La Grande Traversata Elbana: l’avventura di Elisa nell’arcipelago toscano
La Grande Traversata Elbana, un entusiasmante trekking attraverso il Parco Nazionale dell’arcipelago toscano. Scopri panorami mozzafiato, biodiversità unica e avventure indimenticabili lungo questo cammino attraverso le parole di Elisa.
Introduzione
Quando metto lo zaino sulle spalle, ovunque io stia camminando, mi sento completa, a casa. Per fortuna per l’ennesima volta mi trovavo all’inizio di un nuovo cammino e la sensazione di entusiasmo che mi pervade mi fa sempre saltellare di gioia. Quando iniziai a camminare qualche anno fa, volevo esplorare il mondo e fare molti cammini all’estero. Tuttavia, i cammini d’Italia mi hanno letteralmente rapita, e dal primo momento sul Cammino dei Briganti, fu “amore a prima Italia”, tanto che sono al mio quinto cammino percorso nella penisola, mentre all’estero ne ho fatto soltanto uno. Ogni volta mi meraviglio ed è stupefacente quanto sia piccola la nostra penisola in confronto al mondo, ma piena di veri e propri tesori di bellezza e biodiversità.
Quella che vi sto per raccontare è la Grande Traversata Elbana nel Parco Nazionale dell’arcipelago Toscano, un cammino che attraversa l’isola da Cavo a Pomonte sul crinale centrale. Non mi ero preparata molto per cause lavorative che mi avevano impegnata per tutta l’estate, sapevo a grandi linee le tappe i dislivelli, che non potevamo piantare la tenda dove volevamo ma che c’era da scendere ogni volta verso i paesi sul mare che tradotto vuol dire che la mattina successiva c’era da risalire, che partivo con un amico e la nostra tenda. Quello che ho imparato in questi anni è che nonostante tu pianifichi un cammino non sai mai cosa ti attenderà realmente una volta iniziato a camminare e stavolta il fatto di non aver troppo pianificato mi rendeva ancora più nervosa perché già le informazioni di base non rendevano il cammino proprio semplicissimo, ma sono una che non si arrende, a cui piace estremamente la sfida, quindi la sola risposta a tutte le mie domande era “Abbiamo una casetta sulle spalle e in qualche modo faremo!”.
La GTE era stata lasciata come “cammino jolly” ovvero in caso di ferie improvvisate avremo approfittato di quei giorni per percorrerla. Di solito per ogni cammino mi preparo almeno sei mesi prima, acquistando la guida cartacea (che colleziono insieme alle credenziali), leggendo esperienze di altri camminatori e scaricando le tracce GPX ma stavolta partivo senza tutto questo.
Mi vergogno un po’ a dirlo visto che sono una Guida Ambientale Escursionistica ma i mesi di lavoro che mi avevano tenuta ferma per quattro mesi avevano fatto crescere in me una voglia di camminare irrefrenabile e non importava perché sapevo di partire con un amico competente e che le tappe sarebbero state poi definite e organizzate strada facendo in maniera meticolosa e la cosa un po’ mi intrigava. Alla fine la GTE non è come gli altri cammini, non ha credenziali che certifica il passaggio del viandante in determinati luoghi ma si calcano i sentieri CAI che attraversano l’isola e lo scopo alla fine è proprio quello riuscire ad attraversala tutta. I sentimenti erano contrastanti tra la paura dell’ignoto e l’eccitazione del dover costruire un cammino passo dopo passo..
Prima tappa Massa Carrara – Cavo – Porto Azzurro
19 set 2023 • Lunghezza: 20km • Dislivello: +1100m
Parto da Massa alle prime luci dell’alba per raggiungere a Pisa uno dei miei più cari amici. Non vedevo l’ora di vederlo e di raccontargli le ultime cose che mi erano accadute, trepidavo dalla voglia di parlargli ma sapevo che ti tempo ne avremmo avuto.
