La Via degli Dei: l’avventura di Silvia e Dario tra salite, risate e nuovi orizzonti
Immagina di intraprendere un viaggio speciale, un cammino che ti avvolge in paesaggi sconfinati, tra salite avventurose e il profumo dei boschi. Silvia e Dario, uniti dalla passione per la montagna, si sono lanciati in questa sfida lungo la Via degli Dei, un percorso appenninico che collega Bologna a Firenze.
Zaino in spalla e scarponi ai piedi, ci invitano a seguirli tra emozioni e piccoli momenti di felicità condivisa. Ogni passo li avvicina alla meta, ma è soprattutto il cammino stesso a regalare incontri, ricordi e la soddisfazione di ogni traguardo conquistato. Lasciati ispirare dalla loro avventura e preparati a scoprire la magia di questo percorso!
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Pronto ad immergerti nel cammino di Silvia?! Ti ricordiamo di scaricare l’app di Cammini d’Italia prima di partire! In un unico strumento avrai tutte le tracce dei cammini italiani, permettendoti di navigare (anche in modalità offline!). Te ne parliamo a questo link!
Tappa 01: Bologna – Brento
Domenica 22 settembre inizia la nostra avventura. Siamo arrivati a Bologna il giorno prima, dopo il “viaggio della speranza” con treni soppressi e bus sostitutivi. Come primo giorno, si parte con il botto: 30 km, da Bologna a Brento, e sul finale la salita al Monte Adone. Ce la faremo? Ce lo siamo chiesti subito in partenza, soprattutto Dario che, appena partiti, mi chiede: “Ma chi me lo ha fatto fare?”
Dopo qualche km tra le vie di Bologna finalmente si inizia ad abbandonare la città, e la vista di San Luca ci affascina. Per fortuna siamo due montanari, allenati ad affrontare le salite e pronti per questa lunghissima scalinata.
Successivamente raggiungiamo il bosco e ci immergiamo nella natura. La strada rimane larga, sterrata, ma soprattutto fangosa. Le piogge dei giorni scorsi hanno provocato diversi smottamenti, e riuscire a trovare il sentiero non è facile. Le scarpe rimangono appiccicate al terreno, e il rischio di caduta è veramente elevato; infatti, partono le scommesse: chi cadrà per primo?
Proseguiamo, ma dopo ormai più di 20 km la stanchezza inizia a farsi sentire! Dario non mi parlava da qualche ora, era concentrato ed immerso nei suoi pensieri. Io, invece, devo affrontare un crollo mentale: “Sono stanca, quanto manca alla fine? Voglio arrivare!” Era l’unico pensiero che continuava a riempirmi la testa. Il momento peggiore è proprio questo, quando la fatica prende il sopravvento.
Cercando in solitaria di superare questo momento, finalmente vedo la luce in fondo al tunnel: eccoci ai piedi del Monte Adone. La vista mozzafiato dalla cima ha ripagato la salita e la fatica della giornata.
Ci riprendiamo entrambi perché sappiamo che da ora sarà letteralmente “tutto in discesa”.
Arrivati al B&B, Dario si butta sul letto e sprofonda nel sonno; io, invece, mi godo la vista sul Monte Adone. Sospiro e mi sento sollevata: la fatica, anche questa volta, ha ripagato! Sapevamo già in partenza che la tappa sarebbe stata tosta: lo è stata, ma abbiamo raggiunto la fine felici e affamati. Ad aspettarci c’erano 250 g di pasta a testa!
Tappa 02: Brento – Madonna dei Fornelli
Giorno due, oggi tappa easy: 20 km e 900 m D+. Partiamo sempre presto per arrivare nel primo pomeriggio e riposare bene. La tappa prosegue seguendo un sentiero nei campi, costeggiamo la strada principale facendo sali e scendi. Oggi entrambi eravamo molto più felici e allegri.
A metà tappa ci concediamo una bella pausa: a Monzuno compriamo il pranzo al supermercato e ci godiamo un po’ di relax su una panchina.
Riprendiamo la nostra tappa tra i castagneti per poi arrivare ad ammirare meravigliosi paesaggi sulle colline e finire nel parco attorno alle pale eoliche! Che spettacolo, mai viste da così vicino; sono affascinanti.
Proprio prima di arrivare a destinazione, iniziamo a incontrare diversi camminatori. Finalmente entriamo nel vivo dell’avventura. A Madonna dei Fornelli, dopo una dormita rigenerante, ci concediamo un bel piatto di lasagna e un bicchiere di vino. Cosa c’è di meglio a fine tappa?
Tappa 03: Madonna dei Fornelli – Traversa
Partenza alle 8, e una volta usciti dall’albergo troviamo attorno a noi solo camminatori! Si parte tutti insieme, un po’ incerti sul tempo, speranzosi di non prendere un acquazzone. Ognuno va al suo passo e, piano piano, ci si perde.
