Emozioni in marcia lungo il Cammino dei Forti: il diario di Francesca
Cosa succede quando un viaggio nato per caso si trasforma in un’esperienza che lascia il segno? Una ragazza della nostra community, Francesca ce lo racconta con il suo Cammino dei Forti , percorso senza sapere davvero cosa aspettarsi. Zaino in spalla, con pioggia ma cuore aperto, ha attraversato colline e borghi incantevoli, facendo incontri che le hanno scaldato l’anima. Questo diario è un racconto sincero e coinvolgente di cinque giorni a piedi nelle Marche più vere. Tra sentieri immersi nel silenzio, accoglienze sorprendenti e momenti di pura felicità, ogni tappa è una scoperta, ogni passo un’emozione. Un invito a partire, a rallentare, a riscoprire la forza che c’è in ognuno di noi. Perché, come scoprirà Francesca, essere forti non è solo questione di resistenza… ma di cuore.
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Arrivo a San Severino Marche
Arriviamo a San Severino Marche di sera, sono circa le 21, e un piatto caldo dell’Osteria Ninetta ci accoglie e ci dà il benvenuto. Un cammino organizzato in tutta fretta, chissà se abbiamo messo tutto nello zaino!? E le credenziali? Oh no! Cerchiamo sulla pagina del Cammino dei Forti e capiamo che l’Artisan sarà aperto fino alle 23 per la consegna.
Ammettilo, hai paura di aver dimenticato di mettere qualcosa nello zaino. Non preoccuparti, abbiamo scritto la guida al primo cammino per aiutarti a vivere al meglio il tuo cammino!
“Corri! Non fermarti!” “Sono le 22:55, impossibile sia aperto!” “Tu devi desiderarlo forte e sarà aperto per davvero!”, dice Lele.
Una luce accesa e la porta si apre. Che posto è mai questo! Un ferramenta che è anche punto accoglienza, con la musica giusta e l’odore di legno intagliato. Ad accoglierci c’è Diego, un uomo barbuto che ci fa sentire subito a casa. Ci spiega il cammino, lo racconta con la stessa cura con cui un artista racconta la sua tela. Lo sento: abbiamo scelto bene, siamo nel posto giusto! Andiamo a dormire, domani è quel giorno lì: l’inizio di un nuovo cammino.
Tappa 01: San Severino Marche – Crispiero
Sveglia presto, pioggia battente fuori dalla finestra. Prepariamo i nostri zaini e aspettiamo che spiova. Al primo segnale di tregua meteorologica decidiamo di partire. Dalla piazza centrale di San Severino Marche ci inoltriamo in un vicolo che rapidamente ci porta verso il castello, che fa da vedetta all’intero paese. Da qui la confusione, i rumori, la frenesia piano piano rallentano… hanno inizio cinque giorni in cui si ha la sensazione di essere fuori dal mondo.

La prima tappa scorre tra il verde brillante delle colline marchigiane e strade bianche. Incontriamo la “Buca del Terremoto”, un’imponente dolina frutto di un crollo causato dal terremoto del 1799. Proseguiamo salendo su Monte Aria e attraversando il parco eolico di Serrapetrona, dove il vento e il fruscio delle giravolte danno ritmo ai nostri passi. Arriviamo a Crispiero e proseguiamo per pochi chilometri fino al bellissimo Agriturismo Colle del Contadino.
Ecco Alessio, sorridente ed energico, ad accoglierci: è uno dei fondatori del cammino. È stato bello ascoltare i suoi racconti. Una serata a parlare di esperienze, di come nasce un cammino, del legame con le Marche, ma soprattutto della storia di una grande amicizia che ha dato vita al Cammino dei Forti. E dello spirito da esploratori, che nonostante il tempo che scorre, non si perderà mai. “Non smetteremo mai di essere scout!”, dice. E forse il bello è proprio qui: crescere senza perdere il coraggio e la forza (mai parola fu più adatta), trasformando un sogno in qualcosa di più grande!
I forti e altri cammini nella splendida regione delle Marche! Li abbiamo elencati qui.
Tappa 02: Crispiero – Rastia
Oggi è lunga. Raccogliamo tutte le nostre energie per affrontare chilometri e dislivelli. Sosta all’ultimo market per i rifornimenti: nei prossimi giorni non avremo modo di incontrare nulla. Da Castelraimondo salutiamo l’ultimo centro urbano e via, verso il verde e un mondo più isolato. Tappa impegnativa: lunghe strade bianche e un buon dislivello da affrontare.

