In viaggio a piedi sulla Via dei Tusci: diario di Maddalena
Il 3 febbraio 2024 ho percorso il cammino dei tre villaggi. Era stata organizzata una giornata evento per raccogliere fondi da dare in beneficenza a Medici Senza Frontiere. Abbiamo partecipato in tantissimi, eravamo 75. Ho conosciuto persone meravigliose e creato nuovi contatti con amanti del trekking come me. Fra queste, Adriano.
Un giorno poi, di ritorno dal cammino di germanico, scambio due parole su Instagram proprio con Adriano ed iniziamo a chiacchierare delle uscite che avevamo in programma. Lui mi dice che vuole fare la Via dei Tusci, io colgo la palla al balzo per rimettermi in marcia e mi accollo subito!
Penso che si debba fare così: vuoi partire? Prendi, organizzi e vai!
Ed infatti nel giro di poco, incastriamo i giorni di ferie, ci mettiamo all’opera per pianificare gli alloggi ed il mio 9º cammino è bello che preparato!
Tappa 1 – Castiglione in Teverina – Graffignano
19/04/2024
Sono partita da Firenze in treno direzione Orte, lì mi ha aspettato Adriano e caricato in macchina per Castiglione in Teverina (punto di partenza della Via dei Tusci).
Parcheggiamo in piazza in paese e ci dirigiamo in un bar in centro. Ci accoglie Mary, una donna di quelle che come la guardi ti mette il buon umore, una donna di quelle che apre bocca e ti fa sorridere. Il suo entusiasmo ci carica per i passi che dovremmo affrontare. Ci consegna le credenziali e poi ci indica la strada per andare a casa sua e di Sandro (collaboratore di Marco Fioroni, ideatore del percorso) a fare la foto al murales del cammino che hanno disegnato su una parete. Facciamo lo scatto di inizio percorso e partiamo.
La meta è Graffignano, sono circa 24 km. Nel mezzo due paesi. E si sa, i paesi sono quasi sempre arroccati, ciò vuol dire che dobbiamo prepararci a scendere e salire svariate volte. Povere ginocchia. Ma già dai primi passi il paesaggio è magnifico: è aprile, la natura è nel pieno del suo risveglio. Il verde acceso e “nuovo” contrasta con il cielo azzurro e riempie gli occhi di meraviglia alleviando ogni fatica.
Raggiungiamo il primo borgo, Civitella d’Agliano. Vaghiamo per le sue stradine, ogni angolo vorremmo fotografarlo e così infatti facciamo. Nel mentre che stavo immortalando una casa piena d’edera che mi aveva colpita, incontriamo Loretta. Esordisce con un: “camminatori?” E da lì inizia una lunga chiacchierata che ci fa ritardare la tabella di marcia ma che ci arricchisce la giornata con un incontro piacevolissimo. Viene fuori dai numerosi discorsi che sua figlia vive a Firenze ed iniziamo quindi a parlare anche della mia “patria” confrontando la vita di città a quella di paese.
La signora ci dice che non scambierebbe mai la tranquillità del borgo per il caos cittadino… e come biasimarla! Ci racconta che in paese ha varie case, un market, un ristorante (a cui sicuramente prima o poi dovrò far visita) ed un alimentari che vorrebbe vendere ma che nessuno è disposto ad acquisire per non prendersi responsabilità. Rimaniamo quindi d’accordo che ci farò un pensierino io sull’acquisto… chissà che un giorno non decida di fare il passo e lasciare la frenesia di Firenze per Civitella.
Loretta è innamorata del suo paese e ci trasmette tutto il suo attaccamento portandoci per le sue vie.
Inizia però a fare tardi, facciamo capire che dobbiamo ripartire, quindi ci accompagna fuori dal centro storico per andare a trovare i timbri al bar. Ci salutiamo in piazza, noi ci mettiamo a mangiare e poi timbriamo la credenziale nel locale accreditato.
Ci incamminiamo nuovamente e raggiungiamo San Michele in Teverina. Qui direi che da appuntarsi sono le curiose grotte nel tufo (ormai discariche) in cui si trova la qualunque dentro e un’incredibile vista su calanchi dal punto panoramico del paese.
Ci dobbiamo però muovere, avendo dovuto partire tardi causa viaggio in treno la mattina per me, abbiamo i tempi stretti per raggiungere il fine tappa.
