Una chiacchiera con l’Universo Natura: il cammino dei Borghi Silenti di Tomas
In questo emozionante diario Tomas ci racconta con passione ed emozione il suo cammino attraverso il suggestivo anello dei Borghi Silenti, nel cuore dell’Umbria. Attraverso borghi antichi, panorami mozzafiato e incontri indimenticabili, Tomas intreccia riflessioni profonde sulla vita, l’umanità e il rapporto con l’Universo. Un viaggio di quattro giorni tra gelo e calore, silenzi e condivisioni, che si trasforma in una ricerca interiore ricca di scoperte, umanità e poesia. Pronti ad immergervi nel viaggio? Sarà impossibile non farlo!
Camminare per ritrovarmi. Camminare per riconnettermi con l’Universo. Lo stesso con cui sono entrato in contatto nel 2018 durante il mio primo Cammino di Santiago, la Via Francese, attraverso le parole di un’anziana signora in un albergue ormai dismesso alle porte di Burgos. Era un pomeriggio di pioggia, in Castiglia. Nel cielo e nel mio cuore imperversavano due temporali. Eppure, sono bastate le parole di quell’hospitalera per far tornare il sereno e cambiare il corso della mia vita. Con l’ultimo filo di voce, prima di lasciarmi riposare, mi ha consegnato una frase che mi accompagna da allora: “Recuerda esto, cariño: el Universo no te da lo que le pides, sino lo que realmente necesitas.”
Se non sai cosa inserire nel tuo primo zaino per il tuo primo cammino, consulta la nostra Guida al primo cammino! Troverai tutto ciò di cui hai bisogno per organizzare al meglio la tua esperienza!
Sono passati sette anni da quell’Aprile, ma le parole di Ana continuano a farmi visita con regolarità, spesso nei momenti più difficili del mio cammino. Se è vero che l’Universo ci dona soltanto ciò di cui abbiamo davvero bisogno, a cosa mi servirà questa sfilza di disavventure che mi perseguita da ormai tutto il 2024? Ecco, ancora non conosco la risposta, ma posso dire che in questi ultimi giorni dell’anno avevo bisogno di parlarci, con l’Universo.
Per questo, insieme a una cara amica, pellegrina indomabile conosciuta sul Cammino Primitivo nel 2023, ho deciso di partire alla volta del Cammino dei Borghi Silenti. Del resto, quale miglior modo per dialogare coi massimi sistemi se non camminare attraverso borghi quasi disabitati sparpagliati in un fazzoletto di terra nel cuore verde d’Italia?
Le parole che seguono raccontano quattro giorni di gelo e calore, di cieli sconfinati e cuori spalancati, di disarmante accoglienza e pura condivisione, all’inseguimento, ancora una volta, di una manciata di frecce giallo sole attorno al solenne palcoscenico dei Monti Amerini.
Tappa 01: Tenaglie – Melezzole
Una tappa lunga, per lasciare andare la frenesia della routine quotidiana e riconnettersi con la semplicità e la liturgia del pellegrinare. Nei primi chilometri, attraverso una bucolica valle che potrebbe essere lo sfondo perfetto di un’opera latina, la pigrizia delle prime ore del mattino si dissolve sotto le carezze dei primi, timidi raggi del sole, lasciando spazio al fermento e alla gioia dell’essere di nuovo in cammino.
Superata l’indaffarata Guardea, mi lascio definitivamente alle spalle il fastidioso rumore della civiltà e, attraverso un infinito tunnel di lecci che si inerpica dolce, scollino sul versante orientale dei Monti Amerini, quello più remoto, lento e silenzioso. Così silenzioso che la festante voce di Moreno, uno dei pochissimi abitanti di Santa Restituta, pronto ad accogliere i camminatori all’ora di pranzo timbrando credenziali e offrendo caffè e informazioni sul Cammino, suona quasi come un miraggio proveniente da un mondo ormai lontano.

E nella pace di Santa Restituta, una scalinata collegata a un pugno di case in pietra che affaccia sui Sibillini, in un mezzogiorno di Dicembre, il battito del mio cuore felice è l’unico suono che i miei timpani riescono a captare. Salutato Moreno, ormai diventato uno di famiglia, la strada prosegue verso la Tenuta dei Ciclamini, dove un intabarrato Mogol si gode il sole dicembrino e non esita a elargire sorrisi ai passanti, per poi salire ripida verso l’impenetrabile e deserta Toscolano, così deserta che è quasi un peccato attraversarla e turbare la quiete di questo abbraccio circolare di casette umbre. Dopo gli ultimi chilometri, l’arrivo a Melezzole segna la fine della prima tappa.
Sapete che Cammini d’Italia è riuscita ad incontrare il maestro Mogol nella sua tenuta? Gianluca ve ne parla nel suo diario!
Qui, la serata trascorre davanti al camino di Rosalba, riccioli biondi e parlantina calorosa e scoppiettante, a parlare di cammini e vita vissuta insieme a Paola e Benedetta. Al cospetto di quel fuoco, in compagnia di sconosciute, con i muscoli rilassati e il cuore leggero, mi rendo conto che il cammino è davvero iniziato. E sono felice.
Tappa 02: Melezzole – Collelungo
La tappa più selvaggia del Cammino dei Borghi Silenti parte con una salita lenta e inesorabile che da Melezzole conduce sulla vetta del Monte Croce di Serra, la cima più alta di tutto l’anello. Dopo un primo tratto in cui il sentiero sale deciso in un fitto bosco di castagni, la strada esce allo scoperto sulla linea di crinale. E qui, mentre il vento di tramontana mi sferza il corpo portando con sé il gelo delle nevi lontane, vengo travolto da un’ondata di pura meraviglia.

