Il cammino dei Borghi Silenti di Claudia: un viaggio di emozioni e autenticità tra le colline umbre
Appassionata camminatrice e guida ambientale, Claudia ci porta con il suo diario in Umbria lungo il Cammino dei Borghi Silenti, un anello che si snoda tra paesaggi silenziosi e autentici. Con uno stile intimo e riflessivo, il suo viaggio racconta non solo l’esperienza fisica del cammino, ma anche le emozioni e le connessioni umane che lo rendono unico. Tra incontri speciali, dettagli del percorso e introspezioni personali, il racconto si rivela una finestra sul lato più profondo del viaggiare a piedi. Pronti a lasciarvi trasportare?
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Tappa 00: verso Tenaglie
Chiudo il PC, il mio ”out of office” è attivo…finalmente! Questi giorni lontana da e-mail, scadenze e urgenze, che poi alla fine non lo sono mai, mi faranno respirare un po’. Riprendo la lista delle cose da mettere nello zaino e ricontrollo che ci sia tutto, per la terza volta…eheh. Lascerò telefono 1 a casa, porterò con me telefono 2 il cui numero ce l’ha solo Giovanna, mia madre, con la quale ho pattuito un messaggio alla sera per farci sapere che stiamo entrambe bene. Dopo un po’ di cammini in solitaria ha imparato a fidarsi di me, sa che non rinuncerei mai all’avventura e alla libertà che ho sempre ricercato.
So che potrei sembrare un po’ rigida, lo so, ma nei prossimi quattro giorni vorrei completamente staccare la spina e lasciarmi portare, avete presente quando siete tanto presi da una cosa bella che vi dimenticate di guardare il telefono per ore? Ecco, vorrei che queste giornate fossero così, alienanti e travolgenti. Mi sono concessa solo la sveglia la mattina, per il resto non voglio guardare l’orario, pensare ai km, anticipare i posti dove mangiare, guardare le tracce GPX ma, anzi, vorrei perdermi e ritrovarmi.
Controllare lo zaino più e più volte è un rituale sacro per tutti i camminatori. Per essere certo di non aver dimenticato nulla e di essere pronto a partire con tutta la serenità, porta con te la nostra guida!
Tappa 01: Tenaglie – Melezzole
23 km
Il mio corpo mi segue, io ascolto lui, lo curo, lo idrato e lui ascolta me, assecondandomi quando voglio terminare le salite prima di fermarmi a bere. Siamo partiti dal primo borgo, Tenaglie, dove abbiamo conosciuto Marco Fioroni, inventore del cammino dei Borghi Silenti nonché della Via dei Tusci. Fin da subito si capisce quanto sia coinvolto e partecipe all’ecosistema dei due cammini, rendendosi attivo sia per le strutture ricettive sia nell’ufficio di accoglienza nel centro della piazza per il ritiro di credenziali, pergamene e oggettistica di diverso tipo. Noi, quella notte abbiamo alloggiato presso l’ostello di Tenaglie, pronti per partire il giorno successivo.
Da Tenaglie, abbiamo iniziato il nostro cammino e a soli pochi km dall’inizio ci siamo concessi un “fuori pista” per visitare il parco ecologico che c’è prima di arrivare al castello del Poggio; in fondo al parco, infatti, c’è il belvedere che si affaccia sul castello e su Guardea, primo borgo attraversato oggi. Info di servizio: all’interno del parco c’è una fontana e dei bagni pubblici sempre aperti. Rispetto agli altri borghi della tappa, Guardea è un paesino moderno, vivo e ricco di servizi, noi non abbiamo esitato nel prendere il secondo caffè della giornata ad un bar per poi rimetterci subito in marcia verso Santa Restituta. Il sentiero per arrivarci è meraviglioso, nel cuore mi è rimasto il bosco misto attraversato prima di arrivare a Piano delle Croci: silenzioso, dai colori caldi, maestoso!
