Diario di Giulia: il Grande Giro del Garda
Cosa si fa quando finisce un cammino? Se ne progetta subito un altro! Sul treno che da Firenze ci riportava a casa dopo la Via degli Dei, il nostro primo cammino insieme, abbiamo deciso di percorrere il Grande giro del Garda. Per noi il Garda è semplicemente “il lago”, non c’è bisogno di specificare, è talmente vicino a casa che è un luogo conosciuto e familiare, è il posto dove andiamo per poterci sentire in vacanza anche solo per qualche ora. Conosciamo molto bene diverse zone del Garda, eppure visto con questa lentezza e da questa prospettiva è stato come vederlo davvero per la prima volta.
Da ottobre 2023 a febbraio 2024 abbiamo percorso il periplo del Garda in 9 tappe, godendoci non solo i giorni di cammino ma anche i preparativi e la progettazione che ci facevano fantasticare tutta settimana. Fare un cammino “filato” è un’esperienza impagabile in termini di distacco dalla quotidianità, però in questo modo la sensazione di sospensione e di respiro è durata per tutto l’inverno.
Per progettare il cammino è utile la guida di terre di Mezzo e si trovano anche risorse online di altrə camminatorə, noi – visto anche il periodo dell’anno – abbiamo dovuto tenere conto delle poche ore di luce e del tempo necessario per arrivare la mattina e tornare a casa la sera.
Il giro in sé non ha una segnaletica vera e propria, bisogna mettere insieme vari percorsi a seconda delle sponde. La maggior parte del percorso è su sentiero, lontano dal traffico e il lago è sempre lì, a fare da punto di riferimento.
Tappa 01: Peschiera del Garda – Garda
18,3 km – d+ 30 m
Si parte da Peschiera con un passeggiata molto semplice seguendo il lungolago che parte dal porto. Ad ottobre era ancora caldissimo e c’erano tantissimi turisti che facevano vita da spiaggia. Una tappa corta e facile, perfetta per chiacchierare.
Tappa 02: Garda – Malcesine
25 km – d+ 122 m
Da Garda si riparte dal lungolago e si prosegue sulla spiaggia fino a raggiungere punta San Vigilio. Gran parte della punta è privata, quindi si sale sulla statale per un breve pezzo e si imbocca il sentiero che inizia in via Castei. A questo punto si possono fare due scelte, proseguire per il sentiero quasi fino a Malcesine stando sempre staccati dalla strada, oppure scendere poco prima di Torri del Benaco e camminare sulla pista ciclopedonale. Noi abbiamo scelto di camminare sul lungolago perché tra spiaggia, ciclabile e parti pedonali si riesce tranquillamente ad arrivare fino a Malcesine senza dover andare sulla gardesana e preferivamo stare vicino all’acqua. Quando vedete il cartello Malcesine non esultate, mancano ancora parecchi km!
TAPPA 3: Malcesine – Riva del Garda
30 km – d+ 1.175 m
Il giro “vero” inizia qui. Questa è decisamente una delle tappe più belle e suggestive. Nonostante la lunghezza non è troppo stancante, la salita è tanta ma costante, senza strappi. Iniziamo a camminare con una luce limpida incredibile, grazie alla tempesta dei giorni prima il cielo è terso e un vento gelido che ci taglia in due fa volare i kite surfer che affollano la spiaggia. Dopo 5 km di lungolago si arriva a Navene. Saliamo per via San Francesco fino all’imbocco del sentiero, dove seguiamo le indicazioni per Dosso dei Roveri e Nago. Il sentiero è tutto un tornante, si continua a salire stando sempre sopra Navene, dopo un po’ ci chiediamo infatti se abbiamo sbagliato strada! Il Dosso dei Roveri è poco prima della fine della salita, un grosso masso su cui arrampicarsi da cui si gode una vista spettacolare di tutto il lago e delle dolomiti di Brenta. La salita è lunga ma bellissima, grazie alla stagione abbiamo avuto il bosco tutto per noi, l’unico incontro che abbiamo fatto è stato con una coppia di camosci. Si prosegue ancora nel bosco e finalmente si inizia a scendere su una strada sterrata seguendo le indicazioni per Torbole.
