Curiosità
26 Lug 2023

Viticoltura Eroica: esplorando i Vigneti valdostani lungo il Cammino Balteo

Introduzione

Avete mai sentito parlare di “viticoltura eroica”? Vi raccontiamo dei vigneti valdostani che si possono incontrare lungo il Cammino Balteo!

La viticoltura eroica lungo il Cammino Balteo

I vigneron valdostani: gli ultimi viticoltori-eroi in un territorio ostico ma capace di offrire prodotti inconfondibili ed unici al mondo.

Noi ne siamo rimasti affascinati quando, percorrendo una tratta del Cammino Balteo, abbiamo avuto modo di scoprire un territorio senza eguali e delle realtà che all’interno di questo hanno saputo trarre beneficio da un contesto ai nostri occhi proibitivo.

Per questo, per spiegarvi di cosa si tratta, prenderò in esempio quello che, ormai da secoli, fanno i viticoltori valdostani in un territorio apparentemente tanto inadatto alle produzioni agricole, con un’altitudine media di 950 metri s.l.m., quanto capace di sorprendere ed offrire prodotti inconfondibili ed unici al mondo.

In Valle d’Aosta il produttore, che va ben oltre il viticoltore inteso nella maniera più classica del termine, diventa un vignaiolo vero. O meglio un vigneron, che si prende cura della vigna, che in molti casi è limitata ad un piccolo fazzoletto di terra. Ne segue i processi dalla barbatella alla bottiglia, dalla terra alla cantina, conferendo il proprio amore per quella terra ed il sudore dato dal duro lavoro che c’è dietro ogni singolo acino al vino, al prodotto finale, orgoglio personale ed espressione di un territorio.

L’espressione “viticoltura eroica” viene così utilizzata per descrivere l’attività di coltivazione della vite in terreni estremamente difficili e ripidi, spesso su pendii molto scoscesi o terrazzati. Questo tipo di viticoltura richiede un grande sforzo fisico e una grande abilità da parte dei vignaioli, da cui appunto deriva il termine “eroico”.

Viticoltura eroica cammino balteo
Esempio di viticoltura eroica a Pont Saint Martin lungo il Cammino Balteo – VALLE D’AOSTA-Vigneti di Pont-Saint-Martin (Arch. Reg.Autonoma VdA)-8495

Uno sguardo sul territorio

Dalla gestione dei vigneti ai terreni terrazzati per un profondo legame tra territorio e uomo

La regione della Valle d’Aosta, situata nelle Alpi occidentali, è un luogo in cui la viticoltura eroica è particolarmente diffusa. I vignaioli valdostani si trovano ad affrontare sfide uniche a causa del terreno montuoso e delle pendenze importanti in cui coltivano le viti. Queste condizioni rendono l’accesso ai vigneti difficile e richiedono un’attenzione costante per evitare danni alle viti e garantire la qualità del raccolto.

I vigneti della Valle d’Aosta sono generalmente a conduzione familiare e di piccole dimensioni. Le vigne sono spesso terrazzate, ovvero suddivise in piccoli ripiani, detti appunto terrazze, a causa dell’inclinazione del terreno e con lo scopo di garantire la sicurezza dei vigneti. Questo permette ai vignaioli di coltivare le viti in modo più agevole e di prevenire l’erosione del suolo. Le ripide pendenze delle pareti collinari e montuose richiedono una gestione del territorio che protegga dalla costante erosione causata dalle acque piovane, evitando frane e smottamenti.

I terrazzamenti sono così diventati negli anni un elemento fondamentale per consentire la coltivazione, utilizzando la tecnica di costruzione dei muretti a secco. I materiali utilizzati per questi muretti sono le rocce presenti in abbondanza nella zona, che si integrano armoniosamente nel paesaggio, creando un legame indissolubile con l’identità del luogo.

Sebbene i terrazzamenti siano indispensabili per la viticoltura, la gestione dei vigneti non diventa per questo più semplice. La lavorazione dei terreni è spesso eseguita manualmente, poiché le macchine agricole tradizionali non possono essere utilizzate a causa dell’inaccessibilità dei vigneti dovuta alle pareti scoscese ed agli spazi di manovra in corridoi il più delle volte minimi.

Inoltre anche la manutenzione degli stessi muretti, soggetti alle intemperie, quali neve e pioggia, richiede un impegno costante.

viticoltura eroica cammino balteo
VALLE D’AOSTA-Vigneto La Piagne Morgex (Arch. Reg.Autonoma VdA)-181402.

Le uve autoctone

Piante secolari e varietà adattate alle condizioni specifiche del territorio per creare vini unici e di alta qualità

Un altro aspetto distintivo della viticoltura eroica valdostana è l’utilizzo di varietà di uve autoctone. Queste varietà sono adattate alle condizioni specifiche del territorio e contribuiscono a creare vini unici e di alta qualità. Alcuni vitigni autoctoni per me degni di nota sono: Fumin, Vien de Nus, Cornalin, Petit Rouge e Prié Blanc.

Mi soffermerei proprio su quest’ultimo per una dovuta parentesi: il Prié Blanc è l’unico vitigno autoctono valdostano a bacca bianca ed è ancora oggi franco di piede, cioè con la pianta di vite che cresce senza essere innestata su portinnesti, cosa ormai piuttosto rara. Queste uve appartengono ai vigneti che raggiungono le massime altitudini in Europa, arrivando anche sopra i 1200 metri s.l.m. nella zona viticola Morgex-La Salle, ai piedi del massiccio del Monte Bianco, condizione questa che non permette alla fillossera di sopravvivere.

Tra le varietà importate, alcune hanno permesso nel tempo di ottenere biotipi che si sono adattati alle condizioni pedoclimatiche locali, come il Nebbiolo, il cui biotipo valdostano è localmente denominato Picotendro.

Viticoltura eroica cammino balteo
VALLE D’AOSTA-Vini valdostani (foto Gaetano Madonia)-1972

Una tradizione portata avanti da secoli

Passione per la viticoltura e dedizione, attraverso un profondo legame con la propria terra, conferiscono al vino valdostano un valore peculiare ed esclusivo

Nonostante le sfide e le difficoltà che affrontano quotidianamente, i vignaioli valdostani perseverano nella loro attività, mantenendo vive antiche tradizioni vitivinicole e preservando il paesaggio unico della regione. I loro sforzi sono premiati con vini pregiati e apprezzati dagli estimatori di tutto il mondo.

La passione per la viticoltura nella regione valdostana è un profondo legame con la propria terra, nonché un confronto costante con le avversità legate alla montagna e all’ambiente spesso poco clemente, in cui la simbiosi di vignaiolo e vigneto devono quotidianamente adattarsi a un territorio difficile e poco generoso.

Tuttavia, grazie alla passione, alla dedizione e al rispetto delle tradizioni, i vignaioli riescono a sfruttare al meglio il terreno, ottenendo vini di eccellente qualità.

Ne consegue che la produzione di bottiglie di vino sia limitata dal punto di vista quantitativo, cosa che da un lato ne ostacola la diffusione su larga scala, dall’altro è proprio questa circostanza a conferire ad ogni bottiglia di vino valdostano un valore peculiare ed esclusivo, rendendo ogni sorso un’esperienza preziosa e irripetibile.

Insomma, la Valle d’Aosta non è solo terra di montagne e castelli, ma anche terra di vino buono!

Articolo di
Vincenzo Caruso
Camminatore per antonomasia, esploratore per vocazione, amante della natura e di tutte le sue creature. Co-Founder di Cammini d'Italia.