Piano delle Croci è la quota più alta della giornata e da lì siamo riscesi verso Santa Restituta, un gioiello di borgo con una via centrale che attraversa queste case in pietra di una bellezza disarmante. Non c’è nessun tipo di servizio qui, a parte una fontana e il mitico Moreno, un ragazzo che ci ha fermato davanti la chiesa per mettere il timbro sulle credenziali e il quale si rende disponibile, assieme alla famiglia, per far trovare panini e bibite fresche ai viandanti. Impressionante pensare che in questo borgo ci abitino solo sette persone! Dopo aver scambiato due parole con la famiglia di Moreno, pronta a riunirsi a tavola per il pranzo di ferragosto, siamo ripartiti alla volta di Toscolano.
Toscolano è decisamente in pole position per questa prima giornata: se ne sta un po’ rialzato su una collinetta, con questa sua forma circolare, dal colore marroncino di terra e mattoni che lo caratterizza e con queste mille viuzze interne dove perdersi e ammirare i dettagli che lo rendono veramente grazioso! Riportiamo gli occhi sulla mappa, siamo molto vicini a Melezzole. Ci si arriva tramite un’ultima salita che termina alle porte della fortezza. Prendiamo le chiavi del B&B ed entriamo finalmente a casa per una sistemata. È stata veramente una bella giornata!
Tappa 02: Melezzole – Acqualoreto
26 km
La giornata è partita in salita, nel vero senso della parola! Lasciatoci Melezzole alle spalle, ci si inoltra in un sentiero in mezzo al bosco e si percorrono così i primi 400 m di dislivello per arrivare a Monte Croce di Serra. In questa prima parte assistiamo ad uno dei panorami più’ belli della seconda tappa. Usciti dal bosco si vira subito a destra e da lì si sale attraversando una radura incontaminata che si affaccia sull’Umbria da una parte e sul Lazio dall’altra. Il giallo dell’erba ormai brucata forma un contrasto netto con le colline verdi e i laghi blu tutt’intorno. In quel momento ho pensato che essere lì all’alba sarebbe stato uno spettacolo!
Dagli 894 m di Monte Croce di Serra si può ammirare il vicino monte Melezzole da raggiungere nei successivi 2 km circa. Cavolo…oggi non si finisce mai di salire! Dopo una breve sosta per ammirare il panorama riprendiamo i 350 m di discesa in mezzo al bosco e con gran piacere abbiamo trovato un giovane ragazzo che se ne sta lì, seduto dietro al suo banchetto per dare bevande e spuntini ai camminatori. Probabilmente sa che da Melezzole a Morruzze (16km dalla partenza) non ci son né fontane né servizi, per questo ha deciso di passare le mattine d’estate offrendo cibo e bevande ai pellegrini, facendoci due chiacchiere e augurandogli buon cammino. Piccolo genio!
Quel caffè ci ha dato la giusta carica per salire sulle pendici del monte Castellaro (lo avevo detto io che non si finiva mai di salire), la cui pendenza è sfidante seppur per brevi km. Di fatto, non si arriva sulla cima del Castellaro, la si costeggia sul fianco sinistro fino al km 10 quando iniziamo finalmente a scendere. N.B. i prossimi 3 km saranno in discesa, ma non è da sottovalutare per via di sassolini e terreno scivoloso. Camminatori, al km 16 troverete finalmente l’acqua nella fontana di Morruzze, buona rinfrescata! La tappa terminerebbe a Collelungo, ma nel nostro caso il punto di arrivo è Acqualoreto, cioè 6 km in più rispetto alla guida ufficiale.
Questa sera siamo ospiti nell’ostello comunale, dove la signora che lo gestisce ci ha accolti con entusiasmo e calore! La tavolata apparecchiata per 12 persone e la cena preparata dalla padrona di casa ci ha permesso di condividere un momento di convivialità insieme agli altri camminatori e di approfondire le nostre vite con l’allegria e la spensieratezza di questi attimi. È uno dei ricordi che più rimarranno nella mia memoria.
Quanto sono magici i momenti di condivisione con gli altri camminatori in ostello al fine tappa! Sapevi che ci sono tantissime tipologie di ospitalità, oltre agli ostelli, su tutti i cammini italiani? Te ne parliamo nel nostro articolo.