Si scende per almeno una decina di km su sentiero e su statale passando in mezzo ad uliveti e accanto ad una bellissima falesia fino a ritornare sul lungolago di Torbole. Da qui si segue la ciclabile per gli ultimi 4 km in direzione Riva del Garda dove, vista la lunghezza e il dislivello, una merenda spaziale non ce la toglie nessuno.
TAPPA 4: Riva del Garda – Limone
16,5 km – d+ 947 m
La tappa con la migliore vista è sicuramente questa! Si parte da Riva del Garda e superato il porto, subito prima della galleria sulla statale, si prende il sentiero del Ponale fino a Pregasina. Si sale rapidamente e i metri di dislivello si macinano in fretta, la vista è sul monte Baldo e, stando attenti, si vedono i posti toccati nella tappa precedente. Dal paesino di Pregasina, oltrepassando la chiesa, si procede in direzione Bocca Larici, una breve camminata di qualche km nel bosco che arriva a questo spiazzo vista lago. Deviando di poche centinaia di metri si arriva a Punta Larici, il miglior punto panoramico del lago di Garda. La giornata è limpidissima, non c’è una nuvola in cielo e restiamo a prendere il vento gelido in faccia per goderci questa super vista. Quando si riparte per l’ultimo tratto si possono fare due scelte: salire ancora un pezzetto per poi scendere a Limone per una strada più agevole, oppure, scendere per il sentiero diretto che parte da Bocca Larici. L’indicazione sulla via diretta dice “Limone, 2 ore” ed essendo solo 6/7 km siamo abbastanza scettiche sul tempo di percorrenza ma ci dobbiamo ricredere in pochi minuti… il sentiero è ripidissimo e bisogna camminare piano. È un sentiero tedioso per le gambe (con qualche caduta battezziamo anche le chiappe) ma la bellezza ripaga tutta la fatica. Si vedono da vicino i costoni di roccia erosi dall’acqua e dal vento che sembrano delle vele e il lago è lì sotto, sembra quasi di potercisi tuffare dentro con un salto. Arrivate alla fine della discesa micidiale attraversiamo la strada e dopo un paio di km di ciclabile in mezzo alle antiche limonaie siamo a Limone. A partire da questa tappa compare l’indicazione per la Bassa via del Garda che, snodandosi tra vari sentieri e paesi, porta fino a Desenzano.
TAPPA 5: Limone – Campione
13,5 km – d+ 650m
Dopo tante tappe in coppia finalmente arrivano i rinforzi: tra mariti, compagni, fratelli, amiche e cani, da qui in poi avremo sempre compagnia per tutte le tappe restanti.
La tappa è breve ma molto varia, la parte meno interessante è il primo pezzo fino a Tremosine che si fa su asfalto. Dopo Tremosine finalmente si torna nel bosco e si passa per piccoli borghi in pietra, torrenti, campi con asini e cavalli. È tutto molto rilassante. L’ultimo tratto è molto particolare, si scende verso Campione su un pezzo di sentiero dove c’è una corda per potersi reggere perché un po’ scosceso. La montagna è letteralmente tagliata in due dal torrente San Michele e si passa per un sistema di chiuse, ponticelli e tunnel che attraversano la gola. Scendendo poi delle ripide scalette in pietra si arriva a Campione, un paese davvero particolare dove ci sono ancora i resti di antiche fabbriche dei primi del ‘900 e poche case dell’ex villaggio operaio.
TAPPA 6: Campione – Gargnano
18.8 km – d+ 886m
Sappiamo già cosa ci aspetta perché l’ultimo tratto della tappa precedente sarà l’inizio di questa. Da Campione si imbocca il sentiero che sale fino al monte Cas ed è ripidissimo, praticamente l’intero dislivello della tappa è nei primi 4 km. Si sale in verticale prima su scalette in cemento e poi su un sentiero da capre che arriva in cima al monte e al Santuario di Monte Castello. La giornata era limpida alla partenza ma quando arriviamo al Santuario siamo letteralmente immersi in una nuvola. Dal basso Garda sale la nebbia, del resto è metà dicembre, e per tutto il resto della giornata il tempo sarà così, lasciando intravedere solo a tratti il lago e il monte Baldo. È un peccato perché questa tappa in realtà è panoramica, anche se si cammina in alto si è sempre a vista lago. Dopo il santuario si passa per i due paesi molto carini di Tignale e Aer dove, subito dopo, si scende nel bosco e si arriva ad una cascata bellissima. Da lì in poi è tutto un su e giù blando nel bosco fino alla discesa verso il paese di Gargnano dove arriviamo al pelo prima del buio. Questo tratto è complesso da fare con i mezzi, essendo poi una domenica d’inverno ce ne sono ancora meno. Perdiamo il bus per pochissimo e per non aspettare ore il successivo decidiamo di dividere un taxi. Il caso vuole che il tassista sia cresciuto a Campione, quindi mentre ci riporta ci racconta un sacco di aneddoti su com’era il paese e come si è trasformato negli anni.