Dopo aver scollinato verso i pantani di Matelica e una meritata sosta pranzo, scegliamo di percorrere la variante Rotis, la più difficile. Ottima scelta, il panorama ci ripaga ad ogni passo. Siamo nel Parco Regionale del Monte San Vicino. L’impegno si fa sentire in discesa, lungo un sentiero sassoso fino alla nostra meta: Colle del Sole. Ci hanno detto che qui cucinano le pappardelle al cinghiale migliori della zona. E chi siamo noi per non provarle? Ottima cena e poi a letto, velocemente. La sveglia suonerà prima del sorgere del sole.
Tappa 03: Rastia – Elcito
Abbiamo amato questa tappa e questa giornata. Racchiude per me la vera essenza di questo cammino. Partiamo presto: le previsioni meteo annunciano pioggia per le 13. Partiamo alle 6, colazione in camera e si va! Iniziamo subito con una bella salita che ci porta fino ai Piani di San Vicino. Sta per sorgere il sole, e arrivare in quel momento è stato magico! Abbiamo iniziato a correre, saltare e urlare per la felicità. Quella senza senso, o forse proprio il contrario: quella piena di vita! E allora, il senso non è proprio qui?

Procediamo verso il Monte San Vicino: due di noi salgono in vetta mentre gli altri aspettano alla fonte per riprendere un po’ di forze. Il percorso continua tra boschi e creste. C’è vento e l’aria è pulita e frizzante. Ci guardiamo intorno e, dall’alto, vediamo questo piccolo borgo arroccato tra i monti. Ci avviciniamo dal basso e saliamo verso Elcito. Superato il cartello, il mio telefono perde il segnale. Mi sono catapultata in una realtà parallela, è evidente!
Oh Elcito, Elcito… ho sentito tanto parlare di te! La nostra amica Antonella ti aveva descritto alla perfezione: intatta nel tempo, autentica e profonda. I ragazzi del Cantuccio ci aspettano per consegnarci una stanza e ci rifocillano con un tagliere e della crescia calda. Siamo divisi in più appartamentini e, non avendo linea telefonica, ci diamo appuntamento a casa per cena, come un tempo! Ha mantenuto la promessa: la pioggia sta per arrivare. Chiudiamo la porta e la guardiamo scendere dalla finestra.
Dentro la nostra piccola stanza i fornelli sono accesi per un piatto di pasta caldo, quattro chiacchiere, Erika che ride perché Ale le fa il solletico, e io confermo e rinnovo la mia piccola sensazione di felicità. Non siamo connessi con il mondo lì fuori, ma siamo connessi con il mondo qui dentro. È stato questo il tuo dono prezioso, Elcito. Ora l’ho capito!
Tappa 04: Elcito – Pitino
Torniamo al mondo dopo pochi chilometri dalla partenza: i telefoni tornano a suonare e le notifiche ad arrivare. Camminiamo e, dopo tre giorni, incontriamo il primo bar: siamo a Corsciano. Un caffè e si riparte. Piove. Ci consigliano di tagliare per la strada asfaltata, ma proseguiamo per la nostra.
Il sentiero continua verso Serralta Vecchia. Un po’ di asfalto affatica i piedi, ma la vista fa dimenticare i piccoli dolori. Qui hai la sensazione di essere nelle Marche più vere, proprio come le immagini: verde, paesaggi collinari, stradine bianche. Scendiamo per Borgo Monticole e risaliamo sulla strada principale: ecco la torre di Pitino davanti a noi. Direzione Casal Villanova! Che cena, ragazzi, e che accoglienza: la maestria e l’amore per la buona cucina di Giusi e i racconti di Marco ci hanno fatti sentire a casa.

Tappa 05: Pitino – San Severino Marche
Partiamo con un po’ di pioggia mista a sole: non importa! Oggi viaggiamo su frequenze alte: camminiamo cantando e contando gli arcobaleni incontrati sul cammino. Si torna per la variante breve verso il punto di partenza. Dopo 13 km siamo di nuovo lì, e tutti i ragazzi del Cammino dei Forti sono pronti ad accoglierci, ad abbracciarci e a raccogliere le nostre sensazioni.
Dei Forti, sì, senz’altro.
Forti come le persone incontrate, poche ma tanto buone.
Forti come le Marche, terra che resiste e che sa rigenerarsi.
Forti come il fango sotto i nostri scarponi e il vento che stropiccia i capelli.
Forti come l’amicizia che si rinnova in un progetto, in un sogno o in un ideale comune.
Ma soprattutto, forti come chi si mette in cammino… e non si ferma più!