Tappa 03: Acqualoreto – Baschi
22 km
La nostra terza tappa è partita con una buona e lenta colazione all’ostello comunale in compagnia dei ragazzi della sera prima. Come si può vedere dal profilo altimetrico presente nella guida, una volta salutato Acqualoreto e percorsi i primi 4 km, ci aspetta una ripida discesa nel bosco. Con i miei problemi al ginocchio, non è stato facile per me scendere da lì, è un tratto che richiede concentrazione e pazienza nel sopportare qualche piccolo dolore. A discesa finita, usciamo dal bosco e un grande spiazzo ci porta all’Eremo della Pasquarella: completamente in pietra, se ne sta alle pendici di un monte, silenzioso e riservato come un bravo custode della zona. Dall’eremo ci rincamminiamo verso Scoppieto, il cui arrivo è stato abbastanza faticoso per via della ripida salita di 500 m in meno di 2 km che bisogna affrontare per risalire dalla chiesa! Questa è stata decisamente una delle parti più impegnative e stancanti fino ad ora, assolutamente da non sottovalutare e da affrontare a passo lento e costante.
Facciamo un giro veloce di Scoppieto e ne approfittiamo per riempire la borraccia, non essendoci un bar decidiamo di proseguire velocemente verso Civitella del Lago o quella che una volta si chiamava Civitella de Pazzi; oggi gli abitanti stanno facendo firmare una petizione per tornare al nome originario. Ci fermiamo ad un bar per prendere da bere e, dato che non hanno nulla di salato a quell’ora, ci consiglia di andare in una bottega pochi metri più avanti…bhè ragazzi, la miglior pizza margherita dopo giorni di tramezzini! Ci siamo concessi una pausa lunga per far riprendere il ginocchio, ricaricare le energie e decidere di proseguire dritti per Baschi così da essere lì per le 14 circa.
Non nego, che oggi è stata veramente dura! Di per sé la tappa non era difficile ma i ripidi sali e scendi del giorno prima e della mattina stessa mi hanno messo a dura prova da un punto di vista fisico e mentale. Da Civitella si riscende in direzione lago di Corbara le cui sponde non vediamo mai effettivamente da vicino, rimaniamo sempre un po’ a distanza fino a raggiungere Cerreto. A Cerreto si passa davanti una casetta con un cartello fuori ”SPESSO SONO QUI, MA SE NON DOVESSI ESSERCI ENTRA PURE, BEVI, MANGIA E LASCIA UNA BUONA MANCIA!” La rima, facile da ricordare, mi ha fatto pensare a quanto faccia bene il cammino alla gente del posto e spesso mi son chiesta se loro fossero contenti di vedere questi camminatori, un po’ acciaccati ma felici, passare davanti le loro case.
Una volta raggiunto il punto più basso della tappa, ci aspetta un continuo sali-scendi per arrivare a Baschi, reso più gradevole dagli splendidi vigneti intorno (si incontra anche la cantina vinicola di Barberani in cui poter fare una piccola degustazione) e dalle chiacchiere fatte con Marco e Tiziana. Una coppia di amici dal destino bizzarro con il quale abbiamo avuto il piacere di camminare per un po’ di km: io mi sento molto grata nell’averli conosciuti, mi hanno dato speranza nel futuro e soprattutto mi ha fatto molto piacere vedere la loro voglia di parlare e confrontarsi con i giovani. Persone smart, frizzanti, empatici nei confronti delle generazioni più giovani, volenterosi di capire meglio cosa viviamo ed affettuosi nel dare consigli in base alle loro esperienze di vita. Io questa cosa, non me la scorderò mai!
Li salutiamo al bar di Baschi, dove loro si fermano a prendere uno spritz mentre io e Francesco andiamo dritti all’affittacamere dove ci fermeremo. Una camera doppia, con bagno privato era proprio quello che ci serviva. Ci laviamo, sistemiamo tutto e verso le 19:00 raggiungiamo il ristorante al piano terra dove quella sera c’erano tutti gli amici di cammino. Ma che bello è, ritrovarsi tutti insieme? La carne alla brace è spaziale, cucinata da loro all’aperto mentre bevi la tua birrozza poi….il massimo!
Ahh la birra…il più bramato e fedele integratore del camminatore alla fine di un faticoso sforzo. Ma è davvero cosi? Ne abbiamo parlato qui.