TAPPA 7: Gargnano – Salò
24 km – d+ 961m
Questa volta lasciamo la macchina all’arrivo e andiamo alla partenza con l’autobus, che ci lascia a pochi metri dall’imbocco del sentiero. Come ogni tappa, si parte sul livello del lago e si sale in quota per incrociare di nuovo la Bassa via del Garda. È un periodo di piogge e disastri, ci sono parecchie frane e spesso ci capita di dover deviare. Per questo è stato utilissimo utilizzare la app di mapy.cz dove sono segnati tutti i sentieri e si riescono a studiare deviazioni anche all’ultimo. Dopo una prima parte in ripida salita si passeggia su una bella strada sterrata in mezzo a corti di campagna e filari di cipressi. Il sentiero ci porta poi a scendere rapidamente verso il parco archeologico della valle delle cartiere, poco prima di Toscolano Maderno. La Bassa via del Garda proseguirebbe dritta ma per colpa di una frana il sentiero è interrotto. Scendiamo quindi a Toscolano Maderno e risaliamo più avanti per incrociare di nuovo il sentiero. Problema risolto ma questa deviazione ci aggiunge quasi 400 metri di dislivello in più rispetto al previsto!
Si sale ancora tra sentieri e paesi passando anche dietro al Vittoriale di Gardone Riviera e, dopo una via Crucis in salita che sembra quasi una presa in giro a noi camminatrici, si scende di nuovo arrivando a Salò.
TAPPA 8: Salò – Desenzano
27 km – d+ 486m
Anche se è gennaio troviamo una giornata di sole tiepida e piacevole, a tratti camminiamo in maniche corte. Partiamo dal porto di Salò e seguiamo le indicazioni per la ciclabile che va a Desenzano. Seguiremo quasi sempre questa indicazione verificando di volta in volta che si incroci con la Bassa via del Garda, e per la maggior parte del tempo sono sovrapposte. Non manca qualche fuori pista dove ci arrampichiamo nei rovi, ma anche questo è parte del divertimento. La tappa è lunga ma facile e molto piacevole, il dislivello è poco ed è tutto un su e giù tra bosco, campi e paesini fino ad arrivare al porto di Desenzano.
TAPPA 9: Desenzano – Peschiera del Garda
15 km – d+ 27
Siamo arrivate all’ultima tappa, la percorriamo il giorno dopo l’ottava per chiudere il cerchio. Gli amici sono rimasti a casa, siamo solo noi due come all’inizio e troviamo questa cosa giusta come conclusione. La tappa è decisamente la meno interessante dal punto di vista della strada e del paesaggio. La zona è molto privatizzata, piena di campeggi, alberghi e residenze private, quindi si può camminare sul lungolago solo a tratti, per molti km si è sulla ciclabile accanto alla statale. Teniamo la tappa più corta saltando Sirmione, per il semplice motivo che la conosciamo molto bene e, vista la giornata fosca, non vale la pena allungarsi fino alla punta. Arriviamo a Peschiera in fretta, è decisamente una passeggiata e siamo molto emozionate, il giro è finito! Siamo felicissime e fiere di aver disegnato tutto il contorno del lago con le nostre gambe, di aver scoperto tanti angoli che non conoscevamo e di aver assaporato con calma ogni dettaglio. Al tempo stesso siamo anche un po’ tristi, ogni cosa che finisce lascia sempre un po’ di nostalgia, però in questo caso ci basta ricordare che c’è sempre un prossimo cammino da progettare!
Giulia & Giorgia