrinaggio, lento e costante, che li ha portati a scoprire borghi sospesi nel tempo, pievi nascoste tra i boschi, e la bellezza di viaggiare insieme, passo dopo passo. Nel loro racconto si intrecciano logistica e poesia, consigli pratici e piccoli incontri, con uno sguardo autentico su un cammino ancora poco conosciuto ma ricco di fascino.
Introduzione
Questo è il racconto del nostro particolare cammino lungo la Via del Volto Santo, bellissimo itinerario che congiunge Pontremoli a Lucca in sette tappe per un totale di 146 km. Solo parte della prima tappa segue lo stesso tracciato ufficiale della Via Francigena per poi addentrarsi nel cuore della Lunigiana e della Garfagnana. Ho definito particolare il nostro cammino perché, non avendo giorni di ferie per poterlo percorrerlo in continuità ma abitando in zona, abbiamo scelto di percorrerlo nei fine settimana riprendendo sempre da dove avevamo interrotto.
Alla fine per noi i km sono diventati 227 perché, siccome le prime tappe sono sprovviste di ferrovia e linee di bus che potessero riportarci indietro una volta finita la tappa, siamo stati costretti a raggiungerne l’inizio in auto, percorrerle e poi tornare di nuovo indietro a piedi per riprendere la macchina. Siccome alcune tappe sono piuttosto lunghe e in autunno le giornate invece sono piuttosto corte abbiamo deciso di dividerle almeno in due parti. Tutta questa fatica è valsa la pena rendendo entusiasmanti i nostri fine settimana: facendoci apprezzare ancor di più la Lunigiana e scoprire il fascino della Garfagnana a noi vicine.
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Tappa 01: Pontremoli – Pontebosio
28.7 km
La tappa è lunga ma non troppo impegnativa perché praticamente priva di dislivelli. In realtà noi abbiamo un po’ “fregato” perché oltre metà di questa tappa, esattamente da Pontremoli a Virgoletta l’avevamo già percorsa camminando sulla Via Francigena e quindi i primi 18 km lì abbiamo evitati.
Da Virgoletta inizialmente si cammina sulla provinciale ma è poco trafficata e poi ci si inoltra nella valle del Deglio (la Trattoria del Deglio incontrata sul cammino meriterà in seguito un pranzo domenicale). Il percorso nel bosco è piacevole e arriva a Monti. Il suo castello non è sempre aperto alle visite e quindi ci riproponiamo di tornare per visitarlo. Il sentiero continua in un “sali e scendi” fino alla Pieve di Santa Maria Assunta di Venelia e poi la strada prima asfaltata e poi sterrata ci accompagna al piccolo borgo di Pontebosio con il suo castello-fortezza.

Tappa 02: Pontebosio – Fivizzano
15.6 km
La prima parte della tappa è un bellissimo sentiero nel bosco che in autunno si tinge di colori caldi e non sentiamo altro rumore che i nostri passi che calpestano le foglie cadute. A tratti si apre in vedute panoramiche, in questa zona ci sono i calanchi. Giungiamo al borgo di Olivola dove ci furono ritrovamenti preistorici e raggiungiamo, oltre il colle di Piano di Collecchia, un grande Santuario dedicato alla Madonna dei Colli chiuso definitivamente dopo un terremoto.
Superato il borgo di Moncigoli le tracce diventano deboli nei campi e se non si fa attenzione e non si segue alla lettera la guida si rischia di perdersi. A Posara di sotto, un’edicola con l’immagine di Santa Caterina ci allieta il passaggio (è la nostra Santa preferita) di sicuro è di buon auspicio. La tappa finisce con la salita a Fivizzano, borgo splendido e ricco di storia che merita una sosta e non un semplice passaggio. Un bel piatto di tagliatelle al sugo ci ricompensa prima di rimetterci in cammino e ritornare indietro per riprendere la macchina.