Raggiungo Marco ci facciamo subito una bella risata perché siamo più carichi del solito e ripartiamo per Piombino. Con lui avevo già condiviso molti trekking in Apuane e una splendida avventura sul Trilho Dos Pescadores ovvero il Cammino dei pescatori in Portogallo sulla Rota Vicentina.
Arrivati stranamente in orario a Cavo tramite aliscafo (che devo dire è veramente rapido e pratico per arrivare all’isola d’Elba) ci fiondiamo subito in un supermercato per prendere un po’ di provviste per il giorno stesso. Ci prendiamo anche del tempo per riempire fino all’orlo borracce e camel bag, sistemare e bilanciare gli zaini, allacciare le scarpe nella maniera corretta e si parte. I primi passi che muovo su un cammino mi danno un senso di libertà immensa, alla fine cosa mi manca? Ho la mia casetta portatile, cibo, acqua, la natura, stavolta pure il mare e un caro amico con me..
Decidiamo di camminare finché non ci viene fame facendo paure solo per bere ammirare il panorama e una pausa “merenda” a base di frutta. Ci sorprende la fame all’incirca a metà tappa quando oramai abbiamo giunto il crinale e la vista ci lascia senza fiato, si riesce a vedere l’isola quasi a 360• circondata dal mare. Stendiamo appesa ad un albero le nostre magliette completamente bagnate dal sudore sperando che si asciugano, caspita non avevo mai sudato tanto in vita mia. Ci godiamo in silenzio il nostro pranzo accarezzati solo da lieve vento caldo per poi ripartire per la seconda metà della tappa non esattamente tranquilla come la prima.
Il pomeriggio è stato caratterizzato da discese “spacca ginocchia” e veramente critico perché per la prima volta ci siamo ritrovati a centellinare l’acqua nelle nostre borracce, mai successo prima d’ora perché l’acqua è l prima cosa di cui preoccupiamo prima di partire, molto probabilmente il caldo torrido non ha aiutato. Ricordo emozioni contrastanti, la pace che ti pervade mentre guardi il mare dall’alto, il caldo che ti brucia quel poco di pelle scoperto dai vestiti, la bellezza del Mausoleo Tonietti e del Santuario della Madonna di Monserrato, l’odore della macchia mediterranea, la rabbia di una tappa faticosa che non giunge mai al termine, l’euforia nel riuscire a vedere a 360• l’isola dall’alto.
Sarà stato il post stagione lavorativa, il caldo atroce che ci attanagliava in quel giorno o l’assenza di acqua sul crinale che posso assicurarvi che per me si è rivelato, alla fine dei conti, per adesso il cammino più breve ma più faticoso di tutti.. e se lo dico dopo aver fatto la Via Vandelli credetemi!
Finalmente arrivati a Porto azzurro raggiungiamo il nostro camping dove per prima cosa sistemiamo la tenda per poi goderci un po’ di mare, farci una doccia, cenare e andare stanchissimi a dormire.
Seconda tappa Porto Azzurro – Marina di Campo
20 set 2023 • Lunghezza: 28km • Dislivello: +1000m
Mi sveglio di buon umore. Essere scesi sulla costa ieri significa risalire stamani. Prima di iniziare la risalita prendiamo qualche provvista e ci prendiamo tempo per lo stesso rituale di partenza, zaino allacciato e bilanciato scarpe sistemate e qualche cerotto anti vescia messo, e riempirci di acqua. La sete sofferta ieri un po’ mi demoralizza ma non fa caldo come il giorno prima e addirittura il meteo dice che pioverà. I nuvoloni non tardano ad arrivare e nemmeno la pioggerella. Decidiamo infatti di non fare una vera e propria pausa pranzo ma piccole soste acqua e frutta secca e ragioniamo sul da farsi per quanto riguarda la notte. Decidiamo anche di scendere dal crinale e avvicinarci alla costa. Da Lacona, tra pioggia e vento risaliamo verso il Monte Fonza e proseguiamo ancora un po’.