A perdita d’occhio, a oriente, l’Appennino Umbro-Marchigiano si spalanca in tutta la sua maestosa bellezza, montagna dopo montagna: dal Nerone al Terminillo, passando per il Catria, il Cucco, il Subasio e i Sibillini, col massiccio del Redentore che brilla fulgido ricoperto da un candido manto nevoso. Ammirando da questa posizione privilegiata la spina dorsale della nostra Penisola, un susseguirsi ininterrotto di vette, familiari e non, il tempo sembra fermarsi.
Purtroppo, però, il sudore che si raffredda sulla schiena impone di rimettersi in cammino quanto prima e lasciare, insieme a un pezzetto di cuore, questa tanto agognata vetta. Un’infinita discesa tra boschi di pini e lecci mi riporta, in un paio d’ore, alla civiltà, al piccolo e deserto borgo di Morruzze, dove i resti di un presepe vivente giacciono abbandonati lungo i vicoli e nella piazzetta del paese.
Qui le viste si aprono sul settore settentrionale del cammino, segnato dal millenario corso del Tevere. Anche la piccola Morre si presenta discreta e deserta due chilometri dopo, nella pigra ora del riposino postprandiale. Per questo motivo, decido di proseguire senza soste fino a Collelungo, dove mi avrebbe aspettato una serata che difficilmente dimenticherò, ripensando al Cammino.

Le stelle incendiano il cielo di fine anno, mentre nel casolare di Alessandra, antica anima amante dei gatti, io e altri otto viandanti ci riuniamo seduti a un tavolo a gustare i prodotti più prelibati della terra umbra, sapientemente amalgamati insieme dalla padrona di casa e dalla sua amica Maria Grazia. In questa convivialità tra sconosciuti, tra cui ritroviamo anche le indomabili Paola e Benedetta, riaffiora ancora una volta la disarmante bellezza senza tempo della condivisione.
Tappa 03: Collelungo – Cerreto
La tappa di oggi parte pigra, lungo i prati congelati che separano Collelungo da Acqualoreto. Superato l’ennesimo borgo, è il momento di scendere in fondo alla remota gola in cui sorge, avvolto anch’esso nel silenzio, l’Eremo della Pasquarella. Da qui parte la salita più dura dei Borghi Silenti: una rampa in costante e ripida ascesa che conduce in cima alla gola, tra leccete e panorami d’incanto, fino al borgo di Scoppieto.
Mentre percorro con la musica nelle orecchie questo splendido sentiero, il mio cuore è in fermento e pulsa veloce, più per la gioia che per la fatica, e le mie gambe galvanizzate dall’euforia del cammino quasi non avvertono lo sforzo, come se presagissero l’ennesimo spettacolo che attendeva paziente dietro l’angolo. Dopo altri due chilometri, arrivo in tempo per il pranzo a Civitella del Lago, rimanendo incantato dalla vista privilegiata che questo borgo ha sul lago di Corbara, un bacino artificiale costruito lungo il corso del Tevere.
A Civitella resto due ore piene al sole, scrutando i riflessi del lago, mangiando e chiacchierando con gli altri pellegrini, anche loro anestetizzati e incantati da quel panorama di rara bellezza. È quasi un dispiacere doversi rimettere in cammino, ma prima che il sole cali devo raggiungere la minuscola Cerreto, dove passerò la notte, ancora una volta davanti a un camino scoppiettante, ancora una volta a parlare di vita pellegrina con Giacomo e Laura, una giovane coppia al loro primo cammino.

Tappa 04: Cerreto – Tenaglie
Anche l’ultimo giorno di cammino è purtroppo arrivato. La tappa parte con le mille sfumature di blu di un’alba che arriva pigra, come solo le fredde albe invernali sanno essere, a trasformare in vapore il sottile strato di brina dei campi. Mentre il sole sale svogliato, arrivo a Baschi, penultimo borgo silente, dopo un lungo saliscendi attraverso colline tappezzate di vigneti. Per quanto il cuore non voglia, dopo una lauta seconda colazione i miei passi devono proseguire verso Montecchio. La strada è ancora lunga, prima di giungere all’ultimo borgo, e forse con troppo asfalto nel primo tratto; tuttavia, non è certo priva di sorprese.ù

Dopo un infinito susseguirsi di spettacolari vedute su questo versante dei Monti Amerini, infatti, ai piedi della salita che conduce a Montecchio mi imbatto nella grotta di Ettore, ruspante muratore che accoglie i viandanti con salumi, formaggi, dolci, vino e, soprattutto, storie. È proprio a Ettore che penso, nell’ultimo tratto di cammino, dopo aver pranzato a Montecchio e mentre percorro il sentiero che serve a chiudere questo anello straordinario.
A lui e a tutti coloro che in questo cammino ci hanno creduto e scommesso fin dagli albori e che oggi portano avanti l’onerosa missione di accogliere i camminatori per le silenziose vie acciottolate di questo fazzoletto di terra umbra: Moreno, Rosalba, Alessandra, Maria Grazia, Marco e tanti altri uomini e donne che non ho avuto la fortuna di conoscere. Sono queste le anime che il mio cuore ringrazia, quando mi viene consegnato il certificato dei Borghi Silenti una volta ritornato a Tenaglie.
Le vere anime del Cammino dei Borghi Silenti, il cammino italiano che, forse più di altri, trova fondamento nella passione, nel calore e nell’ospitalità di chi in questi luoghi ci vive. Ancora una volta, da un cammino mi porto a casa una preziosa lezione sull’umanità disarmante di cui siamo capaci quando siamo per strada. Un’umanità che sa guidarti e abbracciarti quando ne hai bisogno. Un’umanità che sa di Universo.
Del resto, non era questo che cercavo, quando ho deciso di intraprendere il Cammino dei Borghi Silenti? Ultreya!