Tappa 03: Fivizzano – Argegna
17.6 km
Questa è una tappa meravigliosa, non lunga ma piuttosto impegnativa per il dislivello: si passa dai 300 m circa di Fivizzano ai 1009 m del Monte Argegna. Dividerla per fare avanti e indietro non è stato semplice perché solo pochi posti sono raggiungibili con l’auto. Da Fivizzano proseguiamo fino a Turlago in un bellissimo bosco d’abeti. Turlago è un piccolo vecchio borgo e molto affascinante: i lavatoi, le volte, le edicole senza parlare della bella Pieve dedicata a San Felice del 1760 (almeno questa è la data che appare sul portale) e che è dotata di un’area di sosta attrezzata, ottima se ci si arriva per l’ora di pranzo e una vista maestosa delle Apuane dal suo piccolo cimitero.
Da questo tratto ci siamo però portati via come ricordo qualche zecca. Castiglioncello merita la deviazione visto che è breve e la Pieve di Offiano nonostante sia chiusa è un luogo molto suggestivo. Peccato non trovare mai aperte certe chiese e pievi. Salire al Monte Argegna è faticoso ma il cammino è bello perché si entra e si esce dai boschi di continuo fino a giungere al Passo di Tea, confine tra Lunigiana e Garfagnana con i resti del vecchio Ospitale di San Nicolao del XII secolo. Il Monte Argegna ci accoglie con quel piccolo gioiello del Santuario della Madonna della Guardia e i suoi prati immensi. Fortunatamente essendo domenica la trattoria accanto al Santuario è aperta e propone piatti semplici della tradizione.

Tappa 04: Argegna – Castelnuovo Garfagnana
27.2 km
Da qui in poi si entra in Garfagnana, che abbiamo scoperto di amare, con le sue pievi, i suoi ponti a schiena d’asino e le sue viste più ampie rispetto alla Lunigiana. Si parte dai 1009 m del monte e quindi la tappa è praticamente tutta in discesa. Giuncugnano è il borgo più alto della Garfagnana, e da lì si scende parecchio attraversando boschi, un vecchio mulino, un ponte ad arco sul Serchio per giungere al bel paese di San Michele, di origini longobarde, dove un ponte del Trecento collega le due parti in cui il paese è diviso.
Non meno bella l’entrata a Piazza al Serchio attraversando il ponte con la schiena d’asino appuntita. Da Aulla la linea ferroviaria arriva fino a Lucca facendo sosta in ogni borgo. Certo la Via del Volto Santo non cammina lungo la ferrovia, e le fermate sono a metà strada tra due o più paesi ma niente che una deviazione di qualche km non permetta. Quindi da questo momento in poi possiamo evitare di percorrere le singole tratte avanti e indietro, e usare l’auto.
Sulla tratta che da Piazza al Serchio va verso Castelnuovo ci sono da segnalare tre luoghi magici: la Fortezza delle Verrucole, il borgo di San Romano in Garfagnana, fermo nel tempo e il Lago artificiale di Pontecosi che si costeggia fino al paese. Abbiamo avuto la fortuna di vederlo perché poi è stato prosciugato per qualche tempo. La vista di un grande ponte ci fa capire che siamo a arrivati a Castelnuovo Garfagnana con la sua Rocca Ariostesca.

Tappa 05: Castelnuovo Garfagnana – Barga
14.9 km
La giornata inizia con 5 km di salita dal paese che la guida definisce “lieve” ma che lieve non è; ma la vista sull’appennino essendo una bella giornata di sole ci allieta. In un bosco incontriamo i resti della chiesa di Santa Maria Maddalena. Un luogo un po’ spettrale immerso nel silenzio ma ricco di fascino, avvolto dagli arbusti e dall’erba, con resti di lapidi antiche lungo i muri laterali.
Inizia da lì un bel tratto panoramico in mezzo a pascoli e campi fino al borgo fortificato di Cascio, ma dopo il borgo la strada che prosegue fino a Gallicano è la provinciale e purtroppo è priva di marciapiede ed è anche piuttosto trafficata. Ma alla fine della tappa ci aspetta Barga. Arroccata su un colle è annoverata tra i borghi più belli d’Italia e non lascia indifferenti, soprattutto il duomo dedicato a San Cristoforo, il cui interno ampio è impreziosito dal pulpito e dalla cui terrazza si gode un panorama eccezionale decantato anche da Giovanni Pascoli che qui veniva a godersi la vista delle Apuane.

Tappa 06: Barga – Borgo a Mozzano
19.4 km
Dalla terrazza panoramica del duomo si prosegue scendendo attraversando il borgo con le sue chiese e i suoi palazzi nobiliari, per uscire dalle mura. Qualche chilometro su strada provinciale per arrivare alla Pieve di Santa Maria di Loppia; non si può accedere all’interno, ma l’ingresso è dotato di un cancello che permette di ammirarla e accanto un prato e una panchina sono perfetti per consumare i panini che ci siamo portati dietro.
La seconda parte della tappa ed esattamente da Ghivizzano è uno dei tratti più affascinanti di tutta la via. Ghivizzano è un gioiellino e merita la sosta e la salita alla Rocca fatta costruire insieme alle mura da Castruccio Castracani signore di Lucca e condottiero. E poi è prevalentemente nel bosco ben pulito, e a tratti vi si aprono scorci panoramici.
Scendiamo verso rocca di Borgo a Mozzano e passata la Chiesetta degli Alpini si può decidere se fare il giro dentro il borgo oppure proseguire. Noi sempre molto curiosi e senza fretta entriamo nel piccolo borgo. Dietro la chiesa oltre ad esserci una piccola area attrezzata ci sono i resti dell’antico abitato. La tappa si conclude a Borgo a Mozzano ma vale la pena fare la deviazione, (circa 600 m) per andare a vedere il ponte della Maddalena o ponte del Diavolo.

