Sentiero dell’Inglese – Il diario di Martina
Sentiero dell’Inglese
Il Sentiero dell’Inglese è un affascinante percorso di una settimana attraverso una regione dal fascino antico, tra incantevoli villaggi di lingua greca, maestosi uliveti secolari e affascinanti corsi d’acqua. Per entrare nella vera essenza della Calabria Greca, terra calda e accogliente come le sue genti, gioiosa e allegra come i suoi balli e le sue musiche tradizionali.
Day 0
Il day 0 di ogni cammino mi ricorda sempre uno dei principali motivi per cui lo faccio: aereo, bus, treno e poi autostop. Pentedattilo non si raggiunge facilmente, è arroccata su una roccia a forma di mano in una Calabria che richiede di essere scoperta piano, a passo lento, come fece Edward Lear nel 1847. È lui l’inglese da cui il cammino prende il nome.
Aspromonte, “monte aspro”, questo cammino mi ha stregata sin da subito, voglio sapere di più di questo angolo di terra così poco conosciuto in fondo allo stivale. Ospitalità diffusa, fiumare, borghi fantasma. Tu lo conosci l’Aspromonte?
Il day 0 mi ricorda che cammino per scoprire posti nuovi, in un’Italia spesso difficile da raggiungere, spesso dimenticata, spesso sospesa in un tempo passato, quasi estranea alla modernità. Ma che esiste, e resiste.
Day 0. Domani si inizia a camminare.
Day 01
Tappa: Pentedattilo- Bagaladi
Lunghezza:18km
Dislivello: +730m
Dicevamo Aspromonte, monte aspro, oggi primo approccio con questa terra che appare inizialmente dorata, brulla, seccata dal sole. In lontananza l’Etna, che sembra guardarti da lontano e dirti “vai, cammina, ti indico io il sentiero”. Pentedattilo, da dove partiamo, si fa via via più piccola, con quella roccia a forma di mano a ricordare che qui la risonanza greca è ancora forte. Pentedattilo, dal greco cinque dita.
La tappa si presenta da subito in salita, richiedendo tanta acqua, in quanto completamente esposta e senza punti rifornimento. Scorre via veloce, alle 14.30 siamo già a Bagaladi, primo borgo abitato che incontriamo: non saranno tante, le tappe successive, ad avere centri dotati di tutti i servizi. È anche per questo, che volevo venire qui.
Doccia, stretching, bucato: classiche mansioni da camminatori che mi evocano il bello delle cose semplici. Ore 18.00 aperitivo con Bergotto e Brasilena, che solo se sei stato in Calabria sai che roba è.
Stasera siamo a cena da Dominilla, esattamente a casa sua: ci accoglie, ci prepara da mangiare e ci racconta di come all’inizio suo marito fosse scettico nell’ospitare persone sconosciute così, a casa propria. Ora è il primo a offrire amaro Kaciuto agli ospiti. L’ospitalità diffusa è questo: lungo il cammino non trovi hotel di lusso o B&B, ma case di persone che decidono di rendersi disponibili per l’Altro e aprirgli le porte di casa. Welcome to Aspromonte
Day 02
Bagaladi- Amendolea
17km +550m
Se dovessi dare un senso a tutto questo camminare, penserei a queste foto: Carmela e Mimma, ditemi quando mai avrei potuto incontrarle se non camminando in una borgata sperduta in un angolo remoto di Calabria. Ci invitano a casa loro, ci preparano il caffè con la moka. Carmela ci racconta di quando aveva un agriturismo in paese e ci mostra il libro in cui i clienti le lasciavano le dediche. È bello rimanere ad ascoltarla, mentre ci mostra le gambe ormai rovinate dalla vecchiaia che le ha impedito di continuare a lavorare. E poi San Lorenzo, San Pantaleone, paesi che resistono al tempo che passa.
Arriviamo ad Amendolea, dove facciamo la prima conoscenza con la fiumara, nastro argentato in cui un rigagnolo d’acqua scorre incessante. Qui si trova anche l’Agriturismo il Bergamotto: spiegarlo è difficile, bisogna esserci stati per capire quell’aura di pace e magia che lo pervade. Saranno quelle piantagioni di bergamotto, che inebriano l’aria con il loro profumo. Ci spiegano che stimola il cervello a produrre serotonina e dopamina.