La tappa è risulta meno faticosa rispetto al giorno prima e ci concediamo anche del tempo per parlare delle nostre vite, progetti, e qualche altro viaggio insieme. Nonostante sia meno faticosa le vesciche cominciano a farsi sentire, ho un piedino fine fine e qualsiasi scarpa io calzi o in qualunque modo la allacci puntualmente le vesciche si presentano e i sali e scendi della GTE non aiutano. Anche questa tappa è caratterizzata dalla vista del mare e l’odore di macchia e salmastro.
La cosa bella di questo cammino è che alla fine lo scopo principale è attraversare l’isola e il fine tappa viene un po’ gestito a seconda della disponibilità dei pernottamenti. Le opzioni sono varie e anche per chi percorre il cammino in tenda spesso dei locali che hanno terreni limitrofi ai sentieri della GTE permettono di bivaccare nel loro terreno previa richiesta. Noi essendo dei viandanti vagabondi non abbiamo organizzato quasi niente e non avendo contattato nessuno per chiedere ospitalità nelle vicinanze del cammino, siamo costretti a scendere ogni volta in paese.
La pioggerella ci rinfresca ma arrivati a Marciana Marina l’orizzonte è sormontato da enormi nuvoloni grigi perciò decidiamo di annullare il campeggio per un hotel, che alla fine risulta la scelta migliore.
Terza tappa Marina di Campo – Poggio
21 set 2023 • Lunghezza: 12km • Dislivello: +780m
Indossiamo ancora una volta gli indumenti umidi che durante la notte piovosa non si sono asciugati. Il meteo anche in questo ennesimo cammino non ci ha aiutati e non ci aiuterà nei prossimi giorni quindi optiamo per lasciare alla signora dell’hotel la tenda i materassini gonfiabili e i sacchi a pelo e di prenotare in altra struttura a Poggio. L’unico problema sarà organizzare la logistica per tornare a prendere queste cose “vabbè poi ci penseremo”.
Credo che le ultime due tappe sono le più attese sia per la bellezza, sia perché dopo già due giorni di cammino ci si appresta all’avvicinamento del Monte Capanne. Il tracciato della GTE costeggia il Capanne escludendone la vetta e questo sinceramente lo trovo giusto perché un cammino – a parere mio – deve dare la possibilità a tutti di essere percorso e dare l’opzione di deviazioni a discrezione del viandante a seconda delle sue forse e capacità.
Comunico al mio compagno che non me la sento di affrontare la salita fino in vetta, è vero che ci siamo un po’ scaricati gli zaini ma le calze bagnate di ieri mi hanno aggravato la situazione vesciche e sto camminando un po’ storta causandomi così dolori ovunque. Ero stata sul Capanne anni fa in una splendida giornata di sole e celo terso dove si poteva vedere tutta l’isola a 360•, tutto l’arcipelago toscano e persino la costa fino alle mie amate Apuane. L’unica cosa che disturba un po’ in tutta quella bellezza della natura è un enorme antenna telefonica..
oggi non piove ma alle spalle siamo ancora minacciati da nuvoloni molto arrabbiati ma il panorama che abbiamo davanti è davvero qualcosa di meraviglioso.. il monte Capanne si affaccia davanti a noi con tutta la sua maestosità, solitario e roccioso tra il verde della vegetazione e il blu brillante del mare.
Il paesaggio cambia per l’ennesima volta. Durante il cammino si spazia tra il mare, la collina e la montagna tra gli ecosistemi dell’isola e il suo patrimonio naturalistico e paesaggistico, ammirando uno dei panorami più affascinanti offerti.
Il paesaggio faunistico è vario ma la macchia mediterranea a mirto, lentisco e corbezzolo è predominante. Qualche bosco a leccio è sopravvissuto nonostante l’aggressivo disboscamento negli anni delle miniere, mentre i boschi di castagni e tassi sotto il monte Capanne sono magici..
La discesa che arriva a Poggio sembra non finire mai e ogni volta che scendo penso che poi dovrò farla l’indomani a risalire. Data la tappa breve arriviamo verso ora di pranzo quindi sistemiamo le nostre cose in alloggio e prendiamo il primo autobus per goderci un po’ di mare e perché no un bel bicchiere di vino rosso tra chiacchiere e risate.