Arriviamo quindi poi a Graffignano, facciamo la spesa all’alimentari per la sera e ci godiamo una birra ghiacciata di fine giornata nel mentre che aspettiamo di andare al B&B dove dormiamo.
Terminato il brindisi, ci dirigiamo all’alloggio.
Siamo stanchi, io soprattutto per la sveglia presto ed il viaggio, non abbiamo fame e mangiamo solo i pomodori di tutta la spesa fatta. Crolliamo a letto come pere lesse e ci ricarichiamo le pile per il giorno seguente.
Tappa 2 – Graffignano – Bagnoregio
20/04/2024
Ci aspettano 36 km. Sveglia perciò presto e via andare. Partiamo dopo aver mangiato una pizza e con le pance felici ci mettiamo in cammino e raggiungiamo il primo borgo: Sant’Angelo. Io non ne ho mai sentito parlare ma il paese è molto conosciuto. Gli è stata data nuova vita con un’iniziativa carina. Le sue case sono state tappezzate di murales in tema favole, infatti è noto anche come “il paese delle fiabe”. Si torna immediatamente bambini.
Fotografiamo ogni suo angolo e poi ci fermiamo un po’ per una sosta. Mangiato e bevuto un caffè riprendiamo il percorso e raggiungiamo Roccalvecce. Qui, a parte due guide ambientali che facevano un giro, non incontriamo nessuno e non riusciamo nemmeno a mettere il timbro nella credenziale. Storciamo un po’ il naso ma non importa, la prossima meta è il borgo fantasma di Celleno. Il paese è veramente una chicca ed una cosa davvero carina da visitare sono le stanze dentro la rocca allestite a tema “lavori medioevali”.
Finiti i nostri giri raggiungiamo la parte “nuova” di Celleno barando. Non seguiamo le tracce ufficiali ma prendiamo la strada asfaltata perché lungo questa si trova una panchina gigante che vogliamo vedere. La vista infatti da questa non delude, quindi la scorciatoia ha valso la pena.
Celleno nuova comunque non ha granché da offrire, quindi ci fermiamo al volo a mangiare e riprendiamo la strada per il paese successivo. Arriviamo a Castel Cellesi.
Inizia a piovere e decidiamo di non seguire il percorso ufficiale che porta giù ad una cascata nel bosco, ma arriviamo a Vetriolo tramite una strada bianca che taglia di qualche km.
Per fortuna comunque l’acqua non prende piede e anche a Vetriolo ci concediamo una pausa al bar.
Manca veramente poco, rimane solo concludere la tappa con Bagnoregio. E quindi via andare! La strada è favolosa, un’incredibile discesa nel verde che mostra scorci di un territorio mozzafiato.
Potevamo però scampare al brutto tempo? Ovviamente no! Ed infatti proprio mentre stavo avvertendo la signora del B&B che ci mancava l’ultimo km e mezzo per arrivare, inizia il diluvio. Stavolta acqua vera… e quindi percorriamo gli ultimi passi su asfalto infradiciandoci completamente… ma che cammino è se almeno un po’ di acqua non si prende?!
Volevamo arrivare all’alloggio, sistemarci ed andare verso Civita di Bagnoregio a vedere il tramonto… il maltempo però ha cambiato i piani e quindi ci facciamo una doccia e ci fiondiamo direttamente al ristorante per cenare. Poco importa, il cammino è anche questo: vivere il momento e non pensare a quello che sarebbe potuto essere.
Tappa 3 – Bagnoregio – Castiglione in Teverina
21/04/2024
Inizia la giornata nel migliore dei modi. Nel B&B in cui abbiamo dormito abbiamo trovato per colazione una tavola imbandita con la qualunque. Ci sono tantissime torte fatte in casa e la scelta è veramente difficile. Assaggiamo un po’ di tutto, ma la cosa che ci è rimasta nel cuore è la sua torta alla lavanda… mitica!
Paghiamo, salutiamo e ci mettiamo in cammino.
La prima meta è Civita di Bagnoregio. Io ci sono stata da piccola e non lo sapevo, ma è da un po’ di anni che per entrarci si paga un biglietto di 5€. Ovviamente a noi la cosa non va giù, non tanto per la cifra, ma perché fare un cammino vuol dire comunque già contribuire all’economia del territorio e quindi pensiamo che dovrebbe essere gratuito entrarci per noi pellegrini.