Al Bergamotto c’è Salvatore, che in solitaria sta percorrendo in bici l’appennino da Palermo alle Langhe, cercando di dare un senso a questo paese e alle contraddizioni che lo caratterizzano. E poi c’è Ugo, proprietario fondatore di questo luogo magico: un uomo buono, anima di questo territorio. Si siede a tavola con noi e ci racconta di come agli inizi sia stato difficile intraprendere un’attività turistica in una zona in cui le notizie di mafia avevano preso il sopravvento. Gli spiego quanto mi stia piacendo questo cammino e aggiungo che è un peccato che non sia così tanto conosciuto. Non esita un attimo, mi risponde che l’Aspromonte non è pronto per i grandi numeri, e che nemmeno li vuole.
Possiamo andare a dormire.
Day 03
Amendolea- Bova
15km +1100m
Breve recap delle insidie affrontate oggi:
– attraversamento della fiumara
– possibili vipere lungo i sentieri
– cane che interferisce con il pranzo causando la mia fuga
– dislivello croccante di +1100m
– tracce gpx che nella fiumara non funzionano e sembra di vagare nel nulla
– gregge di capre con annessi cani da pastore che impediscono il passaggio
Nonostante ciò arriviamo a Bova alle 19.40 dopo aver fatto rintracciare il pastore per richiamare il gregge (la planner non si arrende di fronte a un paio di cani), Gallicianò è stupenda, Giovanni ci fa suonare le campane della chiesa greco-ortodossa perché qui siamo nel cuore dell’area grecanica e Francesca ci fa il bucato a casa sua perché la lavatrice nell’alloggio non c’è.
Peperoni ammollicati della cena molto buoni e vesciche non pervenute. I’m feeling good.
Day 04
Bova- Monte Grosso- Bova
20km +750m
In Calabria non piove mai, cit.
Inizialmente scettica su questa tappa ad anello con partenza e rientro a Bova (non mi piace dormire due volte nello stesso posto lungo un cammino), capisco da subito che sarà una delle tappe più belle dell’intero percorso.
Mi aspettavo un Aspromonte arido, secco, dorato; e invece oggi lo scopro anche verde, boschivo, umido, con quella pioggia che bagna i campi di felci e le rende così brillanti. È emozionante camminare in quel silenzio, sino ad arrivare al punto panoramico da cui si vede Rogudi Vecchio, paese fantasma abbandonato a causa di una violenta alluvione (foto 9).
Le due ore sotto la pioggia che scroscia ininterrottamente passano rapide, e mi fanno pensare a quanto sia inevitabile: tu ci speri sempre, di non dover usare il guscio, di non dover aprire il rain cover, e invece eccola lì. La pioggia. Non importa se sei in Calabria a maggio e se fino al giorno prima il sole ti bruciava la pelle.
Ma va bene così. In Calabria non piove mai. Le mie scarpe bagnate valgono il prezzo di vedere questa terra bere e dissetarsi di nuovo.
Day 05
Bova- Palizzi- Pietrapennata
22km +750m
Partiamo da Bova e raggiungiamo Pietrapennata, anche se la tappa ufficiale termina a Palizzi: oggi ci va di allungare il percorso per risparmiare qualche km domani. A Pietrapennata incontriamo Arianna, una giovanissima ragazza che assieme al marito Domenico ha deciso di ridare vita a questo borgo in cui oggi vivono 21 abitanti (due nella foto 1). Ci fa fare tutta la visita del paese tramite un’esperienza urbex: nelle case abbandonate e diroccate la vita è ancora ferma al momento in cui è stata lasciata. Una moka sul davanzale, una scatola di Bucaneve, ritagli di giornale che testimoniano vite passate.
La bellezza della semplicità: le ciliegie regalate alla partenza, una coppia che si affaccia dalla porta di casa, alcune pecore che si godono il prato.
Siamo poi ospiti in quella che era la casa della nonna di Domenico, dove i miscelatori di acqua calda e fredda sono ben separati in tutti i sanitari del bagno e le coperte sono di lana e marroni. E pizzicano.
Non potrei desiderare di meglio.
Day 06
Pietrapennata- Staiti
14km +400m
Ultima tappa, anche questo cammino è giunto al termine.
In ordine:
-foto 1: io felice sul Monte Cerasia, vista a 360° su tutto l’Aspromonte
-foto 2: la crostata di nespole della mamma di Arianna a colazione
-foto 3: resti del santuario bizantino della Madonna dell’Alica
-foto 4: io e Vale con Alessandro, dopo avergli dato un po’ d’acqua perché era rimasto senza e si era perso. 74 anni in cammino da solo, le persone che mi piacciono
-foto 5: come vorrei vivere h24 365/365
-foto 6: Staiti dall’alto, primi segni di malinconia
-foto 7: inside Staiti, l’arrivo
-foto 8: bar italiano, olio su tela
-foto 9: ultimo Bergotto
-foto 10: testimonium
Si torna a casa
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