Oggi la vista è suggestiva: nebbia e sentiero nel bosco, l’aria è fresca. Continuo a pensare a quanti funghi mi sto perdendo! Il sentiero continua con i suoi sali e scendi fino a portarci al punto più alto di tutta la via, ed ecco la famosa campanella. Con grande soddisfazione entrambi la suoniamo: abbiamo raggiunto il punto più alto.
Proseguiamo nel bosco: oggi la nostra tappa termina a Traversa. Decidiamo di arrivare comunque al Passo della Futa per vedere il cimitero militare, per poi (purtroppo) fare 2 km su strada per raggiungere la locanda dove trascorreremo la notte.
Qui ci ritroviamo con tantissimi camminatori: a cena si chiacchiera, ci si confronta e ci si racconta di altre esperienze. Conosciamo un gruppo di signori veneti, dei ragazzi inglesi e anche una ragazza tedesca che sta facendo il cammino in solitaria. Questa è la parte più bella: si condividono le gioie e i dolori della giornata, le paure e le aspettative delle prossime tappe. È come stare in famiglia.
Tappa 04: Traversa – San Piero a Sieve
Quarta tappa, destinazione San Piero a Sieve, sempre più vicini alla nostra meta. Tappa tranquilla, 25 km. Siamo ormai entrati nel mood: sveglia presto, colazione abbondante e via, si parte. Passo dopo passo verso la meta.
La partenza è sempre nel bosco con molta nebbia. Proseguiamo per raggiungere il Passo dell’Osteria Bruciata. Ci chiediamo se la leggenda racchiude un po’ di verità. Ci piace pensare di sì, lasciando che il mistero renda il posto più magico.
Anche oggi sul percorso ritroviamo i nostri amici: “i veneti” che, con passo svelto, ci raggiungono, ma anche “la coppia con il cane” e il “solitario”. Ogni incontro è un momento di chiacchiera: sapere come si sta e quante vesciche oggi dovrai combattere.
Oggi, però, la fine sembrava non arrivare mai: gli ultimi km li facciamo su strada e le ginocchia non beneficiano di questo. All’arrivo, però, troviamo un frigo pieno di birra a nostra disposizione: Dario non era mai stato così entusiasta!
Tappa 05: San Piero a Sieve – Bivigliano
Ci siamo quasi, penultima tappa. Oggi destinazione Bivigliano, qualche km prima di Vetta le Croci, che rappresenterebbe il “vero” arrivo della quinta tappa secondo la guida.
Oggi siamo partiti super carichi. Piano piano, sul percorso rincontri gli amici ma te ne fai anche di nuovi. Incontriamo un gruppo di donne, quattro amiche che, condividendo la passione per la montagna, decidono di condividere anche questa avventura. Qualcuna di loro era alle prime armi, altre già forgiate da esperienze pregresse, ma tutte comunque allegre e chiacchierone.
Pensiero dopo pensiero, incontro dopo incontro, raggiungiamo il Monte Senario. Il posto è deserto; siamo arrivati per primi, quindi ci fermiamo e godiamo del silenzio e della pace… ormai sappiamo che manca poco, siamo quasi alla fine!
Ti sta piacendo il cammino di Silvia?! Se non hai idea di come puoi iniziare, ma ti piacerebbe partire scopri la nostra Guida al Primo Cammino
Tappa 06: Bivigliano – Firenze
Eccoci all’ultima tappa. Decidiamo di partire presto: abbiamo voglia di arrivare. Subito in lontananza vediamo la nostra meta, si distingue anche la cupola di Firenze. Siamo consapevoli che la tappa di oggi non ci porterà un grande panorama, quanto piuttosto una grande soddisfazione.
Siamo giunti alla fine del percorso ed i nostri pensieri ritornano sui giorni precedenti. I panorami, le persone conosciute, i posti visitati e i cibi assaggiati. Ma siamo davvero pronti a tornare alla quotidianità?
Arrivati alla periferia di Firenze, ci sentiamo come dei pesci fuor d’acqua. Dove sono i boschi? Torniamo alla vita di città dopo appena 5 giorni, e ci sembra di aver vissuto lontano per molto più tempo.
Nonostante queste sensazioni strane, siamo veramente emozionati: incontriamo un signore anziano fuori dalla porta della sua casa. Ci saluta e ci chiede da dove arrivassimo. “Bologna!” gli diciamo, e lui con un grande sorriso ci dice: “Bravi, buon cammino”.
Inizio a realizzare: partiti da Bologna, abbiamo camminato per 130 km, accumulando più di 4000 m di dislivello, per raggiungere con le nostre forze Firenze. Arriviamo a Piazza della Signoria. Ce l’abbiamo fatta.
Sorrisi, lacrime! Come sempre alla fine, lo stupore di avercela fatta, con le proprie forze, senza mollare, è sempre una grande emozione.
Io e Dario ci guardiamo: qual è il prossimo?