Tappa 04: Baschi – Tenaglie
16 km
Ultima tappa, una di quelle brevi per chiudere l’anello ed essere a Tenaglie ad un’ora accettabile per i saluti e per ripartire. Così è stata pensata e con il senno di poi, riconfermo la mia decisione. È stata una delle tappe più piacevoli e paesaggisticamente più diverse di tutto il percorso. Iniziata al bar pasticceria di Baschi con un buon cornetto integrale ai frutti di bosco ed un caffè macchiato, colazione non scontata quando si viaggia in paesini italiani così piccoli. Una coccola prima di rimettersi in viaggio, con questa mattina che parte lenta, un po’ malinconica ma anche frizzante…quante emozioni!
Riprendiamo gli zaini e ci rimettiamo in marcia, come in fila indiana siamo seguiti dai napoletani Antonio e Chiara e da Marco e Cristina subito dietro. La prima parte è per lo più su una strada provinciale, che detta così potrebbe sembrare niente di ché, ma in realtà regala colori e luci mozzafiato: tutt’intorno ci sono uliveti immensi e gli uomini che lavorano i campi di prima mattina è pura poesia per il mio cuore. Abbandoniamo la strada per entrare nel vivo di questa tappa, un frutteto di ciliegi e noci anticipa la vista di una quercia in fondo alla curva…eccola lì, forte, possente, si mostra fiera e sembra ci voglia abbracciare con i suoi rami lunghi e orizzontali intorno a lei.
Che bellezza la natura! La salutiamo ed entriamo in un fitto e scosceso boschetto che si trova poco prima delle Necropoli di San Lorenzo. Non avevo mai visto delle necropoli da così vicino, sono all’incirca una cinquantina di tombe fatte di arenaria calcarea e progettate in modo da avere due ambienti: il primo più grande per il defunto, il secondo più piccolo per tutti gli oggetti di corredo. È stato veramente interessante poterle visitare!
Dalle necropoli si riparte in salita in direzione Montecchio e dopo un paio di km si incontra la grotta di Ettore. Ettore è un uomo di 60 anni circa, che dedica le sue ferie a cucinare e parlare con i camminatori che passano davanti la sua cava. L’ha arredata in modo tale da poter preparare qualsiasi cosa e posso affermare con certezza che io una focaccia con cicoria selvatica e salsiccia così buona non l’avevo mai mangiata (e vengo dall’Abruzzo eh!). Ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con lui e con il suo aiutante, vedono questo cammino come una grande risorsa per la comunità. Loro stessi adorano stare lì, accogliere ed ascoltare i pellegrini, scambiarci due chiacchiere e fargli vivere un po’ dell’Umbria autentica. Grazie Ettore, perché ci credi!
Con un momento di commozione, salutiamo tutti e riprendiamo per Montecchio…vai, è quasi finita! Il comune di Montecchio chiude il cerchio dei borghi medievali e anch’esso si dimostra all’altezza di tutti gli altri paesini attraversati (vedere per credere)! In un bar salutiamo alcuni amici in pausa prima dell’ultimo pezzo e decidiamo di rimetterci subito in marcia prima di prendere la pioggia! Tenaglie si può già vedere vicino, ci sorprende riuscire a vedere anche la macchina parcheggiata lì da giorni che sembra aspettarci e dire ”Oh…finalmente siete tornati!”. Ultima salita, battiamo le mani tutti insieme con Chiara, Antonio, Marco e Tiziana, siamo partiti insieme, siamo arrivati insieme! Siamo a Tenaglie!
Tappa finale: ad Est del cuore
È sempre difficile per me gestire il momento subito dopo un cammino, quello in cui entri a casa, le persone ti fanno domande e tu non sai esattamente i modi e i termini da utilizzare per rispondere. Credo sia molto difficile spiegare a parole cosa succede in cammino, certo puoi descrivere i paesaggi, raccontare delle persone che hai conosciuto, spiegare gli spostamenti che hai fatto a piedi, ma penso sempre che nel farlo si rimanga molto in superficie, non direi nulla, lo banalizzerei. Io custodisco, in modo geloso ed egoista, se vogliamo, i sentimenti più profondi e le sensazioni più forti che i cammini mi lasciano, come tesoretti li ripongo nell’angolo più ad est del mio cuore, dove sorge sempre il sole e arriva la prima luce. Sono loro a salvarmi, quando non riesco bene a vedere la strada nella notte. Grazie.