Quarta tappa Poggio -Pomonte
22 set 2023 • Lunghezza: 10km • Dislivello: +660m
Dal primo momento in cui apro gli occhi i miei pensieri sono soltanto due, la salita interminabile di oggi e se riusciremo a salire in vetta. Dopo la notte piovosa il meteo ci è a sfavore anche oggi aggiungendo nebbia e vento.
Poggio è molto carina, si respira pace e serenità, partiamo già da 330 metri slm e tra battute iniziamo la risalita. Ho molta energia rispetto ai giorni passati e inizia già la nostalgia da cammino. L’ultima tappa mi mette sempre un po’ di tristezza e un irrefrenabile voglia di pianificare subito un altro cammino.
Una lunga scalinata di graniti, prima di entrare nel bosco, ci porta a scorgere un panorama mozzafiato. Arrivati alla deviazione per il monte Capanne decidiamo di liberarci degli zaini e nasconderli nella vegetazione per iniziare liberi da ogni peso la salita verso la vetta. In un batter d’occhio siamo su, la felicità che ci pervade è tanta a pari della delusione per la mancata vista panoramica perché ci troviamo immersi tra una coltre di nebbia umida, fitta e pesante. Dalla vetta, in determinate condizioni atmosferiche (ovvero non quelle di oggi), è possibile osservare tutta la costa dalla Liguria assieme alle Alpi Apuane, alle Colline Metallifere, al Monte Amiata; sono inoltre visibili tutte le isole dell’Arcipelago Toscano, la Corsica col Monte Cinto e il Monte Rotondo e, in condizioni di estrema visibilità, anche la Sardegna settentrionale.
Il Monte Capanne è la montagna più alta dell’isola d’Elba e dell’intera provincia di Livorno. Costituita prevalentemente da graniti e aggiunge i 1019m. Rassegnati ci scattiamo qualche foto e come veri stambecchi Apuani zampettiamo giù tra le rocce del Capanne per recuperare gli zaini che troviamo inumiditi dalla fitta nebbia.
Da qui in poi sarà tutta discesa fino a Pomonte ma le difficoltà sembrano non finire perché le raffiche di vento e pioggia ci sorprendono in un punto esposto da entrambi i lati, non si riesce veramente a vedere niente e risulta per un tratto difficile anche mantenere il sentiero. Troviamo altre tre ragazze, le prime persone che incontriamo sul cammino.. fino a questo momento avevo sempre incontrato un sacco di persone e stretto legami anche forti sui miei cammini e incontrare queste ragazze soltanto adesso, soltanto per gli ultimi chilometri un po’ mi dispiace.
Passiamo l’ultimo tratto chiacchierando sotto la pioggia e piano piano la costa riappare sotto ai nostri piedi. Salutate le ragazze, fatta la foto di rito a fine cammino prendiamo il primo autobus per Portoferraio dove ci attende il nostro traghetto non prima di aver fatto tappa a Marciana Marina per recuperare la tenda. Il tramonto stasera è meraviglioso, dal rosa al rosso intenso. Vedere l’isola tra le onde che si allontana mi mette tanta pace e positività.. chissà quante meraviglie ancora mi aspettano qua fuori da vedere..
È difficile descrivere la sensazione che si prova ogni volta che si finisce un cammino.. sembrano trascorse settimane dalla partenza ma forse semplicemente perché il viaggio a piedi, il viaggio lento, permette di vivere ogni cosa più intensamente e nonostante lo sforzo fisico, le vesciche ai piedi l’immensa nostalgia e il vuoto della fine ti fa desiderare soltanto di ricominciare e continuare a camminare. Cammino perché il progredire in avanti dei passi mi fa la sensazione che i piedi mettano in fila ordinata i miei pensieri confusi.. ma poi alla fine di un cammino è tutto da ricominciare. Tutto da riordinare.
Elisa Marchi