Decidiamo comunque di scegliere sul momento il da farsi. Una volta davanti al famoso ponte un ragazzo ci dice: “avete il biglietto? No? Allora biglietteria”. Il suo tono un po’ supponente mi irrita subito e quindi anche la minima possibilità di entrare sfuma alla grande.
Ci rimettiamo in cammino perciò senza salire al borgo. Nel mentre che scendevamo a valle Adriano però pensa ad una genialata: essendo di Roma ed avendo girato molto la zona, conosce un percorso che porta ad un tunnel che attraversa Civita. Quindi risaliamo per il sentiero ed arriviamo fino a su attraversando il passaggio “segreto”.
Ce la facciamo! Siamo dentro Civita! Girelliamo per i suoi vicoli e ci incontriamo con Pietro e Carlo, due amici con cui ho percorso il cammino di germanico il mese scorso che erano venuti a fare un’escursione ai calanchi a fianco al paese.
Che piacere rivedersi! Le persone conosciute in cammino sono angeli che ti riempiono il cuore sempre.
Beviamo un caffè insieme e poi ci salutiamo separandoci ognuno per la propria strada.
Arriviamo a Lubriano e sostiamo a mangiare in un locale carino. Ripartiamo e nel mentre pensiamo a cosa fare: la Via dei Tusci prevede il passaggio a Sermugnano ma il paese non è collegato nell’anello. Ciò vuol dire che si devono percorrere circa 2km ad andare e 2km a tornare sulla stessa strada. In più, dai racconti sentiti, il paese non ha poi chissà quali attrattive. Come agire? Decidiamo di raggiungerlo comunque. Una volta arrivati troviamo la porta chiusa del centro culturale con un cartello della Via dei Tusci ed un numero da chiamare. Non ci risponde nessuno. Delusi dalla cosa e dal non poter mettere il timbro, facciamo un giro nel borgo. Molto carino, però pensiamo… “sarà meritato venire fin qua e ora dover rifare la stessa strada al contrario?”.
Stiamo per andare via, io però non mi do pace e quindi riprovo a chiamare. Sauro a sto giro ci risponde! “Arrivo, 2 minuti” ci dice.
Che gioia!
Vediamo un uomo con un baffo incredibile che ci viene incontro, è lui! Ci apre il centro culturale e ne viene fuori un circolo meraviglioso. Timbriamo la credenziale e ci beviamo un caffè accompagnato dalle chiacchiere con Sauro! Aaaah come amo questi incontri! Ci racconta che il borgo è abitato da circa una cinquantina di persone, pochissime, e che anche l’ultima attività (un alimentari) ha chiuso da poco. Che tristezza lo spopolamento dei piccoli centri… spero davvero che riusciranno presto a collegare Sermugnano nell’anello e che quindi anche i pellegrini che rinunciano a vedere il borgo prima o poi passeranno sicuramente da questo posto. E comunque, anche se ancora al momento il sentiero non è stato aperto, andate a Sermugnano! Fissate con Sauro, non ve ne pentirete!
Il nostro cammino sta quasi giungendo a termine. Manca solo tornare a Castiglione in Teverina. E con un bel sole ad accompagnarci, concludiamo l’anello! Torniamo al bar in centro dove abbiamo preso le credenziali. Stavolta però per farci consegnare l’attestato. Quanta soddisfazione! Ci viene a salutare anche Sandro. Parliamo della via, del suo progetto e di quelli a venire con una birra davanti ad accompagnare.
Dobbiamo però ripartire, ho il treno per Firenze dopo poco.
Ci rimettiamo in macchina, arriviamo alla stazione di Orvieto e ci salutiamo con Adriano. Sappiamo che è un arrivederci e non un addio! Cammineremo ancora sicuramente!
Arrivo in città, consapevole che il giorno seguente dovrò affrontare una giornata lavorativa lunga dalle 7:30 del mattino alle 19:00 la sera. Ma non mi importa, ho il cuore pieno di tutti quei posti e persone meravigliose che ho conosciuto in questi tre giorni di passi lenti. Il mio stile di vita, la mia passione… saranno sempre questi.
Da quando ho rallentato il passo conosco la felicità.
Maddalena