Tappa 07: Borgo a Mozzano – Lucca
25.1 km
A Borgo a Mozzano arriviamo una domenica in treno ma la segnaletica non è ben visibile dalla stazioncina o forse noi siamo ancora addormentati e quindi attraversiamo il paese immaginando di trovare oltre una deviazione. Errore che ci dà l’occasione per visitare meglio il paese che tra l’altro era in festa
Non sarà il solo errore della giornata perché anche a San Donato le indicazioni date dalla guida non coincidono con i segnali su strada e quindi per evitare di sbagliare si seguono i segnali su strada e basta ma allunghiamo di parecchio, risalendo colline per poi ridiscendere. Alla fine forse ne è valsa la pena, perché il paesaggio è notevole.
Degne di sosta la Pieve di Santa Maria Assunta usciti dal borgo di Diecimo e il piccolissimo borgo di San Donato con la piccolissima pieve stavolta trovata aperta e la fonte dove riempire le borracce. Da Ponte a Moriano inizia il Parco fluviale del Serchio. Una splendida camminata di 9/10 km nel verde che immette nella periferia della città. Arrivati alla porta Santa Maria di Lucca, ci fermiamo all’esterno per un ringraziamento di fronte alla statua che domina il portale e lì abbiamo fatto l’unico, ma breve incontro con un’altra coppia di pellegrini che si è unita a noi in catena per la preghiera.
E così dopo svariati fine settimana si entra finalmente a Lucca per Porta Santa Maria ed è emozione pura. Eravamo già arrivati qui a piedi percorrendo la Via Francigena ma stavolta sancisce la fine del cammino e l’emozione è raddoppiata. Un panino sulle mura ci rinfranca prima di immergerci tra le vie del centro che portano al Duomo dove l’ingresso per i pellegrini è libero e un bel timbro certifica la fine del cammino.
Peccato che il crocifisso sia in restauro e nella cappella sia appesa una tela con la foto ma lo si può vedere e adorare ugualmente perché il laboratorio di restauro è posto all’interno del duomo stesso e chiuso solo da pareti in vetro che lo rendono visibile anche durante la lavorazione. La preghiera al Volto Santo benedice la fine di questo meraviglioso cammino che ci ha fatto innamorare della Garfagnana e ci ha fatto conoscere borghi splendidi e sconosciuti a pochi chilometri da casa.

Conclusione
Logisticamente è stato complicato fino a che non abbiamo svalicato il Monte Argegna potendo così utilizzare la piccola e suggestiva ferrovia Aulla-Lucca che ci ha permesso di ricongiungerci ogni volta al punto di arrivo precedente. Ma per chi affronta il cammino giorno dopo giorno i paesi attraversati sono abbastanza grandi e forniti di ogni servizio, nessuna paura di non trovare sistemazioni. Nonostante ciò il cammino non ci è parso molto frequentato (forse complice la stagione) almeno a noi non è capitato di incontrare altri pellegrini o camminatori domenicali.
Non ha una sua credenziale, noi abbiamo utilizzato quella della guida Terre di Mezzo giusto per portarci a casa un ricordo dei luoghi attraversati ma da nessuna parte abbiamo reperito il timbro ufficiale (solo a Borgo a Mozzano e al duomo di Lucca) né i commercianti e le varie persone avevano coscienza di vivere lungo una via di antico pellegrinaggio.
Però abbiamo trovato la via ben segnalata sia dai segni blu e bianchi che dalla segnaletica vera e propria con la freccia azzurra. Un grazie dunque ai volontari senza i quali i cammini difficilmente sarebbero percorribili. Inoltre il cammino del Volto Santo è un po’ il proseguimento della Via degli Abati che da Pavia, passando per Bobbio e l’appennino finisce proprio a Pontremoli, e quindi è un ottimo motivo per ripartire da li. Del resto si sa che cammino chiama cammino.
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